LIBRI

Romanzi inerenti al cinema

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  1. mauro255
     
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    Mi è venuta questa idea cioè creare un post dedicati ai libri o romanzi che sono stati poi adattati per il cinema e vista la mia ultima recensione partirò da:




    IO SONO LEGGENDA

    Titolo originale I Am Legend
    Altri titoli I vampiri
    Autore Richard Matheson
    1ª ed. originale 1954
    1ª ed. italiana 1957
    Genere Romanzo
    Sottogenere Fantascienza apocalittica
    Lingua originale inglese

    Io sono leggenda (I Am Legend, 1954) è un romanzo horror fantascientifico dello scrittore americano Richard Matheson.
    Ripensando al Dracula di Tod Browning, Matheson immaginò di rovesciarne la situazione base: non un vampiro in un mondo di umani, ma un solo essere umano in un mondo di esseri mostruosi.
    Il romanzo è stato pubblicato in italiano nell'edizione Longanesi del 1957 e poi nel febbraio del 1989 nella collana Urania Classici (n. 143) con il titolo I vampiri. È stato poi ristampato nella collana Urania il 15 settembre 1996 (n. 1292) con il titolo Io sono leggenda e, più recentemente, da Fanucci, con una postfazione di Valerio Evangelisti.


    TRAMA

    Robert Neville è rimasto da solo. C'è stata un'epidemia e le creature viventi si sono tramutate in vampiri. Un batterio ha trasformato l'umanità in quella mostruosità raccontata da Bram Stoker che ora è la forma di vita dominante del pianeta. Robert si è creato un rifugio sicuro nella sua casa. Barricandosi durante la notte ed uscendo solo di giorno in pieno sole, riesce a vivere raccogliendo per la città quello di cui ha bisogno, riparando le protezioni alla casa e alla serra, mantendendo funzionanti la macchina e il generatore. Ogni notte alcuni vampiri cercano di stanarlo senza successo dalla sua casa protetta con aglio, crocifissi e specchi, tra questi vampiri c'è anche un suo ex collega, Ben Cortman. Durante il giorno, Robert, oltre ad andare a procurarsi provviste di ogni genere, va a caccia di vampiri che si trovano in uno stato di torpore a causa del giorno, uccidendoli definitivamente infilanzandoli con dei paletti che egli stesso provvede a creare utilizzando un'attrezzatura da falegname che ha in casa e dei bastoni cilindrici.
    Robert attraversa periodi bui in cui vorrebbe morire, trovando rifugio nell'alcol ubriacandosi, a volte anche rischiando seriamente di farsi prendere dai vampiri. Ma la lucidità torna e la voglia di trovare una soluzione è forte. Decide di usare un approccio scientifico e siccome è totalmente ignorante in merito, si reca nelle biblioteche ed università per procurarsi libri e attrezzature di laboratorio. Capisce che quello che ha reso gli uomini vampiri è un batterio, e che alcuni sono già morti viventi mentre altri non sono ancora "morti" ma solo allo stadio finale del contagio. Comprende anche che il batterio si è diffuso così velocemente in poco tempo, grazie alle tempeste di polvere che affliggono il pianeta dopo lo scoppio delle "bombe". Un giorno si avvicina alla casa un cane, è giorno pieno e in Robert si apre la speranza di poter avere finalmente un po' di compagnia. Passa diversi giorni a farsi amico il cane con offerte di cibo, fino a quando non vede che si sta ammalando. Lo cattura nella speranza di curarlo, ma il cane muore dopo solo una settimana.
    All'incirca un anno dopo Robert incontra una donna che cammina di giorno. Sorpreso e speranzoso che ci siano altri come lui la insegue e la costringe a entrare in casa sua. Ruth gli racconta di essere fuggita dalla città vicina dopo la morte del marito e di essere riuscita ad arrivare fin lì nascondendosi di notte. Robert però comincia a diventare sospettoso, sospetti che vengono confermati dall'analisi del sangue che riesce a farle. Ma in quel momento Ruth lo tramortisce e scappa. Il giorno dopo trova una sua lettera che gli spiega come lei faccia parte di una nuova società di esseri umani contagiati ma non completamente trasformati in vampiri, che riesce a convivere con il batterio grazie a delle pillole. Lo avvisa di andarsene perché non appena saranno più organizzati verranno a cercarlo e giustiziarlo, poiché lui è considerato un predatore della loro specie da eliminare. Sebbene tentato, Robert non lo farà mai, incapace di abbandonare casa sua per affetto e timore dei vampiri.
    Un anno dopo i cacciatori di quella nuova società verranno a prenderlo, irrompendo in casa sua dopo aver ucciso tutti i vampiri che la circondavano. Anche i vampiri sono dei loro nemici, poiché corpi morti tenuti in vita dal batterio, con i tessuti cerebrali ormai danneggiati e quindi pericolosi. Ruth lo incontrerà in carcere prima dell'esecuzione per dirgli addio e dargli delle pillole per far sì che tutto sia più facile........

    ADATTAMENTI

    FILM DIRETTAMENTE TRATTI DAL ROMANZO

    I film nei quali Richard Matheson risulta ufficialmente accreditato per il soggetto sono solo tre, i seguenti:

    1.1964 - L'ultimo uomo della Terra, di Ubaldo Ragona con Vincent Price
    2.1971 - 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra, di Boris Sagal con Charlton Heston
    3.2007 - Io sono leggenda diretto da Francis Lawrence con Will Smith


    FILM LIBERAMENTE ISPIRATI AL ROMANZO

    1968 - La notte dei morti viventi scritto e diretto da George Romero.
    1984 - La notte della cometa (Night of the Comet), storia di sopravvissuti all'impatto tra una cometa e la Terra.
    2002 - 28 giorni dopo, dal regista Danny Boyle (Trainspotting), un ulteriore sviluppo dell'idea del zombie-movie creata da Romero.
    2007 - 28 settimane dopo, dal regista Juan Carlos Fresnadillo il seguito del precedente, con Robert Carlyle, Rose Byrne, Jeremy Renner, Harold Perrineau


    CORTOMETRAGGI

    1967 - Soy leyenda, cortometraggio (15 minuti) del regista spagnolo Mario Gómez Martín


    ALTRI MEDIA

    Un episodio dello speciale di Halloween dei Simpson è ispirato al romanzo di Matheson: per colpa di un insulto del sindaco di Springfield alla Francia, i francesi decidono di punire la cittadina con un ordigno nucleare che investe la città uccidendo tutti ma senza causare il minimo danno materiale -un evidente riferimento alla presunta capacità della Bomba N di uccidere le persone lasciando in piedi gli edifici-. Homer si salva perché sta visitando l'interno di un rifugio antiatomico. Quando esce, scopre di essere l'ultimo uomo rimasto in vita nell'intera città. Scopre però che alcuni abitanti di Springfield sono sopravvissuti, subendo mutazioni che li hanno trasformati in zombie. Homer per scappare agli zombi corre verso casa e vede con gran stupore che la famiglia è sopravvissuta in quanto la casa è verniciata con colori al piombo, che hanno fatto da rifugio antiatomico.

    Il numero 77 del fumetto Dylan Dog, intitolato "L'Ultimo Uomo sulla Terra", è un tributo al racconto di Matheson: Dylan Dog si sveglia in una Londra deserta. È infatti sopravvissuto a quello che viene definito "super raffreddore" al quale non è stato possibile trovare cura e che ha decimato tutta la popolazione terrestre. Dylan Dog scopre tutto questo leggendo vecchi giornali e subito dopo, guardando un orologio solare, vede la data 2500 . Egli si trova nel 26° secolo. Questo salto temporale di 500 anni è dovuto al fatto che, come verrà a sapere in seguito, anche lui era stato ucciso dal virus, ma era stato riportato in vita dagli abitanti della "zona del crepuscolo". In quel luogo dove ogni giorno è assolutamente identico al precedente e a quello successivo, Dylan Dog aveva ricostruito una copia del suo ufficio ma, ogni tanto, capitava che perdesse la lucidità e, come un sonnambulo, si recasse di nuovo a Londra, svegliandosi nel suo vero letto in mezza alla città città devastata dal tempo, con la memoria che tornava a solo pochi giorni prima dell'inizo dell' epidemia . Quando Dylan recuperava la memoria degli eventi tornava alla "zona del crepuscolo" e qui il ciclo ricominciava daccapo. Nel finale della storia lui stesso scrive questi eventi dichiarando di non sapere se quello che aveva visto era solo un sogno o realtà e, in quest'ultimo caso, lui si trovasse davvero nella "zona del crepuscolo".

    EDIZIONI

    Richard Matheson, I Am Legend, , 1954.
    Richard Matheson, I vampiri, Longanesi, 1957.
    Richard Matheson, I vampiri, collana Urania Classici n° 143, Arnoldo Mondadori Editore, 1989.
    Richard Matheson, Io sono leggenda, collana Urania, Arnoldo Mondadori Editore, 1996.
    Richard Matheson, Io sono leggenda, collana Cinema, Fanucci Editore, 2007.
     
