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  1. mauro255
     
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    LE ALI DELLA LIBERTA'

    Titolo originale: The Shawshank Redemption
    Paese: USA
    Anno: 1994
    Durata: 142 min
    Regia: Frank Darabont
    Soggetto: Stephen King (racconto)
    Sceneggiatura: Frank Darabont
    Produttore: Niki Marvin
    Produttore esecutivo: David Lester, Liz Glotzer
    Casa di produzione: Columbia Pictures
    Distribuzione (Italia): PolyGram

    Interpreti e Personaggi:

    Tim Robbins: Andy Dufresne
    Morgan Freeman: Ellis Boyd 'Red' Redding
    Bob Gunton: Samuel Norton
    William Sadler: Heywood
    James Whitmore: Brooks Hatlen
    Clancy Brown: Capitano Hadley
    Gil Bellows: Tommy
    Mark Rolston: Bogs Diamond

    Fotografia: Roger Deakins
    Montaggio: Richard Francis Bruce
    Effetti speciali: Bob Williams
    Musiche: Thomas Newman
    Scenografia: Terence Marsh
    Costumi: Elizabeth McBride
    Trucco: Roy Bryson, Monty Westmore

    PREMI:

    7 nomination Oscar 1995: miglior film, miglior attore protagonista (Morgan Freeman), miglior sceneggiatura non originale, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior colonna sonora, miglior sonoro
    Camerimage 1995: Rana di bronzo (Roger Deakins)


    « Fear can hold you prisoner. Hope can set you free. »
    « La paura ti rende prigioniero, la speranza può renderti libero. »

    Le ali della libertà (The Shawshank Redemption) è un film del 1994 diretto da Frank Darabont, con Tim Robbins e Morgan Freeman, tratto dal racconto di Stephen King Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, pubblicato nella raccolta Stagioni diverse. Il film è al primo posto nella classifica Top 250 di Internet Movie Database.

    TRAMA

    Andy Dufresne, vice-direttore di una banca di Portland, nel Maine, viene condannato a due ergastoli per l'uccisione della moglie e del suo amante, benché egli proclami con forza la sua innocenza.
    Viene imprigionato nel carcere di Shawshank, dove le guardie e il direttore impongono la loro legge fatta di violenze gratuite e omicidi impuniti.
    Resta inizialmente in disparte rispetto agli altri detenuti. Un giorno, durante un lavoro di ripristino sul tetto del carcere, sente una guardia parlare ai colleghi dei suoi problemi economici e - rischiando di essere assassinato dalla stessa per la sua "impudenza" - la convince a farsi aiutare da lui con le sue competenze in ambito finanziario. Chiede e ottiene in cambio qualche birra per gli altri detenuti che lavoravano con lui sul tetto.
    Da quel momento, Andy riscuote simpatie presso alcuni detenuti e in particolare da parte di Ellis Boyd Redding detto Red, un personaggio che controlla il contrabbando all'interno del carcere e che sarebbe in grado di procurare praticamente ogni oggetto gli venga richiesto. Red ha commesso un grave crimine in gioventù ma, dopo decenni di detenzione, è ormai divenuto una persona diversa.
    I due diventano buoni amici, e Andy gli chiede di procurargli un martello da roccia in quanto ama collezionare minerali e scolpire pietre; in seguito si fa anche procurare un poster dell'attrice Rita Hayworth.
    Anche il direttore del carcere Samuel Norton viene a conoscenza delle abilità di Andy in campo finanziario e gli commissiona di occuparsi del disbrigo di pratiche contabili. In virtù di questo incarico, gli viene concessa "protezione" dagli altri detenuti e dalle stesse guardie; e il privilegio di svolgere un lavoro molto meno pesante del precedente: viene infatti spostato dalla lavanderia alla biblioteca del carcere.
    La biblioteca, piuttosto modesta, è curata ormai da un cinquantennio dall'anziano Brooks. Andy, nominato aiutante di questi, prende a cuore il suo nuovo incarico e progetta di ampliare la biblioteca.
    Quindi, col consenso del direttore, Andy scrive ogni settimana una lettera al Senato chiedendo la concessione di fondi, ma le sue richieste rimangono senza risposta.
    Avviene, intanto, che il comitato per la libertà condizionata concede la libertà al vecchio Brooks, il quale ha però trascorso quasi l'intera vita in carcere a occuparsi della biblioteca, e non ha pertanto alcun desiderio di uscire al mondo esterno.
    Nel maldestro intento di restare all'interno della struttura, Brooks aggredisce il detenuto Heywood, minacciandolo con un coltello alla gola, ma viene fermato da Andy.
    L'episodio resta circoscritto e senza conseguenze per nessuno (a parte un graffio alla gola per Heywood), e così Brooks lascia il carcere. Come atteso, la vita fuori per lui non è affatto bella: è solo e non riesce ad ambientarsi nel mondo esterno; perciò si impicca nella casa donatagli dal comitato per la libertà condizionata. Andy e Red lo vengono a sapere tramite una missiva inviata loro dallo stesso Brooks.
    Dopo innumerevoli lettere che Andy ha continuato a scrivere al Senato, egli ottiene finalmente una risposta e un modesto stanziamento. Continuando ostinatamente a inviare al Senato le sue lettere, Andy riceve ulteriori fondi, fino a riuscire a trasformare radicalmente la biblioteca, ripulendola e rendendola la migliore e la più fornita di tutto lo Stato.
    Egli La dedica alla memoria di Brooks e, nel frattempo, aiuta diversi detenuti a conseguire un diploma.
    Nel suo lavoro di collaborazione fornita al dispotico e corrotto direttore, Andy lo aiuta ad accumulare denaro in modo illecito, e nel portare avanti questo disegno, intesta ogni operazione al nominativo di Randall Stephens.
    Questo accorgimento ha lo scopo di non far figurare mai il nome del direttore, né quello di Andy, in caso venissero scoperti gli illeciti. Randall Stephens è però una persona immaginaria creata da Andy usando la propria perizia, con tanto di documento di identità, assicurazione sanitaria e quant'altro.
    Un giorno, tra i nuovi detenuti in arrivo a Shawshank, vi è Tommy Williams, un ragazzo condannato a due anni per furto con scasso. Egli racconta che, fin dall'età di 13 anni, ha collezionato una lunga serie di condanne scontate in molti diversi istituti di detenzione.
    Tommy diviene subito amico di Andy e Red; il primo lo aiuta a studiare e a diplomarsi. Tommy viene a sapere che Andy è innocente e questo lo lascia perplesso; il motivo è che Tommy, quando si trovava in un altro carcere, conobbe un certo Bletch, che gli raccontò di aver ucciso un uomo e la sua amante, e che la polizia aveva arrestato un altro uomo al posto suo. Andy sospetta che Bletch possa essere il vero colpevole e così informa il direttore di questa storia. Quest'ultimo però, pur di tenere con sé l'ex bancario, fa uccidere Tommy, in quanto avrebbe potuto testimoniare in un ipotetico processo. Inoltre fa chiudere Andy in isolamento per un mese......

    STRUTTURA E SIGNIFICATO DEL FILM

    La vicenda è narrata secondo la visione in soggettiva dell'io narrante, in senso alternato rispetto ai diversi co-protagonisti, fra cui il mite bancario Dufresne (Tim Robbins), il detenuto di colore soprannominato Red (impersonato dall'attore Morgan Freeman, qui in una ulteriore prova di bravura recitativa), il detenuto-bibliotecario Brooks (impersonato da un ottimo e ormai anziano James Whitmore).
    Nel suo progredire, la pellicola riesce a restituire il senso di una comunità particolare e di come possa nascere in un luogo estremamente duro la speranza, un sentimento pericoloso, quando non si trasformi in illusione, sicuramente non convenzionale se rapportato ad un ambiente come quello di un penitenziario per condanne a vita.
    Il film è sotto questo aspetto una sorta di apologia del riscatto (sociale e, soprattutto, morale) di coloro che sono condannati a lunghissime pene detentive, e del loro desiderio di rivalsa e ribellione contro ogni genere di sopruso (e il titolo del racconto originale di King da cui il film è tratto, che parla esplicitamente di redenzione, è assai esplicativo in questo senso).
    Oltre che un omaggio verso il cinema (la figura di Rita Hayworth, evocata nel titolo originale del racconto di King, risulterà alla fine in un certo senso centrale), Le ali della libertà è anche un film sull'amicizia, quella vera e sincera, fra persone che si trovano a condividere esperienze e condizioni. È, ancora, un atto d'amore verso la cultura, la musica e la letteratura in particolare; e in quest'ottica particolarmente significativa risulta la sequenza in cui uno dei protagonisti, Andy Dufresne, diffonde con un colpo di mano dai microfoni del carcere le note immortali de Le nozze di Figaro di Mozart a beneficio degli stupiti e straniati compagni di sventura e suscitando l'ira feroce dei secondini, o quella in cui [ri]organizza la biblioteca all'interno del penitenziario in memoria dell'anziano detenuto-bibliotecario Brooks, suicida dopo essere stato scarcerato al termine di una detenzione durata oltre cinquant'anni, reo a questo punto - nelle parole di un altro protagonista, Red - di non poter più vivere la condizione di istituzionalizzato.
    Nel tempestoso - e per molti versi imprevedibile - sottofinale e finale, gli eventi precipitano, ponendo al loro posto i giusti pezzi del puzzle esistenziale-filosofico della vicenda. E nella morale finale del film, ci si potrebbe chiedere: sogno come evasione o evasione come sogno?
    Un altro tema che il film intende riprendere è quello dell'apparenza e su come questa può trarre in inganno. Si pensi, prima di tutto, a come si è formato il giudizio di colpevolezza su Andy, basato su elementi che apparentemente ne provavano univocamente la colpevolezza.
    Darabont riprende l'errore di partenza e lo ripropone in tante situazioni nel corso della sceneggiatura. Si pensi ad es. alla scena della mensa, in cui il vecchio Brooks chiede ad Andy di dargli il verme che questi aveva trovato nel piatto; in un primo momento lo spettatore pensa che Brooks voglia mangiare il verme, ma immediatamente dopo si scopre che il verme è per il suo piccolo uccello.
    Un altro momento in cui Darabont gioca con l'apparenza è il momento della fuga di Red dalla città: in una scena si vede Red guardare con interesse una vetrina con delle pistole; lo spettatore in questo caso è indotto a pensare che Red voglia ritornare in galera ricompiendo un altro delitto, ma anche qui l'impressione dello spettatore è solo fondata sull'apparenza: Red entra nel negozio per comprare una bussola.
    L'apparenza nel film non è ripresa solo come elemento che può trarre in inganno chiunque (carcerati, giudici, lo stesso Andy), dalla sceneggiatura sorge anche l'apparenza come copertura. In quest'ottica si può vedere, innanzitutto, la sequenza di presentazione dell'istituto carcerario in cui Andy viene rinchiuso: la sequenza di macchina inizia con un primo piano della facciata del carcere, facciata che, a un primo sguardo non sembra un carcere, ma un comune palazzo di fine 800, dopodiché la macchina sale in veduta aerea e nella salita si rivelano gradualmente dietro la facciata gli elementi dell'istituzione carceraria (campo per i detenuti, guardie, rete, filo spinato...). Si può dire che il carcere di Shawshank si presenta come un'allegoria delle apparenze. Sempre in questo senso, si pensi a come viene celata la cassaforte in cui sono custoditi i conti segreti del direttore, essa è nascosta dietro un ricamo riportante una citazione dalla bibbia.

    PERSONAGGI DEL FILM

    ANDY DUFRESNE

    Accusato ingiustamente di essere l'omicida di sua moglie e del suo amante, Andy Dufresne, ormai ex banchiere, viene rinchiuso nel carcere di Shawshank. Nel carcere, dopo un iniziale isolamento in se stesso, diventa amico di Red Redding, che controlla la maggiore cellula di contrabbando del carcere; procura ad Andy un martellino da geologo, con il quale questi, dopo vent'anni rinchiuso a Shawshank, si costruisce una galleria con la quale fugge. Rovinato il direttore Norton, suo vessatore negli ultimi anni di carcere, Andy si traferisce in Messico dove qualche tempo dopo lo raggiungerà Red.

    RED REDDING

    Rinchiuso a Shawshank da quando era giovanissimo, Red diviene il maggiore contrabbandiere del carcere riuscendo a portare nel posto molta roba dall'esterno in cambio di pacchetti di sigarette. Stringe un'intensa amicizia con Andy Dufresne, tanto che questi gli indica, prima di evadere, un posto da raggiungere nel caso uscisse da Shawshank. Questo giorno giunge e Red raggiunge quel posto dove sotto una pietra diversa dalle altre che la circondavano, trova una lettera di Andy che gli ricorda di Zihuatanejo, la piccola località messicana sul Pacifico, e alcuni dollari. Quindi Red lascia gli Stati Uniti violando la libertà vigilata e raggiunge finalmente Andy.

    SAMUEL NORTON

    Samuel Norton è il corrotto e ipocrita direttore del carcere di Shawshank. Inizialmente stringe un particolare legame con Andy Dufresne, ma quando Andy diventa una minaccia, in quanto ha scoperto in carcere un testimone che lo potrebbe scagionare, Norton fa uccidere il testimone chiave pur di tenere con se l'ex-bancario per usarlo nelle sue pratiche personali illecite. Alla fine però Dufresne riesce a fuggire e invia alla stampa e alla magistratura i documenti che incriminano Norton, che, piuttosto che consegnarsi alla polizia ormai pronta ad arrestarlo, decide di suicidarsi nel suo ufficio con un colpo di pistola alla gola.

    BROOKS HATLEN

    Rappresenta una delle figure più drammatiche del film. È l'anziano libraio-carcerato di Shawshank, che ormai istituzionalizzato (abituato all'ambiente impostogli che lo circonda), viene scarcerato. Mentre dentro è un uomo importante e uno dei più istruiti, fuori non gli rimane niente, è visto soltanto come un avanzo di galera inutile e stanco. Non sopportando più tutto quello che ha ritrovato all'uscita del carcere, decide di suicidarsi impiccandosi nella sua casa donatagli dal comitato della libertà vigilata.
     
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  2. mauro255
     
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    APOCALYPSE NOW

    Titolo originale: Apocalypse Now
    Paese: Stati Uniti
    Anno: 1979
    Durata: 153 min. (Versione originale)
    202 min. (Versione redux)
    Regia: Francis Ford Coppola
    Soggetto: Joseph Conrad (romanzo)
    Sceneggiatura: Francis Ford Coppola, Michael Herr, John Milius

    Interpreti e Personaggi:

    Marlon Brando: Col. Walter E. Kurtz
    Martin Sheen: Cap. Benjamin L. Willard/Narratore
    Robert Duvall: Ten. Col. William "Bill" Kilgore
    Frederic Forrest: Jay "Chef" Hicks
    Albert Hall: George Phillips
    Dennis Hopper: il fotoreporter
    Harrison Ford: Col. Lucas
    Francis Ford Coppola: regista televisivo
    Vittorio Storaro: operatore TV
    Dean Tavoularis: fonico TV
    Mark Coppola: annunciatore
    Sam Bottoms: Lance B. Johnson
    Bo Byers: serg. MP
    Larry Carney: serg. MP
    G.D. Spradlin: generale Corman
    Chynthia Wood: Playmate dell'anno
    Colleen Camp: Playmate "Miss Maggio"
    Linda Carpenter: Playmate "Miss Agosto"
    Laurence Fishburne: Clean
    Scott Glenn: Cap. Richard M. Colby
    Christian Marquand: Hubert De Marais

    Fotografia: Vittorio Storaro
    Montaggio: Lisa Fruchtman, Gerald B. Greenberg, Richard Marks, Walter Murch
    Effetti speciali:
    Musiche: Carmine Coppola, Francis Ford Coppola, Mickey Hart, The Doors
    Scenografia: Dean Tavoularis, Angelo P. Graham, George Nelson
    Costumi: Charles E. James

    PREMI:

    Festival di Cannes 1979: Palma d'Oro (ex-æquo con Il tamburo di latta)
    2 Premi Oscar 1980 (su 8 nomination): Oscar alla migliore fotografia, Oscar al miglior sonoro
    3 Golden Globe 1980 (su 4 nomination): Golden Globe per il miglior regista, Golden Globe per il miglior attore non protagonista (Robert Duvall), Golden Globe per la migliore colonna sonora originale
    David di Donatello 1980: miglior regista straniero
    2 Premi BAFTA: BAFTA al miglior regista, BAFTA al miglior attore non protagonista (Robert Duvall)


    « Il mio film non è sul Vietnam... il mio film è il Vietnam. »
    (Francis Ford Coppola)

    Apocalypse Now è un film del 1979 diretto da Francis Ford Coppola, liberamente ispirato al romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra, vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes 1979 e di 2 premi Oscar nel 1980 per la migliore fotografia (all'italiano Vittorio Storaro) ed il miglior sonoro.

    TRAMA


    1969: la guerra del Vietnam è al suo culmine. Il capitano Benjamin L. Willard (Martin Sheen) è tornato a Saigon; egli è un ufficiale dell'esercito americano, dove nominalmente appartiene ai paracadutisti della 173a Brigata Aviotrasportata. Inoltre è profondamente turbato dalle missioni segrete che ha svolto ed apparentemente non è più adeguato alla vita civile.
    Due funzionari del servizio d'informazione militare, il generale Corman (G.D. Spradlin) ed il maggiore Lucas (Harrison Ford), ed un membro dei servizi segreti (Jerry Ziesmer), lo raggiungono con una missione speciale: il viaggio lungo il fiume Nung nella remota giungla cambogiana per trovare il colonnello Walter E. Kurtz (Marlon Brando), ex membro della US Army Special Forces.
    Essi affermano che Kurtz, un tempo considerato un ufficiale modello e prossimo al grado di generale, è presumibilmente impazzito e comanda una legione di truppe-sudditi nella foresta della neutrale Cambogia. Le loro rivendicazioni sono supportate da un'inquietante trasmissione radio e da registrazioni effettuate da Kurtz stesso. Willard è "condannato" a intraprendere la missione per trovare e sollevare il colonnello Kurtz dal comando "senza alcuno scrupolo".
    Willard studia il fascicolo su Kurtz durante il viaggio in barca sul fiume, e impara che Kurtz ha assunto il ruolo di "signore della guerra", ed è adorato dai nativi e dai suoi fedeli uomini. Willard impara molto più tardi che un altro ufficiale dei corpi speciali, Richard M. Colby (Scott Glenn), era stato inviato prima di lui a uccidere Kurtz, ma è passato dalla parte del colonnello.
    Willard inizia il suo viaggio fino al fiume Nung, con un equipaggio composto dall'ostinato e formale George Phillips (Albert Hall), comandante della barca; Lance B. Johnson (Sam Bottoms), un surfer californiano; Tyrone Miller (Laurence Fishburne), detto "Clean" (Mr. Clean nella versione originale, in riferimento alla versione americana di Mastro Lindo), un giovane afroamericano di 17 anni, venuto da "qualche buco di merda del Bronx"; e Jay "Chef" Hicks (Frederic Forrest), un aspirante chef di New Orleans, che Willard descrive come «troppo nervoso per il Vietnam, probabilmente troppo nervoso anche per New Orleans». La barca ed i suoi membri, che normalmente svolgono il servizio di pattuglia presso la foce del fiume Nung, appartengono alla marina americana, e non sono nuovi a missioni del genere come conferma il capo Phillips in un dialogo con il capitano Willard.
    Il gruppo arriva ad una zona di atterraggio dove Willard e l'equipaggio si incontrano con il tenente colonnello William "Bill" Kilgore (Robert Duvall), il comandante della "cavalleria dell'aria", reggimento aviotrasportato su elicotteri della 1st Cavalry Division, che li deve scortare nel primo tratto del viaggio. Kilgore, appassionato di surf, riconosce Lance perché è un famoso surfer. Più tardi, il tenente colonnello apprende da uno dei suoi uomini, Mike, che la spiaggia lungo la costa che segna l'apertura al fiume Nung è perfetta per fare surf.
    Willard e l'equipaggio della barca vengono fatti salire sugli elicotteri per andare ad attaccare un villaggio controllato dai vietcong, che si trova in posizione strategica sul fiume e vicino alla suddetta spiaggia. Kilgore comanda personalmente l'operazione da un elicottero mentre la barca viene aviotrasportata da un altro mezzo aereo. La scena rimane celeberrima nella storia del cinema perché il tenente colonnello, durante l'attacco, fa suonare, tramite altoparlanti installati sugli elicotteri, un passo della musica di Die Walküre di Richard Wagner per galvanizzare il morale del suo reparto e spaventare i guerriglieri nemici; la scena è resa in modo tanto drammatico quanto realistico, fin nei dettagli. Dopo un iniziale attacco dall'aria con i razzi e le mitragliatrici installati sugli elicotteri da trasporto Huey, gli uomini di Kilgore scendono a terra per continuare l'attacco e conquistare il villaggio, completamente controllato dai vietcong. La malizia e la capacità mimetica dei guerriglieri vengono esemplificate dalla scena in cui l'eliambulanza, che ha appena caricato un soldato ferito, viene fatta esplodere con una bomba da una donna vietnamita in abiti civili (che a sua volta è quasi immediatamente uccisa).
    La posizione è finalmente conquistata dopo un breve ma intenso combattimento, risolto principalmente dalla potenza di fuoco e dalla mobilità degli elicotteri. Il tenente colonnello Kilgore costringe i suoi uomini a fare surf davanti alla spiaggia, sostenendo che gli isolati colpi di mortaio non sono poi pericolosi. Il villaggio e la spiaggia sono infatti ancora sotto il tiro di un mortaio dei vietcong, abilmente nascosti nella giungla: Kilgore in persona chiede l'appoggio aereo, che satura con il napalm la foresta da cui partivano i colpi, facendola esplodere completamente; la scena pone fine ai combattimenti nell'area. Kilgore esulta con Willard, dicendo:
    « Mi piace l'odore del napalm la mattina... »
    Egli poi dice che quell'odore è "come la vittoria ...", perché gli ricorda una battaglia in cui era stata bombardata una collina con napalm per dodici ore.
    Willard e i suoi uomini lasciano Kilgore e proseguono il viaggio in barca sul fiume. Durante una sosta, Chef va a raccogliere mango nella giungla, accompagnato da Willard. Ma durante il cammino, rischiano di essere aggrediti da una tigre e ritornano velocemente alla barca. Chef, terrorizzato, scoppia in lacrime e dichiara il suo odio per quella sporca guerra che stanno combattendo.
    Il capitano Willard cerca di approfondire la figura di Kurtz, non capendo perché il servizio di intelligence vuole la sua morte. La barca si addentra lungo il corso del fiume ed arriva ad una base avanzata di rifornimento: il gruppo si trova ad assistere ad uno spettacolo con le conigliette di Playboy che degenera nel caos perché alcuni soldati fuori controllo tentano di stuprarle durante l'esibizione, costringendole così alla fuga su un elicottero.
    Continuato il viaggio, il giorno seguente la barca incrocia un'imbarcazione di commercianti vietnamiti e il capo Phillips ordina di perquisirla per scoprire eventuali armi nascoste, in disaccordo con Willard che vuole proseguire la salita del fiume per concludere subito la missione. Ma durante la perquisizione, Chef e gli altri sparano per sbaglio e provocano una strage. Il capo Phillips vorrebbe portare in salvo l'unica donna sopravvissuta dell'imbarcazione vietnamita per curarla ma Willard la uccide con un colpo di pistola per non rallentare il viaggio: questo provoca l'ostilità dell'equipaggio nei confronti del capitano.
    La barca si muove fino al surreale ed ultimo avamposto americano sul fiume: un ponte, che segna il punto più estremo del fronte, nonché il confine con la Cambogia. L'ottusa ostinazione dei comandi militari, per tenere buona l'opinione pubblica ed i politici in patria, insiste nel difendere una posizione inutile, dato che il ponte viene distrutto quasi quotidianamente dall'artiglieria nord-vietnamita, per essere poi ricostruito e difeso a caro prezzo. La barca arriva mentre è in corso l'ennesimo attacco al ponte. All'arrivo Willard riceve le ultime informazioni su Kurtz, assieme alla posta per sé e per l'equipaggio della barca, da un tenente di nome Carlson. Willard e Lance, che ha appena preso l'LSD, si recano a terra e fanno la loro strada attraverso le trincee, dove la confusione regna sovrana e gli ufficiali in comando sono spariti, uccisi dal nemico o dai propri uomini. Vista la situazione di caos, Willard e Lance ritornano alla barca. Il capo Phillips cerca di convincere Willard a non continuare con la sua missione, di cui egli non può conoscere veramente i dettagli. Egli paragona la missione della continua ricostruzione del ponte in un'inutile e sanguinosa fatica di Sisifo.
    Il giorno successivo Clean, mentre l'equipaggio della barca è impegnato nella lettura della posta, è ucciso dai vietcong, nascosti tra gli alberi sulle rive dal fiume, mentre ascolta un nastro da sua madre. George Phillips, che era quasi un padre per Clean, diventa apertamente ostile a Willard. Mentre si avvicinano sempre di più alla tana di Kurtz, gli abitanti di un villaggio (i cosiddetti "montagnard") iniziano a scagliare frecce contro la barca. Phillips è colpito da una lancia e tenta di uccidere Willard, tirandolo verso di lui e quindi verso la punta della lancia che sporge dal suo petto. Il capitano soffoca Phillips a mani nude e riesce a salvarsi.
    Arrivato all'avanposto di Kurtz, Willard lascia sulla barca Chef con l'ordine di chiedere in codice l'attacco aereo sul villaggio se egli non facesse ritorno. Willard e Lance si inoltrano nel villaggio cambogiano, dove incontrano un fotografo free-lance apparentemente folle (Dennis Hopper), che spiega loro la grandezza di Kurtz. Willard incontra anche uno sconvolto Colby, così come appare sconvolto ed in preda ad una sanguinaria e pagana anarchia tutto il villaggio.
    Finito dinanzi a Kurtz, Willard ascolta le sue teorie sulla guerra, sull'umanità, e sulla civiltà. Kurtz spiega la sua filosofia e le sue motivazioni in un inquietante monologo in cui loda la ferocia sanguinaria ed assolutamente priva di scrupoli morali ed umanitari dei vietcong, a cui ha assistito durante le precedenti missioni in Vietnam.
    Willard finisce dunque prigioniero, legato ed ingabbiato. Kurtz stesso gli lancia la testa mozzata di Chef, catturato mentre cercava di chiamare i rinforzi. Il colonnello vuole morire per mano di Willard e lo fa capire al capitano, che una volta libero di muoversi per il villaggio decide di adempiere alla sua missione ed uccidere colui che è considerato dai montagnard e dai suoi uomini un semidio.
    Willard entra nella camera di Kurtz mentre costui sta registrando un nuovo messaggio e lo uccide con un machete. Questo accade in contemporanea ed in parallelo con il rituale sacrificio d'un bue, effettuato dai montagnard con lo stesso attrezzo. La fine della sequenza ha come sottofondo "The End", canzone dei The Doors, come accade per la sequenza all'inizio del film. Mentre muore, il colonnello sussurra: "L'orrore... l'orrore", una citazione dalle parole del Kurtz di Cuore di tenebra.
    Willard, sporco di sangue, esce dalla camera ed è venerato dai nativi come nuovo semidio. Camminando attraverso la folla di indigeni, prende Lance per mano (che si stava pienamente integrando tra i montagnard) e lo conduce via sulla loro barca, sotto la pioggia scrosciante.

    FINALE NELLA VERSIONE ITALIANA


    Nella versione italiana del 1979, durante i titoli di coda, l'aviazione americana bombarda il villaggio cambogiano dove regnava Kurtz, dopo la fuga di Willard e Lance. Il villaggio e la vegetazione circostante vengono completamente rasi al suolo mentre le fiamme del bombardamento si alzano verso il cielo.
    In realtà Francis Ford Coppola non aveva mai pensato a questa scena come finale alternativo perché l'aveva girata mentre l'aviazione distruggeva i set del film per le direttive del governo delle Filippine, che non voleva lasciare traccia delle riprese di Apocalypse now. Infine Coppola decise di utilizzare questo girato come titoli di coda nella versione 35mm e anche l'edizione italiana lo utilizzò per il finale.

    LA GENESI DEL FILM


    L'idea del film venne nel 1969 a John Milius, che iniziò a scrivere una sceneggiatura su un gruppo di soldati che viaggiano su un fiume durante la guerra del Vietnam. Al progetto si associò George Lucas, che propose l'idea di raccontare le avventure di un plotone di appassionati di surf. Nello stesso periodo Carroll Ballard, grande amico di Milius, di Lucas e di Francis Ford Coppola, aveva intenzione di realizzare un film tratto dal romanzo Cuore di tenebra di Joseph Conrad.

    Fu alla metà degli anni '70 che Milius ebbe l'idea di accorpare il soggetto di Cuore di tenebra alla sua sceneggiatura sulla guerra del Vietnam. Nel 1975 però Milius e Lucas abbandonarono il progetto per dedicarsi ad altro mentre Francis Ford Coppola decise di continuare nell'impresa, riscrivendo e trasformando la sceneggiatura insieme a Michael Herr, corrispondente in Vietnam durante la guerra ed autore di Dispacci, definito il "il più bel libro sulla guerra del Vietnam".

    Coppola iniziò le riprese senza aver ultimato di scrivere una sceneggiatura definitiva, che scriveva e correggeva la notte per il mattino seguente. Una delle idee innovative del regista fu quella di rendere più drammatica la scena della morte di Mr. Clean (interpretato da un giovanissimo Laurence Fishburne), facendolo morire mentre ascolta un nastro in cui la madre lo saluta e gli augura di tornare a casa.


    I NOMI RIGUARDANTI IL FILM

    Alcune curiosità riguardano la scelta di due nomi del film: il nome del protagonista (Benjamin Willard) venne composto utilizzando i nomi dei primi due figli dell'attore Harrison Ford, che nella pellicola interpreta il piccolo ruolo del colonnello Lucas. Lucas a sua volta è chiamato così per rendere omaggio al regista George Lucas.

    RIPRESE

    Le riprese di Apocalypse Now vennero effettuate sul fiume Pasangjan, nelle Filippine; però furono difficili i rapporti tra il governo filippino, presieduto dal dittatore Ferdinand Marcos, e la troupe, anche se i molti mezzi aerei che si vedono nel film furono forniti dalle Filippine che li utilizzavano negli attacchi contro i ribelli musulmani nella guerra civile, in corso ai tempi delle riprese.

    Coppola era convinto che per descrivere il personaggio di Willard doveva calarsi nei panni del protagonista, tracciandone il delirio interiore e la repressione. Il regista allora cominciò a fare una ricerca di sè stesso, leggendo in continuazione la versione tascabile di Cuore di Tenebra, che portava sempre con sè e che riempiva di appunti e annotazioni.

    Nel 1976, durante le riprese, un tifone distrusse tutti i set e si dovette rifare tutto daccapo: questo avvenne perché Coppola insisteva per girare nella stagione delle piogge, in cui erano molto frequenti i tifoni. Inoltre Martin Sheen, che sul set faceva abuso di alcolici, venne colpito da un infarto e si dovette usare una controfigura inquadrata di spalle durante la sua convalescenza; in una delle scene iniziali del film nella camera d'albergo a Saigon, si vede William ubriaco rompere uno specchio e ferirsi: in quella scena Martin Sheen era davvero ubriaco e il sangue che si vede è vero. Nonostante ciò Coppola continuò a girare la scena.

