recensioni di Alucard-666

Di tutto e di più

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  1. mauro255
     
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    Raga altra recensione di un "film" visto ieri, devo farla me l'hanno richiesta Dark Shaina e un'altra amica.
    Si tratta di "Kamikaze Girls" di Tetsuya Nakashima. Cosa dire di questa pellicola.....beh intanto che è uno scontro di stili, di ambienti e di modi di essere, si tratta di una storia di adolescenza vista però con occhi da adulto soprattutto per come è gestito il lato comico del film quasi demenziale in alcuni punti. Si parla come sempre dell' "Essere" e dell' "Apparire", infatti le due protagoniste non potrebbero essere più diverse, tanto Momoko è tutta musica classica (ascolta Strauss), ricamo, rococò e vestiti da lolita, tanto Ichigo è grezza, scatenata e sempre per strada.......fra le due la più sicura è la prima.....la seconda dietro questo lato ribelle ha bisogno di una forte amicizia e di un riscontro da parte delle altre persone....La fotografia è satura di colori, a volte si ha l'impressione di guardare delle tele di alcuni dipinti.....Eccoci quindi al giudizio: dire anche qui positivo ma con un avvertenza non è un film per tutti........o piace o non piace......in tutti casi rimane in mente ehehehhehe :D Alla prossima.....
     
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  2. †InLovingMemory†
     
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    oh che bello questo film!
    A prescindere che io amo il gothic Lolita.. quando ho deciso di guardare questo film proprio non me lo aspettavo cosi!
    è divertentissimo, pieno di gag ironiche e i colori di questo film sono STUPEFACENTI!
    Inoltre la storia di amicizia tra le due ragazze è molto bella ...
    Questo film sembra proprio un MANGA animato da quanto è surreale... io ve lo consiglio se volete ridere un pò.. non è uno dei soliti film giapponesi tutti uguali!!
     
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  3. -Maverick-
     
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    wow!!!...da vedere allora...
     
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  4. mauro255
     
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    INTO THE WILD

    Di Sean Penn, Usa 2007, 2h20

    E' la storia vera di Christopher McCandless (adattata dal libro omonimo di Jon Krakauer) uno studente che laureatosi nel 1992 all'Università di Atlanta, lasciò tutti i suoi beni, i suoi genitori e partì senza meta fino ad arrivare in Alaska.
    Beh questo è un film che divide, soprattutto nel tema, il film in se stesso è stupendo, le persone si dividono su chi pensa che sia stato un "eroe" perchè ha ricercato una felicità "naturale" cercando la simbiosi con la natura selvaggia, ritornando alle origini dell'uomo, secondo altri ha fatto una scelta di solitudine stolta, confermando l'incapacità dell'uomo di oggi di vivere al di fuori della civiltà. Non giudicherò ovviamente la scelta di Christopher x quanto riguarda la regia di Penn dimostra una padronanza notevole della macchina, usando uno stile malinconico per questo road movie pieno di nostalgia x tutto quello che l'America ha sacrificato in nome del denaro e dei consumi. Christopher in pratica incarna la lotta individuale e l'idealismo giovanile e il film tramite l'avventura e la seduzione che questa porta vuole affermare che qualunque fuga è una ricerca alla scoperta di noi stessi........Giudizio: Da Vedere assolutamente......Alla Prossima :D
     
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  5. mauro255
     
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    THE MIST
    Di Frank Darabont, Usa 2007, 2h06

    Film tratto dall'ennesimo romanzo di Stephen King, ambientato nel Maine, dove come sempre la quiete di una sonnacchiosa comunità dura poco, infatti scoppierà una tempesta, la città verrà avvolta da una fitta nebbia, da cui emergono......non posso dire di più ovviamente......lo so ricorda soprattutto per la presenza della nebbia "The Fog" di John Carpenter.......ma il film procederà in maniera del tutto diversa...
    E' la terza regia che Darabont fa di un romanzo di King dopo "Le Ali Della Libertà e Il Miglio Verde", anke se in realtà ce ne sarebbe una quarta risalente a quando Darabont era uno studente e girò il corto "The Woman in The Room". X me il film è riuscitissimo, è teso, intelligente con dei risvolti anke sulla psiche umana, ben costruito e con un finale apocalittico. Come sempre alla prossima Raga.....:D
     
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    Il Signore Di Labyrinth

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    Grassie x la recensione....anke se i punti di domanda mettono curiosità ;)
    "the mist" lo trovo interessante,ci farò un pensierino!!!
     