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  2. mauro255
     
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    DRACULA DI BRAM STOKER

    Autore Bram Stoker
    1ª ed. originale 1897
    Genere romanzo
    Sottogenere gotico
    Ambientazione Transilvania, attuale Romania

    « All'interno c'era un vecchio, alto, sbarbato ma con lunghi baffi bianchi, vestito di nero dalla testa ai piedi: neppure una nota di colore in tutta la sua persona »
    (da Dracula, capitolo II, Diario di Jonathan Harker [continuazione])
    Dracula
    Titolo originale Dracula

    La copertina della prima edizone
    Autore Bram Stoker
    1ª ed. originale 1897
    Genere romanzo
    Sottogenere gotico
    Ambientazione Transilvania, attuale Romania


    Dracula è un romanzo scritto dall'irlandese Bram Stoker nel 1897.
    Scritto in forma di stralci di diari e di lettere, Dracula è uno degli ultimi, se non l'ultimo, tra i grandi romanzi gotici. Riprendendo il mito del vampiro, lanciato nella letteratura da John William Polidori, Stoker realizza un romanzo dalle atmosfere cupe e oscure, in cui l'orrore e la minaccia, sempre ben presenti, assillano i protagonisti, in un crescendo rossiniano di emozioni che conduce alla scoperta dell'orrore rappresentato dal tetro vampiro.

    TRAMA

    La vicenda è narrata sotto forma di una raccolta degli scritti di alcuni dei protagonisti del racconto, che inizia il 5 maggio 1890 con il giovane avvocato Jonathan Harker, inviato in Transilvania dal suo capo, Peter Hawkins, per curare l'acquisto di un'abitazione a Londra fatto da un nobile locale: il Conte Dracula.
    L'inizio del viaggio del giovane, però, è all'insegna del contatto con il mondo superstizioso e pauroso della gente locale, che cerca di scoraggiarlo dall'andare dal Conte, ma nessuno degli sforzi dei civili riesce ad impedire il contatto con il signorotto, che si rivela essere un affabile anziano che ha deciso di trasferirsi in Inghilterra.
    Con il passare dei giorni alcuni particolari diventano terrificanti, fino alla scoperta del terribile segreto del Conte: egli è in realtà un terribile mostro che si nutre del sangue dei viventi. In una parola è un vampiro che si accinge ad azzannare la vecchia Inghilterra per prolungare ancora la sua insana esistenza.
    A questo punto, quando ormai sembra giunta l'ultima ora per Harker, l'azione si sposta in Inghilterra, dove da uno scambio di lettere tra Mina e Lucy iniziamo a conoscere gli altri protagonisti: John Seward, direttore di un manicomio, Mina Murray, fidanzata di Jonathan e la sua amica Lucy Westenra (corteggiata dal Dott. Seward, da Quincey P. Morris, texano avventuriero, e da Lord Arthur Holmwood col quale si fidanzerà).
    Mina, quindi, in attesa del ritorno di Jonathan, va a soggiornare a Whitby con Lucy e la sua famiglia: è questo l'inizio di una serie di fatti strani. Sul diario di Mina, infatti, vengono registrati, oltre ad una serie di comportamenti anomali da parte dell'amica, anche il rocambolesco arrivo a Whitby, in un giorno di tempesta, di una nave il cui capitano è stato ritrovato morto e legato al timone.
    Al diario, per meglio descrivere l'accaduto, è allegato il servizio di un anonimo giornalista che descrive l'arrivo nel porto della nave fantasma, da cui esce un cane impaurito e inferocito, e quindi un estratto dal diario di bordo, che sembra riecheggiare il romanzo di William Hodgson I pirati fantasma, in cui si narra di un terribile demone che infesta la nave naufragata. Dal suo arrivo in poi, contemporaneamente, Renfield, paziente del dr. Seward, inizia a peggiorare, delirando di un fantomatico Signore, mentre Lucy è evidentemente la vittima di un mortale vampiro (porta gli evidenti segni sul collo): tutti indizi dell'arrivo del Conte Dracula in Inghilterra.
    Inaspettatamente Mina viene a sapere che Jonathan, riuscito a fuggire dal castello di Dracula, si trova ricoverato a Budapest e lo raggiunge per poi tornare in Inghilterra e sposarlo. Intanto la salute di Lucy, che iniziava a peggiorare, subisce un terribile attacco. Il dr. Seward, allora, non vede soluzione migliore se non quella di chiamare, da Amsterdam, il suo insegnante, l'esimio prof. Abraham Van Helsing. All'inizio provano a fermare il deperimento con una serie di trasfusioni di sangue - tutti i protagonisti maschili si prestano alla delicata operazione - ma l'attacco finale di Dracula - poiché era lui la causa del deperimento di Lucy - porta alla morte della ragazza e della madre, che in quella notte finale si trovava nella stanza della figlia e che era già gravemente malata.
    La minaccia, però, è solo all'inizio: come Van Helsing sa, Lucy è ormai diventata un vampiro a sua volta e, infatti, inizia subito a "cacciare" bambini che giocano nei dintorni del cimitero dove il suo corpo è stato sepolto. La notizia sarebbe passata quasi anonima se non fosse che le vittime sono bambini, ma le poche informazioni che giungono dalla stampa fanno interessare i due studiosi (Seward e Van Helsing), che esaminano le ferite dell'ultimo bambino: questa prova basta all'olandese per convincersi che è ora di agire. Prima, però, deve convincere dell'esistenza di un tale orrore sia il suo allievo, sia Quincey Morris sia, cosa più importante, il buon Arthur, ormai Lord Godalming dopo la morte del padre. Fatto ciò, in una terribile notte, rinchiudono nella sua tomba il corpo di Lucy, per poi tornare il giorno dopo e distruggere definitivamente la vampira.
    A questo punto, grazie al controllo sulle carte e la corrispondenza di Lucy, Van Helsing entra in contatto con Mina e ha la possibilità di leggere il diario del marito sul suo soggiorno in Transilvania. L'incontro con Mina non è fondamentale solo per capire finalmente chi è l'avversario che si deve affrontare, ma soprattutto per l'aiuto che lei e il marito daranno all'impresa: proprio grazie alla coraggiosa giovane, infatti, si inizieranno a mettere insieme tutti i piccoli segnali, i piccoli indizi che Stoker ha disseminato, primo fra tutti l'anomalo comportamento di Renfield, che in un ultimo momento di lucidità cercherà di avvisare i nostri eroi del pericolo imminente. I protagonisti penetrano della proprietà di Dracula a Carfax e benedicono le casse di terra che il vampiro aveva portato dalla Transilvania per riposarvi. Ma quella stessa notte il Conte penetra nel manicomio, uccide Renfield e contagia Mina con la sua terribile influenza, per farla sua sposa per l'eternità.
    Così Van Helsing, Harker, Seward, Lord Godalming e Morris stringono i tempi e, utilizzando delle ostie consacrate, sterilizzano tutti gli altri nascondigli londinesi del Conte che si vede così costretto a fuggire con l'unica cassa di terra che aveva tenuto nascosta per sé.
    Il gruppo decide di mettersi all'inseguimento del Conte, per distruggerlo definitivamente e salvare l'anima di Mina e si recano a Varna, in attesa della nave su cui viaggia la cassa. Dracula, però, riesce ad evitarli e risale lungo il fiume che costeggia da vicino il suo Castello: per prenderlo in trappola i cacciatori si dividono in tre gruppi: Jonathan e Lord Godalming, il dr. Seward e Quincey Morris, il dr. Van Helsing e Mina.
    La sfida finale si svolge sulle montagne ove sorge il Castello, il 6 novembre 1890, ed è narrata dal diario di Mina Harker: dopo che Van Helsing lo ha sterilizzato e ha ucciso le spose di Dracula, il professore e Mina si ritrovano con il resto della compagnia ad assediare il gruppo di zingari che scorta la cassa del vampiro. Alla fine, dopo una strenua lotta, poco prima del tramonto, Jonathan e un Quincey morente sferrano i colpi letali al Non-Morto, che diventa polvere, non senza un sorriso di sollievo sulle sue stesse labbra. Quest'episodio si conclude con la morte di Quincey Morris.
    L'intera vicenda si svolge sette anni prima di quando è raccontata (presumibilmente la data di uscita, 1897) e la chiusura è lasciata ad un messaggio di Jonathan, che esprime la sua gioia per la felice conclusione del fatto: sia Arthur Holmwood sia John Seward sono felicemente sposati, e Jonathan e Mina sono stati allietati dalla nascita di un figlio. Il bambino porta tutti i nomi di coloro che parteciparono alla distruzione di Dracula, ma viene chiamato dai genitori Quincey, poiché è nato proprio il 6 novembre, nell'anniversario della morte di Quincey Morris.