    Le riprese furono funestate da grandi problemi: i produttori non credevano più nel progetto, i soldi mancavano e il cast e la troupe erano esasperati dalle riprese nelle Filippine, perdevano entusiasmo e c'era il sospetto che facessero uso di droghe; la produzione veniva inoltre osteggiata dal governo americano perché la pellicola aveva uno stampo antimilitarista. Il terrore di non ultimare il film ridusse Coppola in uno stato di depressione, durante il quale tentò il suicidio, perse trenta chili di peso e rischiò la separazione dalla moglie Eleanor


    LE CIFRE

    Le riprese durarono quasi un anno e mezzo, di cui 230 giorni nelle Filippine.
    Furono impiegati 350 mila metri di pellicola.
    Per ultimare il montaggio ci vollero due anni.
    Per la puntualizzazione del sonoro furono impiegati più di nove mesi.
    La celebre scena dell'attacco degli elicotteri commentata dalla musica di Wagner dura solo 6 minuti, ma per girarla furono necessarie ben sette settimane di riprese.
    Il costo finale fu di 30 milioni di dollari (di cui 1 esclusivamente come compenso a Marlon Brando), nonostante un preventivo stimato intorno ai 12 milioni. Questo stava mandando in fallimento la Zoetrope, la casa di produzione di Francis Ford Coppola, che vi investì anche tutti i beni personali.
    Nelle sale, il film incassò 150 milioni di dollari.

    CAST

    Inizialmente per interpretare Willard erano candidati Steve McQueen, Al Pacino, James Caan, Harvey Keitel, Robert Redford e Marlon Brando. Il regista aveva scelto Keitel ma questi si ritirò dopo una settimana di riprese per i disagi nella giungla.

    Per la parte di Kurtz si pensò a Jack Nicholson ma venne scelto Marlon Brando, la cui iniziale indecisione rallentò la lavorazione. L'attore decise di prendere parte al film a patto che le scene in cui appariva fossero girate in penombra per celare il suo notevole aumento di peso. Dennis Hopper, che nel film interpreta un folle fotoreporter adoratore di Kurtz, ha dichiarato che quando Marlon si presentò sul set, Coppola bloccò la produzione per due settimane, ritirandosi insieme all'attore su una barca sul fiume per leggere Cuore di Tenebra insieme a lui. Molte scene che riguardavano Kurtz vennero cancellate dal copione perché Marlon Brando era troppo grasso per poterle interpretare.


    COLONNA SONORA

    La canzone "The End" dei The Doors deve molta della sua fama ad Apocalypse Now. Infatti la canzone fa riferimento al complesso di Edipo e ai concetti del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche e dello psichiatra Carl Jung.

    Il singolo piaceva molto a Coppola, che decise di inserirlo nella scena iniziale del film, in cui Willard, disteso sul letto della camera d'albergo a Saigon, pensa ad un bombardamento con gli elicotteri nella giungla a cui ha assistito. La canzone venne poi riutilizzata nella scena finale del film, la più improvvisata dal regista, che risolse il problema del completamento della pellicola realizzando un suggestivo montaggio accompagnato proprio da questo brano.

    Coppola aveva conosciuto Jim Morrison, il cantante dei Doors, ai tempi dell'università.


    RICONOSCIMENTI

    Pur presentato in concorso al Festival di Cannes in una versione work in progress, non ancora definitiva, conquista la Palma d'Oro ex aequo con Il tamburo di latta di Volker Schlöndorff.

    Vince tre Golden Globe 1980 (miglior regista, miglior attore non protagonista, migliore colonna sonora originale) e due Premi Oscar 1980 (migliore fotografia e miglior sonoro), superato come miglior film in entrambi i casi dal dramma familiare Kramer contro Kramer, scontando probabilmente il fatto di essere stato distribuito successivamente ad un altro viet-movie, Il cacciatore, trionfatore agli Oscar dell'anno precedente, con cinque premi vinti, fra cui quelli per miglior film e miglior regia.

    Il National Board of Review of Motion Pictures lo inserisce fra i migliori dieci film del 1979, preferendogli come miglior film in assoluto Manhattan di Woody Allen.

    L'American Film Institute nel 1998 lo inserisce al 28° posto della sua lista dei cento migliori film statunitensi di tutti i tempi e dieci anni dopo, nella lista aggiornata, lo inserisce al 30° posto. Nel 2005 inserisce la battuta «I love the smell of napalm in the morning» («Mi piace l'odore del napalm di mattina») al 12° posto della sua lista delle cento migliori battute dei film statunitensi di tutti i tempi.

    Nel 2000 viene scelto per essere preservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.


    INTERPRETAZIONI DEL FILM

    La parte saliente del film, ossia quella che rende diverso Apocalypse Now da un film prettamente didascalico sulla guerra del Vietnam, oltre alla stessa impostazione del film, che mette la guerra sullo sfondo, concentrandosi solo sul protagonista, è l'incontro tra il capitano Willard e il colonnello Kurtz, incontro carico di toni epici e misteriosi. Kurtz, un monumentale Marlon Brando, ripreso in penombra, sembra qualcosa di più e di meno di un essere umano. Egli spiega, tra le righe, la sua filosofia: occorre uccidere, distruggere e mutilare, anche donne e bambini, se la causa è giusta.

    Il colonnello, che si è macchiato dei delitti più terribili, lo ha fatto per seguire fermamente il suo ideale, senza lasciarsi corrompere come gli altri militari o gli stessi membri del governo, che uccidono come fa il colonnello Kilgore, facendo insensate stragi, e poi si preoccupano di condannare lui come omicida (accusa quasi assurda nel bel mezzo della guerra del Vietnam). È dunque un eroe o un pazzo sanguinario? Willard cerca di capire la vera natura di Kurtz, ma più si avvicina a lui e più sente di condividere le sue idee, pur notandone l'evidente follia: Kurtz si crede onnipotente, perde di vista il limite umano. Deve, e vuole, essere distrutto.
    Qui si scorge il contributo di James Frazer, antropologo che scrisse a proposito delle origini del mito e della religione nelle diverse civiltà umane. È palese la sua influenza dal legame che ha con il lavoro di Joseph Conrad e da un'inquadratura del film, nella quale si vede il più importante saggio di Frazer, Il ramo d'oro. Frazer descrive come in molte civiltà primitive è facile per gli indigeni vedere in un essere umano un dio, e credere ciecamente in lui, obbedendo ad ogni suo ordine (esattamente come i montagnard fanno con Kurtz). Leggendo Frazer, la scena finale di Apocalypse Now diventa più comprensibile: quando l'uomo-dio manifesta i primi sintomi di cedimento e di prossima morte o malattia, per evitare che lo spirito divino fugga e sparisca per sempre, portando sciagura sull'intero popolo, è necessario che egli venga ucciso, trasferendo il potere nelle mani dell'omicida, il quale diventa il nuovo dio. Kurtz era malato, e aveva trovato un efficace espediente per evitare che gli indigeni lo uccidessero: essi, per placare la loro insofferenza e preoccupazione, nei momenti in cui Kurtz stava male, praticavano sacrifici animali. Ciò è chiaro nella scena dell'assassinio: Kurtz morente viene associato al bufalo sacrificato dagli indigeni (tra i quali balla forsennatamente anche Lance). Willard, dopo aver ucciso il colonnello esce dal suo rifugio e viene accolto dalla folla dei montagnard come un dio: essi si inchinano davanti a lui in silenzio.

    Il regista, Coppola, spiega il suo ragionamento sul bene e sul male: un uomo che ha la possibilità di portare molto avanti il suo potere, può darsi che non riesca a fermarsi in tempo, e ad individuare il confine fra la propria anima ancestrale, violenta e amorale, e quella civile, perdendo di vista la possibilità di convivere con gli altri, se sono più deboli. E non è un caso, sembra dire Coppola, che questa filosofia venga normalmente applicata a quella guerra talmente sciagurata da confondere e stravolgere tutti gli aspetti della morale non solo americana, ma di tutto il mondo.

    La luce gioca un ruolo fondamentale nel film: il suo taglio netto luce/ombra colloca i personaggi, che sempre vivono un dramma interiore, nella dimensione della tragedia imminente. Essi agiscono su un palco creato appositamente per loro, marionette i cui fili sono tirati dal crudele ed incorruttibile fato. Questo sembra essere chiaro: nessuno ha la facoltà di decidere del proprio destino, il libero arbitrio è solo una facoltà che ci illudiamo di avere.
    E quel colonnello Kurtz, così gigantesco nel compimento di un destino già scritto, sa che non basta uccidere e massacrare per dimenticare la propria anima malata. Non serve la poesia, non serve la follia, non serve nascondersi nelle ombre e mostrare solo quello che si vuole.
    La morte è l'unica amica nel mondo da incubo del Vietnam, in cui tutto è grottesco nella sua crudeltà. L'unica cura è la morte, che porta lontano da tutto l'orrore alienante della guerra.

    Contrasta col titanismo eroico di Kurtz il piccolo capitano Willard, un Martin Sheen struggente, un uomo stanco che vive in un incubo. Divorato dai suoi demoni, agisce e vive senza crederci veramente. Il suo senso morale, o quello che ne resta, lo spinge a compiere la sua missione, ma la sua mente gli grida di scappare. Kurtz e Willard, due facce della stessa medaglia, l'uno lo specchio dell'altro, due uomini ormai a metà, ognuno dei quali ha nei confronti della propria mente un solo dovere: quello di non impazzire.


    CONRAD, COPPOLA E NIETZSCHE

    Esiste tuttavia una chiave di lettura ancora più profonda - e di taglio filosofico - dell'opera di Coppola, per comprendere la quale occorre tuttavia analizzare anche la figura del signor Kurtz (lì non era un colonnello ma un agente di una compagnia commerciale dell'epoca coloniale) nel racconto "cuore di tenebra" di Conrad, che ha evidentemente ispirato il film.

    In Cuore di tenebra Kurtz viene descritto come un uomo intelligente e dotato, in parte mosso all'inzio da ideali sinceri, ma che alla fine non è in grado di resistere alla tentazione di un potere assoluto che gli indigeni gli hanno attribuito proprio in ragione delle sue indubbie capacità personali. Per Conrad dunque è l'onnipotenza la vera "prova ordalica" dell'uomo occidentale, ossia ciò che rivela il suo "cuore di tenebra" e lo spinge a giudicarsi con "orrore". Kurtz è la dimostrazione del fatto che l'uomo occidentale moderno si muta in un mostro quando nessuna regola o convenzione esterna impedisce che la sua libertà si spinga oltre ogni limite, coronando il grande sogno (incofessato, ma coltivato appunto dalla cultura occidenale dall'illuminismo in poi) di sostituirsi a dio. Conrad ci offre dunque una visione - assolutamente pessimistica e misantropica ma molto attuale - in cui, se l'uomo occidentale "moralizzato e giuridicizzato" è forse un tiranno ipocrita che soggioga e sottomette gli altri in vista dei suoi interessi materiali, l'uomo occidentale "libero di essere dio" diventa qualcosa di peggio: un demone distruttore capace di trascinare sè stesso e gli altri nell'insensata e vuota metafisica del "voler dominare tutto". La critica di Conrad colpisce dunque al cuore la cultura occidentale moderna nella sua pretesa di voler dapprima trasformare l'uomo in dio per poi fingere di incatenarlo (ovviamente con scarsi risultati) in regole e principi etici o giuridici. L'orrore di Kurtz in punto di morte deriva dunque dalla presa di coscienza del vuoto di una esistenza che - una volta "saltati" i fragili lacci della società o del diritto - si è mostrata per quello che era in realtà: la sterile ed insensata pretesa di onnipotenza che sta nascosta nell'animo di ogni occidentale moderno. In questo senso, il "cuore di tenebra" e "l'orrore" di cui ci parlano Conrad e Kurtz sarebbero insomma una efficace metafora della "volontà di potenza" nietzscheana, mentre il colonialismo così come l'ipocrisia della società vittoriana sarebbero solo alcuni (tra i tanti, storicamente contingenti) epifenomeni di quella volontà di potenza.

    Analogamente la guerra del Vietnam - nel film di Coppola - non è l'oggetto diretto della critica, e neanche l'imperialismo americano lo è in quanto tale: si tratta solo di simboli, rectius di "conseguenze", dell'errore di fondo della cultura occidentale. Anche il Kurtz di Coppola, nel suo monologo finale, mostra infatti di aver commesso l'errore fondamentale del Kurtz di Conrad: il colonnello impazzito non si interroga ormai più sui fini del suo agire (e quindi coerentemente non ammette di poter essere giudicato), ma si limita ad usare la sua onnipotenza per perseguire con qualunque mezzo i fini che ha deciso di perseguire. Anche qui emerge dunque - come in Conrad - la critica al nocciolo della cultura occidentale, che - a prescindere dal fine che dice volta in volta di voler perseguire - in realtà si fonda sulla pura volontà di potenza che trascina l'occidente a voler dominare tutto senza neppure sapere perché. La differenza principale tra i due protagonisti è che il Kurtz di Conrad accetta di fuggire e muore di morte naturale rendendosi conto forse davvero solo all'ultimo momento dell'orrore della sua vita. Il colonnello di Coppola si era invece già reso conto dell'orrore che si cela nella volontà di potenza (l'illuminazione di cui parla nel suo monologo dopo la vicenda dell'amputazione da parte dei Vietcong delle braccia dei bambini vaccinati dagli americani) e dunque - avendo aderito consapevolmente a quell'orrore - si lascia uccidere. Ma che senso ha il lasciarsi uccidere se non si accetta di essere giudicati? Forse ciò che il colonnello ha compreso è che la morte è l'unica conseguenza inevitabile e certa, l'unico destino possibile e pertanto inevitabile, del nulla rappresentato dalla volontà di potenza, qualunque sia l'ideale con cui si pretende di riempirla. Di qui "l'orrore". Ma c'è di più: forse Coppola, rispetto a Conrad, suggerisce anche che la cultura della volontà di potenza, oltre che "necessariamente eterodistruttiva", è in fin dei conti anche "intrinsecamente autodistruttiva". In questa lettura, il finale del film in cui l'assassino di Kurtz diventa il nuovo Kurtz, si presta bene ad un'altra metafora filosofica: la volontà di potenza, per continuare a sopravvivere ai mutati contesti storici, deve lasciare indietro un fine vecchio, giudicandolo sbagliato ed eliminandolo essa stessa, ma solo per potervi sostituire un fine nuovo ritenuto "più giusto": mentre in realtà si tratta di un gioco delle apparenze che serve solo a perpetuare la volontà di potenza, unico vero tratto distintivo della cultura occidentale moderna a prescindere dalle diverse "maschere ideologiche" di cui si veste.

    Per questo sia il racconto di Conrad che il film di Coppola lasciano un inafferrabile senso di "inquietudine" o di "disturbo": queste opere suggeriscono infatti che tutti noi - per quanto anestetizzati da una società fondata sul politically correct - rischiamo di usare la volontà di potenza (nella versione "accettabile" propostaci dalla società attuale) per nascondere a noi stessi che viviamo delle esistenze costruite sul vuoto e desintate solo alla morte. Tutti siamo dei potenziali Kurtz, ai quali probabilmente mancano in fondo solo l'occasione, le capacità o semplicemente il coraggio per poterlo divetare davvero. La grandezza di simili opere sta dunque nel fatto che non parlano tanto del colonialismo o della guerra del Vietnam ma usano quei fenomeni ed eventi storici per raccontarci delle profonde verità sull'essenza del pensiero occidentale moderno. Per questo si tratta indubbiamente di capolavori.


    CURIOSITA'

    Quando Willard, Chef e Lance, unici sopravvissuti del gruppo, arrivano al capolinea e approdano al villaggio indigeno accolti dal fotoreporter americano (interpretato da Dennis Hopper), si può leggere sul muro frontale al fiume la scritta bianca OUR MOTTO: APOCALYPSE NOW. La scritta fu posta dal regista per poter così avere il copyright del film, in quanto il titolo appare solamente in questa occasione.

    APOCALYPSE NOW REDUX

    Nel 2001 è stata riproposta nei cinema una nuova versione dell'opera di Coppola, dal titolo Apocalypse Now Redux, restaurata ed allungata con quasi un'ora di scena tagliate all'epoca della sua uscita (202 minuti contro i 153 originali). La versione propone un nuovo montaggio con materiale scartato all'epoca che aggiunge nuove sfumature all'opera, storicizza il contesto e, soprattutto, cambia leggermente il finale della versione del 1979.

    L'operazione ha avuto un buon successo, ricevendo un buon riscontro dalla critica e dal pubblico. La nuova versione è stata proposta anche in DVD.


    SCENE AGGIUNTE IN APOCALYPSE NOW REDUX

    Durante l'attacco con gli elicotteri sul villaggio vietcong, una donna vietnamita con il figlioletto ferito in braccio corre dal tenente colonnello Kilgore. Il tenente colonnello rassicura il bambino ed ordina ai suoi uomini di portarlo in ospedale.
    Dopo la conquista del villaggio vietcong, il capitano Willard si comincia ad allontanare insieme ai suoi uomini sul fiume. All'improvviso scende dalla barca e ruba la tavola da surf preferita del tenente colonnello Kilgore; con mossa fulminea risale sull'imbarcazione e si allontana, ridendo per la prima e l'ultima volta, insieme al suo plotone.
    Il giorno dopo lo spettacolo delle conigliette di Playboy degenerato nel caos, Chef è ossessionato perché vuole incontrare la sua Playmate preferita, "Miss Dicembre". Mr. Clean gli dice di non diventare matto per le Playmate e gli racconta la storia di un uomo ossessionato dalle conigliette di Playboy tanto da arrivare ad uccidere un ufficiale.
    Il capitano Willard arriva insieme ai suoi uomini in un campo di rifornimento allo sbando e battuto dalla pioggia scrosciante. Willard scambia del carburante per far passare ai suoi uomini alcune ore di piccante svago con le conigliette di Playboy all'interno di un elicottero. Chef passa le sue ore con la Playmate "Miss Maggio" (ex "Miss Dicembre") mentre Lance con la Playmate dell'anno.
    Dopo la morte di Mr. Clean, Willard e il suo plotone arrivano in un avamposto francese in Cambogia. Qui vivono da secoli i De Marais, una famiglia colonialista dell'Indocina francese isolata dal mondo che possiede una piantagione. Willard viene invitato a cena da loro ed ascolta una poesia in francese recitata da due bambini (interpretati dai figli del regista, Roman e Gio Coppola). A tavola i membri della famiglia espongono le loro teorie sul colonialismo ed interessanti sono quelle del capo della piantagione Hubert De Marais. Alla fine della cena, Willard si intrattiene a fumare una pipa di oppio con Roxanne Serraut-De Marais (interpretata da Aurore Clément), un'attraente e intraprendente vedova francese, con cui poi trascorrerà la notte.
    Dopo la morte di Chef, Willard, solo ed imprigionato nel villaggio cambogiano dove si trova il regno del "semidio" Kurtz, si vede entrare nella sua gabbia proprio il colonnello Kurtz, che gli legge e commenta un articolo del Time sulla guerra del Vietnam.
     
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  3. mauro255
     
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    KILL BILL VOLUME 1


    Titolo originale: Kill Bill vol. 1
    Paese: USA
    Anno: 2003
    Durata: 111 min
    Regia: Quentin Tarantino
    Soggetto: Quentin Tarantino, Uma Thurman
    Sceneggiatura: Quentin Tarantino, Uma Thurman
    Casa di produzione: Miramax Films, A Band Apart, Super Cool ManChu
    Distribuzione (Italia): Buena Vista International Italia

    Interpreti e Personaggi:

    Uma Thurman: Beatrix Kiddo La Sposa (Black Mamba)
    David Carradine: Bill Gunn
    Lucy Liu: O-Ren Ishii (Mocassino d'acqua)
    Vivica A. Fox: Vernita Green (Testa di Rame)
    Daryl Hannah: Elle Driver (Serpente Montano della California)
    Michael Madsen: Budd Gunn (Sidewinder)
    Julie Dreyfus: Sofie Fatale
    Chiaki Kuriyama: Go-Go Yubari
    Sonny Chiba: Hattori Hanzo
    Chia Hui Liu: Johnny Mo
    Michael Parks: sceriffo Earl McGraw
    Jun Kunimura: Boss Tanaka
    Michael Bowen: Buck
    Kenji Oba: assistente al Sushi Shop
    Boba: ragazzo degli 88 folli
    Julie Manase: ragazza degli 88 folli
    Sakichi Satō: Charlie Brown
    James Parks: Edgar
    Yuki Kazamatsuri: proprietaria del locale
    Ai Maeda: voce di O-Ren giovane
    Jonathan Loughran: camionista
    The 5,6,7,8's: se stesse

    Fotografia: Robert Richardson
    Montaggio: Sally Menke
    Effetti speciali: Jason Gustafson
    Musiche: RZA + AA. VV.
    Scenografia: Sandy Reynold-Wasco, Yoshihito Akatsuka

    PREMI

    3 MTV Movie Awards 2004: miglior performance femminile (Uma Thurman), miglior cattivo (Lucy Liu), miglior combattimento (Uma Thurman contro Chiaki Kuriyama),
    2 Saturn Award 2004: miglior film d'azione/di avventura/thriller, miglior attrice (Uma Thurman)
    4 Ioma 2004: miglior film, miglior regia, miglior fotografia, miglior montaggio


    « Revenge is a dish best served cold. »
    « La vendetta è un piatto da servire freddo. »
    (Vecchio Proverbio Klingon)

    Kill Bill vol. 1 è un film del 2003, diretto da Quentin Tarantino. È la prima parte di Kill Bill.

    Quentin Tarantino stesso ha asserito che - nonostante lui abbia girato un'unica pellicola - il volume 1 e il volume 2 hanno degli elementi caratterizzanti: infatti, se il secondo volume è più "occidentale", dedicato agli spaghetti-western, a Leone e a tutti i suoi miti ispiratori, il volume 1 appare invece proteso verso l'oriente, con le atmosfere da film di kung-fu, con riferimenti a film con Bruce Lee e capolavori del genere come Cinque dita di violenza. Non a caso, la versione giapponese del film contiene una dedica al regista nipponico Kinji Fukasaku, regista particolarmente ammirato per il suo stile violento e dinamico, da Tarantino.
    Il film nacque dalla mente di Tarantino e della Thurman sul set di Pulp Fiction (1994). Il regista e l'attrice pensarono al film proprio ricordandosi la storiella del pilota che Mia raccontava a Vincent nel locale. Sul set della scena, Tarantino e Uma si accordarono sul da farsi per il film e pensarono che per la prima volta la donna dovesse essere mostrata con il volto imbrattato di sangue: da qui «La sposa imbrattata di sangue».
    Dopo Pulp Fiction, però la Thurman e Tarantino divisero le loro strade; Uma continuò la sua carriera, Tarantino si dedicò a Niente di nuovo sotto il sole, un episodio della serie E.R. - Medici in prima linea. In questi anni Tarantino mise da parte il copione di Kill Bill per dedicarsi a un film di guerra (Bastardi senza gloria, uscito nel 2009), per poi trarre dal libro Rum Punch di Elmore Leonard il film Jackie Brown. Dopo tre anni da Jackie Brown, il regista incontrò nuovamente Uma Thurman e pensò di poter riesumare lo script di Kill Bill che entrambi avevano iniziato a realizzare. Tarantino pensò di girare Kill Bill come regalo di compleanno per i 30 anni compiuti da Uma. Dopo l'inattesa gravidanza della donna (il regista non rinunciò comunque a voler girare con lei) iniziarono le riprese del film.

    PROLOGO

    Una «sposa» (Uma Thurman) insanguinata: i passi di un uomo dentro una cappella. Un dialogo da gelo iniziale, poi uno sparo: Bill (David Carradine) ha ucciso la «Sposa».

    CAPITOLO 1: 2

    È una fresca mattinata nella città di Pasadena, in California. Una misteriosa donna bionda attacca una bella donna nera: si tratta di Vernita Green (Vivica A. Fox), una delle committenti del massacro di Two Pines, nel quale vennero massacrati una sposa, uno sposo, la figlia nel grembo della sposa e gli invitati al matrimonio. In breve, la Sposa e Vernita cominciano a lottare con le armi più disparate: coltelli, vasi e pezzi di legno. Ma, tutto d'un tratto, le due donne si fermano. Vernita ha appena visto l'autobus di sua figlia Nikki arrivare di fronte casa. Vernita supplica la Sposa affinché abbia compassione e non la uccida dinanzi la figlia. La Sposa accetta la supplica; Vernita invece, le offre la possibilità di scontrarsi con lei in un piccolo campo di baseball. La Sposa acconsente. Qualche istante dopo, Vernita - andando contro ciò che si erano dette - afferra una scatola di cereali, nella quale è nascosta subdolamente una pistola e spara a bruciapelo, mancando il tiro. Rapidamente la Sposa lancia un coltello alla donna, uccidendola.
    La piccola Nikki assiste allibita alla scena: la Sposa le dice che non avrebbe mai voluto uccidere Vernita davanti alla figlioletta, ma la scorrettezza dell'altra lo ha reso inevitabile.."Se quando sarai grande ti brucerà ancora e vorrai vendicarti, io sarò lì ad aspettarti". Molto freddamente, la donna esce di casa e si dirige verso la sua terza vittima.


    CAPITOLO 2: LA SPOSA IMBRATTATA DI SANGUE

    - Flashback: 4 anni e 6 mesi prima
    Il giorno del massacro, lo sceriffo Earl McGraw (Michael Parks) si dirige verso il luogo dell'accaduto, chiamato dal suo «figlio numero 1» (James Parks). Giunto nel luogo della strage, McGraw asserisce che si tratta di un lavoro da professionisti e che solo una mente folle può avere ordito quella carneficina. In lui c'è quasi un'ammirazione malcelata per la precisione del lavoro dei killer.
    Avvicinatosi al corpo della Sposa, Earl constata che deve essere stato davvero un «cane rabbioso» a uccidere una «ragazza così carina». Pochi attimi dopo, la Sposa sputa in faccia allo sceriffo, che in questo caso la appella in modo molto meno aulico: "Questa pertica succhiacazzi è ancora viva" evidentemente la donna è solo andata in coma. La sua natura reattiva le fa conservare, anche in stato comatoso, questo grottesco riflesso motorio. Il figlio inoltre dice al padre che la donna si chiama Arlene Machiavelli, ma i poliziotti hanno già scoperto che il nome è un falso: per questo la donna verrà chiamata «la Sposa».
    La Sposa viene portata in ospedale, dove qualche giorno dopo, su ordine di Bill, Elle Driver (Daryl Hannah), una delle vipere mortali, arriva per uccidere la sua acerrima nemica - tramite iniezione letale. Ma Bill, resosi conto che ucciderla nel suo letto d'ospedale e in quello stato sarebbe un atto che non farebbe onore a loro stessi per primi, ferma Elle, che si infuria a morte pensando che Bill provi ancora qualcosa per la donna in coma. Le promette che, se la sposa si sveglierà, le faranno altre terribili cose.

    - 4 anni dopo
    La Sposa si sveglia nel suo letto d'ospedale grazie a una puntura di zanzara, proprio quando l'infermiere Buck (Michael Bowen) sta per farla stuprare da un camionista. Nei quattro anni di coma, Buck ha guadagnato una bella somma di denaro facendo avere rapporti sessuali a pagamento con la Sposa in coma.


    « My name is Buck and I'm here to FUCK... »
    « Il mio nome è Buck e sono qui per fottere... »
    (Kill Bill vol. 1)

    Mentre il camionista sta per baciare la Sposa, questa, svegliatasi, gli azzanna la lingua per poi sgozzarlo coi propri denti. Si alza dunque dal letto, cadendo però per terra per via della mancata riabilitazione fisica. Nonostante questo, riesce ad uccidere Buck (credeva che lavorasse per Bill), spappolandogli la testa in una porta metallica. La donna raccoglie allora le chiavi dell'auto di Buck, la «Pussy Wagon». Dentro l'auto, la Sposa comincia la sua riabilitazione motoria grazie ad una tecnica molto orientale di concentrazione, iniziando così: "Avanti muovi l'alluce"...diverse ore più tardi, la Sposa è di nuovo in grado di camminare.

    CAPITOLO 3: LE ORIGINI DI O-REN

    Per spiegare con chi la Sposa sta per andare a regolare i conti, viene raccontata la tremenda e traumatica infanzia di O-Ren Ishii.

    O-Ren è una nippo-cinese-americana che visse a Tokyo come una comune bambina solo sino all'eta di 9 anni. A quell'età, la piccola fanciulla ebbe la sua prima esperienza con la morte: lo spietato boss Matsumoto uccise prima suo padre e poi sua madre. O-Ren giurò vendetta su quegli uomini che l'avevano condannata a un'infanzia da orfana. Fortuna - o sfortuna - volle che il boss Matsumoto fosse un pedofilo e che quindi O-Ren, che era una bambina, vi si potesse avvicinare con estrema facilità. La ragazzina, entrata nella camera del boss, lo uccise con un colpo di katana. Anche le sue due guardie del corpo perirono sotto il fuoco di O-Ren. Quando uccise Matsumoto, O-Ren gli chiese se si ricordasse di lei:

    « Guardami, Matsumoto... Non ti sembro familiare? Non ti ricordo qualcuno che hai ucciso? »

    A 20 anni, O-Ren Ishii era una delle killer più temerarie e spietate al mondo: in questo clima, O-Ren viene notata da Bill, che la assolda per entrare nella D.V.A.S. e la fa partecipare al massacro ai Due Pini.
    Terminata la prima parte della storia (continua nel quinto capitolo), la Sposa riesce finalmente a muovere l'alluce. Tredici ore dopo sale sulla macchina diretta all'aeroporto e compra un biglietto aereo per Okinawa.

    CAPITOLO 4: L'UOMO DI OKINAWA


    Dopo essersi ripresa dal coma, la Sposa si dirige a Okinawa, in Giappone, dimora del leggendario Hattori Hanzō, forgiatore delle spade più affilate del mondo, tra cui quella di Budd e quella di suo fratello Bill. La Sposa giunge dapprima sotto le mentite spoglie di una turista, ma ben presto il dialogo tra i due giunge al dunque. La Sposa richiede che Hanzō le costruisca una spada, che le servirà per uccidere Bill. Facendo il nome di quest'ultimo, l'uomo si rende conto della gravità della situazione: è stato lui il maestro di Bill e ne sente tutta la responsabilità, ben sapendo che l'allievo è diventato uno dei più terribili assassini al mondo. Infrange allora il giuramento che 28 anni prima, dinanzi a Dio stesso aveva fatto, e forgia una spada, una cosa che uccide. Tra il rimorso, il rancore e la gloria, Hanzō dona alla Sposa la migliore delle sue armi. Nel mese di tempo intercorso tra l'arrivo della Sposa e la forgiatura della spada, la donna si è allenata per sconfiggere O-Ren, la numero 1 della sua Death List Five.

    CAPITOLO 5: LA RESA DEI CONTI ALLA CASA DELLE FOGLIE BLU

    Quattro anni dopo il massacro di Two Pines O-Ren sale al potere della Yakuza di Tokyo, insieme al suo entourage, capeggiato da Sofie Fatale, Johnny Mo, la folle Gogo e gli 88 folli. Contrario alla salita al potere di questa entourage è il boss Tanaka, che vede in O-Ren il simbolo della decadenza del clan che i loro padri da secoli onoravano. O-Ren ripaga l'affermazione di Tanaka decapitandolo e usando questo avvenimento come monito a tutti gli altri che oseranno intralciarla ribadendo le sue origini non puramente nipponiche.