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  7. mauro255
     
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    BIG FISH
    Di Tim Burton, Usa 2003, 2h05
    Con Ewan McGregor, Billy Crudup, Helena Bonham-Carter, Albert Finney, Jessica Lange, Danny DeVito, Steve Buscemi

    Allora il film in questione parla della storia della vita di Edward Bloom, il quale ha un figlio ke non riesce a capirlo e soprattutto quando viene chiamato al capezzale del padre morente vorrebbe riuscire a fargli "confessare" che tutte le avventure che lui gli ha raccontato sulla sua vita sono tutte invenzioni: dall'incontro con un gigante affamato, all'incontro d'amore con sua madre fino alla fuga dalla Corea con due sorelle siamesi, ma si renderà conto che quelle storie erano del tutto verosimili, erano successe solo ke suo padre le aveva un pò ricamate, rese più interessante, più fantasiose....questa a grandi linee la storia, il film è un appassionato elogio della forza delle favole e della fantasia, ma anche come sempre nei film di Burton di un'umanità composta da emarginati, reietti o eccentrici: i personaggi che vediamo via via sono tutti degli "Edward Mani di Forbice" che le persone ignorano o fanno finta di non vedere e che Burton rende protagonisti con la sua solita innocenza..insomma ragazzi un Capolavoro un film da vedere assolutamente specialmente x chi ama Burton...Voto: 8 :D
     
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  8. DarkShaina
     
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    Concordo un film davvero notevole ;)
     
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  9. mauro255
     
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    UNA VITA AL MASSIMO
    Di Tony Scott, "True Romance", Usa 1993, 1h50
    Con Christian Slater, Patricia Arquette, Brad Pitt, Christopher Walken, Dennis Hopper, Samuel Jackson, Gary Oldman, James Gandolfini

    Allora questa è una pellicola vecchia, risale al 1993, la storia parla tra i fumi (di Detroit) e fumetti della vita di Clarence, ragazzo qualunque, adoratore di Elvis Presley, che passerebbe il suo compleanno da solo a vedersi un film di kung fu se non gli capitasse addosso una ragazza bionda dal nome fatidico di Alabama. Con cui è facile passare una notte movimentata, trascorsa la quale scoprirà che si tratta di una squillo con tendenza monogama, al suo terzo cliente, scritturata dagli amici: ma ormai è scattato il colpo di fulmine, i due "cuori selvaggi" si apprestano ora a scappare insieme, lui in camicia hawaiana e lei in pantaloni di leopardo aderente. Liquidato il protettore, Alabama sbaglia valigia, e, invece del corredo di battona, si porta via cocaina per 500.000 dollari. Convinti che l’equivoco potrà metterli a posto per sempre, i due tentano di vendere il malloppo al miglior offerente, scegliendo tra gangster, mafia e mondo hollywoodiano. Con gran ritmo succedono furibondi pestaggi verso una carneficina claustrofobica, come piace al geniale Quentin Tarantino qui ottimo sceneggiatore, che il regista Tony Scott, il fratello più pubblicitario di Ridley, ha addolcito solo nel finale. Questo è uno dei miei film preferiti x l’equilibrio delicato tra romanticismo e violenza. I riferimenti sono obbligatori: si va da Peckinpah a Tarantino stesso. E’ un film rockettaro, kitch, di crudo iperrealismo, "on the road"; è un film di tramonti, motel e benzinai, di panorami di passione che divampa, infuoca, uccide. Da ricordare tra i personaggi il biondo Brad Pitt che vaneggia "strafatto" in salotto e l’ottimo e diabolico duetto tra Christopher Walken e papà Dennis Hopper. Tarantino sceneggiatore è il vero autore, uno che si può permettere battute come: "L’ho ucciso. Vuoi un hamburger?", perché sa che il coinquilino della violenza è sempre l’humour. Gli attori sono belli, dannati e sbandati come richiede un film del genere , soprattutto Christian Slater, mentre Patricia Arquette è disperata, innocente e un po’ svampita. In più c’è musica ad hoc, un codice morale ("ci sono per l’uomo 17 trucchi per mentire, la donna arriva a 2O"). e altre bizzarrie. Insomma se l’ho avete perso cercatelo non ve ne pentirete. Alla prossima :D
     