    FONTI STORICHE E LETTERARIE

    Nel suo capolavoro, Stoker compie una approfondita ricerca storica e folcloristica.
    Folcloristica perché il mito del vampiro è vecchio quanto il mondo e le leggende sui succhiasangue e sui morti viventi sono antiche e terribili, alimentate dalla superstizione e spesso dall'ignoranza.
    Storica perché Stoker decise di ambientare il romanzo in Transilvania, terra tra le più superstiziose d'Europa, dominata dal monarca Vlad III di Valacchia (2 novembre 1431-dicembre 1476). Questi fu Figlio di Vlad II, investito dell'Ordine del Dragone dall'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, di cui derivò l'appellativo del figlio Draculea: figlio del Dragone (il termine 'drac' sta a significare anche 'demonio', pertanto Draculea può, a buona ragione, essere tradotto anche come 'figlio del demonio'). La figura di Vlad III, vissuto in un'epoca e in condizioni non certo facili, ha ereditato un'aura storica tutt'altro che lusinghiera, essendo divenuto famoso come il despota sanguinario Vlad Ţepeş, ovvero Vlad l'impalatore. Era questo, infatti, il supplizio, appreso durante la prigionia turca, che preferenzialmente infliggeva ai nemici.
    Il tema del vampirismo fu affrontato già da Goethe nel 1797 nella sua ballata La sposa di Corinto (Die Braut von Korinth). Successivamente, nel 1819, su un periodico inglese (il New Monthly Magazine) venne pubblicato un racconto intitolato The Vampire, recante la firma di George Gordon Byron. In realtà il vero autore era John William Polidori, medico personale e intimo amico di Lord Byron, e l'idea del racconto aveva preso forma già nel 1816: nell'estate di quell'anno infatti Lord Byron ospitava a Villa Diodati (la sua villa sul Lago di Ginevra) Percy Bysshe Shelley, la sua futura moglie Mary Wollstonecraft Godwin e lo stesso John Polidori. La compagnia, costretta in casa dalla pioggia, si dilettava nel leggere storie tedesche di fantasmi, quando insieme decisero di scrivere ciascuno un racconto dell'orrore. Il maltempo non si protrasse a lungo, e gli unici a tener veramente fede al loro impegno furono Mary e Polidori: la prima col suo Frankenstein; il secondo dando vita al Vampire Lord Ruthven. Fu così che la figura di Lord Ruthven ispirò largamente il Dracula di Stoker, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto fisico.
    Tra le altre fonti letterarie, o comunque tra i romanzi che stilisticamente si avvicinano all'opera di Stoker e che pertanto potrebbero averlo influenzato nella scelta dello stile e del racconto, è da annoverare, innanzitutto La pietra di Luna di Wilkie Collins, raccontato, come Dracula, da un'alternarsi di narratori che vanno, vengono e ritornano a più riprese.
    Il romanzo, poi, al pari del Frankenstein di Mary Shelley, si compone di passi tratti dai diari e dalle lettere dei protagonisti; sul fronte dei diari, comunque, non si può non dimenticare quella pietra miliare dell'horror che è Storia di Arthur Gordon Pym, del maestro del brivido Edgar Allan Poe, proprio per il pesante utilizzo che fa Stoker della narrazione per mezzo del diario. Le atmosfere, infine, richiamano l'Amleto di William Shakespeare, con i suoi complotti, l'aria oscura e gotica, i passaggi segreti e i misteri che ogni personaggio nasconde, e infine con il sacrificio di tanti innocenti alla causa del potere, della vendetta e del sangue, proprio come in Dracula.
    La storia, come molte storie di altri autori, nasce da un incubo che Stoker ebbe dopo una scorpacciata di gamberi fatta in compagnia dello storico e amico ungherese Ármin Vámbéry, che lo guidò e lo aiutò durante la stesura, soprattutto nella descrizione dei luoghi, uno dei punti di forza del romanzo.
    Come detto, la storia si svolge come raccolta di selezioni dai diari e dalle lettere dei protagonisti, componendo la vicenda un po' come Foscolo fece con il suo Jacopo Ortis: l'obiettivo era certamente quello di dare una parvenza di realtà alle vicende fantastiche che Stoker stava raccontando, proprio come Howard Phillips Lovecraft faceva nei suoi romanzi e racconti, nei quali venivano ritrovati antichi diari, vecchie pergamene e il tutto veniva ricostruito come se fosse un'inchiesta giornalistica.

    FILMOGRAFIA

    Il personaggio del Conte Dracula è rimasto popolare negli anni, accrescendo, anzi, la sua fama ed il suo fascino nel tempo, e dando quindi vita ad un elevato numero di film.
    Tra le innumerevoli pellicole vi sono adattamenti - più o meno fedeli - del romanzo di Stoker (come il Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola), storie originali (addirittura insieme ad altri "mostri", come in Dracula contro Frankenstein (1972)), opere in cui compaiono personaggi a lui legati (come in La figlia di Dracula (1936), Il figlio di Dracula (1943), Le spose di Dracula (1960), Mamma Dracula (1980) o addirittura Zoltan il cane di Dracula (1978), e molti altri), film in cui compare semplicemente come personaggio, generalmente come "cattivo" (come, per esempio, in La maschera del demonio (1960)) e addirittura parodie (tra le quali Fracchia contro Dracula (1985) e Dracula: morto e contento (1995)) e pellicole erotiche (Scarlet Countess (2001)).
    Secondo una stima approssimativa (probabilmente per difetto) sono 160 i film (al 2004) in cui compare il vampiro ideato da Bram Stoker in un ruolo principale, un numero secondo solo a Sherlock Holmes. Il numero totale di pellicole che includono riferimenti a Dracula supera le 650 (sempre al 2004) secondo il portale online Internet Movie Database.
    Gran parte delle storie su Dracula includono non solo il Conte, ma anche il resto dei personaggi ideati da Bram Stoker e delineati nel romanzo: Jonathan e Mina Harker, Van Helsing e Renfield (tra le altre cose, i ruoli di Jonathan Harker e Renfield sono spesso uniti, combinati tra loro o addirittura invertiti, così come quelli di Mina e Lucy. Quincy Morris è quasi sempre omesso completamente).

    PRIMO FILM

    Uno dei primi adattamenti cinematografici del romanzo di Stoker, Nosferatu il vampiro, film muto di Friedrich Wilhelm Murnau del 1922, provocò una causa per violazione di copyright da parte degli eredi di Stoker. La vedova di Stoker chiese il rispetto dei diritti di pubblicazione proprio per questo motivo Murnau dovette modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il Conte Dracula diventa il Conte Orlok, interpretato da Max Schreck) ed i luoghi (dalla Transilvania ai Carpazi) per problemi legati ai diritti legali dell'opera. Il regista fu comunque denunciato e perse la causa: venne quindi ordinato di distruggere tutte le copie della pellicola, ma fortunatamente una copia "clandestina" fu salvata dallo stesso Murnau, ed il film è potuto sopravvivere ed arrivare ai giorni nostri. A proposito del protagonista, si sospetta che dietro lo pseudonimo di Max Schreck ("massimo orrore" in tedesco) si celi lo stesso regista, pesantemente truccato per interpretare il ripugnante vampiro, egli stesso una figura eccentrica e molto carismatica. L'iconografia del vampiro con i tratti decisamente cadaverici, le orecchie da ratto ed e i movimenti a scatti, si allontana decisamente dal modello "imbrillantinato" e fascinoso dell'attore ungherese Bela Lugosi (all'anagrafe Bela Khun), ed ha fornito il modello per il vampiro sicuramente più inquietante di tutta la filmografia.
    Nel 1979 Werner Herzog ne trasse ispirazione per un remake: Nosferatu, il principe della notte, con Klaus Kinski e Isabelle Adjani, film cult sia per la straordinaria interpretazione del protagonista - pochissimi attori hanno rivestito il ruolo in modo così inquietante - sia per il finale negativo, per niente hollywodiano. Il ruolo di Jonathan Harker fu affidato al futuro attore feticcio di Wim Wenders Bruno Ganz, destinato a diventare vampiro e a prendere il posto del suo predecessore Conte Dracula, annientato dalla luce solare e da un colpo di paletto di frassino.
    Nel 1927 la storia fu adattata per uno spettacolo teatrale a Broadway da Hamilton Deane e John L. Balderston, con Bela Lugosi e Edward Van Sloan rispettivamente nei ruoli di Dracula e Van Helsing. Inizialmente Lugosi, di origini ungheresi, imparò le sue battute a memoria foneticamente. Il Dracula di Bela Lugosi non presenta zanne artificiali che mostrino i famigerati canini con cui succhiare il sangue alle sue vittime - artificio "cinematografico" più consono alle produzioni della britannica Hammer.
    Nel 1931 Bela Lugosi interpretò nuovamente il ruolo che lo renderà celebre in Dracula, diretto da Tod Browning, regista celebre per pellicole in cui il ruolo del diverso e del mostro era stato trattato. La pellicola è sicuramente una delle versioni del romanzo di Stoker più celebri, ed è generalmente considerata un classico del cinema horror. Nel 2000 la Libreria del Congresso degli Stati Uniti ha ritenuto il film "significativo culturalmente" ("culturally significant") e lo ha selezionato per la conservazione nel Registro Nazionale di Film. È un adattamento dello spettacolo teatrale del 1927, nel quale accanto a Lugosi appare anche Van Sloan nel ruolo che aveva già interpretato sul palco. La pellicola è totalmente priva di musica, tranne che nei titoli di apertura (dove viene usata la musica per il balletto Il lago dei cigni (Lebedinoe ozero) di Tchaikovsky) ed in quelli di chiusura. Nel 1999 Philip Glass fu scelto per comporre delle musiche per accompagnare il film. In diverse edizioni in DVD è presente anche l'opzione per selezionare tali musiche.
    Contemporaneamente alla pellicola con Lugosi venne girata una versione in lingua spagnola per la distribuzione in Messico. Venne girata di notte, usando gli stessi set che di giorno venivano usate dalla produzione di Tod Browning, con un diverso cast artistico e tecnico. Il regista di questa versione fu George Melford, mentre gli interpreti furono Carlos Villarías, nel ruolo del Conte, Eduardo Arozamena, nel ruolo di Van Helsing, ed Lupita Tovar, nel ruolo di Eva.
    Per colpa delle leggi statunitensi sulla censura, il Dracula di Medford ebbe l'opportunità di inserire scene che non potevano essere inserite, invece, nella versione definitiva della pellicola in lingua inglese diretta da Browning per il mercato americano. Vi è stato un lungo dibattito, tuttora aperto, su quale delle due pellicole sia migliore: i fan della versione di Medford sostengono che la recitazione nella versione in spagnolo è molto più brillante, che il passo è più veloce e che non ci sono gli eccessivi primissimi piani su Lugosi dell'altra versione.