    La Sposa si dirige dunque a Tokyo, dove intende sfidare l'intero esercito di O-Ren, gli 88 folli. Procuratasi una motocicletta, la donna si dirige alla Casa delle Foglie Blu, scortando Sofie Fatale, incontrata quest'ultima ad un semaforo. Al locale, O-Ren e il suo gruppo sono molto temuti dai proprietari, ma in breve diviene molto più temuta la Sposa. La donna infatti, usando Sofie Fatale come ostaggio, fa uscire allo scoperto O-Ren, Gogo e le sue guardie del corpo più fidate. Dopo pochi minuti di combattimento, la Sposa ha già ucciso le guardie del corpo. Gogo assale la Sposa a colpi di catena con una mazza ferrata all'estremità e quando sembra che Gogo stia per ucciderla, la Sposa afferra un pezzo di legno con due chiodi sporgenti e lo conficca nel piede di Gogo e poi nella sua tempia provocandole una fuoriuscita di sangue dagli occhi e uccidendola. Ma i guai non tardano ad arrivare: Johnny Mo, luogotenente degli 88 folli giunge presto al locale, dove la maggior parte dei suoi uomini viene o uccisa o mutilata (l'unico che si salva è un ragazzo che è particolarmente inesperto e che la Sposa lascia fuggire, dopo averlo sculacciato a colpi di spada rimproverandolo per essere entrato nella Yakuza) Johnny Mo stesso muore, quando la Sposa gli taglia le gambe e lui cade nella piscina del locale, annegando. La Sposa passa quindi a combattere contro O-Ren.

    Nel giardino d'inverno personale di O-Ren, le due donne danno vita a un combattimento senza eguali: la Sposa, dapprima in difficoltà, finisce per tagliare lo scalpo a O-Ren, scoperchiandole il cervello e mostrando che la sua era realmente una spada di Hanzō. O-Ren rimane allibita, ma muore con onore.

    La Sposa prende poi l'auto di Sophie e lascia questa dinanzi ad un ospedale, ricordandole che le uniche due ragioni per cui la sta lasciando in vita sono queste:

    vuole sapere tutto ciò che lei sa sugli altri membri della D.V.A.S..
    vuole che Sophie racconti a Bill tutto ciò che lei ha compiuto dentro la Casa delle Foglie Blu, compreso quante persone ha ucciso, come combatte e che ha una spada di Hanzō. E vuole che lui veda nel corpo mutilato della donna "la grandezza della sua misericordia".
    Sofie viene lasciata, mutilata, di fronte l'ospedale di Tokyo. Qualche giorno dopo, quando Bill la va a trovare, la donna le racconta tutto ciò che la Sposa gli ha chiesto di raccontare.

    In aereo, la Sposa scrive la lista delle persone che ha già ucciso, ovvero O-Ren Ishi, e che deve uccidere, ovvero le ultime quattro (l'uccisione di Vernita Green avviene infatti successivamente rispetto ai fatti svolti in Giappone, nonostante nel film siano fatti presentati in precedenza; la ragione sta nel fatto che Beatrix riesce prima ad individuare O-Ren grazie alla sua notorietà e solo successivamente gli altri, grazie alla 'testimonianza' di Sophie):

    1.O-Ren Ishii aka Cottonmouth
    2.Vernita Green aka Copperhead
    3.Budd aka Sidewinder
    4.Elle Driver aka California Mountain Snake
    5.Bill
    Bill, alla fine del film, chiede una cosa a Sofie:

    « Ah, e un'ultima cosa Sofie: lei sa che sua figlia è ancora viva? »


    CURIOSITA'

    Michael Parks interpreta lo stesso personaggio di Dal tramonto all'alba. In quel film però veniva ucciso, il che fa presumere che le vicende narrate in Kill Bill siano antecedenti a quelle della pellicola di Robert Rodriguez. Compare con lo stesso ruolo anche in entrambe le puntate di Grindhouse (Il cosiddetto "Figlio numero 1" compare nella prima puntata).
    Lo spezzone anime che narra l'infanzia di O-Ren Ishi è stato realizzato dal celebre studio d'animazione giapponese Production I.G e realizzato con la collaborazione di Mahiro Maeda.
    Quando Uma Thurman rimase incinta, Tarantino decise di interrompere le riprese e attendere che fosse di nuovo pronta per girare, piuttosto che sostituirla con un'altra attrice.
    Nel film sono stati impiegati tre tipi di sangue finto, diversi per colore e consistenza, a seconda che si stessero omaggiando le pellicole di arti marziali, quelle di samurai o gli spaghetti-western.
    A Kevin Costner venne proposto di interpretare Bill, ma egli rifiutò perché impegnato nelle riprese di Terra di confine.
    Sonny Chiba nella vita è davvero un fabbricante di katane, come il personaggio che interpreta.
    David Carradine ha dichiarato che il killer che uccide il padre di O-Ren nella sequenza animata altri non è che Bill.
    Bowen era già presente nel cast di Jackie Brown, nel ruolo di Mark Dargus: in questo film, però interpretava il ruolo dell'agente di polizia. In Kill Bill, Bowen è uno stupratore.
    Il titolo del capitolo 2 in inglese è The blood-splattered Bride; è una chiara citazione all'omonimo film splatter con Alexandra Bastedo.
    Nel film non si sente mai il vero nome della sposa, però lo si può leggere per qualche istante nelle scene in cui ritira il biglietto per i suoi viaggi in aereo.
    La passione per i piedi femminili di Tarantino si nota anche in questo film: dopo aver rubato la "Pussy Wagon" la sposa cerca di riprendere l'uso delle gambe, una lunga inquadratura è riservata ai suoi piedi mentre lei cerca di muovere l'alluce. In un'altra scena viene inquadrato il piede di Sofie Fatale intenta ad affondare il piede sull'acceleratore. In un'altra scena si evidenziano i piedi delle ragazze che suonano nel ristorante sede dello scontro con O'Ren.
    Tarantino per promuovere il secondo capitolo del film nel 2004 si fa vedere a bordo della Pussy Wagon, auto che poi verrà usata da Missy Eliott nel suo video "I'm really hot".
    Christopher Allen Nelson che ha lavorato nel film di Tarantino in un'intervista ha rivelato che sono stati usati più di mille litri di sangue nel film.
    Quando la Sposa parla a Vernita Green di "quadratura" in realtà con le dita sembra disegnare solo 3 lati di un quadrato. In Pulp fiction vi era una scena analoga in cui Uma però disegnava tutti e 4 i lati del quadrato.
    La protagonista indossa per gran parte del film, e per tutto il capitolo "resa dei conti alla casa delle foglie blu" un paio di scarpe "Onitsuka Tiger". Da notare anche che sulla suola del modello giallo usato nel capitolo in questione, mentre Uma cammina sul pavimento vetrato, si può leggere la scritta "Fuck U".
    Quando la sposa scende all'aeroporto di Tokyo si può vedere alla sua destra un grande cartellone che pubblicizza le sigarette Red Apple.
    Gli occhiali di Buck sono lo stesso modello di occhiali indossati da Clarence Worley in Una vita al massimo, omaggio a Elvis Presley.

    COLONNA SONORA

    Anche Kill Bill, come ogni film di Tarantino, si avvale di una colonna sonora splendida e ricercata, piena anch'essa, come il film, di citazioni e riferimenti. Appaiono, inoltre, alcune tracce "parlate" con estratti dei dialoghi del film, altra particolarità del regista americano.

    TRACCE

    1.Bang Bang (My Baby Shot Me Down) di Nancy Sinatra.
    2.That Certain Female di Charlie Feathers.
    3.The Grand Duel (Parte Prima) di Luis Bacalov; estratto dal film Il grande duello di Giancarlo Santi.
    4.Twisted Nerve di Bernard Herrmann.
    5.(dialogo) Queen of the Crime Council di Lucy Liu e Julie Dreyfus.
    6.Ode to Oren Ishii di RZA.
    7.Run Fay, Run di Isaac Hayes; la canzone è uno dei temi di Uomini duri di Duccio Tessari.
    8.Green Hornet Theme di Al Hirt; la canzone era la sigla dell'omonimo programma che introdusse Bruce Lee.
    9.Battle Without Honor or Humanity di Tomoyasu Hotei; la canzone è il tema principale del remake film di Kinji Fukasaku.
    10.Don't Let Me Be Misunderstood di Santa Esmeralda.
    11.Woo Hoo delle The 5.6.7.8's.
    12.Crane/White Lightning di RZA e Charles Bernstein; estratto dal film McKlusky, metà uomo e metà odio.
    13.The Flower of Carnage di Meiko Kaji; la canzone è il tema principale del film Lady Snowblood di Fujita Toshiya.
    14.The Lonely Shepherd di Gheorghe Zamfir
    15.(dialogo) You're My Wicked Life di David Carradine, Julie Dreyfus e Uma Thurman
    16.Ironside (excerpt) di Quincy Jones; estratto dal film Cinque dita di violenza dei fratelli Shaw.
    17.Super 16 (excerpt) di Neu!; estratto dal film La ghigliottina volante.
    18.Yakuza Oren 1 di RZA
    19.Banister Fight di RZA

    Oltre alle musiche presenti nella colonna sonora ufficiale del film (che risultano invece il 50% esatto del film), nella pellicola di Tarantino sono presenti altri estratti da film di ogni genere: lo Yakuza film, il film di Kung-fu, il cinema dell'emancipazione nera e soprattutto omaggi alle splendide note di Ennio Morricone che accompagnavano tutti gli spaghetti-western che hanno fatto crescere Tarantino.

    1.Da uomo a uomo di Ennio Morricone; estratto dall'omonimo film di Giulio Petroni.
    2.Truck Turner di Isaac Hayes; estratto dall'omonimo film di Johnatan Kaplan.
    3.The Yagyu Conspiracy di Toshiaki Tsushima; estratto dall'omonimo film di Kinji Fukasaku.
    4.Nobody But Me dei The Human Beinz
    5.I Walk Like Jane Mansfield delle The 5.6.7.8's.
    6.I'm Blue delle The 5.6.7.8's.
    7.Champions of Death; estratto dall'omonimo film dei fratelli Shaw.
    8.The Grand Duel MT.10 di Luis Bacalov; estratto dall'omonimo film con Lee Van Cleef.
    9.Armundo di David Allen Young.
    10.Wound That Eals (Kaifuku Suru Kizu) di Lily Chou-Chou.
    11.Music Box Dancer di Richard Abel.
    12.Sette note in nero di Vince Tempera & Orchestra; estratto dall'omonimo film di Lucio Fulci.
    13.I giorni dell'ira di Riz Ortolani; estratto dall'omonimo film di Tonino Valerii.
    14.Police Check Point di Harry Betts; estratto dal film Donne in catene di Eddie Romero.
    15.Urami Bushi di Meiko Kaji; estratto dal film Female Convict Scorpion Jailhouse 41 di Shunya Ito.

    INFLUENZE

    GENERALE

    Kill Bill è una perpetua citazione di film cui Tarantino vuole rendere omaggio. Nel film cogliamo citazioni dagli spaghetti-western, dai film di blaxploitation, dai film di kung fu degli anni sessanta e settanta (dai quali riprende il personaggio di Pai Mei), dai film wuxia di Hong Kong e quelli prodotti dai fratelli Shaw e dai film a tema di vendetta come Rolling Thunder e Lady Snowblood. Per il personaggio di Elle Driver, Tarantino si è molto ispirato al film svedese Thriller - en grym film, e al film statunitense Switchblade Sisters, di Jack Hill.

    LADY SNOWBLOOD

    Di tutti i lavori cui Tarantino ha voluto rendere omaggio la più facile citazione che si coglie è quella a Lady Snowblood; innanzi tutto perché la Sposa traccia una lista delle persone che intende uccidere, proprio come fa Yuki nel film. Un altro strumento preso da Lady Snowblood è la suddivisione in capitoli del film. Alcune scene sono state proprio "spostate" da Lady Snowblood a Kill Bill, come ad esempio quella in cui Sofie Fatale è a terra dolorante con il sangue che schizza sulla macchina da presa. Una scena quasi identica è presente in Lady Snowblood, persino con il sangue sulla cinepresa. Comunque sia, Kill Bill è un film autonomo che - come abitudine di Tarantino - prende degli elementi da alcuni film di generi (semi)sconosciuti e li assembla per creare un film unico, esplosivo e dinamico. Ecco le citazioni da Lady Snowblood:

    Il tema di Lady Snowblood viene riproposto nel combattimento tra O-Ren e Beatrix.
    Il duello nella neve.
    Un giardino coperto di neve.
    La suddivisione in capitoli.
    I cattivi guardano la loro vittima.
    Un maestro crudele.
    Un duro allenamento.
    La sequenza animata (in Lady Snowblood sono semplicemente dei disegni ripresi con la macchina da presa, in volume 1 è un'anime intero).

    CITAZIONI ED OMAGGI

    Durante la scena in cui lo sceriffo Earl McGraw guida verso la cappella, la visuale della cinepresa dentro l'auto con la collezione di occhiali da sole sul cruscotto è presa dal film del 1974 Rollercar sessanta secondi e vai!, predecessore del moderno Fuori in 60 secondi con Nicholas Cage e Angelina Jolie
    «La vendetta è un piatto da gustare freddo - Vecchio Proverbio Klingon» - Questa è una citazione da Star Trek VI: Rotta verso l'ignoto così come da Star Trek II: L'ira di Khan. La frase è usata anche in Da uomo a uomo di Giulio Petroni (non a caso Kill Bill utilizza il tema principale di Da uomo a uomo); il personaggio di Lee Van Cleef parafrasa la citazione dicendo:
    « Qualcuno una volta scrisse che la vendetta è un piatto da mangiare freddo. Per come tu sei bollente, è possibile che mi venga un'indigestione. »


    Sempre in Da uomo a uomo quando il ragazzo ricorda il massacro dei suoi genitori c'è uno zoom sugli occhi e un flashback in rosso, come quando la Sposa ricorda il massacro ai Due Pini; uno slogan di Da uomo a uomo dice:
    « I banditi che uccisero 5 persone disarmate fecero un grande errore. Ne avrebbero dovute uccidere 6. »


    La frase appare molto simile a quella che la Sposa dice nel flashback sulle origini di O-Ren.
    In Da uomo a uomo uno degli assassini dei genitori del ragazzo porta con sé un ciondolo con un teschio; nello spezzone anime sulle origini di O-Ren, il giovane Bill porta al dito un anello con un teschio d'acciaio.
    La canzone Ironside che Quincy Jones compose per la l'omonima serie di telefilm americani prodotti dal 1967 al 1975 interpretati da Raymond Burr, è un omaggio al film Cinque dita di violenza; nel film dei fratelli Shaw la si sente durante i combattimenti.
    La tuta gialla della Sposa è un omaggio al film L'ultimo combattimento di Chen con Bruce Lee.
    Le maschere indossate dai membri degli 88 folli sono dello stesso tipo che Bruce Lee indossava nella serie TV Il Calabrone Verde (The Green Hornet). La musica che si sente quando la Yakuza e O-Ren si dirigono alla casa delle foglie blu è un altro omaggio alla serie, che utilizzava come colonna sonora la versione Jazz eseguita da Al Hirt della famosa Volo di un calabrone di Nikolai Rimsky-Korsakov. Questi due omaggi a Bruce Lee sono esattamente l'inizio (Il Calabrone Verde) e la fine (L'ultimo combattimento di Chen) della sua carriera. Tarantino omaggia Lee anche perché nella serie televisiva Kung Fu, Bruce Lee fu rimpiazzato da David Carradine. Nel film, Carradine (Bill) alla fine rimane ucciso dalla Sposa, facendo prevalere quindi Lee.
    Il film La ghigliottina volante è brevemente citato in quanto si sente l'estratto del tema principale nella canzone Super 16 eseguita dai Neu!.
    I movimenti che la Sposa esegue quando è circondata dagli 88 folli sono una citazione dal film Dalla Cina con furore.
    La scena in cui O-Ren cammina lungo il corridoio seguita da alcuni degli 88 folli, da Gogo e Sofie è una citazione da Arancia meccanica in cui Alex cammina con i suoi «drughi».
    La frase «Il mio nome è Buck e sono qui per fottere» è una citazione dal film Quel motel vicino alla palude di Tobe Hooper in cui uno dei protagonisti diceva «Il mio nome è Buck e sono pronto a fottere».
    La scena con le luci blu è una scena che venne utilizzata precedentemente in Samurai Fiction.
    Il film Truck Turner con Isaac Hayes (compositore anche di colonne sonore) è brevemente omaggiato in Kill Bill. Si sente infatti il tema principale del film quando la Sposa abbandona l'ospedale nella sedia a rotelle.
    La scena di grande suspense in cui Elle Driver sta per fare la puntura letale alla Sposa è un omaggio al film di DePalma Vestito per uccidere in cui viene spesso adottata la divisione in due dello schermo e non a caso è presente un'infermiera con tanto di benda bianca con croce rossa.
    Il film Champions of Death con Gordon Liu viene omaggiato da Tarantino sia per la musica che i movimenti che Johnny Mo e la Sposa effettuano quando combattono la prima volta sul ballatoio: di sottofondo sentiamo infatti la musica di Champions of Death, mentre l'attore che interpreta Johnny Mo è Gordon Liu, il protagonista di Champions of Death.
    Il ruolo di Chiaki Kuryiama in Kill Bill è molto simile al ruolo che ella ha in Battle Royale, di Kinji Fukasaku.
    Il film Another Battle viene omaggiato da Tarantino, in quanto la colonna sonora di Kill Bill è la stessa del film giapponese, eseguita da Tomoyasu Hotei.
    La scena iniziale è un riferimento a una scena simile apparsa in Il buono, il brutto, il cattivo nella quale Eli Wallach punta una pistola a Clint Eastwood, che sta per morire per disidratazione e insolazione.
    Nel film Il mercenario di Sergio Corbucci è già presente una Death List Five.
    Nel film Un dollaro a testa, uno dei nemici di Navajo Joe muore con un'ascia conficcata in testa, proprio come accade a uno degli 88 folli.
    Nel film Paura nella città dei morti viventi di Fulci, Katherine McColl piange lacrime di sangue, come accade a Gogo in Kill Bill vol. 1.
    Un'infermiera molto simile a Elle Driver è presente nel film di Gary Sherman Dead and Buried - Morto e sepolto e questa vuole - come d'altronde Elle vuole fare - uccidere il paziente in coma.
    Nel film The Doll Squad di Ted Mikels è presente un gruppo di donne assassine simile alla D.V.A.S..
    Nel film Black Sunday, Marthe Keller va all'ospedale travestendosi da infermiera e va a uccidere Robert Shaw con una siringa avvelenata, come fa Elle in volume 1.
    Tornando a Star Trek, Sofie veste molto simile a un cattivo di Star Trek.
    Uno degli 88 folli muore aperto in due dalla spada della Sposa. In Ichi the Killer succede la stessa cosa ad uno dei personaggi.
    Il combattimento sotto la neve tra la Sposa e O-Ren trae ispirazione da Sex and Fury, diretto nel 1973 da Norifumi Suzuki.
    Quentin Tarantino, che già altre volte ha reso omaggio a Mario Bava nei suoi film, ne ha riprodotto una scena di 5 bambole per la luna d'agosto in Kill Bill vol. 1, vale a dire quella nel quale il gestore del club spegne le luci, quasi uguale a quella in cui il maggiordomo spegne le luci all'inizio del film di Bava. Nel cast di questa pellicola cè anche una giovane Edwige Fenech attrice simbolo della commedia sexy, anche lei una delle attrici più amate da Tarantino.
    Arlene Machiavelli, lo pseudonimo assunto da Beatrix Kiddow per nascondersi da Bill, è un omaggio a Nicoletta Machiavelli, famosa attrice del cinema italiano tra la fine degli anni sessanta e la fine degli anni settanta.
     
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  4. mauro255
     
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    KILL BILL VOLUME 2

    Titolo originale: Kill Bill vol. 2
    Paese: USA
    Anno: 2004
    Durata: 136 min
    Regia: Quentin Tarantino
    Soggetto: Quentin Tarantino, Uma Thurman
    Sceneggiatura: Quentin Tarantino, Uma Thurman
    Casa di produzione: Miramax Films, A Band Apart, Super Cool ManChu
    Distribuzione (Italia): Buena Vista International Italia

    Interpreti e Personaggi:

    Uma Thurman: Beatrix Kiddo La Sposa (Black Mamba)
    David Carradine: Bill Gunn (Incantatore di serpenti)
    Daryl Hannah: Elle Driver (Serpente Montano della California)
    Michael Madsen: Budd Gunn (Sidewinder)
    Chia Hui Liu: Pai Mei
    Michael Parks: Esteban
    Samuel L. Jackson: Rufus, organista in chiesa
    Laura Cayouette: Rocket
    Helen Kim: Karen
    Perla Haney Jardine: B.B.
    Larry Bishop: Larry Gomez
    Jeannie Hepper: moglie del reverendo
    Christopher Allen Nelson: Tommy Plimpton

    Fotografia: Robert Richardson
    Montaggio: Sally Menke
    Effetti speciali: Jason Gustafson
    Musiche: Robert Rodriguez, RZA + AA.VV.
    Scenografia: Sandy Reynold-Wasco, Yoshihito Akatsuka

    PREMI:

    MTV Movie Awards 2005: miglior combattimento
    3 Saturn Awards 2005: miglior film d'azione/di avventura/thriller, miglior attore non protagonista (David Carradine), miglior attrice non protagonista (Daryl Hannah)
    4 Ioma 2005: miglior regia, miglior cast, miglior montaggio, migliori effetti sonori


    « Ho ucciso tante persone per arrivare fin qui. Ma ne devo uccidere ancora una. L'ultima. Quella da cui sto andando ora: la sola rimasta in vita. E quando sarò arrivata a destinazione, io ucciderò BILL. »
    (La Sposa nei titoli di testa)

    Kill Bill vol. 2 è la seconda parte di Kill Bill, quarto film del regista americano Quentin Tarantino.

    Quentin Tarantino stesso, regista della pellicola, ha asserito che - nonostante lui abbia girato un'unica pellicola - il volume 1 e il volume 2 hanno degli elementi caratterizzanti: infatti, se il primo volume è più orientale, dedicato film di kung-fu, allo Yakuza film e a tutti i suoi miti ispiratori, il volume 2 appare invece proteso verso l'occidente, con le atmosfere da spaghetti-western, con riferimenti a film di Sergio Leone, la presenza di almeno sei tracce della colonna sonora eseguite da Morricone (tratte tra l'altro dalla Trilogia del dollaro e da altri film più o meno conosciuti), e una dedica finale allo stesso Leone, a Charles Bronson e a Lee Van Cleef.

    Quattro anni prima Bill e la sua D.V.A.S. compirono un massacro nella cappella nuziale dei Due Pini, durante il quale hanno quasi ucciso la Sposa (Uma Thurman) picchiandola e sparandole in testa.
    Quattro anni dopo il massacro, la letale Sposa ha ucciso quattro dei membri della sua Death List Five: tre in maniera diretta, uno indiretta. In auto, la Sposa si sta ora dirigendo verso la sua ultima vittima, il crudele Bill.

    CAPITOLO 6: MASSACRO AI DUE PINI

    Il massacro ai Due Pini, divenuto ormai leggenda, non si svolse - come la notizia invece diffuse - durante il matrimonio della Sposa, ma durante le prove del matrimonio. Il reverendo Harmony, la madre del reverendo Harmony (Bo Svenson), Rufus l'organista (Samuel L. Jackson), le amiche della Sposa e Tommy, il giovane sposo, furono trucidati da un misterioso uomo senza volto: Bill, insieme alla squadra assassina di cui è a capo. Durante le prove, la Sposa, esce dalla Cappella per prendere una boccata d'aria. È infatti in evidente stato di gravidanza. Mentre si sta dirigendo fuori, percepisce il suono del flauto di Bill, apparendo commossa e incredula, quasi a chiedersi se stia sognando. L'incontro dei due fa scaturire uno dei diaoghi più belli del cinema tarantiniano. La donna lo presenta a Tommy come suo padre. Prima di iniziare le prove della cerimonia la Sposa bacia in modo doloroso e accorato Bill, dicendogli, ingenuamente e dolorosamente "Grazie", ignara della malafede dell'uomo. Sicura di esser stata compresa. Pochi istanti dopo, i membri della sua D.V.A.S. si fanno avanti, uccidendo tutti gli invitati e picchiando a sangue la sposa incinta. Bill le darà il colpo di grazia sparandole in testa. Il colpo è già partito quando la Sposa, esanime, non riesce a terminare la frase "Bill! È tua figlia...".

    Uccisero nove invitati; quel giorno ne avrebbero dovuti uccidere dieci.

    Quattro anni dopo quegli eventi, Bill (David Carradine), una volta saputo ciò che Sofie gli ha detto, corre ad avvertire suo fratello Budd (Michael Madsen). Bill invita Budd a dimenticare le vecchie divergenze tra loro due e di farsi aiutare nel catturare colei che - Bill teme - ucciderà Budd. Per far rendere conto Budd di cosa sta per arrivare, Bill gli dice che la donna si è fatta strada tra gli 88 folli, le guardie personali di O-Ren, che ha con sé una spada di Hanzō e che subito dopo O-Ren è passata a uccidere Vernita. Budd rimane allibito dalla dichiarazione di Bill, eppure rifiuta il suo aiuto. Bill gli chiede - inoltre - che fine abbia fatto la sua spada di Hanzō. Budd gli dice che l'ha venduta per 250 dollari in un negozio di pegni.

    CAPITOLO 7: LA TOMBA SOLITARIA DI PAULA SCHULTZ

    Quella stessa sera, Budd va al lavoro: 4 anni dopo l'accaduto a El Paso, Budd è ridotto maluccio: è alcolista, lavora come buttafuori in uno strip-club della città e vive in un camper, umiliato dal capo e trattato da tutti come un perdente. Dopo gli screzi e l'allontanamento dal fratello Bill, egli è decisamente caduto in rovina.
    Tornato a casa, capisce che c'è qualcosa che non va: troppo silenzio! Noncurante, entra nella sua "dimora". Accovacciata sotto il camper c'è la Sposa. La Sposa va per attaccare Budd, ma questi, con un fucile a doppia canna caricato a sale grosso, spara nel petto della donna, stordendola e facendola cadere per terra. Budd allora somministra un potente sonnifero alla ragazza, la disarma e raccoglie la sua spada. Con la spietatezza che solo i perdenti, i dolorosamente frustrati possono avere, Budd chiama Elle Driver per proporle in vendita la spada di Hanzō forgiata per la Sposa, a 1.000.000 di dollari. Elle accetta, ad una sola condizione: che la sposa venga uccisa soffrendo fino all'ultimo respiro.
    Quella stessa sera, con l'aiuto di Ernie, un suo amico, Budd scava una fossa alla Sposa. Prima di seppellirla viva in una bara di legno, Budd la fa svegliare, cosicché possa soffire come Elle ha richiesto. Budd chiude quindi la bara, lasciando la Sposa sepolta viva. Le concede però almeno una torcia, "meritata" per aver spezzato il cuore di suo fratello Bill.

    CAPITOLO 8: I CRUDELI INSEGNAMENTI DI PAI MEI

    Flashback: Anni prima, vediamo Bill e la Sposa nelle giungle del Vietnam alla ricerca del Loto Bianco, l'uomo più forte che esista al mondo. Compito dell'uomo doveva essere quello di istruire la Sposa alle più letali tecniche delle arti marziali. Pai Mei conosce addirittura la tecnica dell'esplosione del cuore con cinque colpi delle dita, racconta Bill, ma non l'ha mai insegnata a nessuno, nemmeno a lui.
    Bill ammonisce la Sposa ad essere umile e diligente col vecchio: "Se Pai Mei non ti ucciderà, potrà solo renderti più forte".
    Gli allenamenti estenuanti e gli insegnamenti di Pai Mei trovano riscontro perfetto nella sposa, proprio in virtù della sua umiltà e voglia di apprendere, rivelandosi fondamentali. La ciotola di riso che Pai Mei scaglia per terra, vedendo che la donna non ha la forza di tenere in mano le bacchette perché troppo dolorante, corrisponde ad un severo rimprovero ma anche all'offerta del vecchio a mangiare il suo riso, rinunciando al proprio pasto. Ben presto, l'assonanza fra Pai Mei e la Sposa diventa sempre maggiore: impossibile non notare lo sguardo del maestro sull'allieva, sempre più soddisfatto, man mano che il tempo passa. Una delle prime impartizioni di Pai Mei, su cui la ragazza dovrà esercitarsi strenuamente, è come spaccare il legno con un semplice pugno da circa 10 centimetri di distanza, grazie alla costanza e alla forza di volontà. "Non è la tua mano che deve temere il legno ma il legno che deve temere la tua mano, altrimenti è come se ti arrendessi ancor prima di cominciare". Dopo questo lungo flash back, preceduto dal panico inconcludente per essere stata sepolta viva, la Sposa riesce a calmarsi e, un pugno dopo l'altro, ad uscire dalla bara, riemergendo dal terreno, salva. Le sue parole prima di sferrare il primo pugno al legno, sono: "Ecco Pai Mei, sono pronta". Davvero una delle sequenze più commoventi della pellicola, col sottofondo della musica di Morricone.

    CAPITOLO 9: ELLE E IO

    Il giorno dopo, di buon mattino, Elle Driver giunge al camper di Budd, nel deserto della California. Dopo aver parlato del più e del meno, come pattuito, i due si scambiano i beni: Budd dà a Elle la spada di Hanzo sottratta alla Sposa, ed Elle dona a Budd la valigia con un milione di dollari. Ma c'è una sorpresa. Quando Budd va per prendere i soldi, un letale Black Mamba balza fuori dalla valigetta e lo morde nell'occhio sinistro, facendolo cadere a terra paralizzato e sanguinante. L'uomo si contorce tra dolori atroci per terra, mentre sadicamente Elle Driver gli annuncia quanto ci mette il veleno del serpente ad uccidere un uomo. Quando Elle pensa di aver finito con Budd telefona a Bill, cui comunica che il fratello era stato ucciso dalla Sposa, di averla però lei stessa fatta fuori e ne pronuncia, per la prima volta non coperto, il vero nome.

    « Mettiamola in questo modo: se un giorno ti sentissi sentimentale, vai a Barstow, in California; quando sei arrivato lì, vai da un fioraio e compra un mazzo di fiori; raggiungi il cimitero di Huntinton, cerca la lapide con il nome Paula Schultz e lasciali sulla tomba: ti troverai davanti al luogo in cui giace per sempre BEATRIX KIDDO. »
    (Elle al telefono con Bill)

    Quando apre la porta del camper, viene attaccata dalla donna.
    Le due donne - due giganti amazzoni - ingaggiano un cruento combattimento in cui - come nel combattimento con Vernita Green - ogni strumento viene utilizzato per avere la meglio, finché entrambe non riescono a trovare una spada di Hanzo: Elle usa quella di Beatrix, Beatrix usa quella di Budd, in realtà invenduta. Evidentemente Budd sosteneva d'averla impegnata solo per dar dispiacere a Bill. Nella spada era infatti inciso "A mio fratello Budd, l'unico uomo che abbia mai amato".
    Beatrix domanda quindi che cosa abbia fatto Elle a Pai Mei perché questi le strappasse l'occhio: la donna risponde che lei aveva definito Pai Mei "...miserabile stupido vecchio...", e questi, in un allenamento le aveva strappato l'occhio destro. Per vendetta lei lo ha ucciso, avvelenando la sua zuppa di pesce. Beatrix, che teneva a Pai Mei, il suo grande Maestro, non può nascondere uno sguardo di dolore. Si infuria e, durante il duello corpo a corpo, strappa l'occhio sinistro di Elle. La donna cade a terra e strisciando si aggira cieca e furiosa per il camper, imprecando contro Beatrix che, in segno di disprezzo, calpesta il bulbo oculare appena strappato ad Elle, spiaccicandolo sul pavimento. Poi, recupera la sua spada e si dirige da Bill. Il Black Mamba, ancora nel camper, arretra con paura al passaggio di Beatrix e, forse, ucciderà Elle.