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  10. mauro255
     
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    TRANSFORMERS 2 – LA VENDETTA DEL CADUTO
    Di Michael Bay, Usa 2009, 2h27
    Con Shia LaBeouf, Megan Fox, Josh Duhamel, John Turturro, Kevin Dunn, Julie White, Isabel Lucas, Ramon Rodriguez
    Intanto rispetto al primo episodio è più grande, più lungo e più comico (in particolare i genitori di Sam in principal modo la madre, un robottino a cui vengono affidate le migliori battute del film e un John Turturro debordante che ruba quasi la scena al protagonista Sam). E’ un felice matrimonio tra il cinema monumentale, ipertecnologico e ipercinetico di Michael Bay (Armageddon, The Rock etc.) e un mondo in cui le macchine sembrano più vive e appassionate degli esseri umani. E’ chiaro che chi si aspetta di vedere un film con una sceneggiatura non superficiale e che si preoccupi di approfondire i personaggi ha sbagliato pellicola e quindi è meglio che si astenga, se invece lo prendete per quello che è cioè un puro film di evasione, spettacolare e ke vi stupirà ancora con gli effetti speciali (molto migliori rispetto al primo), si divertirà e passerà 2 ore piacevoli (io sono fra questi). Da ricordare fra le battaglie quella nella foresta e quella sulle Piramidi. Ultima nota per Megan Fox che non ha grandi meriti attoriali ma da sola vale il prezzo del biglietto, sia per la bellezza sia per la provocazione ke mette in ogni inquadratura ke le viene fatta. Alla prossima :D
     
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  11. mauro255
     
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    LADY IN THE WATER
    Di Manoj Night Shyamalan, Usa 2006, 1h48
    Con Paul Giamatti, Dallas Bryce Howard, Bob Balaban, M.Shyamalan, Jeffrey Wright, Freddy Rodriguez, Mary Beth Hurt


    La Storia. Una narf (ninfa del Mondo Azzurro), personaggio mitico delle fiabe orientali della buonanotte, compare nella piscina di un condominio residenziale, a trovarla è il custode di questo condominio, Cleveland, che l'aiuterà a compiere la sua missione e a combattere delle creature malvagie che tentano di impedirle di tornare nel suo mondo.Con loro, combatteranno il male anche i curiosi abitanti del condominio.

    Ad uno sguardo superficiale il film di Shyamalan può sembrare la banale fiaba in cui il mondo delle fate vince sul cattivo insensibile ed oscuro, facendo sì che l'uomo ricominci a credere nei sogni ma a ben guardare è, come fu "Signs", il percorso di un uomo, che subite delle perdite gravissime durante la vita, si riconcilia col passato e ritrova la fede, stavolta però in se stesso e nell'umanità.
    Nel film i riferimenti al mondo d'oggi, crudele e perennemente in guerra, sono velati ma onnipresenti, anche i mezzi per cambiare il mondo sono solo accennati proprio perché non sono il punto focale del discorso che vuole intraprendere il regista. Ma l'aria che tira nel condominio "The Cove" è tutt'altro che triste: i nostri protagonisti sono un gruppo alquanto eterogeneo e particolare, si rifugiano al Cove proprio per sfuggire al mondo esterno e per aprire la loro mente a mondi fantasiosi. Ognuno di essi ha caratteristiche peculiari e spesso divertenti e il cast se la cava ottimamente nel caratterizzarli. Tra tutte, ricordiamo la figura del critico letterario e cinematografico, probabilmente un'ironica tirata d'orecchi da parte di Shyamalan ai critici che tentano sempre di irrigidire le opere d'arte in schemi e stereotipi.

    Il regista anche in questa sua ultima fatica riesce a creare un'atmosfera densa ma mai pesante, fa largo uso di riprese frontali e fisse, posiziona la macchina da presa più in basso del solito, infatti le figure umane sono spesso tagliate o sembrano essere osservate dal punto di vista di un bambino. Molte delle inquadrature sono a fuoco solo in parte quasi a voler forzatamente spostare l'attenzione dello spettatore su determinati particolari ed è vicinissima ai personaggi come se volesse iperscrutarli. Shyamalan, che anche stavolta ha ideato il soggetto e scritto la sceneggiatura del suo film, si conferma autore nel senso classico del termine.