    FILM DELLA UNIVERSAL STUDIOS

    Durante gli anni trenta e quaranta, i film horror degli Universal Studios resero Dracula un personaggio familiare, usandolo ripetutamente come cattivo in un gran numero di film, inclusi diversi nei quali si incontra/scontra con altri mostri dell'immaginario letterario e cinematografico (il più celebre dei quali è il comico Il cervello di Frankenstein, nel quale Lugosi interpreta ancora Dracula sul grande schermo per la seconda ed ultima volta). In questi film Dracula spesso guadagna il controllo del mostro costruito da Frankenstein, ed in molte pellicole il mostro si comporta come servo di Dracula, riferendosi al vampiro come Signore o Padrone.

    I film originali della Universal Studios in cui appare Dracula (o un personaggio a lui legato) sono (tra parentesi l'anno e l'interprete):

    1.Dracula (1931 - Bela Lugosi)
    2.Dracula (versione spagnola) (Dracula-Spanish version, 1931). Girato simultaneamente al film di Tod Browning ed utilizzando gli stessi set (al mattino si girava una pellicola, al pomeriggio le stesse scene dell'altra), è diretto dal regista George Melford, il conte Dracula è interpretato dall'attore spagnolo Carlos Villarías.
    3.La figlia di Dracula (Dracula's Daughter) (1936 - Gloria Holden)
    4.Il Figlio di Dracula (Son of Dracula) (1943 - Lon Chaney, Jr.)
    5.Al di là del mistero (House of Frankenstein) (1944 - John Carradine)
    6.La casa degli orrori (House of Dracula) (1945 - John Carradine)
    7.Il cervello di Frankenstein (Bud Abbott and Lou Costello Meet Frankenstein, meglio noto come Abbott and Costello Meet Frankenstein) (1948 - Bela Lugosi)

    FILM DELLA HAMMER

    Nel 1958 la Hammer Film Productions produsse Dracula il vampiro, un nuovo adattamento dell'opera di Stoker con un marcato carattere gotico, con Christopher Lee nel ruolo del Conte Dracula e Peter Cushing nei panni di Van Helsing.

    Altissimo e con una formazione classica, Cristopher Lee si cala nei panni di un vampiro sanguinario e crudele, creando un archetipo privo della melanconica solitudine che aleggiava intorno alla figura di Bela Lugosi (nel frattempo destinato ad un triste declino come morfinomane dentro una villa cinta da un cancello sormontato da pipistrelli scolpiti). Tale pellicola viene generalmente considerata come una delle migliori trasposizioni cinematografiche del romanzo, e nel 2004 è stata eletta dalla rivista Total Film trentesima nella classifica dei migliori film britannici di tutti i tempi. Nonostante la trama si prenda diverse libertà dalla storia originale, le atmosfere cupe e tetre e la carismatica interpretazione di Lee ha reso la pellicola memorabile. Venne distribuito negli Stati Uniti con il titolo di Horror of Dracula per evitare confusione con la versione precedente con Bela Lugosi. Il film era in versione technicolor, con una predilezione per i colori freddi, ma anche la prima pellicola che mostrava abbondantemente il sangue che colava, denotando un cambiamento del gusto del pubblico, più attratto dalle potenzialità sadiche del mostro, che dai suoi tormenti interiori.

    Nei film della Hammer si codifica definitivamente l'iconografia del vampiro ammantato senza più agganci con la tematica leggendaria da cui era nato il personaggio di Stoker. Nel corso del ventennio successivo, nessuno ricorderà più chi fosse realmente il conte Dracula di cui narra Stoker, ma tutti avranno ben chiaro il volto pallidissimo e il fascino di Lee.

    Il successo del film generò una lunga serie di pellicole incentrate sul personaggio, delle quali molte con Lee nel ruolo del vampiro.

    I film della Hammer in cui appare Dracula (o un personaggio a lui legato) sono (tra parentesi l'anno e l'interprete):

    1.Dracula il vampiro (Dracula) (1958 - Christopher Lee)
    2.Le spose di Dracula (The Brides of Dracula) (1960 - David Peel nel ruolo del discepolo di Dracula, il Barone Meinster)
    3.Dracula, principe delle tenebre (Dracula: Prince of Darkness) (1966 - Christopher Lee)
    4.Le amanti di Dracula (Dracula Has Risen from the Grave) (1968 - Christopher Lee)
    5.Una messa per Dracula (Taste the Blood of Dracula) (1969 - Christopher Lee)
    6.Il marchio di Dracula (Scars of Dracula) (1970 - Christopher Lee)
    7.1972: Dracula colpisce ancora! (Dracula A.D. 1972) (1972 - Christopher Lee)
    8.I satanici riti di Dracula (The Satanic Rites of Dracula) (1973 - Christopher Lee)
    9.La leggenda dei 7 vampiri d'oro (The Legend of the 7 Golden Vampires) (1974 - John Forbes-Robertson).

    FILM DEL PERIODO 1967/1979

    Nel 1967 Roman Polanski dirige ed interpreta una delle prime e migliori parodie del genere, Per favore non mordermi sul collo.
    Nel 1969 Christopher Lee interpreta per la prima volta il ruolo di Dracula in un film non prodotto dalla Hammer: Il conte Dracula, una delle riduzioni cinematografiche più fedeli al romanzo, girata in Spagna, diretta da Jesús Franco e con Klaus Kinski nei panni di Renfield.
    Nel 1973 Dan Curtis, celebre soprattutto per aver in precedenza prodotto la soap opera gotica Dark Shadows, produsse un'importante versione televisiva interpretata da Jack Palance. Girata interamente in Yugoslavia ed Inghilterra, ne venne fuori un adattamento molto fedele.
    Nel 1974 Andy Warhol produsse e distribuì lo scandaloso Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!!, diretto da Paul Morrissey ed interpretato da Udo Kier (l'anno precedente era stata la volta di Il mostro è in tavola... barone Frankenstein).
    Sempre nel 1974 Clive Donner realizza una gradevole parodia inglese in cui il conte Dracula, interpretato da David Niven, deve trovare un rarissimo tipo di sangue per risvegliare la sua consorte, con una serie di esilaranti colpi di scena.
    Nel 1976 Christopher Lee tornò a vestire i panni del principe delle tenebre in una produzione francese, Dracula padre e figlio.
    Nel 1977 fu la volta della versione televisiva realizzata dalla BBC, con Louis Jourdan. Questa versione è uno degli adattamenti più fedeli al romanzo di Bram Stoker mai realizzati. Include scene di Jonathon che appunta gli avvenimenti nel suo diario e del Dr. Seward che parla nel suo dittafono.
    Nel 1977 venne prodotto anche un revival della versione di Broadway del 1927. I set e i costumi furono disegnati da Edward Gorey. Il Conte fu interpretato da Frank Langella che, come Lugosi prima di lui, avrebbe finito con l'interpretare il ruolo sul grande schermo. Gli stessi set e costumi di Gorey furono usati per una versione della commedia itinerante negli Stati Uniti con Jeremy Brett. I versi di Deane e Balderston vennero in un certo modo alterati e interpretati per un effetto più adatto alla commedia.
    Nel 1978 una casa di produzione indipendente produsse l'horror thriller Zoltan, il mastino di Dracula con Michael Pataki nei panni del raffinato psichiatra di famiglia destinato a incontrare il resuscitato mastino di Dracula.
    Nel 1979 Frank Langella interpretò una versione del Conte con una forte carica sensuale nel film Dracula di John Badham, con Laurence Olivier come antagonista. È considerata una pellicola di infima qualità, sebbene arricchita dalla colonna sonora di John Williams. In quell'anno fu anche distribuito il film Amore al primo morso, una commedia romantica ambientata nella New York dei nostri giorni con George Hamilton nella parte del conte.
    Nosferatu, principe della notte è un film del 1979 del regista tedesco Werner Herzog. È il remake del capolavoro diretto da Murnau. Herzog ha affermato di considerare il film di Murnau la pellicola più importante mai prodotta in Germania, e di averlo voluto rifare per stabilire un collegamento tra il grande cinema tedesco del passato e il cosiddetto "nuovo cinema tedesco".
    Herzog affidò il ruolo principale del vampiro all'attore Klaus Kinski che si rivelò l'interprete ideale per quel ruolo donando al personaggio fascino e mistero. Nel cast anche Isabelle Adjani e Bruno Ganz. Le musiche sono dei Popol Vuh. Per ragioni commerciali la Twentieth Century Fox, distributrice del film, decise di tagliare alcuni minuti dalla versione destinata alla vendita. Il film risulta così privato nella versione italiana, e in altre, di alcune scene.

    FILM DEL PERIODO 1980/1999

    Nel 1992, Francis Ford Coppola produsse e diresse una nuova versione cinematografica, intitolata Dracula di Bram Stoker, con Gary Oldman, Winona Ryder, Keanu Reeves ed Anthony Hopkins. Fortemente voluto da Wynona Ryder, il film doveva avere come protagonista Daniel Day Lewis, che rinunciò perché impegnato nelle riprese del "L'ultimo dei Mohicani". - La trama del film di Coppola include una sottotrama nella quale viene rivelato che Mina Harker è la reincarnazione del grande amore di Dracula; tale divagazione non è contenuta nella storia originale di Stoker. La colonna sonora include la canzone Lovesong for a Vampire di Annie Lennox.
    Nel 1995, Mel Brooks scrisse e diresse una parodia del ricco filone cinematografico, Dracula: morto e contento, nel quale dissacra e prende in giro tutti gli stereotipi ed i cliché dei film su Dracula, ma degna di particolare nota è la scena nella quale non appare il riflesso di Dracula in uno specchio mentre balla durante una festa danzante, causando paura ed orrore tra i presenti. Nella pellicola, Mel Brooks interpreta la parte di Van Helsing, ritratto qui come un vecchio professore.