    CAPITOLO 10: FACCIA A FACCIA

    Per sapere dove abita Bill, Beatrix si reca da una delle figure paterne che Bill, in mancanza di un vero padre, ha collezionato: questi altri non è che un magnaccia ormai in pensione, Esteban Vihaio. Esteban le dice che Bill abita sulla strada per Salina, in una hacienda a Villa Quattro. Conclude dicendo: "Ti sto aiutando perché lui lo vorrebbe". Beatrix sorride: "No, non credo proprio", ed Esteban conclude: "E come farebbe, altrimenti, a rivederti?".
    Beatrix si reca da Bill armata sia di katana che di pistola: qui l'attende una sconcertante sorpresa. Bill sta giocando con una piccola bambina, all'incirca di quattro anni, la piccola B.B.. La donna rimane allibita e commossa, impietrita, incredula. Inizia a giocare con la piccola, fingendo di non avercela con Bill. Dopo un memorabile discorso sulla vita e sulla morte e sui pesci rossi, Bill e Beatrix si incontrano di sotto, nell'ampio salone.
    Ma prima che Beatrix faccia finire in un bagno di sangue quella storia di sanguinosa vendetta, Bill le somministra un siero, la Verità Indiscussa, molto più potente del Sodio Pentothal e, a quanto dice Bill, "la sua migliore invenzione o quantomeno la sua preferita", con un solo difetto, ovvero una ondata di euforia incontrollata. L'anziano uomo chiede a Beatrix se davvero aveva pensato che la sua vita con Tommy Plympton a El Paso potesse funzionare. Beatrix dice di no, ma quantomeno avrebbe avuto la bambina, evitandole una realtà che non voleva che sua figlia conoscesse mai. Secondo Bill, è nella natura di Beatrix essere un'assassina, e non può rinunciare a tale natura: l'uomo paragona la donna a Superman, l'unico personaggio che non indossa una maschera per diventare un supereroe (come ad esempio Peter Parker che si maschera da Uomo Ragno), ma che, al contrario, veste i panni di Clark Kent come "maschera" per fingersi un uomo qualunque. Subito dopo Beatrix spiega a Bill che era stato un episodio accaduto proprio pochi istanti dopo aver scoperto di essere incinta ad averla convinta ad abbandonare la sua vita da killer: Lisa Wang (la donna che doveva uccidere) l'aveva identificata e mandò a sua volta una killer per ucciderla. Sentendosi inerme per la prima volta in vita sua, decise di andarsene e abbandonare per sempre quel mondo fatto di violenza. "Ho dovuto scegliere e ho scelto lei". Evidentemente le teorie di Bill sulla natura di Beatrix erano piuttosto semplicistiche. In uno strano e rapido, quasi mimico scontro seduti al tavolo della veranda, Bill e Beatrix si affrontano e, colpo di scena, Beatrix applica in modo subitaneo la tecnica dell'esplosione del cuore con cinque colpi delle dita, la mossa che Pai Mei non insegnava mai a nessuno e che la stessa Beatrix non aveva mai detto a Bill di sapere. Sfiorando la mano di Bill, piangendo e sorridendo assieme, Beatrix lo vede alzarsi ed accasciarsi dopo cinque passi.

    EPILOGO: IL MATTINO SEGUENTE

    La mattina dopo, Beatrix e B.B., la giovane figlioletta, trovano un alloggio da qualche parte nel mondo. Mentre la bambina guarda i cartoni alla televisione, vediamo Beatrix in bagno, sdraiata sul pavimento: piange la morte di Bill ma la vediamo ridere in modo incontrollabile. L'effetto collaterale del siero di Bill sta facendo effetto, il regalo d'addio alla sua amata, per far si che la bimba non la vedesse in lacrime. La strada percorsa le ha fatto riconquistare ciò che credeva le fosse stato sottratto, mai avrebbe pensato che la via della vendetta portasse alla scoperta che la figlia fosse viva. Tra le lacrime, sentiamo la donna ripetere "grazie" a Bill ed al suo ultimo dono. L'ultima sequenza la vede, raggiante, uscire dal bagno ed abbracciare ridendo la piccola, prima di riprendere il viaggio insieme, su strade ancora tortuose...

    « La leonessa si è ricongiunta al suo cucciolo e tutto va bene nella giungla. »
    (I titoli di coda)


    COLONNA SONORA

    Anche Kill Bill, come ogni film di Tarantino, si avvale di una colonna sonora splendida e ricercata, piena anch'essa, come il film, di citazioni e riferimenti. Appaiono, inoltre, alcune tracce "parlate" con estratti dei dialoghi del film, altra particolarità del regista americano.

    TRACCE

    1.A Few Words from the Bride di Uma Thurman - sottofondo A Silhouette of Doom di Morricone.
    2.Goodnight Moon di Shivaree
    3.Il Tramonto di Ennio Morricone; estratto dal film Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone.
    4.Theme from A Fistful of dollars di Ennio Morricone estratto dal film Per un pugno di dollari di Sergio Leone
    5.Can't Hardly Stand It di Charlie Feathers
    6.Tu Mira (edit) di Lole y Manuel
    7.Summertime Killer di Luis Bacalov; estratto dal film Ricatto alla mala di Antonio Isasi-Isasmendi.
    8.The Chase di Alan Reeves, Phil Carradine e Philip Brigham; estratto dal film Quando il sole scotta di Georges Lautner.
    9.The Legend of Pai Mei di David Carradine e Uma Thurman
    10.L'Arena di Ennio Morricone; estratto dal film Il mercenario di Sergio Corbucci.
    11.A Satisfied Mind di Johnny Cash
    12.A Silhouette of Doom di Ennio Morricone; estratto dal film Un dollaro a testa di Sergio Corbucci.
    13.About Her di Malcolm McLaren
    14.Truly and Utterly Bill di David Carradine e Uma Thurman
    15.Malaguena Salerosa di Chingon
    16.Urami Bushi di Meiko Kaji
    "Malaguena salerosa" è il tema prinicipale nel film "C'era una volta in Messico" di Robert Rodriguez.

    Oltre alle musiche presenti nella colonna sonora ufficiale del film (che risultano invece il 50% esatto del film), nella pellicola di Tarantino sono presenti altri estratti da film di ogni genere: lo Yakuza film, il film di Kung-fu, il cinema dell'emancipazione nera e soprattutto omaggi alle splendide note di Ennio Morricone che accompagnavano tutti gli spaghetti-western che hanno fatto crescere Tarantino.

    TRACCE

    1.Sunny Road to Salina di Bernard Gérard e Christophe; estratto dal film Quando il sole scotta di Georges Lautner.
    2.Dies Irae di Nora Orlandi; estratto dal film Lo strano vizio della signora Wardh di Sergio Martino.
    3.Three Tough Guys di Isaac Hayes; estratto dall'omonimo film di Duccio Tessari.
    4.Invincible Pole Fighter di Sun Chun Hou e Stephen Shing; estratto dall'omonimo film prodotto dai fratelli Shaw.
    5.Black Mamba del Wu-Tang Clan.
    6.La fine di Barbara e il ritorno di Joe di Ennio Morricone; estratto dal film Un dollaro a testa di Sergio Corbucci.
    7.Il mercenario (ripresa) di Ennio Morricone; estratto dall'omonimo film di Sergio Corbucci.
    8.She's not there di Malcolm McLaren

    Il fraterno amico di Tarantino, Robert Rodriguez (alla fine di entrambi i volumi c'è un ringraziamento particolare a Rodriguez che appare come my brother cioè mio fratello) ha eseguito per Kill Bill vol. 2 alcune delle tracce presenti nella colonna sonora:

    1.Massacre at Two Pines Wedding Chapel (Do I look pretty?)
    2.Budd Lonely Trailer
    3.Budd Trailer Suspicions
    4.A Bride Revealed
    5.Calling the Hateful Bitch
    6.In Front of the Stairs
    7.White Lotus Mountain (Steps of fury)
    8.Training Montage
    9.About Black Mamba Snakes (tema del dialogo)
    10.Budd Twang
    11.B.B.

    CURIOSITA'

    Samuel L. Jackson, uno dei "fedeli" di Tarantino, protagonista prima di Pulp Fiction (Jules Winfield) e poi di Jackie Brown (Ordell Robbie), è protagonista di un breve cameo come organista della chiesa dove "La Sposa" avrebbe dovuto sposarsi.
    Bill originariamente doveva essere interpretato da Warren Beatty. Il rifiuto dell'attore permise a Tarantino di affidare la parte al preferito David Carradine.
    Tarantino valutò a lungo l'ipotesi di interpretare lui stesso il personaggio del maestro Pai Mei.
    Mentre parla con Bill, Budd (Michael Madsen) dice di aver impegnato la spada di Hattori Hanzo (anche se poi si scopre che non è così): non è un caso che il locale in cui Bruce Willis recupera la katana in Pulp Fiction sia proprio un negozio di pegni. Ciononostante nel dialogo tra Bill e Bud, quest'ultimo afferma di aver impegnato la katana a El Paso (mentre la città dove si svolgono le vicende di Pulp Fiction è Los Angeles). Inoltre Beatrix trova la katana nella casa di Budd e la usa per combattere contro Elle.
    La sequenza nella quale La Sposa viene seppellita viva verrà ripresa da Tarantino nell'episodio speciale di due ore di CSI - Crime Scene Investigation da lui diretto, Sepolto vivo (Grave Danger).
    Daryl Hannah indossa lo stesso vestito di Uma Thurman in Pulp Fiction, già portato da Pam Grier in Jackie Brown.
    La visuale da dentro il water quando Beatrix Kiddo vi spinge la testa di Elle Driver verrà riutilizzata nella scena in cui Dwight (Clive Owen) aggredisce Jackie Boy (Benicio Del Toro) nel bagno di Shellie (Brittany Murphy) in Sin City, ovviamente nell'episodio diretto come special guest da Tarantino.
    La maniera in cui Elle Driver (Daryl Hannah) muore (ma non siamo proprio sicuri che sia morta, in quanto nei titoli di coda c'è un ?) nel film assomiglia molto alla scena in cui il suo personaggio, Pris, di Blade Runner muore.
    Michael Madsen assume sull'uscio del suo caravan la stessa posa del film Le iene, dove è appoggiato sempre con la spalla destra ma ad un palo.
    Nella scena in cui Budd spara alla sposa col fucile, sopra un mobile nella roulotte è visibile la tanica con cui Mr. Blonde (sempre interpretato da Madsen) ha cosparso di benzina il poliziotto Marvin Nash ne Le iene.
    Nella scena della bara, la Sposa trova nello stivale un rasoio, chiaro riferimento a Le iene, la scena in cui Madsen tagliava l'orecchio al poliziotto.
    Il nome della figlia di Bill e Beatrix, B.B., corrisponde alle iniziali dei loro nomi, cioè Bill e Beatrix.
    Il capitolo 6 doveva essere originariamente intitolato La vendetta di Yuki: in questo la sorella di Gogo, la folle assassina di O-Ren, cercava vendetta per la sventurata parente. Alla fine il capitolo 6 fu Massacro ai Due Pini; nell'evenienza di un capitolo La vendetta di Yuki, l'attrice che avrebbe impersonato Yuki sarebbe stata Kou Shibasaki, insieme a Kuriyama nel cast di Battle Royale. Comunque, questo capitolo del film potrebbe apparire nel sequel
    La Sposa non parla mai con Budd.
    Tarantino originariamente voleva che Pai Mei muovesse le sue labbra in cantonese, ma che non lo parlasse. Il suo desiderio era quello di doppiarlo lui stesso, ma alla fine Gordon Liu, che interpreta il Loto Bianco recitò e doppiò Pai Mei.
    Quando Bill va a trovare Budd nella sua roulotte, l'auto che vediamo dietro di lui è una Qvale Mangusta, nome ripreso da un'auto italiana messa in produzione limitata sin dagli anni '60 dalla De Tomaso. Il nome mangusta si riferisce all'omonimo animale, l'unico che per velocità, agilità e prontezza riuscirebbe a uccidere un serpente - in questo caso un black mamba.
    Non c'è un cimitero nella città di Barstow, in California. I paesaggi desertici possono però essere visti subito fuori la città prima di entrare nel deserto.
    La passione per i piedi femminili di Tarantino si nota anche in questo film: quando la Sposa e Bill stanno parlando alla fine sono a piedi nudi: anche nella roulotte di Budd, la Sposa è a piedi nudi mentre combatte con Elle Driver e Budd è a piedi nudi quando incontra Elle. È a piedi nudi anche nel volume 1, quando nella pussy wagon si riabilita a camminare.
    Su una delle pareti di casa di Budd c'è il poster del film Mr. Majestyk con Charles Bronson. Nel film Una vita al massimo, scritto da Tarantino, Drexl Spivey si riferisce a Clarence come un figlio di puttana alla Charles Bronson di Majestyk!.
    Nel primo volume vengono uccise circa sessantuno persone, in Kill Bill vol. 2 si vedono morire solo tre persone: Bill, Budd e Pai Mei.
    Il film che guarda B.B. è Shogun Assassin.
    La sposa dice che hanno ucciso 9 persone durante il massacro ai Due Pini, evidentemente considera sua figlia, che portava in grembo, nel conto. Tuttavia questa non è morta così le vittime del massacro sono 8: lo sposo, le 4 damigelle, il musicista, il reverendo e sua madre.
    La sposa non si preoccupa di uccidere Elle. Evidentemente strapparle l'unico occhio rimastole viene considerata una vendetta sufficiente.
    Alla fine dei titoli di coda vi è una scena speciale inserita da Tarantino: una ripresa di Uma Thurman che dopo aver strappato un occhio ad uno degli 88 Folli chiede ridendo se può ripetere la scena.

    INFLUENZE

    La storia che Bill racconta a Beatrix attorno al fuoco riguardante Pai Mei doveva essere originariamente narrata in cammino con la jeep verso il tempio. Alla fine Tarantino optò per questa modalità, che ricordava il film Messaggi da forze sconosciute, con Carradine e Lee; la maniera in cui Bill le racconta la storia sembra invece simile a quella del film Pierino e il lupo.
    Il capitolo 7 si intitola La tomba solitaria di Paula Schultz: c'è un film del '68 intitolato L'infame sogno di Paula Schultz, con protagonisti Elke Sommer nel ruolo di Paula e Bob Crane nel ruolo di Bill.
    Il personaggio di Pai Mei è ispirato a quello apparso nei film Il clan del Loto Bianco e I distruttori del tempio Shaolin dei fratelli Shaw.
    Tarantino omaggia doppiamente Le iene:
    La Sposa quando è rinchiusa dentro la bara prende il rasoio dal suo stivale; chiaro omaggio a Mr. Blonde (Michael Madsen) e alla controversa scena dell'orecchio.
    Bill dice a Beatrix, mentre sono a casa che il ginocchio è il punto dove più fa male se sei colpito. La stessa cosa dice Mr. White a Orange all'inizio di Le iene.
    Quando la Sposa cammina nel deserto verso la baracca di Budd, la scena è costruita alla stessa maniera della scena di C'era una volta il West in cui Armonica si dirige verso la fattoria di Jill McBain.
    Nel film Sentieri selvaggi con John Wayne, c'è una scena in cui una sposa esce fuori dalla Cappella per prendere una boccata d'aria, ma poco prima è seguita dalla telecamera per un lungo periodo: chiaro riferimento alla scena in cui la Sposa esce dalla Cappella e incontra Bill.
    Sempre in Sentieri Selvaggi, la scena in cui John Wayne esce dalla casa con la porta che si sbatte alle sue spalle è stata letteralmente "spostata" in Kill Bill vol. 2: la Sposa esce infatti dalla baracca di Budd verso Bill e la telecamera usa la stessa inquadratura.
    La colonna sonora de Il buono, il brutto, il cattivo viene omaggiata in Kill Bill vol. 2: sentiamo la traccia Il tramonto quando la Sposa esce dalla Cappella.
    Sulla via verso la baracca di Budd, la Sposa si imbatte in un deserto caldo e afoso; mentre è in lontananza la telecamera la inquadra sfocata, mentre quando si avvicina allo schermo, diventa a fuoco, proprio come succede con Henry Fonda in C'era una volta il West.
    Budd punta alla Sposa uno spray al pepe accanto all'occhio; la telecamera riprende l'occhio della Sposa sgranato e la punta dello spray. La stessa inquadratura con un coltello al posto dello spray venne usata in Zombi 2 di Lucio Fulci.
    Il titolo del capitolo 9, Elle e Io (in originale Elle and I), è una chiara citazione al film Dalla Cina con furore (in originale chiamato proprio Bruce Lee and I).
     
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  5. mauro255
     
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    MATRIX

    Titolo originale: The Matrix
    Paese: USA/Australia
    Anno: 1999
    Durata: 136 min
    Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski
    Soggetto: Andy Wachowski, Larry Wachowski
    Sceneggiatura: Andy Wachowski, Larry Wachowski
    Casa di produzione: Warner Bros
    Distribuzione (Italia): Warner Bros

    Interpreti e Personaggi:

    Keanu Reeves: Thomas Anderson/Neo
    Laurence Fishburne: Morpheus
    Carrie-Anne Moss: Trinity
    Hugo Weaving: Agente Smith
    Gloria Foster: l'Oracolo
    Joe Pantoliano: Cypher
    Marcus Chong: Tank
    Julian Arahanga: Apoc
    Matt Doran: Mouse
    Belinda McClory: Switch
    Anthony Ray Parker: Dozer
    Paul Goddard: Agente Brown
    Robert Taylor: Agente Jones

    Fotografia: Bill Pope
    Montaggio: Zach Staenberg
    Effetti speciali: Steve Courtley, Brian Cox
    Musiche: AA. VV.
    Scenografia: Lisa Brennan, Tim Ferrier, Marta McElroy

    PREMI


    4 Premi Oscar 2000: miglior montaggio, migliori effetti speciali, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro
    2 BAFTA: migliori effetti speciali, miglior sonoro
    3 MTV Movie Awards 2000: miglior film, miglior performance maschile (Keanu Reeves) e miglior combattimento (Keanu Reeves contro Laurence Fishburne)
    2 Saturn Awards 1999: miglior film di fantascienza e miglior regista


    Matrix è un film del 1999 scritto e diretto dai fratelli Andy e Larry Wachowski.

    Il termine matrix deriva dal latino matrix, matricis e può essere tradotto in italiano con "madre" o "nutrice", "matrice", "utero", "stipite" e, in senso lato, anche con "canale". Le matrix sono però anche elementi di tipo tabellare derivanti da strutture matematiche, molto utilizzate nei programmi per computer per associare dati tra loro.

    TRAMA

    « Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà? »
    (Morpheus / Laurence Fishburne)

    In un indeterminato futuro la specie umana è controllata e sfruttata dalle macchine che, in forza del livello tecnologico che hanno raggiunto, fanno credere agli esseri umani che questi vivano liberamente nel mondo del XX secolo mentre in realtà sono imprigionati in speciali contenitori, allevati unicamente allo scopo di ottenerne l'energia necessaria alla sopravvivenza meccanica.

    Soltanto poche migliaia di soggetti si sono svincolati dal giogo di "Matrix", il sistema di controllo cerebrale che imprigiona gli individui: un sistema di impulsi elettrici inviati al cervello umano, che creano l'illusione di vivere in un mondo che, ormai, non esiste più da centinaia di anni.

    All'interno di Matrix la gente vive senza accorgersi minimamente della propria vera condizione; soltanto pochissime persone si rendono conto che "qualcosa non va", percependo una sensazione di stranezza ed estraneità che non riescono a descrivere. Una di queste "imperfezioni del sistema" è Thomas Anderson (Keanu Reeves), conosciuto nell'ambiente degli hacker come "Neo". Convinti che Neo sia "l'eletto", "the One" dalla versione originale del film - colui che sarà in grado di restituire la libertà alla specie umana - un gruppo di umani facenti parte della Resistenza, fra cui spicca la figura di Morpheus, il capitano della nave da guerra Nabucodonosor, lo contatta, convincendolo ad uscire da Matrix ed ad essere riportato (dopo una sorta di risveglio dalla condizione di larva in cui le sensazioni erano solamente proiettate nella sua mente) nella vera realtà. Qui Neo scopre che, nel mondo reale, l'uomo è letteralmente "coltivato" dalle macchine.

    Neo acquisterà poco a poco doti eccezionali, cioè diverrà in grado sempre più di contravvenire alle regole di Matrix, acquisendo poteri pari o anche superiori a quelli di un programma. Neo incontrerà molti software; in Matrix ogni programma, in quanto tale, ha un proprio scopo e, quando lo compie, viene distrutto. Ad esempio, l'Oracolo, un software con le sembianze di una donna che ha come scopo quello di sbilanciare l'equazione che il suo opposto, "l'Architetto" (ovvero il creatore di Matrix), tenta di bilanciare.......


    TEMATICHE

    Fra i temi classici troviamo quello della scelta, che è in grado di cambiare se stessi e gli altri; il controverso rapporto con il destino ed il desiderio di conoscerlo; il rapporto fra l'uomo e la tecnologia.
    L'ipotesi che il mondo che noi vediamo sia solo un'illusione creata da opportuni programmi è ripresa da altri film, fra cui è doveroso segnalare Il mondo sul filo di Rainer Werner Fassbinder, Il tredicesimo piano e Nirvana di Gabriele Salvatores; film, quest'ultimo, nel quale il riferimento alla cultura orientale del buddismo zen è esplicito fin dal titolo. Il concetto che la propria vita è stata programmata, controllata e manipolata lo possiamo notare in The Truman Show, e la concezione della realtà virtuale è presente in molti film, tra cui Tron ed eXistenZ.
    Il Gran Khan domandava a Marco Polo se fosse l'imperatore cinese a sognare di essere una farfalla o l'insetto a sognare di essere un imperatore cinese. Filosofi posteriori a Cartesio dal secolo XVII si ponevano il dubbio se la realtà percepita potesse essere reale. Una risposta plausibile giunse cento anni dopo con l'assioma che - a differenza di Neo e compagni - non vi è nulla a confermarlo e nulla a smentirlo.
    L'idea che la ricerca della verità debba passare da un risveglio dal mondo delle illusioni verso un viaggio di rinascita ed emersione alla contemplazione della realtà è presente anche nel mito della caverna di Platone.
    La ricerca della propria identità, che si appoggia al topos classico del "Conosci te stesso" (citato in una scena del film dal personaggio dell'Oracolo) è trattata attraverso il complicato rapporto uomo-macchina, all'interno del quale la seconda ha preso il sopravvento sul primo schiavizzandolo e sostituendovisi: l'uomo non è più in grado di distinguere se stesso dalla macchina, e questo lo porta a perdere la coscienza di sé.
    Questo viene anche reso più chiaro nella scena in cui Morpheus spiega a Neo come mai in Matrix la coscienza di se stesso cambia e prende il nome di immagine residua di sé cioè la proiezione mentale del proprio essere in digitale. (Citazioni del Film). Questa alienazione è un tema centrale dei romanzi di fantascienza di Philip Dick, di cui il film si mostra debitore.
    Un romanzo che descrive un mondo in cui gli abitanti sono ignari di essere simulazioni, e anzi sviluppano a loro volta un simulatore, è "Simulacron 3" (1964) di Daniel Galouye. Uno degli abitanti del simulatore del romanzo riesce a "risalire di un livello", passando nel mondo del protagonista, come l'agente Smith nei capitoli successivi del film, suggerendo che entrambi i mondi siano in realtà una simulazione. Nel romanzo vengono anche "corrette" le conoscenze delle persone dopo una modifica, come nel film viene promesso a Cypher per il tradimento.
    Nel dialogo tra l'agente Smith e Morpheus, che è stato sequestrato e drogato perché riveli con la forza i codici di accesso al mainframe di Zion, chiari riferimenti vengono fatti anche al tema dell'evoluzione, della lotta fra specie differenti (Darwinismo sia in senso naturalistico che sociale) e della creazione di un equilibrio naturale fra le specie all'interno di un ecosistema. Preponderante è poi il concetto di singolarità tecnologica; quest'ultimo è un punto critico di accelerazione dell'iter nella scala dell'evoluzione teconologica della razza umana in cui le macchine acquistano consapevolezza di sè e divengono autosufficienti, diventano autonome e si distaccano dai loro stessi creatori ed in grado di autoprogrammarsi, di autoripararsi e di governarsi da sole, decidendo da sole il proprio destino e la propria esistenza, anche in contrasto con quelli della specie umana che le ha create.
    Il concetto di libertà, di scelta, di autodeterminazione e di lotta contro il potere costituito che soffoca il libero arbitrio e la creatività personale vengono poi esposti nel film in chiave strettamente conforme all'etica hacker, a cui il film stesso è un prezioso tributo.
    Infine ci sono dei riferimenti anche al transumanesimo, finalizzato al potenziamento delle capacità umane sia a livello fisico che mentale e cognitivo.

    EFFETTI SPECIALI


    Il film è noto per la diffusione e l'evoluzione dell'uso dell'effetto speciale conosciuto come bullet time, che consente di vedere ogni momento della scena in slow-motion mentre l'inquadratura sembra girare attorno alla scena alla velocità normale.
    Il bullet time è in realtà lo sviluppo di una vecchia tecnica fotografica conosciuta come fotografia time-slice (fetta di tempo), nella quale un grande numero di camere sono disposte attorno ad un oggetto e vengono fatte scattare simultaneamente. Quando la sequenza degli scatti è vista come un filmato, lo spettatore vede come le "fette" bidimensonali formano una scena tridimensionale. Guardare una tale sequenza di "fetta di tempo" è analogo all'esperienza reale di camminare attorno ad una statua e di vedere come appare dalle diverse angolature.
    Alcune scene di Matrix implementano l'effetto "fetta di tempo" congelando totalmente personaggi e oggetti. Tecniche di interpolazione consentono di rendere fluido il movimento dell'inquadratura. L'effetto è stato sviluppato ulteriormente dai fratelli Wachowski e dal supervisore agli effetti speciali John Gaeta per creare il bullet time, che supporta movimenti temporali, in modo tale da non congelare totalmente la scena ma facendola vedere al rallentatore o con velocità variabile. Ingegneri della Manex Visual Effects implementarono metodi per spostare l'inquadratura su complesse curve in modo flessibile. Fu introdotta anche maggiore fluidità con l'uso di interpolazioni non lineari, e la creazione di scene virtuali al computer.

    ISPIRAZIONI


    Qui di seguito sono elencate altre opere da cui i registi hanno tratto ispirazione:

    Ghost in the Shell, il lungometraggio d'animazione di Mamoru Oshii a cui i fratelli Wachowski, per loro stessa ammissione, si sono ispirati per la creazione del film.
    Potrebbero aver avuto influenza diretta o indiretta dal romanzo Io, Robot di Isaac Asimov, il film Metropolis di Fritz Lang, Terminator di James Cameron , gli anime giapponesi e Dark City di Alex Proyas di cui furono riutilizzate anche alcune scenografie e dal romanzo Neuromante di William Gibson.
    Più controversa invece la questione che riguarda la serie Invisibles di Grant Morrison, il quale sostiene che gran parte delle idee per il film siano state tratte dal suo fumetto mentre gli autori, pur confessando di averlo letto, lo negano.

    LA TRILOGIA

    Quando nel 1999 uscì il primo film della saga di Matrix, l'enorme successo riscosso in tutto il mondo convinse i fratelli Andy e Larry Wachowski a girare i due sequel, che a detta dei due registi furono ideati insieme al primo, i quali però non ottennero lo stesso successo di critica (entrambi), mentre di pubblico solo il secondo si rivelò un successo (raddoppiò gli incassi ottenuti dal primo) mentre il terzo ebbe un risultato discreto ai botteghini (ma inferiore al primo). La trilogia è composta da:

    Matrix (1999)
    Matrix Reloaded (2003)
    Matrix Revolutions (2003)
    Per completare la storia della trilogia i fratelli Wachowski hanno deciso di utilizzare anche dei cortometraggi chiamati Animatrix e i videogiochi Enter The Matrix, The Matrix - Path of Neo e The Matrix Online, che racchiudono all'interno veri e propri spezzoni di film inediti e situazioni originali.

    CURIOSITA'


    I fratelli Wachowski hanno dichiarato di aver pensato subito a Brandon Lee come possibile interprete di Neo, ruolo poi andato a Keanu Reeves a causa della morte di Brandon e delle rinunce di altri attori. Infatti il ruolo di Neo era stato in seguito offerto a Johnny Depp e Will Smith, che rifiutò perché a suo dire non capiva il senso del film; tuttavia ha anche dichiarato di non essersi pentito di aver rifiutato la parte in quanto Keanu Reeves ha recitato perfettamente il ruolo di Neo.
    In tutto il film sono presenti molti elementi del Cristianesimo primitivo, dello gnosticismo e del buddismo, elementi inseriti intenzionalmente dagli autori, come più volte confermato durante varie interviste, chat ed anche articoli scritti a vario titolo. Durante una chat online con gli spettatori che hanno visto il DVD, i Wachowski hanno riconosciuto che i riferimenti Buddisti nel film sono voluti ed espliciti. In ogni caso, quando gli è stato chiesto: "Non vi è mai stato detto che Matrix ha riferimenti allo gnosticismo?", hanno risposto ambiguamente: "Lo consideri una buona cosa? Io lo farei." (6 novembre 1999, "Matrix Virtual Theatre", Wachowski chat). Un esempio per tutti è l'articolo pubblicato presso il sito ufficiale della Warner Bros, intitolato Wake up! Gnosticism & Buddhism in The Matrix, articolo che è possibile trovare tradotto in italiano, insieme ad altre interessantissime note, nel file: - Svegliati! Gnosticismo e Buddismo in the Matrix. Segnaliamo, inoltre, sullo stesso tema dello gnosticismo ed esoterismo nel film "The Matrix" il libro di Rocco Bruno, Matrix - una parabola moderna, pubblicato gratuitamente sul Web e stampato in auto-produzione in una versione rivisitata e corretta al 2008 di cui è possibile leggere alcuni capitoli sulla rete.
    I due lavavetri, nella scena in cui Mr. Anderson viene rimproverato dal capo, nella versione originale sarebbero dovuti essere i registi (e scrittori) di Matrix, vale a dire i fratelli Wachowski.
    La lavorazione del secondo film della trilogia è stata segnata dalla sfortuna. Infatti si sono verificati spiacevoli eventi come la morte della figlia, appena partorita, di Keanu Reeves. Si sono verificati inoltre eventi che hanno direttamente influenzato il film come il decesso dell'attrice Gloria Foster, che recitava la parte dell'Oracolo (infatti in Matrix Revolutions viene sostituita con Mary Alice). Anche Marcus Chong (Tank) avrebbe partecipato al film, ma è stato sostituito con Harold Perrineau Jr. (Link) perché pretendeva più soldi per quella parte.
    L'idea alla base del film, ovvero l'Umanità prigioniera inconsapevole di una realtà virtuale, ha molte fonti di ispirazione, ma così come è presentata nel film è sicuramente un parto della fantasia dei fratelli Wachowski. Eppure pochi anni prima un autore di fantascienza italiano, Massimo Pietroselli, nel suo romanzo Miraggi di Silicio del 1995, aveva descritto una situazione identica, con l'Umanità immersa in una realtà illusoria dove tutte le percezioni erano rielaborate da un processore innestato nel cervello di ogni individuo fin dalla nascita, con il risultato che le persone, che vivevano in città devastate e maleodoranti, vedevano e sentivano intorno a loro una realtà di tranquille e pulite cittadine (i Borghi) e persino le porcherie che erano costrette a ingerire per nutrirsi venivano percepite come cibi e bevande squisite. E gli alieni mostruosi che dominavano la Terra risultavano invisibili agli umani, pur essendo tra loro. Inoltre, anche i libri di un antropologo americano, Carlos Castaneda, avrebbero stupefacenti convergenze.
    La carta d'identità di Thomas Anderson (Neo) che appare in copia nel dossier sul tavolo durante l'interrogatorio a cui è sottoposto dopo esser stato arrestato dall'agente Smith, riporta la data di scadenza dell'11 settembre 2001, giorno dell'attentato alle torri gemelle.

     
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  6. mauro255
     
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    MATRIX RELOADED

    Titolo originale: The Matrix Reloaded
    Paese: Stati Uniti d'America
    Anno: 2003
    Durata: 138 min
    Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski
    Soggetto: Andy Wachowski, Larry Wachowski
    Sceneggiatura: Andy Wachowski, Larry Wachowski
    Casa di produzione: Warner Bros
    Distribuzione (Italia): Warner Bros.