    Un film in cui sono presenti anche effetti speciali, ma in maniera discreta, che io consiglio vivamente di vedere specialmente a quelle persone che sanno andare al di là delle apparenze e che hanno una spiritualità che li porti a cercare qualcosa in più del solito e puro intrattenimento. Alla Prossima :D




     
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  12. mauro255
     
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    DARK CITY
    Di Alex Proyas, Usa/Australia 1997, 1h40
    Con Rufus Sewell, William Hurt, Jennifer Connelly, Kiefer Sutherland, Ian Richardson

    Seconda opera dopo “Il Corvo” del regista egiziano/ australiano Alex Proyas che gira un film un po’ gemello (soprattutto per l’ambientazione notturna che caratterizza tutta la pellicola, infatti non fai mai giorno) Dark city, strano incrocio di fiabe, fantascienza (Philip K. Dick) e detective story, con effetti visivi digitali notevoli. Merito del fantastico scenografo Patrick Tatopoulos,, che come in un videogioco impazzito, crea e deforma a vista grattacieli d'inizio secolo, apre porte, allunga o accorcia scale: un sogno gotico. Ma è soprattutto l'umanità che soffre nella storia: feroci notturni Nosferatu (tutti vestiti di nero, che hanno il potere di “accordarsi”) rubano e scambiano le memorie personali delle persone durante la notte (che non finisce mai), azzerando il flusso della coscienza. E sul doppio sogno kafkiano (lo sceneggiatore Lem Dobbs ne sa qualcosa), con un poveraccio che si sveglia durante il processo di “accordo” e ke è accusato di omicidio, indaga il detective William Hurt in un'allucinazione che andrà a buon fine all'alba. Ci sono in questo film troppo ripieno di echi, e talvolta dal fascino macabro, le paure nostre contemporanee; la commistione dei generi, con una predilezione fantasy che porta il regista, ispirato da un suo sogno ricorrente, alla poetica dell'eccesso. Trasformare una visione espressionista in un film - fumetto americano punk - dark con lieto fine, non era facile, anche per gli attori che sono tutti sintonizzati e in parte con una citazione per William Hurt tornato a buoni livelli di recitazione. Comunque a parte gli eccessi e le ambizioni troppe alte del regista, il film mi ha colpito sia per la storia (originale) sia dal punto di vista visivo e la prima scena in cui si capisce e vediamo cos’è “l’accordo” rimane impressa nella memoria. Voto: 7 abbondante. ;D
     
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  13. mauro255
     
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    GRAN TORINO
    Di Clint Eastwood, Usa 2009, 1h56
    Con Clint Eastwood, Bee Wang, Ahney Her, Brian Haley, John Carroll Lynch

    Ogni giorno il pensionato Walt Kowalski (Eastwood) siede in veranda, nel vialetto scintilla una Ford Gran Torino, ma non è tutto così luccicante, la sua moglie è morta, il quartiere è invaso dalle gang, i figli si sono trasferiti con i nipoti i quali sono degli avvoltoi senza un minimo di amore verso il padre o nel caso dei nipoti del nonno. Al tradizionalita Kowalski non resta che affogare la bile in fiumi di birra. Il film è politicamente spietato, audace e contemporaneo sulla situazione Americana di oggi o quantomeno dell'era Bush e caratterizzato da accelerazioni (vedi la sequenza delle riparazioni) e rallentamenti (la grigliata in giardino). Eastwood trasforma il suo personaggio in un corpo da martoriare, infatti quando i due fratelli Lor con i quali, superata l'incompresione, Walt ha instaurato un rapporto paterno, vengono aggrediti, specialmente la ragazza, Kowalski che non è riuscito a proteggerli si accanisce contro di sé, con la disperazione di chi non può accettare l'impotenza, un pò per l'età, un pò perkè il nemico si è fatto astratto, non è certo la gang di asiatici loro stesse vittime di un nichilismo che non risparmia nessuno. Questo va a spiegare l'idea di parcheggiare al centro del film un oggetto ambiguo come la Gran Torino, modello poco affidabile, monumento al cinismo dell'industria americana, simbolo di una grandezza d'argilla scioltasi come neve al sole. Insomma secondo me un film capolavoro, stupendo, commovente, una lezione di vita da vedere assolutamente Voto: 9 Alla Prossima Leggendari :D
     