    FILM DAL 2000 AD OGGI

    Nel 2000 Patrick Lussier ha riportato sul grande schermo la leggenda attualizzando la storia ai tempi moderni con Dracula's Legacy - Il fascino del male (titolo originale Dracula 2000, ma promosso anche con il titolo di Wes Craven Presents Dracula 2000), prodotto da Wes Craven. Per scoprire come distruggere Dracula, Van Helsing (interpretato da Christopher Plummer) si tiene in vita con iniezioni del sangue di Dracula; quando alcuni ladri rubano il vampiro, finiscono per avere un incidente vicino a New Orleans; a quel punto Van Helsing deve rintracciare il vampiro e salvare sua figlia Mary.
    Sempre nel 2000, E. Elias Merhige ha diretto John Malkovich e Willem Dafoe nel film L'ombra del vampiro: un tributo al genio di Friedrich Wilhelm Murnau che, in chiave romanzata, racconta un possibile making of del film Nosferatu del 1922.
    Nel 2002, il regista di culto canadese Guy Maddin ha diretto un personale adattamento della versione della storia del conte interpretata dal Royal Winnipeg Ballet, un balletto basato sulle musiche di Gustav Mahler e intitolato Dracula: Pages from a Virgin's Diary.
    Il personaggio di Mina Harker appare in La leggenda degli uomini straordinari, l'adattamento cinematografico del 2003 della graphic novel La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore, diretto da Stephen Norrington, nel quale viene rappresentata come un'eroina vampirica interpretata da Peta Wilson.
    Il più recente film con il Conte Dracula prodotto da una major è Van Helsing, del 2004, diretto da Stephen Sommers, pellicola basata principalmente sulla figura del cacciatore di vampiri Van Helsing, reinventato come un eroe immortale incaricato dal Vaticano di uccidere alcuni pericolosi mostri. Richard Roxburgh interpreta Dracula in questa pellicola, che contiene anche delle nuove versioni "rinvigorite" dei mostri dei film degli Universal Studios degli anni '30 e '40, come quella del mostro di Frankenstein e dell'Uomo Lupo. In questo film Dracula è una sorta di super-vampiro che non può essere ucciso con i metodi normali (leggi: validi nella letteratura tradizionale su questo personaggio); può essere ucciso solamente con un morso di un lupo mannaro. Questo, tuttavia, è abbastanza ironico, poiché può controllare i lupi mannari dopo la loro prima luna piena. Può anche trasformarsi in un pipistrello gigante con un'apertura alare di quasi 5 metri.
    Un personaggio di nome Drake è l'antagonista principale in Blade: Trinity, nel quale un gruppo lo evoca per sconfiggere definitivamente Blade. Mentre non viene ufficialmente identificato come Dracula, si scopre che Drake ha vissuto a lungo sotto diversi pseudonimi e personalità, una delle quali potrebbe essere quella del famigerato vampiro della Transilvania.

    MUSICAL

    Dracula el musical (1991) è un musical spagnolo di Cibrian & Mahler, famosi per altri musical spagnoli. Dracula el musical è in tour dal 1991 e non è cantata su basi musicali registrate in studio, infatti l'orchestra è presente in uno spazio chiamato Golfo Mistico.
    Dracula opera rock è un musical del 2005 con le musiche della PFM (Premiata Forneria Marconi) con Vittorio Matteucci nella parte del Conte.
    Draculea, nel sangue e nell'amore è un musical del 2007, prodotto dalla Musaico Immaginario di Firenze. Musiche di Tiziano Barbafiera, testi di Diego Ribechini. Regia di Riccardo Giannini.

    INFLUENZE

    La figura di Dracula il vampiro è stata ripresa o citata da numerosissimi autori in un numero pressoché incalcolabile di opere di fantasia.
    L'inglese Kim Newman è autore di un ciclo di romanzi ucronici basati sulla figura di Dracula, in cui è descritto un mondo alternativo in cui il vampiro non è stato sconfitto e il vampirismo si è diffuso ed integrato nella società mondiale. In Italiano sono stati tradotti Anno Dracula (1992), Il barone sanguinario (1995), Drachenfels (2001), Genevieve la dama immortale (1989), Dracula Cha cha cha (1989).
     
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  3. hondaman
     
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    LIBRO DAL QUALE è STATO TRATTO L'AVVINCENTE TELEFIM DEXETER

    LA MANO SINISTRA DI DIO

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    Trama

    Il protagonista, Dexter Morgan, lavora per il dipartimento di polizia di Miami. Il suo impiego consiste nell'analizzare le macchie di sangue sulla scena del crimine al fine di ricostruire la posizione del killer e della vittima e la dinamica del delitto. Nel tempo libero, Dexter si trasforma in un serial killer. Uccide persone, solitamente assassini, che ritiene non siano state punite dalla legge.

    Dexter possiede inoltre una voce interna alla quale si riferisce chiamandola "Passeggero Oscuro" che lo incita ad uccidere. Dopo aver eseguito, la voce è saziata per un certo tempo e rimane in silenzio fino a quando non sentirà il bisogno di esortare nuovamente all'assassinio.

    Da bambino, Dexter era stato rinchiuso in un container in una pozza di sangue, insieme alla madre morta ed al fratello maggiore. Traumatizzato, Dexter divenne incapace di empatia o rimorso. Suo padre, Harry Morgan, si era reso conto della natura di Dexter, capendo che il bambino avrebbe iniziato a sentire il bisogno di uccidere. Gli insegnò quindi a controllare l'impulso e ad uccidere solo quello che "meritava" di essere ucciso. Gli insegnò anche come integrarsi nel mondo che lo circondava, nascondendo il suo vero io dietro una facciata.

    Dexter riesce a gestire la sua doppia vita per anni, ma è impreparato quando un serial killer con uno stile artistico e burlone inizia a terrorizzare le prostitute di Miami. Mentre il killer si scatena nella città, inizia a mandare messaggi a Dexter, il quale trova la serie di crimini interessante ed affascinante. Nel frattempo, Deborah, la sorella di Dexter, vede gli omicidi come un buon modo per poter entrare alla Omicidi. Dexter è combattuto tra l'ammirare il lavoro del killer e l'aiutare la sorella a catturarlo.
     
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  4. mauro255
     
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    FRANKENSTEIN, O IL PROMETEO MODERNO

    Autore Mary Shelley
    1ª ed. originale 1818
    Genere Romanzo
    Sottogenere Gotico, fantascienza
    Lingua originale inglese
    Ambientazione XVIII secolo
    Protagonisti Victor Frankenstein
    Antagonisti La creatura
    Altri personaggi vedi Personaggi di Frankenstein


    Frankenstein, o il moderno Prometeo (Frankenstein, or the modern Prometheus) è un romanzo scritto dall'inglese Mary Shelley fra il 1816 ed il 1817, pubblicato nel 1818 e rimodificato dall'autrice per una seconda edizione del 1831. È questo il romanzo che genera il nome del dottor Victor von Frankenstein ed il personaggio della creatura, spesso ricordata come mostro di Frankenstein, i quali a livello popolare sono erroneamente ricordati sotto lo stesso nome.
    È probabilmente grazie alla figura del mostro, espressione della paura, al tempo diffusa, per lo sviluppo tecnologico, che il romanzo è divenuto immortale. Frankenstein è uno dei miti della letteratura proprio perché affonda le sue radici nelle paure umane. La "creatura" è l'esempio del sublime, del "diverso" che in quanto tale causa terrore.
    Dalla pubblicazione del libro, il nome di Frankenstein è entrato nella cultura popolare, in ambito letterario, cinematografico e televisivo. È inoltre spesso utilizzato, per estensione, come esempio negativo in quello bioetico, alludendo al fatto che il suddetto dottore compisse esperimenti illeciti o eticamente discutibili.

    TRAMA


    Ginevra, Svizzera, fine 1600.