    Interpreti e Personaggi:

    Keanu Reeves: Thomas Anderson/Neo
    Laurence Fishburne: Morpheus
    Carrie-Anne Moss: Trinity
    Hugo Weaving: Agente Smith
    Gloria Foster: Oracolo
    Helmut Bakaitis: Architetto
    Lambert Wilson: Il Merovingio
    Monica Bellucci: Persephone
    Daniel Bernhardt: Agente Johnson
    Ian Bliss: Bane
    Collin Chou: Seraph
    Randall Duk Kim: Fabbricante di chiavi
    Jada Pinkett Smith: Niobe
    Harold Perrineau Jr.: Link
    Nona Gaye: Zee

    Fotografia: Bill Pope
    Montaggio: Zach Staenberg
    Effetti speciali:
    Musiche: Don Davis
    Scenografia: Owen Paterson


    Matrix Reloaded è il secondo film della trilogia di Matrix. Uscito nel 2003 e seguito qualche mese dopo dal seguito Matrix Revolutions è considerato in realtà la prima parte di quest'ultimo. La pellicola è uscita nelle sale negli USA il 15 maggio 2003 (dopo una premiere il 7 maggio a Westwood , un distretto di Los Angeles), mentre in quelle italiane il 23 maggio 2003.

    TRAMA

    I ribelli continuano a lottare contro le macchine per la definitiva liberazione della specie umana dal giogo della schiavitù. Capeggiati da Neo, che nel frattempo ha fatto propri poteri come volare e leggere il codice di Matrix direttamente dal mondo virtuale, percepiscono l'inasprirsi della battaglia quando vengono scoperti i piani delle macchine di penetrare nel cuore della terra e distruggere Zion. Mentre gli ordini sono di ritornare a Zion per fermare l'avanzata delle macchine nel mondo esterno alcuni come Morpheus che credono fermamente nelle doti dell'eletto (Neo) si rifiutano di unirsi agli altri e si tengono fuori dalla cittadella per poter connettersi costantemente a Matrix, nel caso si rifaccia vivo l'oracolo per novità.
    Neo sviluppa la preveggenza e nei sogni viene tormentato dall'immagine di Trinity che muore in Matrix. E quando alla fine incontra l'oracolo questa gli dice che effettivamente l'uomo dovrà "comprendere" una scelta che in cuor suo ha già fatto. La scelta è un bivio: salvare Trinity dalla morte o fermare le macchine. Proprio sul finire del discorso compare l'agente Smith, ormai non più agente ma programma rinnegato.Infatti, nel primo episodio Smith aveva il ruolo di Agente, con il compito di uccidere Neo e Morpheus, ma avendo fallito, essendo stato distrutto da Neo, avrebbe dovuto essere cancellato da Matrix per lasciare posto alla nuova generazione potenziata di agenti. Ma per non essere cancellato, Smith si nasconde all'interno di Matrix, diventando cosi' una sorta di "virus informatico" di Matrix stessa (essendo Matrix un programma). Anche lui ha nuove capacità come quello di trasformare gli utenti e anche gli agenti potenziati di Matrix in copie di se stesso attraverso un processo di sovrascrittura, infettandoli come un virus. Questo avrà rilevanza soprattutto nella terza parte di Matrix, Matrix Revolutions. Questa capacità gli permette quindi di moltiplicarsi e alla fine in massa attacca Neo che è costretto a fuggire. In un dialogo tra Neo e l'agente Smith, questi gli confida che quando Neo lo ha battuto, di fatto gli ha levato l'unico scopo della sua vita, che era quello di essere un agente, mentre ora non è nessuno, la sua vita non ha più uno scopo e oltretutto è costretto a nascondersi da Matrix per paura di essere cancellato e rimpiazzato da un agente potenziato. Smith allora si sovrascrive su un utente liberato, ovvero Bane, e in qualche modo riesce a fare il download di sé stesso nel mondo esterno, nel corpo del malcapitato. Con il nuovo corpo si mette subito all'inseguimento di Neo ma viene bloccato dal proprio capitano che non intende seguire i vaneggiamenti di Morpheus e lasciare Zion.
    Neo viene a sapere che esiste una porta in un palazzo che permette all'eletto di raggiungere la sorgente (il Mainframe di Matrix) e mettere fine al mondo delle macchine. Per aprire tale porta serve una chiave posseduta dal Fabbricante di chiavi, imprigionato nel palazzo del Merovingio e di sua moglie Persephone. Successivamente si scopre da un dialogo che il Merovingio è sopravvissuto all'eletto in tutte le precedenti versioni di Matrix (6 software compreso Neo) e che ora essendo un programma superato, si trova in esilio in un ambiente criptato e quindi nascosto dal resto di Matrix. Qui si recano dunque Morpheus, Neo e Trinity e liberano il Fabbricante di chiavi che consegna la chiave a Neo, non prima però che i tre abbiano ingaggiato una estenuante battaglia contro due gemelli albini in grado di rendersi immateriali.
    Neo con la chiave entra all'interno della porta di luce, ma nel frattempo Trinity è rimasta intrappolata all'interno di Matrix per via di un agente potenziato che la tiene in scacco. Neo incontra quindi l'Architetto che gli espone la realtà dei fatti: prima di lui sono esistiti altre cinque versioni di Matrix e corrispondenti eletti (pare che uno di essi sia il Merovingio, ma non ci sono prove a riguardo)[senza fonte] e ognuno di loro, giunto dall'Architetto è stato portatore del codice originale consentendo di ricaricare Matrix evitando in questo modo il crash del sistema. La necessità del reload era dovuta ad una anomalia sistemica causata a sua volta da un rifiuto istintivo degli umani al sistema Matrix. Per ridurre tale fenomeno era stato ideato nella psiche degli uomini controllati con Matrix, una finta possibilità di scelta a livello di inconscio ideato da un altro programma, l'Oracolo, realizzato per analizzare la psiche umana. Si manteneva comunque un 1% di casi di persone che rifiutavano il sistema e che andavano a popolare Zion. Per controllare la ribellione, le macchine periodicamente andavano a distruggere Zion che contestualmente all'eventuale crash del sistema avrebbe causato la distruzione dell'intera razza umana. Lo SCOPO dell'eletto era da un lato ristabilizzare il codice evitando il crash del sistema e dall'altro scegliere 23 persone all'interno di Matrix (16 femmine e 7 maschi) da salvare per ripopolare Zion. L'architetto spiega a Neo che anche lui si trova di fronte ad una scelta: da un lato seguire il suo SCOPO e dall'altro tornare in Matrix per salvare Trinity. Ma Neo sceglie di non ubbidire nella speranza di salvare Trinity rischiando quindi l'estinzione della razza umana.
    Neo vola da Trinity che gli muore tra le braccia. Ma tramite la manipolazione della realtà virtuale riesce a estrarre il proiettile dal corpo della donna e a massaggiarle il cuore a mani nude, riportandola così in vita. I due si disconnettono per scoprire che le sentinelle tramite il lancio di bombe possono ora distruggere la loro nave tenendosi fuori dall'azione degli impulsi elettromagnetici. A questo punto l'intera truppa abbandona la nave.......

    CRITICA

    Nonostante la grande attesa che precedette Matrix Reloaded, critica e pubblico definirono in modo unanime il film come un seguito molto inferiore rispetto al predecessore. Sebbene sia giustificabile il fatto che Reloaded non abbia una conclusione, aspetti come lo sviluppo della trama e le lungaggini hanno reso l'opera noiosa in alcuni punti e semplicemente mal congegnata in altri.
    Viene in particolare dato grande risalto alle sezioni di combattimento con coreografie elaborate che arrivano a durare diversi minuti e che alcuni spettatori non appassionati del genere hanno trovato prettamente noiose e senza un vero motivo a livello di trama. La struttura del film in generale seguiva lo schema "scena d'azione" - "dialogo" - "scena d'azione" - "dialogo" rendendo macchinoso il procedere dell'opera. Oltre questi aspetti, l'uso massiccio di computer grafica se in alcuni punti è difficile da notare, in altri appare lampante ed è facilmente visibile, ad esempio nel combattimento con i cloni di Smith, diverse incongruenze nelle movenze di Neo e dei cloni dovute appunto alla gestione delle animazioni.
    Nei fan del primo episodio è nato così parecchio risentimento, tanto che alcuni si sono imposti di non vedere a priori Matrix Revolutions. Una moltitudine di spettatori si è poi convinta (contrariamente a quanto affermano invece i registi) che i due seguiti di Matrix siano stati pensati soltanto dopo il successo del primo, proprio perché in termini di trama e sceneggiatura vi è stata una netta curva discendente nei contenuti e nella realizzazione.

    COLONNA SONORA

    1.Linkin Park - Session 2:23
    2.Marilyn Manson - This Is The New Shit 4:20
    3.Rob Zombie - Reload 4:25
    4.Rob Dougan - Furious Angels (Instrumental) 5:29
    5.Deftones - Lucky You 4:08
    6.Team Sleep- The Passportal 2:55
    7.P.O.D. - Sleeping Awake 3:23
    8.Unloco - Bruises 2:36
    9.Rage Against The Machine - Calm Like A Bomb 4:58
    10.Oakenfold - Dread Rock 4:40
    11.Fluke - Zion 4:33
    12.Dave Matthews Band - When The World Ends (Oakenfold Remix) 5:26

    DISCO 2

    1.Don Davis - Main Title 1:30
    2.Don Davis - Trinity Dream 1:56
    3.Juno Reactor Featuring Gocoo - Teahouse 1:04
    4.Rob Dougan - Chateau - Rob Dougan 3:23
    5.Juno Reactor/Don Davis Mona Lisa - Overdrive 10:08
    6.Juno Reactor vs. Don Davis - Burly Brawl 5:52
    7.Don Davis - "Matrix Reloaded" Suite 17:34

    VIDEOGIOCO

    Nel videogioco Enter the Matrix viene lasciato al giocatore la possibilità di impersonare Niobe e Ghost nella loro missione per trovare e salvare Morpheus.

    CURIOSITA'

    Nel 2003 i registi del film vengono candidati al Razzie Awards per la peggior regia.
    Nonostante le critiche negative, il film ebbe incassi notevoli, dovuti probabilmente al successo del primo film che spinse molte persone a vederne il seguito. Infatti al Box Office Usa incassò $281 576 461, che diventano $738 599 701 a livello mondiale. In Italia incassò circa 17 milioni di euro, una cifra notevole in quel periodo per un film uscito a maggio inoltrato.
    Il film è al momento attuale il 27esimo incasso della storia del cinema.
    Una scena inizia inquadrando la TV che trasmette il film Le spose di Dracula.
    La macchina usata da Morpheus, Trinity e il fabbricante di chiavi per scappare dai gemelli è lo stesso modello (Cadillac CTS) usato in Bad Boys 2 da Will Smith e Martin Lawrence durante l'inseguimento al camion nero contenente uomini morti.
    Nella scena in autostrada, Trinity, porta una Ducati 996 con un colore speciale tipo scarabeo, fatto apposta per il film.
     
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  7. mauro255
     
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    MATRIX REVOLUTIONS

    Titolo originale: The Matrix Revolutions
    Paese: Stati Uniti d'America
    Anno: 2003
    Durata: 129 min

    Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski
    Soggetto: Andy Wachowski, Larry Wachowski
    Sceneggiatura: Andy Wachowski, Larry Wachowsk
    Casa di produzione: Warner Bros
    Distribuzione (Italia): Warner Bros

    Interpreti e Personaggi:

    Keanu Reeves: Thomas Anderson/Neo
    Laurence Fishburne: Morpheus
    Carrie-Anne Moss: Trinity
    Hugo Weaving: Agente Smith
    Mary Alice: Oracolo
    Helmut Bakaitis: Architetto
    Lambert Wilson: Il Merovingio
    Monica Bellucci: Persefone
    Tanveer K. Atwal: Sati
    Ian Bliss: Bane
    Collin Chou: Seraph
    Nathaniel Lees: Mifune
    Jada Pinkett Smith: Niobe
    Harold Perrineau Jr.: Link
    Bruce Spence: L'Uomo del Treno
    Nona Gaye: Zee
    Harry J. Lennix: Lock
    Clayton Watson: Kid
    Bernard White: Rama Kandra
    Anthony Zerbe: Consigliere Hammann
    Cornel West: Consigliere West

    Fotografia: Bill Pope
    Montaggio: Zach Staenberg
    Effetti speciali: Steve Courtley
    Musiche: Don Davis
    Scenografia: Owen Paterson

    Matrix Revolutions è il terzo film della trilogia di Matrix. Uscito nel 2003 alcuni mesi dopo Matrix Reloaded è in realtà, più che un seguito è il secondo tempo del capitolo precedente. Il film è uscito lo stesso anno circa 5 mesi dopo del secondo capitolo, il terzo film è uscito nelle sale cinematografiche in contemporanea mondiale il 5 novembre 2003.

    TRAMA

    La guerra si fa sempre più pressante e gli abitanti di Zion vengono chiamati a difendere in tutti i modi la città. I militari organizzano trappole per contrastare l'arrivo delle "seppie" (le sentinelle di Matrix) che con le loro trivelle ormai sono prossime a sfondare la cupola che protegge la città. Nel frattempo Neo, all'esterno, è ancora privo di sensi, ma in Matrix l'uomo si risveglia in una sorta di limbo gestito da colui che viene chiamato "l'uomo del treno", fedele solo al Merovingio. Questo tratto di metropolitana, da cui è impossibile fuggire, viene utilizzato per trasportare "illegalmente" programmi, nel mondo reale degli uomini. Quando Neo tenta di salire sul treno con Sati (programma dalle sembianze di bambina in fuga da Matrix, insieme ai genitori, con la connivenza del Merovingio), viene aggredito dall'uomo del treno che lo scaraventa nuovamente fuori.
    Trinity e Morpheus vanno a interrogare l'Oracolo, nel tentativo di ritrovare Neo in Matrix, e questa spiega ai due come stanno i fatti e li indirizza dal Merovingio accompagnati da Seraph. La conversazione con il francese non sembra portare da nessuna parte e Trinity, contrariata, ha un approccio più spregiudicato: non appena il Merovingio inscena una delle sue pantomime, la donna lo minaccia puntandogli una pistola alla testa ed imponendogli un aut aut: o libera Neo o lei ucciderà tutti. Il Merovingio li indirizza nella stazione, nella quale riescono a ritrovare Neo, il quale, prima di "disconnettersi", per tornare al mondo reale, parla con l'Oracolo. Ella gli confida che il programma "agente Smith" in realtà deve la sua esistenza per "controbilanciare" la presenza di Neo. Gli svela anche che i suoi poteri di eletto vanno al di là di Matrix, estendondosi nel mondo esterno. Quando Neo lascia la donna, un gruppo di cloni di Smith entra nel locale e manipola e assimila anche l'Oracolo, guadagnando il potere della preveggenza.
    Neo, risvegliato, chiede che gli venga assegnata una nave per partire alla ricerca della Città delle Macchine e poter tentare la via diplomatica per la cessazione della guerra. Preso per pazzo, Niobe, sebbene non creda ancora nell'Eletto, gli concede la propria nave. Trinity lo accompagna. Niobe e gli altri si dirigono verso Zion in un disperato tentativo di dare manforte ai difensori di Zion. Solo dopo essere partiti scoprono che Bane ha ucciso un membro dell'equipaggio ed è scomparso.
    Nell'imminenza della partenza, Neo e Trinity vengono attaccati da Bane che si rivela a loro come l'Agente Smith. Durante il combattimento, Bane acceca Neo con un cavo arroventato, ma questi sviluppa la capacità di "vedere" l'energia emessa da viventi o macchine nella realtà esterna a Matrix. In questo modo Neo riesce ad uccidere l'uomo ed a salpare.
    A Zion penetrano migliaia di sentinelle e alcune trivelle. La fanteria umana, a bordo di esoscheletri antropomorfi, ingaggia il combattimento coadiuvata dai civili. Niobe riesce infine ad arrivare in città. Dopo aver disattivato, con un impulso elettromagnetico, tutte le sentinelle, lascia, per contro, le apparecchiature elettroniche di Zion in avaria.
    Neo, seguendo, grazie alla sua nuova capacità, la strada per la Città delle Macchine, trova notevoli difficoltà, causa i numerosi sbarramenti lungo il percorso: il gran numero di sentinelle non consente di proseguire. Trinity, dunque, porta la nave fuori dalla cupola di nuvole nere perenni che copre la Terra (scorgendo per la prima volta il cielo azzurro, e manovra in picchiata sulla città, schiantandosi contro una costruzione. Tale azione porta la nave a sfondare le linee nemiche.
    Nell'impatto, Trinity resta gravemente ferita e muore tra le braccia di Neo.
    Ormai solo, Neo, incontra Matrix e le propone, in cambio della cessazione delle ostilità, di annientare Smith, il quale si è già moltiplicato a dismisura e la cui presenza e il cui crescente potere, costituiscono ormai una minaccia per le macchine stesse.
    Neo, accordatosi con Matrix, rientra nella matrice e ingaggia lo scontro finale con Smith, che appare fin da subito estremamente potente. Il combattimento si sposta in aria per poi tornare per strada, ma nessuno riesce ad avere il sopravvento sull'altro. A questo punto Neo, ha un'intuizione: decide di porre fine alla battaglia offrendosi volontariamente alla "sovrascrittura" di Smith. Quest'ultimo "sovrascrivendosi" a Neo elimina di fatto da Matrix "l'anomalia Neo" rendendo, se stesso ("cacciatore" dell'Eletto), ormai inutile; infatti, la presenza di Smith era necessaria per conservare nella matrice una "condizione di equilibrio di forze".
    Di conseguenza, come tutti i programmi obsoleti, difettosi o senza uno scopo specifico, Smith viene cancellato dal sistema, dopo l'eliminazione dell'eletto.........


    CRITICA

    Matrix Revolutions viene riconosciuto (da critica e pubblico) come un ritorno alle origini rispetto a Reloaded. Le lunghe sequenze di lotta vengono qui abbreviate, lasciando l'epicità soltanto all'ultimo scontro tra Smith e Neo. La scena più lunga è quella della battaglia di Zion, dove un massiccio uso di effetti speciali accompagna l'invasione delle sentinelle e la loro distruzione. Vengono introdotti nuovi temi narrativi, come il discorso fatto dal padre di Sati sul karma a Neo ed esplorati retroscena grazie all'introduzione dell'uomo del treno.
    Le critiche mosse a questo capitolo riguardano sempre una eccessiva spettacolarizzazione delle azioni e il sacrificio della trama in favore dell'azione pura, distaccandosi comunque in modo eccessivo, come nel prequel, dal primo Matrix. Critiche più mirate riguardano la morte di Trinity, da alcuni giudicata inutile, da altri soltanto troppo lunga, oppure l'ultimo combattimento tra Neo e Smith, considerato eccessivo e fumettesco, con i suoi combattimenti volanti.


    SEQUEL

    Il finale aperto in cui si lascia intendere un ritorno futuro di Neo ha fatto sorgere numerosi rumours riguardanti la possibilità di produrre un quarto film.
    Le prime notizie parlavano di The Matrix: Resurrection, per la regia di James McTeigue, su sceneggiatura del duo Alex Kurtzman-Roberto Orci e Joel Silver produttore. L'intera dichiarazione era in realtà un pesce d'aprile espansosi a macchia d'olio in tutta la rete.
    Intervistato riguardo un suo parere sul quarto film, Keanu Reeves, ha ammesso che «lo so di deludere migliaia di fan, ma non credo che Neo abbia ancora qualcosa da raccontare. Per me è stata una bellissima esperienza, felicemente conclusa».

    CURIOSITA'

    Non è certa la morte di Neo, al termine della pellicola, in quanto l'Oracolo rivela alla piccola Sati di essere certa che un giorno questi tornerà, forse con le sembianze di un altro prescelto.
    L'attrice che nel terzo capitolo di Matrix interpreta l'Oracolo Mary Alice, non è la medesima dei due capitoli precedenti, in quanto Gloria Foster, questo è il suo nome, morì proprio nel corso delle riprese di Matrix Revolutions.
    La storia di Matrix prosegue nel MMORPG The Matrix Online.
    Il brano Neodämmerung contenuto nella colonna sonora del film, composta da Don Davis, è usata nella trasmissione televisiva di Italia 1 Colorado, quando entra in scena "l'uomo dei misteri" Mariello Prapapappo.

    PREMI

    BMI Film Music Award 2004 per Don Davis
     
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  8. mauro255
     
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    EDWARD MANI DI FORBICE

    Titolo originale: Edward Scissorhands
    Paese: USA
    Anno: 1990
    Durata: 105 min
    Regia: Tim Burton
    Soggetto: Tim Burton, Caroline Thompson
    Sceneggiatura: Caroline Thompson
    Produttore: Tim Burton, Denise Di Novi, Caroline Thompson
    Produttore esecutivo: Richard Hashimoto
    Casa di produzione: Twentieth Century-Fox Film Corporation
    Distribuzione (Italia): 20th Century Fox Italia

    Interpreti e Personaggi:

    Johnny Depp: Edward
    Winona Ryder: Kim
    Dianne Wiest: Peggy
    Anthony Michael Hall: Jim
    Kathy Baker: Joyce
    Robert Oliveri: Kevin
    Conchata Ferrell: Helen
    Caroline Aaron: Marge
    Dick Anthony Williams: Agente Allen
    O-Lan Jones: Esmeralda
    Vincent Price: L'inventore
    Alan Arkin: Bill
    Susan Blommaert: Tinka
    Linda Perri: Cissy
    Biff Yeager: George
    Marti Greenberg: Suzanne
    Bryan Larkin: Max
    John McMahon: Denny

    Fotografia: Stefan Czapsky
    Montaggio: Colleen Halsey, Richard Halsey
    Effetti speciali: Stan Winston
    Musiche: Danny Elfman
    Scenografia: Bo Welch
    Costumi: Colleen Atwood
    Trucco: Irene Aparicio, Fern Buchner, Bridget Cook, Selena Evans-Miller, Matthew W. Mungle, Ve Neill, Rick Provenzano, Kim Santantonio, Susan Schuler-Page, Werner Sherer, Liz Spang, Rick Stratton, Yolanda Toussieng, Mary Ann Valdes, Lynda Kyle Walker, Brad Wilder, Stan Winston, Steve LaPorte

    PREMI

    Saturn Award 1992: Miglior Film Fantasy (Tim Burton)
    BAFTA 1992: Miglior Scenografie (Bo Welch)
    Premio Hugo 1991: Miglior presentazione drammatica (Tim Burton)
    2 premi al Sant Jordi Awards 1992:
    Miglior Attrice Straniera (Winona Ryder)
    Miglior Film Straniero (Tim Burton)
    Nomination al Premio Oscar 1991: Miglior Trucco (Ve Neill, Stan Winston)
    5 nomination ai Saturn Award 1992:
    Miglior Attrice (Winona Ryder)
    Miglior Costumi (Colleen Atwood)
    Miglior Musica (Danny Elfman)
    Miglior Attore non Protagonista (Alan Arkin)
    Miglior Attrice non Protagonosta (Dianne Wiest)
    3 nomination ai BAFTA 1992:
    Miglior Costumi (Colleen Atwood)
    Miglior Trucco (Ve Neill)
    Migliori Effetti Visivi Speciali (Stan Winston)
    Nomination al Premio Golden Globe 1991: Miglior Performance di un Attore in un Film Cinematografico o Televisivo (Johnny Depp)
    Nomination al Premio Grammy 1992: Miglior Composizione Strumentale Scritta per un Film Cinematografico o Televisivo (Danny Elfman)


    « Non mi ha finito. »
    (Così un malinconico Edward spiega il perché delle sue protesi metalliche)

    Edward Mani di forbice è un film di Tim Burton del 1990, con Johnny Depp. Il film segna l'inizio di una sempre più stretta collaborazione tra lui e il regista, nonché l'instaurarsi definitivo della collaborazione tra il regista e il compositore Danny Elfman.
    Il film è una fiaba drammatica situata in un'esagerata e altamente stereotipata visione del suburbio americano e della tipica famiglia americana che vi abita. Combina intenzionalmente i cliché e gli stili cinematografici degli anni '50, '60 e '80. Il concetto, e molti dei temi di Edward mani di forbice possono essere comparati al romanzo gotico inglese Frankenstein di Mary Shelley e alla leggenda francese de La Bella e la Bestia.
    Edward mani di forbice fu un modesto successo al box office, guadagnando 56 milioni di dollari in tutto il mondo. La critica acclamò il film come un racconto senza tempo di amicizia; è spesso citato come il miglior film di Burton. Il regista considera Edward mani di forbice come il film che più incarna il suo lato personale.
    Da sottolineare la presenza tra gli attori di Vincent Price, di cui il regista è sempre stato un gran estimatore (vedi il cortometraggio Vincent del 1982). Il film sarà il penultimo dell'artista.

    TRAMA

    « Una volta, tanti e tanti anni fa, viveva in quel castello un inventore, e tra le tante cose che faceva, si racconta che diede vita ad un uomo. Un uomo con tutti gli organi: un cuore, un cervello, tutto. Beh, quasi tutto. Perché, vedi, l'inventore era molto vecchio, e morì prima di finire l'uomo da lui stesso creato. Da allora, l'uomo fu abbandonato, senza un papà, incompleto e tutto solo. »

    Un eccentrico e anziano inventore vive da solo in un castello in cima a una piccola montagna. Passeggiando in mezzo alle proprie macchine, un giorno, ha l'intuizione di sfruttarne una per creare un essere umano vivo e vegeto. In poco tempo, quest'uomo riesce nel proprio intento, e chiama Edward il ragazzo a cui dà la vita. Egli è una persona vera scaturita dalla genialità dell'inventore eremita.
    Mentre ultima le modifiche sull'insolito "figlio", l'inventore gli trasmette nozioni di galateo, di buona educazione, e di luoghi comuni. Una tragedia improvvisa, però, incombe su entrambi: il vecchio uomo muore prima di dare alla creazione un paio di mani, al posto delle quali ha un insieme di forbici molto taglienti.
    Molti anni dopo, una rappresentante di cosmetici, Peggy, raggiunge il castello, che da tempo la incuriosisce. Superato lo spavento iniziale dovuto alle insolite mani di quella strana creatura, Peggy porta a casa con sé Edward.
    Il ragazzo incontra il marito e il piccolo figlio della gentile signora, con cui instaura buoni rapporti sebbene essi risultino un po' impacciati dalla sua presenza. Il giovane inizia presto a farsi strada come giardiniere, dando a piante e a siepi le forme di fantasia più originali.
    Di ritorno dal campeggio in montagna, la figlia di Peggy, Kim, incontra questo insolito gentiluomo, da cui rimane impaurita, ma solo inizialmente. Seguiranno istanti in cui lei, anziché paura, proverà verso di lui imbarazzo. Il suo ragazzo, invece, Jim, figlio di un ricco uomo, vorrebbe approfittarsi della sua ingenuità e della sua gentilezza per mettere a punto un furto nella sua stessa casa.
    Sempre più benvoluto e apprezzato come giardiniere e parrucchiere, Edward accetta di aiutare Kim, credendo solo di favorirli nel legittimo recupero di cose che alcuni ladri avevano loro rubato.
    A sorpresa, la polizia irrompe nella casa, ma arresta solo Edward, poiché Jim è scappato trascinando con sé la riluttante Kim.
    Rilasciato a seguito di un breve periodo di detenzione, Edward ritorna a casa di Peggy, ma la gente gli ha già voltato le spalle, ritenendolo non solo un diverso, uno storpio, ma addirittura un mostro spaventoso e incontrollabile.
    Dopo aver ferito inavvertitamente Kim, Edward ha uno scontro con Jim, che ferisce a un braccio. Scappato nuovamente nel castello di suo padre, Edward si è deciso a concludere per sempre con gli uomini normali, ma viene seguito da Kim, l'unica a provare un sincero senso di colpa verso di lui.......

    PRODUZIONE

    SVILUPPO

    Le origini di Edward mani di forbice si hanno nei disegni d'infanzia del regista Tim Burton, che rifletteva così i suoi sentimenti di isolamento e di incapacità di comunicazione con le persone intorno a lui. Burton affermò che era spesso solo ed aveva problemi ad intrattenere amicizie. «Avevo la sensazione che le persone avevano semplicemente quest'impulso a lasciarmi da solo per qualche ragione, non so esattamente perché.» Commentò anche che «[questa cosa era] associata subcoscientemente ed era connessa ad un soggetto che voleva toccare ma che non poteva; che era sia creativo che distruttivo». Burton affermò che «nel business cinematografico, nel successo, nella vita ad Hollywood o nella mia infanzia, tre parole si ripetono con una regolarità che si rianima nelle orecchie di ogni mia introflessione: paura, pericolo e, più frequente di tutte, incorporeità. Così mi chiedo perché ogni cosa mi sembra incorporea?» Inoltre, Burton cita l'influenza di Frankenstein di Mary Shelley, del Fantasma dell'opera di Gaston Leroux, del Gobbo di Notre-Dame di Victor Hugo, di King Kong e de Il mostro della laguna nera.

    Dopo il successo di Pee-wee's Big Adventure (1985), Burton portò l'idea ai suoi agenti della William Morris Agency, dove questi lo presentarono a Caroline Thompson, pensando che i due potessero lavorare insieme. Burton lesse una storia breve di lei intitolata Primogenito, che parlava di un aborto che ritornava in vita. Affermò anche che la storia dipingeva un tono che lui stesso voleva per il film. Durante la pre-produzione di Beetlejuice - Spiritello porcello (1988) seppe che lei era la più adatta a scrivere il copione, pagandola con qualche migliaia di dollari di sua tasca, e così, commissionò la Thompson per scriverne la sceneggiatura. Nella Thompson, Burton trovò uno spirito affine che avrebbe poi scritto la sceneggiatura per altri progetti lungometrati di Burton, come Nightmare Before Christmas. Caroline Thompson affermò che scrisse la sceneggiatura come fosse per una "poesia d'amore" rivolta a Burton, chiamandolo «la persona più articolata che conosca, ma che non riuscirebbe a mettere insieme una sola frase». Inizialmente Burton aveva il piano di realizzare il film come un musical, spiegando che «mi sembrava grande e operistico», ma poi abbandonò l'idea.

    Non fu prima del successo commerciale di Batman (1989) che Burton si poté definire un famoso regista commerciale. Questo gli diede l'opportunità di realizzare qualsiasi film egli desiderasse. Invece di fare un'altra cannonata cinematografica, od il sequel di Batman (che poi farà: Batman - Il ritorno) che la Warner Bros. così tanto bramava, Burton sentì che era il giusto momento per Edward mani di forbice. Benché Burton fosse associato con la Warner Bros. con i suoi tre precedenti lungometraggi, trovò lo studio non ricettivo alla sua idea, e andò alla ricerca di altri studio che gli potessero dare la libertà di fare il film a suo modo. Burton affermò che «la Warner semplicemente non lo volle, cosa che era buona perché sapevo che non volevano farlo. Tentai di lavorare con persone che volevano fare ciò che io volevo fare. Anche ora tento di misurarmi con persone che lo fanno per me o perché adorano il progetto stesso.» Quando commissionava il copione a vari studio, Burton scherzava nel proporlo, dicendo che si trattava di un pacchetto ergo, lui e la Thompson non avrebbero avuto difficoltà creative nel riscriverlo se lo studio non approvava l'attuale. Alla fine trovò la 20th Century Fox per finanziare il film.