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  14. mauro255
     
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    RONIN

    Di John Frankenheimer, Usa/Francia 1998, 2h
    Con Robert De Niro, Jean Reno, Sean Bean, Natasha McElhone, Jonathan Pryce, Stellan Skarsgaard

    Ronin il Samurai senza più padrone. Non il guerriero che lotta per un ideale, o per l’onore, ma per la sopravvivenza. Un mercenario. Chiusa la Guerra fredda, le spie dei fronti contrapposti si ritrovano senza lavoro e si vendono ai migliore offerente. Come nelle barzellette: ci sono un americano della Cia, un tedesco della Stasi, un francese della Dgse, un inglese ex Sas (dice lui...) che vengono reclutati da una irlandese “pilotata” dall’esterno per recuperare una valigetta come quella aldrichiana di Un bacio e una pistola, piena di chissà cosa e per la quale sono tutti pronti a uccidere e tradire. Spunto tra i migliori per imbastire un robusto action movie, un po’ vecchio stampo (è un complimento...), con le facce giuste al posto giusto (specie De Niro e Reno; ma è indimenticabile il cameo di Michel Lonsdale). Dietro la macchina da presa John Frankenheimer, uno di quei “professional” di cui si è perso lo stampo. Un regista che filma con ritmo rabbioso e, guarda caso, fa tutto lui, a partire dalle sequenze che di solito vengono lasciate ai direttori delle seconde unità, quelle degli inseguimenti e dei conflitti a fuoco, che rappresentano quanto di meglio si sia vistò recentemente al cinema. Soprattutto perché sanno maledettamente “di vero”, non sono quindi simulazioni digitali come nelle principali produzioni hollywoodiane. Nonostante l’action, comunque, Ronin è un film di uomini e di donne, di reduci anzi, vecchi soldati che hanno pensato di credere in qualcosa (quando ci si batteva per visioni contrapposte della vita) e invece si rendono conto che oggi come ieri è “l’amore a far girare il mondo”. L’amore per i soldi, naturalmente. La battuta è di David Mamet (da Il colpo, 2001) e non la citiamo a caso, dato che il commediografo americano, amico di Frankenheimer, ha collaborato non accreditato alla scrittura dei dialoghi. La sceneggiatura è invece di J.D. Zeik e Richard Weisz, anche se sentendo il commento del regista al film sembra sia tutta farina del suo sacco. E non fatichiamo a crederlo: Frankenheimer, che è innamorato della cultura francese, ammanta atmosfere e storia di una malinconia sinceramente estranea all’hard boiled americano ma assai tipica del polar d’Oltralpe. Il finale, tra la brasserie e il vicolo parigini, lo dimostra.
     
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  15. mauro255
     
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    IL LABIRINTO DEL FAUNO

    Di Guillermo Del Toro, "El Laberinto del Fauno", Spagna/Messico/Usa 2006, 2h
    Con Sergi Lopez, Ivana Baquero, Ariadna Gil, Maribel Verdù, Doug Jones

    La storia è ambientata nella Spagna del 1944: a Guerra Civile già finita la 12enne Ofelia raggiunge con la madre incinta lo spietato patrigno Vidal, capitano franchista che ha il compito di sedare gli ultimi tentativi dei partigiani in un paese montano; cercherà di rifugiarsi dall'orrore della realtà creandosi un mondo di fiaba, dove il fauno Pan le dirà che è una principessa di un mondo fatato e che dovrà superare delle prove.
    Del Toro (qui anche sceneggiatore) bilancia bene la tensione politica del periodo franchista con la fantasia macabra della favola, una fiaba iniziatica cupa con falso lieto fine è in pratica un'allegoria dell'autoritarismo, dove in pratica l'orrore dell'universo fiabesco che si crea la protagonista altro non è che lo specchio deformato di un realtà fatta di una violenza assurda e insensata. Molti i riferimenti estetici, dalle illustrazioni di Arthur Rackham agli incubi pittorici di Goya, e devo dire che restano impressi nella memoria sia il look del fauno, sia il mostro cannibale con gli occhi sulle mani. Da ricordare ke il film ha ricevuto 6 Nomination e ha vinto 3 Oscar: per le scenografie, il make-up e la fotografia (strameritato) a Guillermo Navarro. Un film quindi decisamente cupo e non facile, ma originale e ke ha il coraggio di affrontare temi difficili usando una fiaba macabra come supporto. Alla prossima ;)
     
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91 replies since 20/6/2009, 12:41   1008 views
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