    Il giovane Victor Frankenstein, primo di tre figli di Alfonso Frankenstein, un ricco e potente uomo politico non solo in città, ma in tutto il cantone, rimane sconvolto per la morte della madre, Caroline Beaufort Frankenstein, contagiata dalla scarlattina contratta da Elisabetta Lavenza, la cugina, quasi coetanea, figlia della defunta sorella di suo padre e di un gentiluomo italiano, ormai da anni affidata alle sue cure della sua famiglia a Ginevra (nell'edizione del 1818, sorella adottiva nell'edizione del 1831).
    Caduto in un trauma psicologico, Frankenstein, che già da bambino era affascinato dalle scienze naturali e dalla medicina, studia con impegno i testi di Paracelso, Cornelio Agrippa e Alberto Magno, coltivando segretamente un sogno impossibile per chiunque: la creazione di un essere umano più intelligente, dotato di salute perfetta e lunga vita.
    Pensando sempre con affetto a Elisabetta e ai fratelli Ernesto e Guglielmo, si reca all'università di Ingolstadt, in Germania, seguito successivamente dall’amico Enrico Clerval, figlio di un mercante che vuole imparare le lingue antiche quali il greco e il latino.
    Giunto all'università, Frankenstein diviene il pupillo dei professori Krempe e Waldman, dai quali impara i segreti dell'etica scientifica e della biologia.
    Assimilate conoscenze mediche insperate, il giovane Frankenstein si reca nottetempo nei cimiteri, dove apre le tombe e studia la decomposizione e il percorso degenerativo dei cadaveri,acquisendo così la conoscenza che gli permetterà di generare una creatura vivente (l'intenzione era di dare vita a un essere umano) da materia inanimata. La creatura, però, appena resuscitata, appare deforme e sgraziata alla vista, con una forza fisica smisurata, e sfugge nella notte con il diario personale del suo creatore, che l’ha abbandonata al suo destino, colmo di disgusto.
    Terminati gli studi medici, Frankenstein torna a Ginevra, ma la creatura ritorna in segreto e uccide Guglielmo, il suo fratello minore, facendo ricadere i sospetti su Giustina Moritz, la governante della famiglia Frankenstein che, una volta rinchiusa in prigione, morirà in seguito alla rassegnazione della sua falsa colpevolezza.
    Durante una breve vacanza distensiva lungo i passi sul confine con la Francia, il giovane scienziato incontra il mostro, che confessa il suo crimine, e gli racconta di averlo seguito grazie alle indicazioni del diario e di aver imparato la lingua francese osservando di nascosto la famiglia De Lacey, un ricco francese caduto in disgrazia, e ritiratosi a Ingolstald. Questa famiglia, composta dal cieco De Lacey, e dal figlio Felice e la sorella, si dedicava all’agricoltura e all’allevamento.
    Il mostro li aiutava e li osservava in segreto, portando loro di notte legna per l'inverno e ortaggi nei periodi di magra. Quando però aveva deciso di mostrarsi a loro, essi lo avevano scacciato violentemente, disgustati dal suo aspetto esteriore, dandosi immediatamente alla fuga.
    Esso fa al suo creatore una richiesta insolita: la creazione di una donna come lui, con la promessa di ritirarsi nelle terre sconosciute dell’America del Sud.
    In un primo momento, Victor Frankenstein accetta, e decide di recarsi in Gran Bretagna con lo scopo di sviluppare le proprie conoscenze, sempre insieme a Enrico Clerval. La creatura, in segreto, continua a seguirlo.
    Ritiratosi su di un'isola, il giovane cuce un altro mostro, di genere femminile, ma in seguito lo distrugge, ancora prima di dargli vita. Scoperto dal mostro, Frankenstein tenta la fuga, ma approdato in Irlanda a seguito di un burrascoso viaggio, viene arrestato con l'accusa dell'omicidio di Clerval, ucciso in realtà dal mostro.
    Dopo essere stato rilasciato a seguito dell'intervento politico del padre, Frankenstein torna in Svizzera, dove acconsente di sposare Elisabetta.
    Ma il mostro ancora colpisce uccidendo Elisabetta. Il padre di Victor, morirà poco dopo, nel suo letto. Victor decide di andare fino al Polo Nord, per vendicarsi del Mostro, poi rinuncia, a causa del freddo glaciale che non gli permette di andare avanti. Victor verrà recuperato dall'equipaggio del capitano Robert Walton, un uomo affascinato da sempre dall'ignoto, e che con mezzi di fortuna, e spendendo le eredità di famiglia, ha messo in piedi una ciurma di avventurieri con lo scopo di battere le ignote terre dei ghiacci settentrionali.
    Lo scienziato fa appena in tempo a raccontare la sua storia, prima di morire per la troppa tensione emotiva e l'eccessiva fatica accumulate nella fuga.
    La sua creatura appare un'ultima volta, e lanciando abominevoli grida di agonia, dichiara di volersi dare la morte, provando ancora una volta un senso di colpa per tutte le persone che ha ucciso e per il dolore arrecato a suo “padre”.

    GENESI DEL ROMANZO

    Maggio 1816: la sorellastra di Mary Shelley, Claire Clairmont, diventata l'amante di lord Byron, convince i coniugi Shelley a seguirla a Ginevra. Il tempo piovoso confina spesso i dimoranti e questi occupano il tempo libero leggendo storie di fantasmi tedesche tradotte in francese. Byron propone allora di comporre loro stessi una storia di fantasmi: tutti cominciano a scrivere, ma Mary non ha sùbito l'ispirazione.
    Intanto le lunghe conversazioni degli uomini vertono sulla natura dei princìpi della vita, su Darwin, sul galvanismo, sulla possibilità di assemblare una creatura e infondere in essa la vita. Tali pensieri scatenano l'immaginazione di Mary e portano all'incubo che è all'origine del grande mito gotico: uno studente che si inginocchia di fianco alla creatura che ha assemblato; creatura che, grazie ad una qualche forza, comincia a mostrare segni di vita.
    Mary inizia il racconto decisa a ricreare quel terrore che essa stessa ha provato nell'incubo: il successo dello scienziato nell'animare la creatura l'avrebbe terrorizzato ed egli sarebbe scappato dal suo lavoro, sperando che, abbandonato a se stesso, l'essere sarebbe morto; ma la creatura rimane sconcertata dalla sua solitudine (“Satana aveva i suoi compagni che lo ammirassero ed incoraggiassero; ma io sono solo”) e avrebbe voluto delle spiegazioni, similmente a quelle di Adamo del Paradiso Perduto di John Milton che compaiono all'inizio del testo.
    Il marito spinge Mary a sviluppare maggiormente la storia che viene continuata in Inghilterra.

    PUBBLICAZIONE

    All'uscita anonima l'11 marzo 1818 le critiche sono sfavorevoli: dicono che il romanzo non insegna nessuna condotta morale e che affatica i sentimenti senza coinvolgere la mente. Walter Scott però scrive che l'autore è dotato di una buona capacità d'espressione e di un buon inglese. L'unico indizio che porta all'autore è la dedica a William Godwin, che i critici attribuiscono a Percy Bysshe Shelley, il suo più famoso discepolo. Ma Frankenstein non è una celebrazione dei razionali principi godwiniani, bensì una lezione morale e forse anche politica su quali azioni possano essere difese come ragionevoli (nella parte centrale, quando la creatura narra la sua storia). I critici tuttavia preferiscono non badare a questo evidente sottofondo e catalogano il romanzo come un'orribile storia movimentata.
    In ogni caso Frankenstein, come Dracula, è subito un best seller e i critici rimangono spiazzati quando nella seconda edizione l'autore si rivela un'autrice (scrivono “per un uomo era eccellente ma per una donna è straordinario”), e per giunta molto giovane (21 anni).

    SHELLEY COME MODELLO

    Alcuni critici hanno voluto vedere nel talento della scrittrice il riflesso delle doti di Percy Shelley; non è esattamente così ma certo c'è molto del marito nell'opera di Mary.
    Shelley aveva fede nei poteri creativi degli uomini, ma Mary dimostra fino a che punto questi possano spingersi se liberati in un contesto scientifico. Percy Shelley sembra così essere il modello iniziale per l'ambizioso scienziato, con cui ha in comune la passione per la scienza (da giovane utilizzava strumentazioni chimiche, specialmente elettriche). Victory - come Victor era il protagonista del romanzo - era per giunta il nome che Percy aveva scelto per sé stesso.
    Mary parla di una doppia esistenza di suo marito: un aspetto superficiale afflitto da sofferenze e delusioni, ma uno spirito celeste all'interno. Questa sorta di sdoppiamento è comune anche a Frankenstein, il quale sente a un certo punto di essere immerso in una tranquillità interiore come non era da tempo.
    In un suo componimento Shelley esalta la bellezza della morte e il suo potere tetro; Frankenstein dichiara che per esaminare le cause della vita bisogna far ricorso alla morte, osservare il naturale decadimento del corpo umano recandosi presso tombe e crematori.

    LA FORMA EPISTOLARE

    La forma epistolare, studiata per aumentare la suspense, proviene direttamente da Samuel Richardson, primo sfruttatore di questa tecnica applicata al romanzo (Clarissa, Pamela, Sir Charles Grandison).

    PROMETEO

    Il sottotitolo del romanzo, Il Prometeo moderno (The modern Prometheus), allude all'aspirazione degli scienziati di poter fare tecnicamente qualsiasi cosa. Vi sono due versioni della storia di Prometeo che Mary Shelley cerca di unificare:

    il Prometeo della mitologia greca, un titano ribelle che ruba il fuoco dall'Olimpo per salvare l'umanità, da cui viene tratto il tema della ribellione contro il destino.

    la rielaborazione romana della leggenda di Ovidio (dalle Metamorfosi), in cui Prometeo plasma gli esseri umani dalla creta.

    IL PROFESSOR WALDMAN

    Uno degli ospiti di casa Godwin è Humphry Davy, famoso chimico sperimentatore; Mary si avvicina ai suoi trattati che portano lo stesso messaggio del professor Waldman di Ingolstadt (insegnante di Frankenstein), ovvero che la scienza ha fatto molto per l'umanità, ma può fare ancora di più. Così Frankenstein dichiara di voler esplorare nuove vie, nuovi poteri fino ad arrivare ai misteri più profondi della creazione. L'autrice non ambisce però a spingersi tanto oltre, come dimostra la morale dell'opera; secondo alcune interpretazioni cerca invece di avvertire il mondo dal pericolo del manipolare forze più grandi dell'uomo. Non va dimenticato che la Shelley vive nell'era del nascente capitalismo. Già Godwin, suo padre, aveva ravvisato il pericolo di anteporre gli scopi scientifici alle responsabilità sociali, dichiarando che la conoscenza sarebbe divenuta presto fredda senza la coerenza con l'umanità.
    L'università di Ingolstadt è la stessa del Faust di Christopher Marlowe, dove si studiavano testi alchemici riguardanti la ricerca della vita eterna e della pietra filosofale (la leggendaria sostanza capace di trasmutare il ferro in oro).