    RIPRESE

    Il cast ed il gruppo spese dodici settimane nelle riprese in Florida, dove trovarono una comunità occupata nella quale poter filmare, la suddivisione di Carpenter's Run a Lutz. Riguardo la location, in accordo con le decisione dello scenografo Bo Welch, essa doveva essere "un tipo di generico suburbo pianeggiante, che rendemmo il più banale possibile dipingendo tutte le case in un colore pastello sbiadito, e riducendo le dimensioni delle finestre per farlo sembrare un po' più paranoico." Sessanta differenti case furono ripitturate per la visione suburbana di Tim Burton, tutte quante erano abitate e gli occupanti furono d'accordo nel cambiare i loro colori esterni abbaglianti.
    Il regista affermò riguardo al film ed alla scenografia che "Molto di essa rappresentava per me un ricordo della mia crescita in periferia. Non è un cattivo posto. È un posto bizzarro. È un luogo in cui alcune persone crescono e si chiedono "Perché ci sono resine d'uva sul muro?" (ma altri no). Tentammo di renderlo divertente e strano senza essere critici. È un posto in cui è presente molta integrità." La produzione poi si trasferì in un set di Los Angeles, California, per riprendere le scene del palazzo.

    COLONNA SONORA

    Danny Elfman, che collaborò precedentemente con Burton in Pee-wee's Big Adventure, Beetlejuice - Spiritello porcello e Batman fu ingaggiato per comporre la musica. Elfman descrive tre temi che appaiono nel film, il primo è il "Tema Principale" (con ciò che lui chiama "lo stile del libro di storie"). L'"emozionale" (o secondo tema) è caratterizzato da Kim nonna mentre racconta alla sua nipotina la favola prima di andare a letto. Elfman affermò che questo era l'originale "Tema di Edward" così come una possibile musica per il tema principale, ma entrambi Burton ed Elfman decisero di abbandonare l'idea. Credeva che questo pezzo creava "il cuore del personaggio". "Il Ballo di Ghiaccio", la composizione più riconoscibile, conclude il terzo ed ultimo tema. Elfman prese anche a comporre un "Tema Suburbano" seriamente, dipingendolo come un'opportunità per il film. Nella scena in cui Edward taglia i capelli di varie casalinghe del vicinato, Elfman affermò che non fu intenzionale "aggiungere un ritmo da tango tzigano, o spagnolo," definendolo casuale. Elfman descrisse la musica di sottofondo come "attorcigliante il tema" o "i temi che erano stati scritti innocentemente; sembra diventare sempre peggio." Nella scena in cui Edward entra in casa dei Boggs e guarda alle foto di famiglia è il momento musicale che Elfman considera migliore in tutto il film.

    Elfman afferma di essere stato sempre alleviato alla fine di un lavoro su un film, ma su Edward mani di forbice si sentì l'esatto opposto, affermando che voleva di più e sperava che il film fosse più lungo. Sinora, Elfman cita il suo lavoro sul film come il suo più personale e favorito film su cui ha lavorato. Inoltre, Elfman lo considera anche come il più difficile a cui ha lavorato, affermando scherzosamente che fu "anche più difficile di Batman". Fu in seguito al suo lavoro su Edward mani di forbice che conquistò il titolo di compositore cinematografico. Nondimeno, Elfman teorizza scherzosamente che i pezzi e le note della colonna sonora appaiono simultaneamente in vari trailr cinematografici o in pubblicità televisive. Elfman fu romanticamente impegnato con la scrittrice Caroline Thompson durante la produzione del film. Inoltre, riguardo la musica di Elfman, tre canzoni furono interpretate da Tom Jones, le quali appaiono alla fine del film. Elfman stesso riconosce Burton come creativo nello scegliere le canzoni "It's Not Unusual", "Delilah" e "With These Hands". "It's Not Unusual" sarebbe poi apparsa in Mars Attacks! (1996), altro film di Burton in collaborazione con Elfman e con lo stesso Tom Jones che appare nel film come cammeo.

    REAZIONI

    Edward mani di forbice fu proiettato la prima volta America il 7 dicembre, 1990 e guadagnò 6.325.249 dollari nella sua settimana d'apertura. Ciò fu di una certa delusione per la 20th Century Fox, che pensava potesse battere il Batman (1989) dello stesso Burton e l'E.T. l'extra-terrestre (1982) di Steven Spielberg. Benché fu ben anticipato con un po' di pubblicità (soprattutto per passaparola) avrebbe alla fine conquistato un modesto guadagno di 56.362.352 dollari, a livello mondiale, potendo così superare il budget iniziale di 20 milioni. Box office a parte, il film divenne il più alto guadagno della 20th Century Fox nel 1990. Fu però ottimo il risultato al VHS, lanciato nel 1991 e che guadagnò 27.500.000 dollari per il solo noleggio.

    CURIOSITA'

    L'aspetto di Edward, soprattutto capelli e trucco è ispirato a Robert Smith, frontman e leader del gruppo The Cure.
     
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    ALIEN

    Titolo originale: Alien
    Paese: USA
    Anno: 1979
    Durata: 116 min (director's cut)
    Regia: Ridley Scott
    Soggetto: Dan O'Bannon, Ronald Shusett
    Sceneggiatura: Dan O'Bannon

    Interpreti e Personaggi:


    Sigourney Weaver: Ripley
    Tom Skerritt: A. Dallas
    Veronica Cartwright: J. Lambert
    Harry Dean Stanton: S. E. Brett
    John Hurt: G. E. Kane
    Ian Holm: Ash
    Yaphet Kotto : Parker
    Helen Horton : Computer 'Mother' (voce)

    Fotografia: Derek Vanlint
    Montaggio: Terry Rawlings, Peter Weatherley
    Effetti speciali: Carlo Rambaldi, Bernard Lodge, Hans Ruedi Giger
    Musiche: Jerry Goldsmith
    Scenografia: Michael Seymour

    PREMI

    Premi Oscar 1980: Oscar per i migliori effetti speciali
    1 Premio Hugo 1980: "Best Dramatic Presentation"
    3 Saturn Award 1980: miglior film di fantascienza, miglior regista e miglior attrice non protagonista (Veronica Cartwright)
    1 BAFTA 1980: miglior design di produzione
    2 Premi Silver Seashell 1979: miglior film e migliori effetti speciali


    « In space no one can hear you scream »
    « Nello spazio nessuno può sentirti gridare »


    Alien è un film horror fantascientifico del 1979, diretto da Ridley Scott.
    Ha dato origine ad una fortunata serie di pellicole e fumetti. È considerato uno dei capolavori del regista Scott. Le vicende ruotano attorno ad una terrificante specie aliena, che nel film viene identificata con la generica definizione xenomorfa. Questi animali sono delle perfette macchine per uccidere e si riproducono parassitando gli altri esseri viventi, che muoiono al momento della nascita del piccolo alieno.
    Alien è il primo film della serie. Finora ha avuto tre sequel, sempre con Sigourney Weaver come protagonista: Aliens - Scontro finale, Alien³ ed Alien: la clonazione. Sono stati inoltre prodotti due prequel, Alien vs Predator e Alien vs. Predator 2, in cui vengono narrate vicende accadute centinaia di anni prima rispetto al primo film, che sono anche un crossover con un'altra serie cinematografica, Predator, avente per protagonisti dei feroci alieni predatori.
    Nel 2002 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

    TRAMA

    L'astronave da trasporto Nostromo, in viaggio di ritorno verso la Terra, atterra sul satellite di un pianeta alieno in risposta a una chiamata di soccorso. Una volta scesi sul pianeta sconosciuto, 3 dei 7 membri dell'equipaggio si avviano all'esterno, protetti da tute spaziali, in cerca della fonte del segnale. Poco dopo, gli astronauti rinvengono un relitto alieno, precipitato molti anni prima. All'interno del relitto un membro dell'equipaggio, Kane (John Hurt), viene attaccato da un parassita fuoriuscito da uno strano uovo, che gli buca lo scafandro attaccandoglisi al viso. Riportato sulla Nostromo dai due compagni, Kane viene visitato dall'ufficiale scientifico Ash (Ian Holm) che propone la sua ipotesi: l'essere è un parassita che ha paralizzato Kane, mantenendolo vivo seppur in stato di coma. Il capitano Dallas (Tom Skerritt) e Ash tentano di liberare Kane dal parassita tentando la via della rimozione ma, dopo aver ferito una della zampe dell'animale, capiscono che è praticamente impossibile: l'alieno ha un potentissimo acido molecolare al posto del sangue, un meccanismo di difesa che complica ancora di più la sua rimozione senza danneggiare o addirittura uccidere il compagno. Nel frattempo si accresce l'astio tra Ash e il tenente Ripley (Sigourney Weaver), che accusa il medico di aver violato la quarantena permettendo l'ingresso nella nave all'essere sconosciuto. Dopo numerose ipotesi l'equipaggio assiste a un fatto inaspettato: il parassita dopo alcune ore si stacca dal viso di Kane e muore e, dopo un altro periodo di tempo piuttosto breve Kane si risveglia tra lo stupore generale: è visibilmente provato e non ricorda nulla dell'accaduto. I membri dell'equipaggio, felici per la ripresa dell'amico, decidono di consumare un ultimo pasto prima di ibernarsi in attesa dell'arrivo sulla Terra, ma durante la cena Kane presenta dei sintomi strani ed inizia ad avere delle violente convulsioni. In pochi secondi una creatura gli sfonda il torace uccidendolo e scappando alla vista dei suoi attoniti compagni. Il parassita, dunque, altro non era che un "intermediario" che aveva iniettato a Kane la larva dell'organismo ospite che lo aveva ucciso. Dopo aver espulso il corpo del povero Kane nello spazio inizia la caccia al mostro: Brett (Harry Dean Stanton), uno degli ingegneri di bordo, è il primo a entrare in contatto con l'alieno, che lo attacca e lo trascina in un condotto di raffreddamento. Il suo collega Parker (Yaphet Kotto) e Ripley non riescono ad accorrere in suo aiuto ma riescono per qualche secondo a scorgere la creatura, che nel breve lasso di tempo dalla sua nascita è diventata alta più di 2 metri. Il secondo a scomparire è Dallas che, entrato in un condotto d'aria nel tentativo di stanare l'alieno, viene sorpreso da quest'ultimo.
    Le caratteristiche fisiche dell'alieno, la sua biochimica basata sul silicio anziché sul carbonio, il potentissimo acido corrosivo che gli scorre nelle vene, la sua abilità a nascondersi e a muoversi nei condotti d'aria e la sua spietata ferocia lo rendono un avversario apparentemente invincibile viste le capacità degli astronauti. Ripley, dopo la morte di Dallas, assume il comando in qualità di terzo ufficiale e scopre dal computer di bordo che Ash è incaricato dalla compagnia di introdurre nell'astronave l'alieno (il segnale captato dal computer all'inizio del film non era in realtà un SOS bensì un avviso di pericolo), nonché di proteggerlo fino all'arrivo sulla Terra, dove sarebbe stato studiato e potenzialmente utilizzato come arma biologica. Secondo la procedura (denominata "ordine particolare 937"), la priorità assoluta è far sopravvivere la creatura anche a costo di sacrificare le vite dei membri dell'equipaggio. Ash, rivelatosi un androide, cerca di uccidere Ripley per impedirle di raccontare le sue scoperte agli ultimi due compagni sopravvissuti. Salvata dall'ingegnere di bordo Parker che con un colpo di estintore decapita Ash, Ripley, lo stesso Parker e l'altra sopravvissuta, il navigatore Lambert (Veronica Cartwright), approntano la capsula di salvataggio e pianificano di far esplodere la Nostromo con la creatura al suo interno. Mentre Ripley recupera e mette in gabbia il suo gatto Jones, Lambert e Parker vengono colti di sorpresa dalla creatura mentre caricavano moduli di refrigerante per il sistema di sopravvivenza criogenico della capsula. Vengono uccisi entrambi. Ripley inutilmente accorre alle loro urla e fugge disperata dall'astronave dopo aver attivato l'autodistruzione..........

    COMMENTO

    Alien ripropone il filone fanta-horror degli anni cinquanta, svuotato dell'ingenuità che caratterizzava i film di quegli anni. Diversi sono gli elementi di rilievo: l'accurata orchestrazione visiva del regista Ridley Scott introduce un'estetica gotica ribaltando l'ambientazione "NASA" del cinema di fantascienza degli anni settanta in cui a predominare era la purezza del bianco e degli ambienti geometrici. In questo modo con questo film - e con il successivo Blade Runner - Scott spinge a livelli estremi la cupezza ed il pessimismo che il genere aveva sviluppato in quegli anni. Qui infatti ci troviamo di fronte alla rappresentazione di forme indefinibili e di una fusione "oscena" dell'umano con l'alieno, dell'organico con l'inorganico secondo l'estetica dell'artista svizzero Hans Ruedi Giger. Si vedano a tal proposito il look del pianeta, del relitto alieno, e dell'alieno stesso, tutti disegnati e realizzati da Giger (all'italiano Carlo Rambaldi viene dato il compito di mettere a punto una testa meccanica dell'alieno per i primi piani). Una delle ossessioni di Giger è quella di introdurre nell'inorganico tratti marcatamente organici (soprattutto sessuali) e viceversa. Questo lo si può vedere bene, ad esempio, nella lingua retrattile dell'alieno o nell'apertura "vaginale" che caratterizza sia le uova che l'astronave aliena. La modalità stessa di riproduzione della creatura prevede l'inseminazione forzata di un umano - uno stupro stilizzato (che include però una chiara erezione da parte dell'incosciente vittima) - e il conseguente concepimento attraverso una "penetrazione all'inverso". Ma Scott vuole che anche il design dell'astronave madre Nostromo, enorme e labirintica, segua la stessa idea, per cui, ad esempio, nella scena finale l'alieno, accucciato in posizione fetale in un angolo della navicella di salvataggio, si confonde con le tubature pur essendo ben visibile. L'estetica gotica, il design della creatura aliena e delle architetture biomeccaniche avranno una duratura influenza sul cinema di fantascienza degli anni a venire. Le forti allusioni di carattere sessuale continueranno anche all'interno di altri capitoli della stessa serie, anche se smorzate dall'allontanamento di Giger dal progetto. Una novità è comportata anche dalla presenza di un eroe femminile dai tratti vagamente androgini che finirà per prevalere sull'alieno. Questa fu una variazione sulla sceneggiatura originale (che non specificava comunque il sesso dei vari membri dell'equipaggio) dovuta probabimente al successo del film Halloween, la notte delle streghe di John Carpenter (1978), in cui a tenere testa al mostro è una ragazza.

    BOX OFFICE

    Il film, costato 11 milioni di dollari, ne ha incassati, l'anno della sua uscita, 103, di cui 79 solamente negli Stati Uniti. Il 1979 fu dominato dal sentimentale Kramer contro Kramer, che incassò, solamente in patria, 106 milioni di dollari. Nel 2003 la riedizione come Director’s Cut ha accresciuto gli incassi totali del film di ulteriori 2 milioni di dollari.

    HOME VIDEO E MERCHANDISING

    A testimonianza dell'interesse che il film continua ad incontrare presso il pubblico è il nutrito numero di versioni che continuano ad uscire nel circuito home video. Ad una versione in DVD del 1999 di ottima qualità, e con un notevole apporto di materiale extra, è seguita nel 2003 la Special Edition su due dischi che ha proposto entrambe le edizioni del film, quella cinematografica del 1979 e la director’s cut. Il film è anche disponibile in cofanetto con gli altri componenti la saga: Alien Legacy del 2000 e Alien Quadrilogy composto da ben 9 DVD. In occasione del 25° Anniversario del film il cofanetto Quadrilogy si presenta con una Head Pack in tiratura limitata in cui i DVD sono disposti all'interno della fedele riproduzione della testa della creatura aliena. Il 2005 ha visto l'uscita del film nella versione in UMD.
    Molto esteso il numero di prodotti che gravitano intorno al film. Si va dalla locandina del film di recente proposta in versione tridimensionale, alle action figure, alle statue, busti della creatura di ogni genere disponibili anche in scala 1:1 e in versioni realizzate sotto la supervisione di Giger e da lui autografate, maschere in lattice, videogiochi, fino ad arrivare ai peluche della creatura. In concomitanza con l'uscita del film nelle sale da ricordare anche il romanzo e il fumetto Alien: the illustrated Story.

    DIRECTOR'S CUT

    Del film esiste una versione Director's cut rimasterizzata con tecnologia digitale e distribuita negli Stati Uniti per la festa di Halloween del 2003 in occasione del 25esimo anniversario. In questa versione compaiono delle scene tagliate nella prima edizione. In realtà, come scrive lo stesso Scott nelle note del DVD, quella originale va considerata in tutto e per tutto la "sua" versione. Quella nuova va considerata solo un'occasione per vedere sequenze precendentemente tagliate dallo stesso Scott - in particolare la scena in cui Ripley scopre dei bozzoli con il Capitano Dallas ancora vivo che la supplica di ucciderlo (scena poi ripresa da una analoga nel seguito Aliens - Scontro finale) - per motivi soprattutto di ritmo.

    COLONNA SONORA

    Il film è caratterizzato da un approccio musicale particolare, dovuto al compositore americano Jerry Goldsmith, veterano delle colonne sonore, nome spesso collegato al cinema di genere fantascientifico o horror (ad esempio sono di questo musicista le partiture de Il pianeta delle scimmie, Il presagio e di La fuga di Logan; proprio nel 1979 Goldsmith scrisse anche la partitura di Star Trek - il film, introducendo in tale occasione uno dei temi più caratteristici della nota saga spaziale).
    Goldsmith, autore eclettico, versatile e attento a sottolinare con le sue composizioni ogni più sottile sfumatura drammatica presente nelle pellicole, aveva inizialmente elaborato per Alien una partitura mista, con il proposito di unire episodi musicali di sapore tardo romantico (in uno stile che si colloca idealmente a metà strada tra Debussy e Mahler), a pagine decisamente più avanguardistiche, sperimentali ed atonali. Questa seconda parte più innovativa è caratterizzata da una sofisticata ricerca timbrica: all'orchestra sinfonica di tipo classico si aggiungono strumenti inusuali, come il dispositivo elettronico chiamato echoplex (che consente di far echeggiare a lungo singoli suoni ed evoca così l'idea di ambienti enormi e dai confini indistinguibili), o rari strumenti acustici provenienti dal folclore (in particolare orientale). In assenza di facili riscontri melodici, questo approccio musicale suggerisce con efficacia l'idea di un freddo e spaesante ambiente, alieno ed ostile.
    Il regista del film (in parte influenzato dal montatore Terry Rawlings, desideroso di mantenere nella pellicola brani provvisori di musica pre-esistente, da lui utilizzati nella fase di montaggio) ritenne preferibile enfatizzare soprattutto le composizioni di stampo più avveniristico e moderno, e chiese pertanto a Goldsmith di ridurre al minimo le pagine di musica sinfonica tradizionale, introducendo al posto ulteriori nuove composizioni del secondo tipo.
    Nella montaggio finale la musica del film ha subito ulteriori interventi, questa volta senza il coinvolgimento del compositore. In particolare, durante lo scorrimento dei "titoli di coda" è stata usata una porzione della Sinfonia n. 2 "Romantica" di Howard Hanson, mentre in alcuni momenti d'azione sono stati recuperati vecchi brani che Goldsmith aveva composto quindici anni prima, per il film di John Huston Freud, passioni segrete (1960). Il musicista non apprezzò questi cambiamenti arbitrari sul suo lavoro, e dichiarò in più di un'occasione di ritenere detestabile l'esperienza artistica vissuta con Scott e Rawlings, sebbene nel 1985 egli sia tornato a collaborare con entrambi per il film Legend, pure in questo caso non senza incidenti, che culminarono con la sostituzione della partitura di Goldsmith nell'edizione americana del film. La crisi collegata alla realizzazione della partitura di Alien è ben descritta e documentata nelle interviste rilasciate dal musicista, dal regista e dal montatore Rawlings, e presenti negli inserti speciali dell'edizione in dvd di Alien, dov'è anche possibile ascoltare su piste sonore isolate le due differenti versioni della partitura del film. Ridley Scott in queste interviste ha dichiarato di essersi sempre rammaricato delle tensioni sorte con l'autore delle musiche, ed ha riconosciuto l'alta qualità e il merito del lavoro di Goldsmith, sottolineando lo speciale apporto, in termini di tensione e di smarrimento, che viene attribuito dalle musiche alle sequenze del film.
    La colonna sonora di Alien è divenuta punto di riferimento per molte altre partiture degli anni successivi, destinate in particolare al cinema di fantascienza o horror, a cominciare dai sequel di questo film. Nella pellicola Aliens - Scontro finale, ad esempio, si ascoltano alcune pagine ricavate proprio da brani di Goldsmith scritti per il primo film. L'utilizzo dell' echoplex è presente in quasi tutti gli episodi successivi e rappresenta una specie di "logo" musicale caratteristico della saga.
    Nel 2008 l'intera partitura musicale, eseguita sotto la direzione d'orchestra di Lionel Newman dalla National Philharmonic Orchestra di Londra, è stata pubblicata negli Stati Uniti dall'etichetta discografica specializzata in musica per cinema Intrada, in un doppio cd contenente tutti i brani di Goldsmith, anche quelli esclusi nella versione finale del film.

    SEQUEL E CROSS-OVER

    1979: Alien di Ridley Scott
    1986: Aliens - Scontro finale di James Cameron
    1992: Alien³ di David Fincher
    1997: Alien: la clonazione di Jean-Pierre Jeunet

    Le vicende degli Alien si intrecciano con quelle dei Predators nei seguenti film:

    1990: Predator 2 Nella lotta finale tra Danny Glover e Predator all'interno della navicella è presente il teschio di un Alien.
    2004: Alien vs. Predator di Paul W.S. Anderson
    2007: Aliens vs. Predator 2 di Colin Strause e Greg Strause

    In sviluppo:

    2011: Alien Prequel


    SCENE TAGLIATE

    Trasmissione di origine sconosciuta: Lambert effettua il rilevamento del pianeta da cui parte il segnale di SOS.
    Lambert affronta Ripley: il motivo dello scontro è il rifiuto di Ripley a far rientrare a bordo dell'astronave i suoi compagni dopo che il face hugger aveva aggredito Kane.
    La sorte di Kane: discussione sul destino di Kane dopo l'aggressione del face hugger.
    Tensione tra Ripley e Parker: breve scena in cui si evidenzia il nervosismo che corre tra i due
    Preparazione del pattugliamento: dopo la fuga del chestburster il gruppo si riunisce per organizzarne la cattura.
    La morte di Brett: Parker e Ripley riescono a vedere per un attimo la creatura subito dopo l'aggressione di Brett.
    Ripley tranquilizza Lambert: dopo la morte di Dallas le due donne hanno un breve dialogo da cui emergono i sospetti di Ripley verso Ash.
    La sequenza del bozzolo: la scena tagliata più famosa, in cui Ripley scopre i corpi di alcuni suoi compagni e in cui si spiega il ciclo vitale della creatura.

    CURIOSITA'

    Dan O'Bannon e Roland Shusett, autori del soggetto, avevano collaborato nei primi anni 'Settanta con i disegnatori Chris Foss e Hans Ruedi Giger per il progetto mai avviato del film Dune con la regia di Alejandro Jodorowsky. Meteriale e disegni furono riutilizzati per Alien. O'Bannon aveva scritto intanto un soggetto horror che aveva per scena un bombardiere americano dellla Seconda Guerra Mondiale, trasposto nell'episodio B17 del film a d'animazione Heavy metal (1980), idea embrione per Alien.
    Il gatto di bordo "Jonesy" apparirà anche all'inizio del film "Aliens". Assieme a Ripley e all'androide Bishop ("Aliens" e "Alien3") Jonesy è, dunque, uno dei tre personaggi che compaiono per più di un episodio nella saga.
    Lo scrittore di fantascienza Alfred Elton van Vogt minacciò di intentare causa per plagio contro i realizzatori del film, accusandoli di aver tratto l'idea di Alien dal suo racconto del 1939 "Discord in Scarlet" (edito in Italia nel volume Crociera nell'infinito). Obiettivamente, esistono alcune somiglianze fra la trama del primo film e la novella di van Vogt:
    la superiorità indiscussa del mostro sull'umano;
    le tecniche riproduttive dei due alieni, che utilizzano entrambi un essere umano vivente come ospite;
    sia nel film sia nel racconto il mostro viene sconfitto venendo espulso, con l'inganno, nello spazio.
    Fra le parti fu comunque raggiunto un accordo economico.
    L'immagine che Ridley Scott ha scelto per il personaggio "Alien" è stata opera della mano dell'artista H.R. Giger, il quale riprende una sua famosa scultura. Per le scene a figura intera dell'alieno si tratta di una maschera indossata da uno studente africano dalla statura superiore i due metri.
    La scena in cui l'equipaggio della Nostromo trova dei giganteschi resti presenta delle evidenti analogie con l'analoga scena presente in Terrore nello spazio di Mario Bava, del 1965.
    In un episodio dei Simpson il bidello Willie insegue il cane di Bart nelle condutture d'aria della scuola, mentre il direttore Skinner osserva la scena su uno schermo dove loro due sono rappresentati da puntini blu: si tratta evidentemente di una parodia della famosa scena di "Alien" dove il capitano Dallas cerca l'alieno nelle ramificazioni dei tubi d'areazione.
    Ridley Scott avrebbe voluto che il film si concludesse con la morte di Ripley. L'alieno si sarebbe quindi seduto ai comandi della navicella e avrebbe parlato alla Terra attraverso la voce dell'eroina. L'ipotesi fu bocciata dai produttori, che volevano un finale meno cupo.
    Ripley originariamente doveva essere interpretata da Veronica Cartwright. Il ruolo andò invece a Sigourney Weaver, mentre alla Cartwright fu affidata la parte di Lambert.
    Lo strato nebbioso che ricopre le uova dell'alieno è stato realizzato con attrezzatura presa in prestito da un concerto degli Who.
    Gli Wumpscut, band di musica elettro-industrial, usa parti sonore tratte dagli episodi 3 e 4 del film Alien nei propri lavori.
     
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  10. mauro255
     
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    ALIENS - SCONTRO FINALE

    Titolo originale: Aliens
    Paese: USA
    Anno: 1986
    Durata: 137 min., 154 min. (Special edition)
    Regia: James Cameron
    Soggetto: James Cameron, David Giler, Walter Hill
    Sceneggiatura: James Cameron

    Interpreti e Personaggi:

    Sigourney Weaver: Ellen Ripley
    Michael Biehn: Dwayne Hicks
    Paul Reiser: Carter J. Burke
    Lance Henriksen: Bishop
    Carrie Henn: Rebecca 'Newt' Jordan
    Bill Paxton: Sold. W. Hudson
    William Hope : Ten. S. Gorman
    Al Matthews : Serg. Apone
    Mark Rolston : Sold. Drake
    Daniel Kash : Pvt. Spunkmeyer
    Jenette Goldstein : Sold. J. Vasquez
    Colette Hiller : Cpl. Ferro
    Cynthia Dale Scott: Cpl. Dietrich

    Fotografia: Adrian Biddle
    Montaggio: Ray Lovejoy
    Effetti speciali: Mark Williams
    Musiche: James Horner
    Scenografia: Peter Lamont

    PREMI

    2 Premi Oscar 1987:
    migliori effetti speciali
    miglior montaggio sonoro
    8 Saturn Award 1986:
    miglior film di fantascienza
    miglior regia
    miglior attrice (Sigourney Weaver)
    miglior attore emergente (Carrie Henn)
    migliori effetti speciali
    miglior attore non protagonista (Bill Paxton)
    miglior attrice non protagonista (Jenette Goldstein)
    migliore sceneggiatura

    BAFTA ai migliori effetti speciali


    Aliens - Scontro finale (Aliens) è un film del 1986 diretto da James Cameron. È il secondo della serie cinematografica di Alien, ideata nel 1979 dal regista Ridley Scott.
    Il film, uscito nell'inverno del 1986, ha incassato in USA 85.160.248$ e in tutto il mondo 98.156.207$ per un complessivo di 183.316.455$.

    TRAMA

    « Questa volta è guerra »
    (tagline del film)

    Sono passati 57 anni dal primo scontro con l'alieno, la scialuppa di salvataggio dell'astronave Nostromo dopo aver galleggiato nello spazio senza meta viene recuperata da una nave di salvataggio e Ellen Ripley, l'unica superstite, viene estratta dalla cabina di ibernazione. Rimessasi fisicamente, viene però continuamente tormentata da incubi provocati dall'incontro traumatico con l'alieno e dalla perdita dei suoi colleghi. Il confronto con gli azionisti della compagnia non tarda ad arrivare : il suo rapporto sulla vicenda di 57 anni prima viene appreso con incredulità e perplessità dal consiglio, così come l'esistenza di vita aliena e le motivazioni per le quali Ripley fece esplodere la Nostromo per mettersi in salvo. Le viene pertanto revocata la licenza di volo e nel frattempo scopre che, durante il suo periodo di ibernazione e il suo andare alla deriva nello spazio, è stata installata una colonia umana sull'LV426 ( la luna sulla quale avviene il primo incontro con l'alieno, inesplorata al tempo in cui la Nostromo vi atterrò ) e da alcuni giorni si è perso ogni contatto con essa.
    Le viene chiesto allora da un rappresentante della compagnia, Burke, di accompagnare lui e una squadra di Marines spaziali sul pianeta per indagare sull'accaduto, in qualità di "consulente". All'inizio il rifiuto di Ripley è deciso ma i continui incubi e il desiderio di sterminare una volta per tutte le terribili creature ( e la proposta di Burke : se tornerà laggiù le sarà rinnovata la licenza come ufficiale di volo ) le fanno cambiare idea, anche se a malincuore. Decide così di imbarcarsi sulla nave militare USS Sulaco, alla volta della colonia insieme alla squadra di soldati. Al loro arrivo però, nonostante segni evidenti di scontri a fuoco e di rudimentali barricate all'interno del complesso, non trovano nessuna attività umana o aliena, il luogo sembra ormai deserto. Poco dopo scoprono nel laboratorio della colonia sei facehuggers in tubi di conservazione ( due vivi e quattro morti ) e apprendono con orrore che i coloni sono stati probabilmente tutti infettati dagli alieni. Ripley trova l'unica superstite, la bambina Newt, che si nasconde nelle condutture d'aria. La bambina dirà poche parole, ma saranno sufficienti a rafforzare la tesi di Ripley : gli alieni hanno proliferato in grande numero.
    Il marine Hudson riesce a rintracciare il segnale dei trasmettitori dei coloni e a localizzarne finalmente la posizione : risultano tutti nei pressi della stazione di trasformazione, al sottolivello 3. I marines e Ripley si dirigono in quel punto per capire finalmente con cosa hanno a che fare, e la risposta sarà tremenda : arrivati in una stanza scoprono i corpi dei coloni immobilizzati nei bozzoli ed altre evidenti tracce di quello che Ripley aveva sospettato fin dall'inizio. Il sergente Apone è costretto ad usare il lanciafiamme per bruciare un alieno appena nato dal corpo di una ragazza, svegliando l'intero alveare : è l'inizio dell'incubo. Gli alieni, in numero soverchiante, decimano la squadra di soldati che è costretta a battere in ritirata. Il sergente Apone cade vittima degli alieni e, con il tenente Gorman in totale confusione, è Ripley a guidare il mezzo blindato fino all'entrata del nido per recuperare i marines sopravvissuti. Dopo il primo sanguinoso scontro con gli xenomorfi e con il tenente Gorman messo fuori combattimento da una commozione cerebrale, il caporale Hicks prende il comando come secondo in scala gerarchica. Alla luce dei fatti, i sopravvissuti decidono di abbandonare l'LV426 e nuclearizzare la colonia con i missili in dotazione sulla navicella di appoggio. Restano quindi in attesa di essere riportati sulla Sulaco rimasta in orbita attorno al pianeta, ma uno xenomorfo infiltratosi nella navetta preposta ne uccide i piloti Ferro e Spunkmeyer durante il volo, provocando così la caduta e la conseguente distruzione del veicolo che con grande sfortuna di Ripley e compagni cade proprio sul mezzo blindato, distruggendolo : l'unico rifugio consiste ormai nel barricarsi all'interno del centro operativo. Ma le brutte notizie non sono finite : lo schianto della navetta ha provocato un sovraccarico nella struttura, che porterà all'esplosione dell'intero complesso in circa 4 ore.
    L'unica opzione rimasta è controllare tramite comando remoto un'altra navicella e farla arrivare dalla Sulaco, compito per il quale si offre volontario l'androide Bishop in quanto unico ad avere le abilità per portarlo a termine entro il limite di tempo prima dell'esplosione del complesso.
    Nel frattempo i nostri scoprono che fu Burke ad ordinare agli abitanti della colonia di cercare l'astronave aliena ( che a loro insaputa conteneva le uova ) e che quindi è lui il principale responsabile dell'accaduto. Inoltre, ormai totalmente accecato dalla sete di denaro e potere, l'uomo intende riportare alla compagnia i due facehugger ancora vivi conservati in laboratorio per ricavarne milioni di dollari. Scoperto da Ripley, che minaccia di raccontare i suoi crimini alle autorità una volta tornati sulla Terra, Burke rivela la sua natura crudele liberando i due facehugger nel tentativo di infettare Ripley e Newt, in modo da far superare a un alieno la rete sanitaria in maniera "discreta". Il piano non va a buon fine : Ripley e Newt vengono salvate dai marines e Burke viene smascherato. Mentre i marines progettano di giustiziarlo il gruppo, asseragliato nel centro di comando, viene attaccato in massa dagli xenomorfi. Durante la fuga, che costa la vita a Burke e a tutti i marines eccetto il caporale Hicks, Newt viene catturata dagli alieni e portata nel nido per essere infettata. Ripley, dopo aver messo Hicks in salvo sulla navicella con Bishop ai comandi, si lancia alla ricerca di Newt. Giunta nei sotterranei della colonia trova la bimba ( grazie a un localizzatore, dono di Hicks, che lei aveva poi dato alla bambina ) e scopre il nido delle creature, all'interno del quale troverà anche la regina aliena che, dopo aver assistito all'eccidio di alcuni suoi "figli", insegue la fuggitiva fin sulla Sulaco, agganciandosi all'insaputa di tutti alla navetta di salvataggio pilotata da Bishop.........

    L'EDIZIONE DIRECTOR'S CUT

    Nel 2000, la 20th Century Fox rilascia sul mercato il DVD "Aliens - Edizione Speciale" dove, per la prima volta, i 17 minuti di scene inedite che furono eliminate durante il montaggio sono, adesso, integrati. Le sequenze inedite non sono doppiate e sono corredate dai sottotitoli in italiano. Furono eliminate, secondo quanto rilasciato da James Cameron, sia per ridurre la durata del film, sia per enfatizzare la suspense e i misteri della storia. Infatti, in particolare le scene iniziali, svelavano subito alcuni elementi sostanziali della trama.


    I COFANETTI ALIEN COLLECTION E QUADRILOGIA

    La versione Director's Cut è presente sia nel cofanetto Alien Collection - Edizione Speciale 20mo Anniversario (i 4 film su DVD, più un DVD documentario), sia nel cofanetto quadrilogia (9 DVD, due per ciascun film e uno di contenuti inediti). Nel primo cofanetto, l'edizione speciale è in italiano con le scene inedite in inglese sottotitolate. Invece, nel secondo cofanetto, il film integrale è solo in inglese con eventuali sottotitoli. Inoltre, questa versione è anticipata da una breve introduzione di James Cameron.

    ERRATA CORRIGE

    La versione Director's Cut è presente sia nel cofanetto Alien Collection - Edizione Speciale 20mo Anniversario (i 4 film su DVD, più un DVD documentario), sia nel cofanetto quadrilogia (9 DVD, due per ciascun film e uno di contenuti inediti). Nel primo cofanetto, l'edizione speciale è in italiano con le scene inedite in inglese sottotitolate. Invece, nel secondo cofanetto, il film integrale è solo in inglese con eventuali sottotitoli. Inoltre, questa versione è anticipata da una breve introduzione di James Cameron.

    PRODUZIONE

    Il regista curò particolarmente la preparazione e l'immedesimazione nei personaggi degli attori destinati a interpretare i marines spaziali. Tutti loro (persino quelli che nel film hanno ruoli secondari e non pronunciano battute) furono sottoposti a un intenso ciclo di addestramento per affinarne lo spirito di corpo e ricevettero la raccomandazione di leggere il romanzo di fantascienza militare (e militarista) Fanteria dello Spazio. Per la stessa ragione fu intensamente curata la realizzazione di accessori, armamenti ed equipaggiamento per i marines: i loro 'fucili a impulsi' vennero realizzati unendo parti di mitra Thompson, e di fucili Franchi Spas 12 e Remington 870P, le 'smart gun' (usate inizialmente da Vasquez e Drake) erano invece basate su mitragliatrici tedesche MG 42 modificate e installate su supporti da steadicam.
    Inizialmente oltre cinquecento attori bambini vennero esaminati per la parte di Newt. La maggior parte di essi avevano però recitato in spot pubblicitari ed erano quindi abituati a sorridere dopo aver pronunciato le proprie battute. Infuriato dalla cosa (che contrastava con il personaggio di una ragazzina traumatizzata) Cameron scelse infine una bambina senza precedente esperienza recitativa, figlia di un ufficiale dell'esercito U.S.A. distaccato vicino al luogo delle riprese.
    Oltre sedici marionettisti ed effettisti furono necessari per muovere ed operare la colossale regina aliena (alta 420 cm), realizzata dalla compagnia di Stan Winston; di tutti questi due si trovavano direttamente all'interno di essa.
    La scena di Bishop che fa il gioco con il coltello tra le dita di Hudson è stata girata lentamente e poi velocizzata, si può infatti vedere che gli altri personaggi si muovono a una velocità insolita durante la scena.
     
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  11. mauro255
     
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    ALIEN 3

    Titolo originale: Alien³
    Paese: USA
    Anno: 1992
    Durata: 114 min., 145 min. (Special Edition)
    Regia: David Fincher
    Soggetto: Dan O'Bannon, Ronald Shusett
    Sceneggiatura: David Giler, Walter Hill

    Interpreti e Personaggi:

    Sigourney Weaver: Ellen Ripley
    Charles S. Dutton: Dillon
    Charles Dance: Clemens
    Paul McGann: Golic
    Brian Glover: Andrews
    Ralph Brown: Aaron
    Daniel Webb: Morse
    Christopher John Fields: Rains
    Holt McCallany: Junior
    Lance Henriksen: Bishop II
    Christopher Fairbank: Murphy
    Carl Chase: Murphy
    Leon Herbert: Boggs
    Vincenzo Nicoli: Jude
    Pete Postlethwaite: David
    Paul Brennen: Troy
    Peter Guinness: Gregor
    Dhobi Oparei: Arthur
    Philip Davis: Kevin
    Niall Buggy: Eric
    Hi Ching: Company Man
    Danielle Edmond: Newt

    Fotografia: Alex Thomson
    Montaggio: Terry Rawlings
    David Crowther (Special Assembly Cut Edition 2003)
    Effetti speciali: Richard Edlund, George Gibbs, Alec Gillis, Tom Woodruff
    Musiche: Elliot Goldenthal
    Scenografia: Belinda Edwards



    « Uccide a vista ed è piuttosto ripugnante... »
    (Andrews)

    Alien³ è un film horror fantascientifico del 1992 diretto da David Fincher. È il terzo capitolo della serie iniziata nel 1979 con Alien.

    TRAMA

    Il film inizia precisamente da dove era terminato il precedente. Sulla USS Sulaco, la nave con la quale il tenente Ellen Ripley (Sigourney Weaver), il caporale Hicks, la piccola Newt e l'androide Bishop stanno tornando sulla Terra, avviene per circostanze ignote un cortocircuito che provoca un incendio e costringe la nave ad espellere una capsula di salvataggio dove sono contenuti i tubi criogeni e a tentare un atterraggio di fortuna su un pianeta, Fiorina "Fury" 161, una colonia penale abitata solo da 25 detenuti con cromosoma XYY (la doppia y che contraddistinguerebbe gli assassini, stupratori e i serial killer incorreggibili, secondo una teoria oggi in realtà discreditata).
    Tutto questo avviene mentre l'equipaggio è in ipersonno. All'impatto con l'angusta superficie del pianeta sopravvive solo il tenente Ripley, che viene miracolosamente tratta in salvo: il caporale Hicks morirà in seguito allo sfondamento della sua capsula d'ibernazione da parte di un tubo che lo trafiggerà, la piccola Newt morirà in stato di incoscienza per annegamento dentro la sua capsula (che ha avuto un cortocircuito) e infine l'androide Bishop, già gravemente danneggiato, resta quasi totalmente distrutto in seguito all'atterraggio.
    Ripley si riprende dallo stato comatoso post-ibernazione e apprende la notizia della morte dei suoi compagni di viaggio. Dopo aver visto delle bruciature da acido nel relitto della navetta con cui era atterrata, Ripley sospetta che un alieno si sia intrufolato nella Sulaco e che poi sia atterrato insieme a loro su Fiorina 161. Pretende allora di vedere il cadavere di Newt, a cui era emotivamente legata (la considerava quasi una figlia) e convince il dottore a farle una autopsia per vedere se è stata infettata dall'Alieno, ma non si trova niente.
    Ripley chiede ed ottiene di far cremare i corpi di Hicks e Newt nella fornace della colonia penale, in modo che dai loro cadaveri non esca nessun alieno che eventualmente si fosse infiltrato dentro il loro corpo. Durante il cordoglio funebre però un alieno riesce ad infettare e successivamente ad uccidere un cane da cui nasce una nuova forma di alien quadrupede estremamente feroce e letale. Intanto Ripley deve stare rinchiusa nell'infermeria per non farsi vedere dagli altri prigionieri (che non accettano le donne nella loro comunità e la loro religione cristiana radicale gli impone di non provare piaceri corporali). Intanto, uno dei prigionieri viene attaccato dall'alieno che lo acceca spruzzandogli acido in faccia, e il poveraccio cade in una enorme ventola d'aerazione dove viene maciullato dalle pale.
    Ripley non è del tutto convinta che il detenuto sia morto risucchiato da una ventola, anzi, sospetta che sia proprio la creatura aliena che la perseguita a uccidere i detenuti nella prigione, dove sono stati rinvenuti altri cadaveri. Decide allora di controllare il computer di bordo della navetta di salvataggio e per farlo ha bisogno di un suo vecchio amico, l'androide Bishop. Pur di recuperare l'androide, Ripley esce fuori dai complessi dell'infermeria, rischiando di essere addirittura violentata da alcuni detenuti (anche se verrà salvata in tempo dal capo religioso dei prigionieri).
    Recuperato Bishop, Ripley lo riattiva, anche se l'unica cosa che rimane del robot sono la testa, un braccio e una parte del torace. Bishop si collega al computer di bordo della navetta e rivela a Ripley che effettivamente un alieno sotto forma di uovo deposto dalla Regina Alien si era infiltrato nella navetta ed aveva causato un cortocircuito con dell'acido uccidendo nell'ipersonno Hicks e Newt. Bishop inoltre rivela che gli eventi che sono accaduti sulla Sulaco durante il viaggio di ritorno erano stati monitorati dalla Compagnia Weyland-Yutani, e che gli uomini della Compagnia sanno sempre tutto quello che accade.
    Dopo queste rivelazioni Bishop chiede a Ripley di essere scollegato per sempre, perché, anche se lo riparassero, non sarebbe più al 100% delle sue funzionalità. Ripley acconsente alla richiesta del robot spegnendolo per sempre. Intanto un segnale proveniente dalla Compagnia Weyland-Yutani viene captato dal radar della colonia.
    Intanto su Fiorina 161 tutti i detenuti vedono la creatura uccidere il capo della colonia penale e si convincono dell'esistenza dell'Alieno, di cui Ripley parlava. Quando un alieno le risparmia la vita, Ripley capisce di essere stata infettata durante l'ibernazione sulla scialuppa di salvataggio e di essere quindi condannata a morire. Scopre inoltre attraverso una scannerizzazione che l'alieno che porta dentro di sè è una regina. Nel mentre il vicecapo della colonia penale capta un messaggio della compagnia che dice che una loro nave sarebbe atterrata su Fiorina 161 per prelevare il tenente Ellen Ripley.
    Intanto i prigionieri, guidati da Ripley tentano con vari stratagemmi di imprigionare ed uccidere l'alieno, ma falliscono al primo tentativo. Allora decidono di attirarlo usando come esca Ripley e di imprigionarlo dentro un pistone della fonderia dove sarebbe stato colato del piombo fuso. Col sacrificio di quasi tutti i detenuti, riescono ad imprigionare e ad uccidere finalmente l'alieno assassino.
    Intanto la nave della Compagnia atterra sul pianeta e l'equipaggio raggiunge Ellen Ripley nella fonderia. Tra il personale della compagnia Ripley incontra il dottor Michael Bishop (uguale all'androide Bishop) che dichiara di essere il costruttore del robot Bishop. Costui tenta in vari modi di convincere Ripley a venire con loro, perché solo la Compagnia poteva salvarla congelandola ed estraendole chirurgicamente l'Alieno che è dentro di lei. Il tenente è molto riluttante a seguire i dottori della compagnia perché in cuor suo ha capito che il loro intento non è affatto di salvarla, ma di usare l'alieno che è dentro di lei per scopi bellici.........

    STORIA DELLA PRODUZIONE

    La nascita della sceneggiatura per il film Alien³ è stata lunga e travagliata.
    Subito dopo l'uscita e il grande successo del film Aliens - scontro finale (1986), si pensò ad un terzo episodio della saga. Walter Hill, David Giler e Gordon Carrol stesero qualche bozza di soggetto, affidando poi al famoso scrittore di fantascienza William Gibson la stesura della sceneggiatura. Lo sciopero degli sceneggiatori del 1987 tuttavia bloccò tutto il progetto; malgrado la sceneggiatura fosse pronta, William Gibson tornò alla sua attività di romanziere.
    Subentrò allora Eric Red, sceneggiatore di The Hitcher - La lunga strada della paura (1986) e di Il buio si avvicina (1987), il quale affiancò l'allora esordiente Renny Harlin, regista che sarebbe in seguito divenuto famoso per 58 minuti per morire - Die Harder (Die Hard 2, 1990) e Cliffhanger (1993). Red tuttavia ebbe dei contrasti con i produttori, mentre il regista non era soddisfatto di come stava procedendo la lavorazione del film: entrambi abbandonarono la produzione.
    Fu la volta di David Twohy, che nel 2000 scriverà e dirigerà Pitch Black. Twohy, come Eric Red prima di lui, scrisse una sceneggiatura priva del personaggio di Ripley, mentre la Fox voleva assolutamente la presenza di Sigourney Weaver nel terzo episodio. Così, all'insaputa di Twohy, i produttori incaricarono Vincent Ward e John Fasano di scrivere una sceneggiatura con protagonista Ripley. Quando Twohy venne informato da un giornalista, si sentì tradito ed abbandonò la produzione, sebbene la Fox gli avesse assicurato che la sceneggiatura di Ward e Fasano fosse pensata per Alien 4.
    Intanto John Fasano aveva abbandonato il progetto per dedicarsi alla sceneggiatura di Ancora 48 ore: Greg Pruss prese il suo posto. Nel frattempo nei Pinewood Studios di Londra i preparativi per il film erano iniziati, anche se non c'era ancora una sceneggiatura ufficiale. La Fox cominciò ad avere problemi con Vincent Ward: la sua visione del film era troppo costosa per essere realizzata. I dissapori portarono l'autore ad abbandonare il film, così come anche Greg Pruss (che comunque non lavorò più nel cinema).
    David Fincher, che aveva solo esperienza di videoclip, venne assunto come regista, mentre Lerry Ferguson, sceneggiatore di Beverly Hills Cop 2, mise le mani sulla sceneggiatura. Il lavoro di Ferguson lasciò delusi sia Fincher che la Weaver: tutto si fermò di nuovo.
    Walter Hill e David Giler vennero chiamati d'urgenza per cercare di risollevare la situazione. Presero alcuni elementi della sceneggiatura di Twohy e li mischiarono con quella di Ward e Fasano. Il tutto passò per le mani di un nuovo sceneggiatore, Rex Pickett, che miscelò ulteriormente le varie sceneggiature. Alla fine il film venne girato con questa sceneggiatura spuria. Tuttavia nelle sale è uscita una versione abbondantemente tagliata del film, così che la storia è stata ulteriormente modificata, deludendo gli ammiratori.
    I crediti del film presentano Vincent Ward come ideatore della storia, Dan O'Bannon e Ronald Shusett come ideatori dei personaggi, Walter Hill, David Giler e Larry Ferguson come sceneggiatori. Stranamente non viene citato David Twohy, sebbene sia sua l'idea del pianeta trasformato in colonia penale.

    EDIZIONE SPECIALE

    Solo nel 2003, a 10 anni dall'uscita nei cinema ed in occasione del cofanetto per l'home video Alien Quadrilogy, il film venne ripresentato al pubblico nella sua interezza, con le tante scene tagliate o cambiate rimesse insieme. Alcune delle scene hanno subito dei cambiamenti a livello estetico e stilistico: i facehugger vengono mostrati in modo diverso dai precedenti film (alcune immagini si potevano vedere nei materiali pubblicitari dell'epoca) e il primo Alien non viene fuori da un cane, ma da un bovino.

    ADATTAMENTI

    Un romanzo basato sulla sceneggiatura (contenente molte delle scene tagliate, poi rimontate nell'edizione speciale) fu scritto da Alan Dean Foster e la Dark Horse Comics pubblicò una mini-serie di tre numeri, contenente l'adattamento a fumetti della pellicola.

    CURIOSITA'

    James Cameron è rimasto profondamente deluso da Alien³, il seguito di Aliens, affermando che i produttori di tale film hanno stravolto la storia tagliando fuori i personaggi che erano comparsi nel secondo episodio della saga.
    Nella trama originale Newt e il caporale Hicks erano i protagosti assoluti del film, mentre il tenente Ripley rimaneva in criostasi. La trama prevedeva che un guasto ai motori costringesse l'astronave ad attraccare su una stazione orbitale Russa dove venivano condotti degli esperimenti genetici sugli alien. Inoltre Newt, Ripley e Bishop si sarebbero salvati fuggendo a bordo di una navetta diretta verso la Terra, invasa nel frattempo dagli alien.
    Il titolo del film è stato parodiato dai Simpson, nel segmento Homer³ presente nella puntata La paura fa novanta VI.
     
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  12. mauro255
     
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    ALIEN - LA CLONAZIONE

    Titolo originale: Alien Resurrection
    Paese: USA
    Anno: 1997
    Durata: 109 min
    116 min (Director's cut )
    Regia: Jean-Pierre Jeunet
    Sceneggiatura: Joss Whedon
    Fotografia: Darius Khondji
    Montaggio: Hervé Schneid
    Effetti speciali: Alec Gillis, Tom Woodruff Jr.
    Musiche: John Frizzell
    Scenografia: Nigel Phelps

    Interpreti e Personaggi:

    Sigourney Weaver: Ellen Ripley (8)
    Winona Ryder: Call
    J.E. Freeman : Dott. Wren
    Dominique Pinon: Vriess
    Ron Perlman: Johner
    Gary Dourdan: Christie
    Dan Hedaya : Gen. Perez
    Brad Dourif : Dott. Gediman
    Raymond Cruz : Sold. Distephano
    Michael Wincott: Elgyn
    Kim Flowers: Hillard
    Leland Orser: Larry Purvis


    Alien: la clonazione (Alien: Resurrection) è un film del 1997 diretto da Jean-Pierre Jeunet.
    Dopo un'anteprima a Parigi il 6 novembre 1997, il quarto film della saga di Alien uscì ufficialmente negli Stati Uniti il 26 novembre 1997. In Italia è stato distribuito il 27 febbraio 1998.

    TRAMA

    « Sta procreando per te Ripley ed ora è perfetta! »
    (Dott. Gediman)

    Sono passati 200 anni dai fatti narrati nel terzo capitolo della saga ed Ellen Ripley (che si era suicidata alla fine del film precedente, poiché infettata da un alieno) viene clonata nel corso di un esperimento condotto sull'Auriga, una nave militare dei Sistemi Uniti. Lo scopo è quello di recuperare l'embrione di xenomorfo dal suo ventre per produrre degli Alien in larga scala a scopo bellico. L'esperimento riesce all'ottavo tentativo: la nuova Ripley a causa dei processi subiti non è però un semplice essere umano, mantiene i ricordi della sua vita passata, ma ha una sorta di legame empatico con gli Alien e possiede alcune loro caratteristiche, come una forza sovrumana e il sangue acido.
    Dall'esperimento nascono numerose creature, le quali però riescono a liberarsi dallo stato di prigionia in cui sono tenute dagli scienziati facendo a pezzi uno dei loro compagni, in modo da corrodere la pareti delle celle con la fuoriuscita del sangue acido. Le creature, ormai libere, cominciano a uccidere gli umani. Ripley, assieme ad una ciurma di contrabbandieri, deve farsi largo tra le insidie del veicolo spaziale per raggiungere l'ultima navetta disponibile, abbandonarlo e farlo schiantare contro l'atmosfera prima che esso riesca a tornare sulla Terra, portato dal pilota automatico entrato in funzione a causa dell'emergenza, col suo carico di mostri spaziali.
    Nel corso della fuga una Ripley guerrigliera si ritrova ad affrontare per la seconda volta la regina, proveniente dall'embrione che essa stessa portava in corpo; ma anche lei ha subito delle mutazioni in fase di clonazione e ora, oltre a generare delle spore, "partorisce" un mostruoso e letale ibrido umano-alien. Questo si rivolta subito contro la genitrice riconoscendo invece Ripley come madre.
    Il gruppo riesce a raggiungere la navicella all'ultimo minuto e mentre l'Auriga esplode si conclude con successo anche lo scontro con l'ibrido in una stiva della navicella, che viene ucciso da Ripley anche se a malincuore. La navicella raggiunge finalmente l'atmosfera terrestre e il film si conclude con Ripley che guarda la Terra dai finestrini della nave.
     
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  13. mauro255
     
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    IL PADRINO

    Titolo originale: The Godfather
    Paese: USA
    Anno: 1972
    Durata: 175 min
    Regia: Francis Ford Coppola
    Soggetto: Mario Puzo
    Sceneggiatura: Mario Puzo
    Francis Ford Coppola
    Produttore: Albert S. Ruddy
    Casa di produzione: Paramount Pictures

    Interpreti e Personaggi:

    Marlon Brando: Don Vito Corleone
    Al Pacino: Michael Corleone
    James Caan: Santino "Sonny" Corleone
    Robert Duvall: Tom Hagen
    Diane Keaton: Kay Adams
    Talia Shire: Connie Corleone
    John Cazale: Fredo Corleone
    Richard Castellano: Peter Clemenza
    Abe Vigoda: Salvatore Tessio
    Sterling Hayden: Cap. Mark McCluskey
    Al Lettieri: Virgil "Il Turco" Sollozzo
    Gianni Russo: Carlo Rizzi
    Corrado Gaipa: Don Tommasino
    Al Martino: Johnny Fontane
    John Marley: Jack Woltz
    John Martino: Paulie Gatto
    Lenny Montana: Luca Brasi
    Richard Conte: Don Barrese (Barzini)
    Alex Rocco: Moe Greene
    Salvatore Corsitto: Amerigo Bonasera
    Julie Gregg: Sandra Corleone
    Simonetta Stefanelli: Apollonia Vitelli-Corleone
    Saro Urzì: Sig. Vitelli
    Angelo Infanti: Fabrizio il Pastore
    Franco Citti: Calò

    Fotografia: Gordon Willis
    Montaggio: William Reynolds, Peter Zinner
    Effetti speciali: Paul J. Lombardi
    Musiche: Nino Rota
    Scenografia: Dean Tavoularis
    Costumi: Anna Hill Johnstone

    PREMI

    3 Premi Oscar 1973: miglior film, miglior attore protagonista (Marlon Brando), miglior sceneggiatura non originale
    5 Golden Globe 1973: miglior film drammatico, miglior regista, miglior attore in un film drammatico (Marlon Brando), miglior sceneggiatura, miglior colonna sonora originale
    Premi BAFTA 1973: miglior colonna sonora
    National Board of Review Awards 1972: miglior attore non protagonista (Al Pacino)
    2 Kansas City Film Critics Circle Awards 1973: miglior regista, miglior attore (Marlon Brando)
    2 David di Donatello 1973: miglior film straniero, Premio speciale a Al Pacino per la sua interpretazione
    1 Grammy: "miglior colonna sonora"


    « I'm going to make him an offer he can't refuse. »
    « Gli farò un'offerta che non potrà rifiutare. »
    (Vito Corleone)

    Il padrino (The Godfather) è un film del 1972 diretto da Francis Ford Coppola, prima pellicola della trilogia omonima firmata dal regista, ispirata al romanzo omonimo di Mario Puzo.
    La pellicola fu premiata con tre premi Oscar e, insieme al suo seguito, è considerata una pietra miliare della storia del cinema.
    Il padrino è stata infatti considerata la seconda miglior pellicola statunitense della storia dall'American Film Institute, inoltre è al secondo posto della classifica dell'Internet Movie Database.

    TRAMA


    New York, 1945. Vito Corleone, detto il padrino, è un immigrato siciliano che, dopo anni di crimine, principalmente nell'organizzazione del gioco d'azzardo illegale e nei racket sindacali, si è affermato come il più potente dei capi-mafia italo-statunitensi della città. La sua organizzazione, la Famiglia Corleone, con cui gestisce un enorme giro di affari illegali, coinvolge l'iracondo figlio maggiore Santino detto Sonny, Fredo, ingenuo e poco intelligente, e il figliastro Tom Hagen, brillante avvocato divenuto "consigliere" cioè braccio destro del capo. Il suo potere non si basa solo sulla violenza, ma anche e soprattutto sull'"amicizia", che il Capo elargisce generosamente a chi gli chiede favori, ma che pretende ricambiata in maniera assoluta e che gli ha creato negli anni una preziosa rete di conoscenze e protezioni nel mondo cosiddetto "legale".
    Dopo il fastoso matrimonio "alla siciliana" della figlia Constanzia (Connie), Corleone riceve Virgil Sollozzo, pericoloso trafficante di droga chiamato "Il Turco", affiliato alla famiglia Tattaglia, una delle cinque cosche mafiose newyorkesi, che gli chiede protezione giudiziaria e finanziaria per impiantare un traffico di stupefacenti di vasta portata. Il capo rifiuta il proprio appoggio al nascente affare della droga, nonostante il parere favorevole di Santino e di Tom, e tra le famiglie mafiose scoppia una feroce guerra fatta di reciproci attentati ai principali capi e rappresentanti.
    Quando viene a sapere che il padre è in pericolo di vita a seguito di un terribile attentato, Michael Corleone, decorato della Seconda guerra mondiale e unico figlio di Vito a non essere sino allora coinvolto negli affari criminali della famiglia, convince il fratello Santino, che ha preso momentaneamente il comando, a farlo incontrare con Sollozzo per ucciderlo, tendendogli un tranello durante un incontro per trattare una tregua. Michael, alla fine, affronta lo spacciatore di droga e il capitano di polizia corrotto che lo scorta, e li uccide in un ristorante. Per evitare di essere arrestato o ucciso, il giovane lascia gli Stati Uniti e si nasconde nel paese di Corleone, in Sicilia, la terra natìa del padre Vito. Qui incontra e s'innamora di Apollonia, giovane siciliana che sposa, ma che poco dopo muore in un attentato "al tritolo" cui egli scampa fortunosamente.
    Nel frattempo, a New York, Santino cade in un'imboscata, dove viene brutalmente ucciso. Appena ripresosi, Vito riassume il comando e, colpito profondamente dalla morte del figlio, decide di porre fine alla faida convocando un incontro tra i capi delle principali famiglie mafiose italo-statunitensi. Durante l'incontro i boss decidono di permettere lo spaccio di droga, ma con alcune regole che tutti saranno tenuti a rispettare, pena una nuova guerra. In cambio della pace e della garanzia dell'incolumità di Michael, Vito accetta di porre le proprie protezioni giudiziarie al servizio del nascente affare.
    Rientrato in America, Michael prende il posto di Santino nella cosca di famiglia, e in breve tempo il padre gli passa il comando ritirandosi a vita privata, continuando a consigliare il figlio da dietro le quinte. Nel frattempo Michael sposa Kay Adams, sua antica fidanzata e compagna del college, da cui ha un figlio, Anthony Vito.
    Alla morte del padre nel 1954, Michael riceve una proposta dai capi delle altre famiglie mafiose per stipulare un nuovo accordo di pace ma grazie ai vecchi consigli paterni, il nuovo boss sa che i capi delle cinque famiglie in realtà operano per esautorare la famiglia Corleone e che durante l'incontro lo uccideranno. Con un'audace mossa la anticipa e fa uccidere tutti i capi rivali punendo con la morte anche chi l'ha tradito, il caporegime Tessio e il cognato Carlo Rizzi, marito di Connie, che anni prima tradì il fratello Santino. Per ordine di Michael, Carlo è strangolato dal caporegime Peter Clemenza, padrino di battesimo e precettore mafioso di Santino.
    Uscita dalla guerra di mafia come la più potente "famiglia" di Nuova York, i Corleone completano i preparativi per trasferirsi in Nevada, a Las Vegas e a Reno dove il gioco d'azzardo, tradizionale attività familiare, si sta espandendo in forma apparentemente legale......

    I SEQUEL

    Il regista Francis Ford Coppola girerà poi due sequel del Padrino, Il padrino - Parte II nel 1974 e Il padrino - Parte III nel 1990, completando così una trilogia che fa oggi parte della storia del cinema.

    DIFFERENZE TRA FILM E ROMANZO

    Sono state tagliate molte sottotrame nel passaggio tra carta stampata e grande schermo tra cui:

    il personaggio di Johnny Fontane nel film non è approfondito e non si parla delle sue disavventure con le donne e i suoi problemi di voce
    l'adolescenza di Sonny
    il personaggio Jules Segal non appare nel film, sarà il nuovo compagno dell'amante di Sonny, Lucy Mancini; è anche il chirurgo che mette a posto il volto di Michael rovinato dal pugno del Capitano McCluskey, e che cura le corde vocali di Johnny Fontane
    la pedofilia di Jack Woltz
    la vita in casa di Kay Adams e la breve separazione da Michael
    il passato di Luca Brasi
    l'ascesa al potere della famiglia Corleone, la guerra per il controllo di New York, l'invio da parte di Al Capone di sicari per uccidere Vito Corleone che però non riescono nel loro intento e il primo attentato alla vita del Boss, andato a segno con un colpo di pistola al petto, da cui si salva
    l'arruolamento di Al Neri nella famiglia Corleone
    l'ingegnoso piano di Don Corleone per riportare Michael in America mentre è in esilio in Sicilia.