    INFLUENZE E LA GIUSTIZIA GODWINIANA

    Mary Shelley ha letto Rousseau, dal quale proviene l'idea di una condizione d'innocenza in cui vive la creatura prima di essere corrotta dalla società e dalle persone. La ragazza araba si chiama Safie, similmente alla Sophie dell'Emile di Rousseau. Agatha potrebbe invece aver preso il nome dall'omonimo personaggio de Il monaco di Lewis.
    Forte è poi l'influenza del padre: William Godwin in Political Justice sostiene che istituzioni come il governo, la legge o il matrimonio, seppur positive, tendano a esercitare forze dispotiche sulla vita della gente. Egli aspira ad un nuovo ordine sociale basato sulla benevolenza universale, contraddicendo la visione seicentesca di Thomas Hobbes di una società essenzialmente egoista. Non c'è da stupirsi quindi se la creatura, completamente estraniata dalla società, si consideri come un demone malefico e chieda giustizia proprio in senso godwiniano: “Do your duty towards me”. La creatura desidera infatti che lo scienziato gli crei una compagna. In un primo compassionevole momento Frankenstein accetta la richiesta, ma successivamente distrugge la nuova creazione, temendo che una "razza di diavoli si possa propagare sulla Terra". L'essere si vendica uccidendo l'amico di Frankenstein Clerval e sua moglie Elizabeth.
    C'è in Frankenstein, più in generale, una reminiscenza di stile e personaggi del repertorio godwiniano.
    Altra influenza nell'opera di Mary Shelley è quella della Ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge, che Mary e la sorellastra Claire avevano la fortuna di sentir recitare dal vivo nella casa paterna. Come il marinaio Walton parte per la terra "of mist and snow", ma assicura la sorella che non ucciderà nessun albatross. L'intento della narrazione di Victor è quello di dissuadere Walton dalle sue pericolose ambizioni: "learn my miseries, and do not seek to increase your own” e cita anche direttamente una stanza dell'Ancient Mariner (pag 60):

    « Like one who on a lonesome road

    "Doth walk in fear and dread,
    And having once torned round walks on,
    And turns no more his head;
    Because he knows, a frightful fiend (demonio)
    Doth close behind him tread" (passo) »

    Da qui si instaura l'inesorabile tema dell'inseguimento tra creatore e creatura che prosegue nel resto della trama.
    Anche il Don Chisciotte, libro che Mary leggeva durante la vacanza sulle Alpi, fa sentire la sua influenza: sia Don Chisciotte che Frankenstein partono con l'intenzione di aiutare i loro simili ma giungono pian piano ad un tragico personale epilogo.
    In ogni caso Mary Shelley non sembra “rubare” elementi specifici di altri autori, ma piuttosto sembra sfruttare le sue numerose conoscenze letterarie.

    SENSAZIONALISMO

    Il sensazionalismo sviluppato da Locke e portato avanti dai filosofi francesi settecenteschi Diderot e Condillac viene sfruttato da Mary Shelley. L'essere dichiara così di distinguere "between the operations of his various senses" e nel suo ultimo discorso, al capitano Walton, si dispiace del fatto che non potrà più vedere il sole o le stelle e sentire il vento sulla pelle. La Shelley piega la trama alla teorie lockiane facendo imparare alla creatura lingua, storia e morale dell'uomo origliando le conversazioni dei De Lacey e leggendo il Paradiso perduto, le Vite di Plutarco e il Werther di Goethe.

    LA LUCE

    Nel quadro di una società che sembra talvolta valutare l'apparenza prima dei sentimenti e dei bisogni, la luce assume un ruolo importantissimo. Dal ruolo centrale che assume coi pittori e poeti romantici, diviene con Humphry Davy dispensatrice di organizzazione e movimento nell'universo, in quanto possiamo immaginare le stelle come soli di altri mondi.
    Strettamente connesso con la luce è il fenomeno dell'aurora boreale che si può osservare al Polo Nord, una delle grandi ambientazioni di Frankenstein.
    La luce è poi sinonimo di divinità, di un Dio sconosciuto, della sua manifestazione attraverso la natura.

    FRANKENSTEIN E IL SUO GENERE

    Per l'autrice di quello che è generalmente considerato il più grande mito gotico di tutti i tempi, la presenza di alcune opere come background letterario è scontata: ha infatti letto I misteri di Udolpho (1794) e L'italiano (1796) di Ann Radcliffe, Il monaco di Matthew Gregory Lewis, Vathek di William Beckford. Quest'ultimo si rifiuta di ammettere Frankenstein all'interno del genere gotico, per lo stile realistico delle sue descrizioni, che producono un effetto molto più potente dello stile rifinito di Beckford. In effetti Frankenstein è diverso dal tradizionale gotico in cui gli elementi naturali rimangono intatti. Quella natura che ci circonda tanto amata nel Settecento viene fortemente invasa. È Victor stesso a dichiarare di voler sconfiggere ogni malattia e debolezza umana.
    Vi sono alcuni punti però che possono accostare Frankenstein al gotico, come l'ansia data per la mancanza di una via d'uscita, il fatto che entrambi i protagonisti vogliano perseguitarsi fino alla morte di uno di loro. Man mano che si procede verso la fine della storia i loro percorsi si fanno sempre più intrecciati, fino a ricordare un Doppelgänger Motiv.
    Il romanzo può dunque rientrare in un tipo di gotico moderno che illustra l'aspetto più importante di questo genere e cioè la mancanza del rapporto tra causa ed effetto o comunque la sua debolezza.
    Successivamente l'opera è stata anche considerata il primo romanzo di fantascienza.

    GALVANISMO

    Nel 1803 Giovanni Aldini, nipote dello sperimentatore anatomico Luigi Galvani, pubblica a Londra An account of the late improvements in Galvanism, che include il resoconto di alcuni interessanti esperimenti. Tramite l'uso di archi elettrici si è riusciti a infondere il movimento in un cadavere tanto da dare l'impressione di rianimazione. Aldini aggiunge che con determinate condizioni forse si sarebbe potuta ripristinare anche la vita stessa.

    INTERPRETAZIONE POLITICO CIVILE

    Il fatto che la creatura sia senza nome e che sia comunque priva di individualità può farla apparire, in un'ottica marxista, come il simbolo dell'emergente proletariato industriale. Fatto sta che i Tories radicali sfruttarono il mito letterario di Mary Shelley come strumento di propaganda contro le tendenze ateiste e rivoluzionarie del tempo, ad esempio dichiarando che uno Stato senza una religione è come un corpo umano senz'anima. Del resto i conservatori avevano preso a modello la figura del mostro, paragonata all'insurrezione sin dai tempi della rivoluzione francese; Burke era stato uno dei primi a farlo. Per comprendere la rivoluzione ed il successivo periodo napoleonico, Mary e Percy Shelley non rimasero chiusi negli ambienti radicali a cui erano abituati, ma lessero anche opere conservatrici e anti giacobine come quelle di Burke, pervase dal senso di minaccia maligna legato alla Rivoluzione.
    Mary Shelley comunque dichiarò espressamente di sentirsi ben fiera di essersi schierata tra i riformatori, ma di non volere avere nulla a che fare con i radicali.

    CONFRONTO TRA LE EDIZIONI

    Nell'edizione del 1831 vengono ridotti i termini e le spiegazioni scientifiche.
    Nell'edizione del 1818 Elizabeth veniva presentata come la cugina di Victor (figlia della sorella di suo padre); sebbene nell'edizione del ‘31 venga mantenuto il termine cugina, la ragazza non è più legata biologicamente al futuro marito in modo da allontanare l'idea di incesto.
    La destinazione del viaggio di nozze degli sposi viene cambiata da Colonia (residenza di Byron nell'estate del 1816) al Lago di Como, dove Percy e Mary avevano pensato di stabilirsi nella loro fuga sul continente.
    Dopo la morte di Percy, la nuova edizione dell'opera della moglie risente di una maggiore influenza della provvidenza nella vita degli esseri umani. Se già nel '18 è chiaro lo scopo ossessivo di creare qualcosa senza pensare poi alle conseguenze, nel '31 questo diventa ancora più esplicito.

    CINEMATOGRAFIA

    Il cinema ha attinto a piene mani ai personaggi di Mary Shelley, tanto da produrre una quantità sostanziosa di film, dai riscontri molto diversificati di critica e pubblico. Quello che segue è un ristrettissimo elenco di film distribuiti in Italia di un certo rilievo (in ordine cronologico);

    Frankenstein - cortometraggio muto del 1910 di J. Searle Dawley, prima versione cinematografica del romanzo di Shelley.
    Frankenstein - film del 1931 diretto da James Whale: rimane uno dei più famosi.
    La moglie di Frankenstein - film del 1935 diretto da James Whale, diretto seguito del precedente.
    Il figlio di Frankenstein - film del 1939 diretto da Rowland V. Lee, terzo film con Boris Karloff nei panni della "creatura".
    Il terrore di Frankenstein - film del 1942 diretto da Erle C. Kenton
    Frankenstein contro l'uomo lupo - film del 1943 diretto da Roy William Neill
    La strage di Frankenstein - film del 1957 diretto da Herbert L. Strock
    La maschera di Frankenstein - film del 1957 diretto da Terence Fisher
    Frankenstein 70 - film del 1958 diretto da Howard Koch
    La vendetta di Frankenstein - film del 1958 diretto da Terence Fisher
    La rivolta di Frankenstein - film del 1964 diretto da Freddie Francis
    Frankenstein alla conquista della Terra - film del 1965 diretto da Ishirō Honda
    La maledizione di Frankenstein - film del 1967 diretto da Terence Fisher
    Distruggete Frankenstein! - film del 1969 diretto da Terence Fisher
    Gli orrori di Frankenstein - film del 1970 diretto da Jimmy Sangster
    La figlia di Frankenstein - film del 1971 diretto da Mel Welles e Aureliano Luppi
    Dracula contro Frankenstein - film del 1971 diretto da Jesús Franco
    Frankenstein e il mostro dell'inferno - film del 1974 diretto da Terence Fisher
    Frankenstein oltre le frontiere del tempo - film del 1990 diretto da Roger Corman.
    Frankenstein di Mary Shelley - film del 1994 diretto da Kenneth Branagh

    PARODIE

    Il cervello di Frankenstein - film del 1948 in cui Gianni e Pinotto si scontrano con la "creatura".
    Frankenstein Junior - parodia di Mel Brooks del 1974, girata in bianco e nero.
    Frankenweenie - cortometraggio di Tim Burton del 1984.