    CURIOSITA'

    La Paramount Pictures considerò dapprima di fornire la parte di Vito Corleone a Ernest Borgnine, Edward G. Robinson, Orson Welles o George C. Scott. Anche Burt Lancaster voleva la parte ma non fu mai considerato.
    Francis Ford Coppola era invece indeciso se dare la parte di Vito Corleone a Laurence Olivier o Marlon Brando. Olivier era però all'epoca troppo vecchio e malato per recitare, così la sua scelta cadde su Marlon Brando, di cui Coppola era un grande ammiratore. Brando però all'epoca aveva 47 anni e un aspetto ancora giovanile (Ultimo tango a Parigi per esempio è successivo al Il Padrino), ma al provino per la parte Brando, che s'invecchiò con del cotone in bocca, fu talmente bravo che convinse definitivamente Coppola.
    Francis Ford Coppola rischiò di essere licenziato per aver scelto Marlon Brando per la parte di Vito Corleone. Onde evitare questa spiacevole soluzione, il regista licenziò a sua volta molti dei suoi dipendenti che stavano premendo per il suo licenziamento.
    Al provino per la parte, Marlon Brando decise di voler dare al suo personaggio un aspetto da bulldog, recitando con del cotone in bocca per appesantire le guance. Durante le riprese, il cotone fu sostituito da un particolare apparato costruito appositamente da un dentista, e oggi conservato in un museo dedicato al cinema di New York.
    Brando rifiutò il suo premio Oscar e non si presentò alla cerimonia di premiazione, in disaccordo sui maltrattamenti degli indiani nativi d'America da parte degli Stati Uniti e di Hollywood. Al suo posto inviò alla premiazione una finta squaw chiamata Sacheen Littlefeather per leggere il suo discorso di protesta. Più tardi si scoprì la vera identità della ragazza, Maria Cruz, un'attrice semi-sconosciuta.
    Fu Francis Ford Coppola a volere fortemente l'allora semisconosciuto Al Pacino nella parte di Michael Corleone. Il regista dovette vincere le forti resistenze della produzione che offrì la parte a Jack Nicholson, Dustin Hoffman e Robert Redford. Francis Ford Coppola sosteneva che questi ultimi non avessero la fisionomia del viso riconducibile ai siciliani. Persino James Caan fu provinato per il ruolo di Michael.
    Robert De Niro fece un convincente provino per la parte di Sonny. Tuttavia Francis Ford Coppola gli preferì James Caan, la cui candidatura era sostenuta apertamente da Brando.
    L'interprete di Luca Brasi, Lenny Montana, doppiato in italiano da Guido Celano, dimostrò gravi problemi di nervosismo ogni volta che doveva recitare il proprio ringraziamento al padrino in occasione dell'invito alle nozze della figlia Connie, siccome il personaggio era interpretato da Marlon Brando. Coppola allora scrisse appositamente la scena in cui Brasi prova e riprova il discorso accanto al tavolo di Michael e di Kay Adams. Addirittura, durante le prove, per stuzzicare il collega, Brando entrò in scena con un cartoncino attaccato in fronte con scritto "Vai a fare in...". Coppola, nel commento sul DVD (edizione 2002), spiega che Montana era un ex wrestler, con poca esperienza alle spalle come attore; fu principalmente il fatto che dovesse girare con Marlon Brando a farlo innervosire.
    Marlon Brando amava molto fare scherzi sulle scene (tipo il biglietto con la scritta "vai a..." appena citato). Altre vittime furono i due sventurati che in una scena del film, al suo ritorno a casa dall'ospedale, lo portavano su una barella in camera sua: Brando fece mettere assieme a lui sotto la coperta una serie di pesi, di modo che il tutto (barella, Brando e pesi) arrivò a pesare quasi trecento chili.
    Lo scrittore Mario Puzo e il regista Francis Ford Coppola hanno intenzionalmente evitato di utilizzare il termine Mafia all'interno dei loro lavori.
    Nella pellicola ci sono circa 61 scene in cui si vedono gli attori mangiare o bere.
    Nella pellicola ci sono tre personaggi appartenenti alla famiglia di Francis Ford Coppola. Talia Shire, sorella del regista, nella parte di Connie; Carmine Coppola (padre di Francis) al pianoforte nella scena d'intermezzo della pellicola e una neonata Sofia Coppola nella parte di Michael Francis Rizzi, il bambino battezzato durante lo sterminio dei capi delle cinque famiglie.
    La parte di Apollonia, originariamente offerta a Stefania Sandrelli (che però non si mostrò interessata), è stata interpretata da una giovanissima Simonetta Stefanelli, che all'epoca delle riprese non aveva ancora compiuto i 18 anni di età.
    Il film fu girato in 62 giorni.
    Nel 2006 è stato creato il gioco ufficiale per PC e console multipiattaforma, in cui il protagonista è un affiliato ai Corleone, che compie la propria ascesa personale nella famiglia, partendo dal livello più basso fino a ricoprire il ruolo del padrino. Il tutto con, sullo sfondo, le vicende della pellicola.
    Le scene ambientate a Corleone, in verità furono girate in provincia di Catania, a Fiumefreddo di Sicilia, nella fattispecie al Castello degli Schiavi. Altre scene furono girate a Forza d'Agrò, a Savoca e a Motta Camastra in provincia di Messina.
    Robert Duvall spesso divertiva gli altri attori con delle improvvisazioni non programmate, ad esempio quando muore Sonny Corleone e riferisce a Don Vito la morte del figlio.
    Robert Redford ha aiutato il regista nella scena in cui Sonny raccoglie una penna da terra.
    Durante la scena in cui Tom Hagen riferisce a Don Vito la morte del figlio Sonny, si nota visibilmente un microfono che esce dalla scrivania.
    Durante la scena dove Don Vito Corleone è in ospedale e viene trasportato da Micheal e da una infermiera da una stanza all'altra, si nota che la mano sinistra di Marlon Brando si muove; ciò è dovuto ad un urto contro la porta.

    COLLEGAMENTI AD ALTRE PELLICOLE E CARTONI ANIMATI

    Nel film Robin Hood: un uomo in calzamaglia di Mel Brooks, l'attore Dom DeLuise fa una parodia di Don Vito Corleone.
    Nel film Terapia e pallottole al protagonista Paul Vitti (Robert De Niro), capo di una famiglia mafiosa, viene fatto un attentato mentre sta comperando delle arance proprio come accade nel film a Don Vito Corleone.
    La serie televisiva più premiata della storia della Tv americana, I Soprano (1999-2007), omaggia ripetutamente i film di Coppola, in modo diretto o sottinteso: fra i vari omaggi, nell'edizione in dvd collection de Il padrino vi è un easter egg proprio su I Soprano, in cui viene riproposta una famosa scena della seconda stagione (ep. 17 - Viaggio a Napoli) in cui Tony, Paulie, Pussy, Silvio e Chris sono riuniti al Bada Bing per guardare appunto Il padrino.
    "Il Padrino" è citato anche in "Effetto Notte" di François Truffaut. Ferrand, il regista/protagonista del film, deve preparare il copione di una scena, prima di cimentarsi nella scrittura, sfoglia il giornale e si accorge che in tutte le sale cinematografiche si proietta solo "Il Padrino" e afferma: "Sembra che quest'anno abbia fatto film solo Coppola".
    Numerose sono le citazioni anche nella serie di cartoni animati I Simpson.
    Parecchie citazioni tratte dal film "Il Padrino" possiamo trovarle anche nel telefilm "Tutto in Famiglia".

    DOPPIAGGIO ITALIANO

    L'edizione italiana è stata diretta da Ettore Giannini su dialoghi di Roberto De Leonardis.
    Per la versione televisiva The Godfather: 1901-1959 (trasmessa più volte sul canale satellitare Studio Universal), alcune voci nelle scene integrate sono differenti: ad esempio la voce di Sonny è di Michele Gammino.

    LE DIVERSE EDIZIONI

    The Godfather Saga, (in italiano, "The Godfather: 1901-1959"), è il film montato in ordine cronologico dei primi due film della saga. Un'operazione fatta nel 1977 da Coppola per finanziare il suo film Apocalypse Now. Fu fatta soprattutto per la tv e il mercato VHS. La durata è di 434 minuti.

    Nel 1992 solo per il mercato VHS (5 cassette) fu fatta un ulteriore versione cronologica, "Godfather Trilogy 1901-1980", comprendente anche la parte III, con scene inedite, per una durata complessiva 583 minuti.

    Nel 2007 la Paramount ha prodotto una versione restaurata e digitalizzata dell'originale, con audio in Dolby surround.

    Per marzo 2008 era prevista l'uscita di un cofanetto contenente le tre pellicole della saga, con più contenuti speciali e con un doppiaggio differente dall'originale italiano (voluto da Coppola in persona), per consentire un audio adatto ai nuovi sistemi d'intrattenimento domestico. La questione ha fatto crescere l'ira e le proteste dei fans, che considerano le versioni italiane originali intoccabili e d'importanza storica. Queste proteste hanno portato a un ripensamento della distribuzione, che ha inserito sia il doppiaggio originale in 2.0, sia quello nuovo in 5.1. Per questo motivo, l'uscita del cofanetto è stata spostata a giugno 2008.




     
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    IL PADRINO - PARTE II

    Titolo originale: The Godfather: Part II
    Paese: USA
    Anno: 1974
    Durata: 200 min
    Regia: Francis Ford Coppola
    Soggetto: Mario Puzo
    Sceneggiatura: Mario Puzo
    Francis Ford Coppola
    Produttore: Francis Ford Coppola
    Casa di produzione: Paramount Pictures Coppola Company

    Interpreti e Personaggi:

    Al Pacino: Don Michael Corleone
    Robert De Niro: Vito Corleone
    Robert Duvall: Tom Hagen
    Diane Keaton: Kay Adams Corleone
    John Cazale: Fredo Corleone
    Talia Shire: Connie Corleone
    James Caan: Sonny Corleone
    Lee Strasberg: Hyman Roth
    Michael V. Gazzo: Frankie Pentangeli
    G.D. Spradlin: Sen. Pat Geary
    Dominic Chianese: Johnny Ola
    Richard Bright: Al Neri
    Gastone Moschin: Don Fanucci
    Leopoldo Trieste: Sig. Roberto
    Tom Rosqui: Rocco Lampone
    Bruno Kirby: Peter Clemenza da giovane
    Frank Sivero: Genco Abbandando
    Peter La Corte: Sig. Abbandando
    Troy Donahue: Merle Johnson
    Giuseppe Sillato: Don Ciccio
    Carmine Caridi: Carmine Rosato
    Danny Aiello: Antonio Rosato
    Peter Donat: Sen. Questadt
    Oreste Baldini: Vito Corleone da bambino
    Maria Carta: madre di Vito Corleone

    Fotografia: Gordon Willis
    Montaggio: Barry Malkin, Richard Marks, Peter Zinner
    Effetti speciali: Joe Lombardi, A.D. Flowers
    Musiche: Nino Rota
    Scenografia: Dean Tavoularis

    PREMI

    6 Premi Oscar 1975: miglior film, miglior regia, miglior attore non protagonista (Robert De Niro), miglior sceneggiatura non originale, miglior scenografia, miglior colonna sonora
    Premi BAFTA 1976: miglior attore (Al Pacino)
    Kansas City Film Critics Circle Awards 1975: miglior regista


    « La tua Famiglia porta ancora il nome dei Corleone. E tu devi sempre portare rispetto per le cose della Famiglia. »
    (Michael Corleone a Frank Pentangeli)

    Il padrino - Parte II (The Godfather: Part II) è un film del 1974 diretto da Francis Ford Coppola, proseguimento de Il padrino. Nel 1990, avrà un sequel: Il padrino - Parte III.
    Nel 1993 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

    TRAMA


    Il film, seguito del celebre Il padrino, segue due distinti filoni narrativi. Racconta infatti le vicende del giovane Vito Corleone e del suo successore, il figlio Michael, alla guida della malavita newyorkese.

    Il piccolo Vito Andolini, nel 1901, assiste impotente al massacro della propria famiglia da parte del boss mafioso Don Ciccio della città di Corleone, in Sicilia. Per salvarlo viene fatto emigrare a New York, dove per una svista anagrafica il suo cognome viene convertito in Corleone, essendo stato scambiato con il nome della sua città natale, e lavora onestamente presso il negozio di alimentari del Sig. Abbandando.
    A un anno dal suo matrimonio con Carmela e dalla nascita del suo primogenito, Sonny, Vito viene licenziato in favore del nipote di Don Fanucci, piccolo ma feroce boss di quartiere. Successivamente, si imbatte in Peter Clemenza e Sal Tessio, che divengono suoi amici e con i quali compie, per vivere, piccoli furti di tappeti e vestiti.
    Fanucci li ricatta a fine di estorsione, imponendo un alto tributo finanziario, ma il giovane Vito, fingendo di assecondarlo, lo uccide a colpi di pistola. Inizia così la sua ascesa nella criminalità e in pochi anni diviene uno dei più importanti boss mafiosi di New York: egli controllerà il racket, il contrabbando di tabacchi e alcolici, la corruzione, la protezione, il gioco d'azzardo.
    Divenuto un potente e temuto signore del crimine, Don Vito ritorna a Corleone e vendica i genitori uccidendo barbaramente il loro assassino con una pugnalata all'addome.
    Molti anni dopo, nel 1958, il figlio Michael guida l'organizzazione criminale dei Corleone nel Nevada. Da molti anni è immerso in affari assai vantaggiosi nel campo del gioco d'azzardo del Nevada e nella Cuba corrotta del dittatore Batista, insieme ad altri malavitosi e a uomini d'affari prevalentemente statunitensi. Il ricco e potente capitalista ebreo Hyman Roth, che guida il lucroso business a Cuba, trama per eliminare subdolamente Michael, riuscendo quasi nel suo intento: manda alcuni sicari nella villa di Tahoe, ma vengono uccisi da un misterioso basista prima di essere catturati dagli uomini dei Corleone.
    Michael sospetta proprio di Hyman Roth e si reca a Miami, dove vive, facendogli credere che dubita del proprio ex caporegime, ora boss a New York, Frankie Pentangeli, che da lungo tempo preme per avere il permesso di assassinare i fratelli Rosato, protetti da Roth.
    Nel frattempo Tom Hagen assume il comando della Famiglia Corleone e a nome di Michael organizza un piano per controllare il Pat Geary, senatore del Nevada, che ha osato ricattare i Corleone. Manda Al Neri nel loro bordello di Las Vegas, sorprendendo il senatore a letto con una giovane squillo, che uccide, e tramortisce l'uomo. Geary, quando si sveglia, è in stato confusionale e teme di essere stato lui il carnefice della ragazza. Tom Hagen si reca sul posto di persona e gli suggerisce cosa fare: recarsi nella villa di Tahoe e proclamare il suo rispetto per i Corleone, unico mezzo per salvarsi la reputazione.
    Michael chiede a Pentangeli di fare la pace con i Rosato, con l'intento di smascherare il traditore all'interno della propria famiglia. Ma durante l'incontro con i Rosato, Pentangeli viene aggredito e tramortito e viene indotto a credere che sia una mossa del doppiogiochista Michael. A Cuba, Michael scopre che il traditore è il fratello Fredo, il quale ha venduto a Johnny Ola, scagnozzo di Hyman Roth, alcune importanti informazioni sulle divisioni della famiglia e ha introdotto i sicari nella villa.
    Fallito il tentativo di eliminare Roth a Cuba, Michael torna negli Stati Uniti a seguito della presa del potere di Fidel Castro, dove affronta una commissione d'inchiesta senatoriale, dietro alla quale c'è Roth. La commissione accusa Michael avvalendosi delle delazioni del pentito Frankie Pentangeli, il quale viene però indotto a tacere al momento dell'interrogatorio dall'imprevista e inquietante presenza in aula del fratello, Vincenzo Pentangeli, che fa scattare in lui la legge dell'omertà basata sull'onore mafioso e sul timore per la vita del fratello.
    Assolto dalle accuse di associazione criminale, Michael trama la propria vendetta contro Hyman Roth, che fa uccidere all'aeroporto di Miami. Successivamente, spinge Frank Pentangeli al suicidio in cella, con la promessa di risparmiare la sua famiglia, e fa uccidere Fredo dal suo guardaspalle Al Neri sul lago Tahoe..........

    CURIOSITA'

    Il padrino - Parte II è stato il primo e fino ad ora unico sequel nella storia del cinema a vincere l'Oscar al miglior film, mentre Marlon Brando e Robert De Niro sono gli unici due attori ad aver vinto entrambi l'Oscar interpretando lo stesso personaggio, Vito Corleone, rispettivamente da anziano e da giovane.
    Coppola desiderava ardentemente riproporre Richard Castellano per la parte di Peter Clemenza da vecchio, vista l'importanza del personaggio. Tuttavia, Castellano, noto per la sua testardaggine, rifiutò l'ipotesi di un ritorno nella saga poiché Coppola non intendeva lasciare che l'agente dell'interprete scrivesse appositamente le battute del personaggio. Alla fine, per colmare il vuoto lasciato da Clemenza, venne creato il personaggio di Frankie Pentangeli.
    In una recente intervista, il regista Coppola ha affermato di essere un devoto della Madonna, e che quando era piccolo andava a pescare con la famiglia, recitando ogni volta la preghiera dell'Ave Maria, e che trovò interessante l'idea di farlo ripetere al personaggio di Fredo Corleone poco prima di venire assassinato per ordine del fratello.
    Nella scena finale, in cui Michael fa uccidere il fratello Fredo, successivamente ricorda una riunione con i fratelli in occasione del compleanno del padre Vito. Coppola intendeva fare arrivare sulla scena Marlon Brando, che però non accettò a causa di vecchi rancori verso la Paramount relativi al compenso per il primo episodio della trilogia. Il regista allora fece girare appositamente una scena sostitutiva in cui Robert De Niro, ovvero Vito da giovane, tiene in braccio Michael bambino.
    Quando Coppola propose il titolo del film come Parte II, trovò inizialmente una fiera e ostinata opposizione: i produttori erano convinti che il pubblico, leggendo Il padrino - Parte II, pensassero che si trattasse del secondo tempo del film Il padrino e che quindi, avendolo già visto, non sarebbero ritornati al cinema.
    Le scene ambientate a Corleone, in verità, furono girate a Forza d'Agrò a Savoca e a Motta Camastra in provincia di Messina.
    Nella versione originale del film Robert De Niro recita in italiano con spiccato accento siculo. Il perfezionismo dell'attore lo portò a studiare per 6 mesi (prima dell'inizio delle riprese) la lingua siciliana.
    È stato realizzato un video gioco per Ps3 e Xbox 360, che ripercorre i momenti chiave del film anche se buona parte del gioco punta su vicende e personaggi inediti nella pellicola tra cui il protagonista, il gioco è uscito nel 2009.
    In un flash back si vede Don Vito Corleone giovane che dice "gli faremo un'offerta che non potrà rifiutare".
    Nella scena in cui Tom Hagen incontra il senatore Geary sconvolto per essersi risvegliato con a fianco la ragazza morta, il cadavere respira.
    Gli ambienti della stazione marittima di Trieste e gli stanzoni siti nei sotterranei dell'ospedale regina Elena vennero usati come location nelle scene di arrivo a New York degli emigranti per il loro smistamento e per le visite burocratiche di riconoscimento e di quelle mediche
    In una scena del passato di Don Vito Corleone,viene suonata la Marcia Reale.

    DOPPIAGGIO

    L’edizione italiana è stata diretta da Ettore Giannini.
    Dato che Robert De Niro non poteva essere doppiato dall’interprete storico Ferruccio Amendola (visto che già prestava la voce a Michael), il direttore Giannini scelse Pino Colizzi. Colizzi (che considera ancora oggi Ettore Giannini come un grande maestro) fece una buona interpretazione, riuscendo a ricreare il particolare timbro di voce di Vito. Unica pecca è che Colizzi è anche il doppiatore di Sonny Corleone sia in questo film, che nel primo.
    La voce di Frankie Pentangeli è di Giuseppe Rinaldi, storico doppiatore di Marlon Brando ne Il padrino e in molti altri film.
    Clemenzia nel primo film viene doppiato in dialetto napoletano, mentre nel secondo, dove viene rappresentato da giovane, viene doppiato in siciliano.
    Per la versione televisiva The Godfather: 1901-1959 (trasmessa più volte sul canale satellitare Studio Universal), alcune voci nelle scene integrate sono differenti: ad esempio la voce di Robert De Niro è di Francesco Pannofino.
    Nel film è presente Oreste Baldini nel ruolo del piccolo Vito Corleone. Baldini è un noto doppiatore che ha prestato la voce ad attori come Johnny Depp (Minuti contati, Ed Wood), Crispin Glover (Ritorno al futuro) e Tim Roth (Le iene, Tutti dicono I Love You e molti altri).

    LE DIVERSE EDIZIONI

    The Godfather Saga, (in italiano, "The Godfather: 1901-1959"), è il film montato in ordine cronologico dei primi due film della saga. Un'operazione fatta nel 1977 da Coppola per finanziare il suo film Apocalypse Now. Fu fatta soprattutto per la tv e il mercato VHS. La durata è di 434 minuti.

    Nel 1992 solo per il mercato VHS (5 cassette) fu fatta un ulteriore versione cronologica, "Godfather Trilogy 1901-1980", comprendente anche la parte III, con scene inedite, per una durata complessiva di 583 minuti.

    Nel 2007 la Paramount ha prodotto una versione restaurata e digitalizzata dell'originale, con audio in Dolby surround.

    Per Marzo 2008 era prevista l'uscita di un cofanetto contenente le tre pellicole della saga, con più contenuti speciali e con un doppiaggio differente dall'originale italiano (voluto da Coppola in persona), per consentire un audio adatto ai nuovi sistemi di intrattenimento domestico. La questione ha fatto crescere l'ira e le proteste dei fans, che considerano le versioni italiane originali intoccabili e di importanza storica. Fortunatamente, queste proteste hanno portato ad un ripensamento della distribuzione, che ha inserito sia il doppiaggio originale in 2.0, sia quello nuovo in 5.1. Per questo motivo, l'uscita del cofanetto è stata spostata a Giugno 2008.
     
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  15. mauro255
     
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    IL PADRINO - PARTE III

    Titolo originale: The Godfather: Part III
    Paese: USA, Francia, Italia
    Anno: 1990
    Durata: 166 min
    Regia: Francis Ford Coppola
    Soggetto: Mario Puzo
    Sceneggiatura: Francis Ford Coppola, Mario Puzo
    Casa di produzione: Paramount Pictures, Zoetrope Studios

    Interpreti e Personaggi:

    Al Pacino: Don Michael Corleone
    Diane Keaton: Kay Adams
    Andy García: Vincent Mancini/ Vincent Corleone
    Talia Shire: Connie Corleone
    Sofia Coppola: Mary Corleone
    Eli Wallach: Don Altobello
    George Hamilton: B.J. Harrison
    Joe Mantegna: Joey Zasa
    Bridget Fonda: Grace Hamilton
    Raf Vallone: Cardinale Lamberto
    Richard Bright: Al Neri
    Franc D'Ambrosio: Anthony Corleone
    Al Martino: Johnny Fontane
    Donal Donnelly: Arcivescovo Gilday
    Helmut Berger: Frederick Keinszig
    Don Novello: Dominic Abbandando
    John Savage: Padre Andrew Hagen
    Franco Citti: Calò
    Mario Donatone: Mosca
    Vittorio Duse: Don Tommasino
    Enzo Robutti: Licio Lucchesi
    John Cazale: Fredo Corleone (immagini d'archivio)
    Angelo Romero: * Alfio "Cavalleria Rusticana"

    Fotografia: Gordon Willis
    Montaggio: Lisa Fruchtman, Barry Malkin, Walter Murch
    Effetti speciali: Industrial Light & Magic
    Musiche: Carmine Coppola
    Tema musicale: Nino Rota
    Scenografia: Dean Tavoularis

    PREMI

    7 nomination agli Oscar 1991 ed ai Golden Globe

    « La politica e i criminali sono la stessa cosa. »
    (Michael Corleone a Don Tommasino

    Il padrino - Parte III (The Godfather: Part III) è un film del 1990 diretto da Francis Ford Coppola, secondo sequel de Il padrino dopo Il padrino - Parte II.

    TRAMA

    New York, 1979.

    Michael Corleone, da anni tornato a New York, è ormai miliardario, e gode della fama di una persona rispettabile. Indebolito dal diabete, è impegnato in una sincera attività volta a guadagnarsi onorabilità sociale e a estraniare definitivamente la propria famiglia dal mondo della Mafia. L'ex boss è impegnato a garantire la sicurezza di sua figlia Mary, presidente onorario della "Fondazione Vito Andolini Corleone", impegnata nell'opera di rinascita culturale e sociale della Sicilia, e nella scelta di un successore. Cerca invano di convincere il figlio Anthony Vito a lavorare con lui, ma il figlio, con l'appoggio della madre, sceglie di intraprendere la carriera di cantante lirico. Appoggiato dalla zia Constanzia (Connie), sorella di Michael, il nipote Vincent Mancini, figlio illegittimo di Sonny e irascibile e violento come il padre, entra al servizio dello zio.

    Ricevuta dall'Arcivescovo Gilday una bolla papale con un titolo onorifico conferitogli da Papa Paolo VI in virtù delle sue opere benefiche, Michael investe seicento milioni di dollari nella Banca Vaticana, per entrare nella Internazionale Immobiliare e assumerne il controllo. La società è controllata dal Vaticano insieme ad altri ed è un affare assai lucroso che gli assicurerebbe un enorme patrimonio. Tale investimento serve all'Arcivescovo Gilday per evitare il rischio di una bancarotta fraudolenta causata dalle manovre di un gruppo di avidi uomini d'affari cattolici, tra i quali il banchiere svizzero Frederick Keinszig, e soprattutto Licio Lucchesi, un uomo corrotto del governo che in segreto controlla gli alti vertici del potere italiano.

    Michael scopre ben presto di trovarsi in un brutto impiccio. Forze occulte pongono ostacoli alla sua presa di controllo dell'Internazionale Immobiliare e Joey Zasa, un boss mafioso di New York, tenta di assassinarlo insieme ad altri capi mafiosi durante una riunione ad Atlantic City, nel New Jersey, la capitale del gioco d'azzardo, dopo che ha annunciato di volersi ritirare dal gioco, per dedicarsi ai suoi nuovi affari, completamente legali e puliti. Mentre Michael ha una grave crisi diabetica, Vincent, con l'approvazione della zia Connie, uccide Joey Zasa, e la situazione della malavita newyorkese precipita nel caos.

    Giunto a Palermo per assistere al debutto nell'opera di Anthony, Michael scopre tramite Vincent, che ha finto di volerlo tradire, che Don Altobello era complice di Zasa ed è amico di Lucchesi, il quale vuole impedirgli di entrare nella Internazionale Immobiliare per mantenerne il controllo. Il Papa è l'unico che può esprimere il voto decisivo che permetta a Michael di assumere il controllo della società controllata dal Vaticano e alla morte di Paolo VI Michael scopre che il nuovo papa, Giovanni Paolo I, ha deciso di ratificare il contratto con la famiglia Corleone, ma che nel contempo è in previsione un suo assassinio a breve termine.

    Anche la vita di Michael è in pericolo, poiché Altobello assolda un sicario siciliano (Mosca) per ucciderlo. Quando Don Tommasino, suo vecchio amico e protettore, viene assassinato dal sicario, Michael comprende che tutto il suo operato per estraniarsi dal crimine è stato vano. Non potendo proseguire, cede il comando al nipote, che per l'occasione assume il nome di Don Vincenzo Corleone. La sera del debutto di Anthony al Teatro Massimo di Palermo, Vincent manda sicari a eliminare Licio Lucchesi, Frederick Keinszig e l'Arcivescovo Gilday, mentre Connie Corleone avvelena Don Altobello con dei cannoli. Il Papa muore misteriosamente (si suppone per opera dell'arcivescovo). All'uscita del Teatro Massimo, il sicario di Don Altobello quasi riesce a uccidere Michael, eliminando la figlia Mary........

    CURIOSITA'


    Questo film è ambientato nel 1979, e tratta della morte del papa Paolo VI e l'elezione di Giovanni Paolo I; in realtà nel 1979 erano già morti entrambi, ed era già stato eletto Papa Giovanni Paolo II.
    In questo terzo e ultimo film della saga dei Corleone, la storia di Michael si incrocia anche con gli intrighi vaticani: quelli dell'arcivescovo Paul Marcinkus, di Roberto Calvi, il banchiere di Dio, per arrivare al presunto assassinio di Papa Giovanni Paolo I, morto pochi giorni dopo aver aperto i dossier sulle finanze vaticane. Naturalmente queste vicende sono fatte evidenti attraverso personaggi di finzione perfettamente sovrapponibili ai loro omologhi,ma con nomi inventati (Gilday/Marcinkus) e mediante la ricostruzione puntuale di alcuni eventi (il finto suicidio di Keinszig/Calvi sul Ponte dei Frati Neri a Londra). Secondo quanto dice il regista Coppola, la figura di Licio Lucchesi si identifica con la figura di Giulio Andreotti (la frase che Calò sussurra a Lucchesi prima di ucciderlo, "il potere logora chi non ce l'ha", è stata effettivamente pronunciata da Andreotti in risposta ad analoga battuta di Berlinguer sulla di lui prolungata permanenza al potere "il potere logora" disse Berlinguer). Vi sono inoltre altre coincidenze sui nomi scelti per il film che avvalorano queste corrispondenze con fatti e persone: ad esempio il nome di Lucchesi, Licio, è probabilmente ispirato a Licio Gelli, mentre il cognome Keinszig assomiglia a quello di Manuela Kleinszig (compagna di Flavio Carboni).
    Sofia Coppola ottenne la parte di Mary Corleone all'ultimo momento, dopo che Winona Ryder lasciò la produzione per motivi di salute.
    Don Tommasino doveva essere di nuovo interpretato da Corrado Gaipa, ma l’attore morì prima dell’inizio della produzione. Fu sostituito da Vittorio Duse.
    Le scene ambientate a Corleone, in verità, furono girate a Forza d'Agrò a Savoca e Motta Camastra in provincia di Messina.
    Altre scene molto importanti vennero girate nel Castello degli Schiavi che si trova a Fiumefreddo di Sicilia in provincia di Catania.
    Le scene ambientate alla Città del Vaticano in realtà furono girate all'interno del Palazzo Farnese (Caprarola) sito nel piccolo paese di Caprarola in provincia di Viterbo.
    Sofia Coppola appare nei tre film della saga in tre ruoli diversi: nel primo è Micheal Francis Rizzi, figlio di Costanza Corleone e Carlo Rizzi, nel secondo è un'immigrata presente sulla stessa nave che porta Vito Andolini a New York dalla Sicilia mentre nel terzo film è Mary Corleone, figlia di Michael Corleone.
    La pellicola ha ricevuto un Razzie Award alla peggior attrice non protagonista, Sofia Coppola.
    Nella scena finale, il regista era indeciso sul come finire il film. Le possibilità erano due: o concludere il tutto come veramente è stato messo in atto, oppure finire con uno sparo improvviso di sottofondo per far capire che la trilogia sarebbe continuata.

    DOPPIAGGIO

    La direzione del doppiaggio è stata eseguita da Manlio De Angelis.
    Si può dire che Cesare Barbetti è rimasto "nel personaggio", nonostante l'assenza di Robert Duvall. Infatti doppia B.J. Harrison, il sostituto di Tom Hagen in qualità di segretario dei Corleone.

    LE DIVERSE EDIZIONI

    The Godfather Saga, (in italiano, The Godfather: 1901-1959), è il film montato in ordine cronologico coi primi due film della saga. Un'operazione fatta nel 1977 da Coppola per finanziare il suo film Apocalypse Now. Fu fatta soprattutto per la tv e il mercato VHS. La durata è di 434 minuti. Nel 1992 solo per il mercato VHS (5 cassette) fu fatta un ulteriore versione cronologica, Godfather Trilogy 1901-1980, comprendente anche la Parte III, con scene inedite, per una durata complessiva di 583 minuti.

    Per marzo 2008 era prevista l'uscita di un cofanetto contenente le tre pellicole della saga, con più contenuti speciali e con un doppiaggio differente dall'originale italiano (voluto da Coppola in persona), per consentire un audio adatto ai nuovi sistemi di intrattenimento domestico. La questione ha fatto crescere l'ira e le proteste dei fans, che considerano le versioni italiane originali intoccabili e di importanza storica. Fortunatamente, queste proteste hanno portato ad un ripensamento della distribuzione, che ha inserito sia il doppiaggio originale in 2.0, sia quello nuovo in 5.1. Per questo motivo, l'uscita del cofanetto è stata spostata a giugno 2008. Il padrino - Parte III è stato inserito solo nella sua versione italiana originale.
     
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