    VARIE

    The Rocky Horror Picture Show - musical del 1975 diretto da Jim Sharman, è una reinterpretazione musicale del mito Frankenstein
    Gothic - film del 1986 diretto da Ken Russell, è il racconto della notte nella villa di Byron durante la quale la Shelley avrebbe pensato il suo Frankenstein.
    Dèmoni e dèi - film del 1998 di Bill Condon in cui si racconta la vita di James Whale ed il suo rapporto con il film Frankenstein da lui diretto.
    Lo spirito dell'alveare - film del 1973 diretto da Víctor Erice in cui due bambine guardano in un cinema il film di Frankenstein e si convincono che la "creatura" esista...
    Frankenstein - miniserie televisiva del 2004.

    CARTONI ANIMATI

    La famiglia Addams (Lurch)
    Carletto il principe dei mostri (il frankenstein chiamato "Frank", dice sempre "Me-he-he").

     
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  5. mauro255
     
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    2001: ODISSEA NELLO SPAZIO

    Titolo originale 2001: A Space Odyssey
    Autore Arthur C. Clarke
    1ª ed. originale 1968
    Genere romanzo
    Sottogenere fantascienza hard
    Lingua originale inglese
    Serie Odissea nello spazio
    Seguito da 2010: Odissea due


    2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odissey) è un romanzo di fantascienza del 1968 dello scrittore britannico Arthur C. Clarke. Il romanzo nacque contemporaneamente al celebre film omonimo del regista Stanley Kubrick.
    Kubrick aveva contattato Clarke nell'aprile del 1964, esponendo l'idea di un film di fantascienza sul rapporto fra l'uomo e l'universo. La storia si sviluppò contemporaneamente come romanzo e come sceneggiatura, ad opera di Clarke ma con la stretta consulenza di Kubrick. I due autori si sentivano ogni giorno per portare avanti il progetto. Le riprese terminarono nel 1968, e nello stesso anno vi fu l'uscita del film nelle sale, accompagnata dalla pubblicazione del romanzo; entrambe le opere ebbero un enorme successo e vengono oggi considerate dei classici nei loro rispettivi generi. Il libro è considerato uno dei testi che più hanno ispirato Kubrick nelle sue opere.
    Clarke ha dato un seguito alle vicende con una serie di altri tre romanzi, pubblicati tra il 1982 e il 1997.

    TRAMA

    CAPITOLO PRIMO


    Il romanzo comincia nel passato, all'interno di una grotta dove vivono degli ominidi ancora non in grado di sopravvivere alle difficoltà quotidiane del cibo e degli attacchi di animali. Il protagonista è un ominide chiamato Guarda-la-Luna che un mattino viene risvegliato come gli altri ominidi da uno strano suono, un suono bellissimo che si propaga nell'aria. Egli esce dalla grotta per cercare di comprendere cosa sia ciò che ode, e a poca distanza vede davanti a sé un oggetto che non aveva mai visto, un monolite nero. Il primo timore per l'oggetto estraneo si sopisce quando si accorge assieme agli altri che il monolite non è in grado di fare del male, così si avvicina e lo tocca. Il giorno dopo, cessato anche il suono l'oggetto è ancora lì, adesso non infonde più timore a nessuno, anzi esso viene quasi ignorato. Ma è la sua presenza a infondere in quegli ominidi una percezione nuova di sé, comandata da un oscuro messaggio mentale. Così quel gruppo di ominidi cominciò a fare delle azioni apparentemente strane, come quella di prendere dell'erba e intrecciarla, o di usare un bastone e batterlo contro gli oggetti. Lo stesso comando proveniente dal monolite spinse l'azione verso un uso migliore del nuovo mezzo, quando subirono un giorno l'attacco di una bestia, invece di rifugiarsi nella grotta come sempre faceva Guarda-la-Luna decise di affrontarla con il bastone. La bestia dopo essere balzata verso di lui fu colpita ripetutamente con il bastone da Guarda-la-Luna, finendo col giacere per terra priva di vita. A questa azione gli ominidi rivali che assistettero alla scena si intimorirono per la presenza di un valoroso combattente che riusciva a sconfiggere i predatori. Da quel giorno quindi essi non dovettero più soffrire la fame, affinando le tecniche di caccia e scacciando i nemici. Grazie a queste conquiste il monolite d'un tratto sparì.

    CAPITOLO SECONDO

    Il romanzo a questo punto cambia epoca, spostandosi nel futuro. Il dottor Heywood Floyd si accingeva ad abbandonare la Terra per un viaggio di trasferimento sulla Luna. Dopo una lunga descrizione del volo, della raggiunta assenza di gravità in orbita, all'interno di una stazione spaziale intermedia, e del proseguo del viaggio con un'altra astronave diretta verso la Luna, il romanzo comincia a soffermarsi sulle cause dell'oscuro viaggio. Il dottor Floyd è stato richiamato sulla Luna per occuparsi del problema della quarantena lunare. A fronte di cause non specificate fu ordinata la quarantena per i viaggi lunari, la causa di questo blocco fu spiegata al dottore a causa del ritrovamento di un monolite nero all'interno del cratere Ticho. Il monolite fu scoperto a causa delle sue emissioni magnetiche, una volta dissepolto da uno strato di terra lunare emise ulteriori segnali nel momento stesso in cui fu scoperto dalla Terra: da quel momento nessun altro segnale. Gli scienziati lunari scoprirono una possibile datazione di più di tre milioni di anni, e una superficie di lavorazione del tutto perfetta. Le caratteristiche del monolite hanno fatto pensare alla possibilità che civiltà extraterrestri abbiano posto quel monolite "a guardia" sulla Luna, essendo impossibile supporre un intervento umano così datato. Nel proseguire gli studi si scopre che i segnali emessi dal monolite sono orientati verso Saturno.

    CAPITOLO TERZO

    La narrazione si sposta all'interno dell'astronave Discovery, partita dalla Terra da appena trenta giorni. A bordo vi era un equipaggio di cinque uomini, tre in stato di ibernazione e due operativi: il dottor David Bowman e il dottor Frank Poole, ad alternarsi nel comando della nave con turni di dodici ore. Ma il vero controllore della missione è il computer di ultima generazione Hal 9000. Questo calcolatore controlla l'intera nave e aiuta i due astronauti nel raggiungimento della missione, ossia una missione esplorativa del sistema di Saturno. Dopo un incontro ravvicinato con un asteroide, cui viene sparato un frammento metallico per l'analisi spettroscopica all'impatto, la Discovery raggiunge l'orbita di Giove sorvolandone il pianeta e da questo ricavando una spinta ulteriore in direzione di Saturno. Nel frattempo una sonda paracadutata nell'atmosfera gioviana invia suggestive immagini in diretta del gigante

    CAPITOLO QUARTO

    È il compleanno di Poole quando Hal richiama l'attenzione su una scheda apparentemente guasta che aveva riposizionato erroneamente l'antenna rispetto la Terra, facendo cadere le comunicazioni. Dopo un'attività extraveicolare e prelevata la scheda, l'analisi rileva un perfetto funzionamento. I due astronauti a questo punto si insospettiscono, e quando avverrà per la seconda volta la medesima segnalazione avviene la tragedia. Poole esce per tornare ad effettuare un controllo, ma viene improvvisamente investito dalla capsula extraveicolare comandata da Hal. Bowman scosso si trova i ponti della nave che vengono depressurizzati dall'apertura dei portelli e gli altri scienziati ibernati uccisi dal blocco volontario di Hal delle attività vitali. Bowman riesce a porsi in salvo in una cella pressurizzata. Un interludio spiega il motivo del disfunzionamento di Hal. All'astronauta non resta che indossare una tuta ed escludere Hal dai comandi della nave: ripristinata la pressurizzazione e disattivato il computer centrale, ripristina le comunicazioni con la Terra.
    Un comunicato di Floyd espone il segreto del ritrovamento del monolito sulla Luna, cui solamente HAL e l'equipaggio ibernato erano a conoscenza. Floyd parla di un ridimensionamento del programma esplorativo concentrandosi su Giapeto.

    CAPITOLO QUINTO

    La Discovery raggiunge il sistema di Saturno, sorvola la fascia degli anelli e si immette nell'orbita di Giapeto. Bowman è consapevole che senza il controllo di Hal non potrà ibernarsi ed attendere l'arrivo della Discovery Due per il ritorno sulla Terra, tantomeno sopravvivere ad un'attesa cosciente settennale. Raggiunta la luna saturniana Bowman avvista un monolite più grande di quello di Tycho che vi orbita intorno e decide di avvicinarsi con una scialuppa. A quel punto Bowman è sul punto di atterrarvi ma vede la superficie dell'oggetto svanire e venire risucchiato da un tunnel di luce, al grido di "Dio mio. E' pieno di stelle".

    CAPITOLO SESTO

    Bowman e la scialuppa vengono accelerati a velocità relativistiche e scaraventati in un angolo remoto della galassia, in quella che arriverà a interpretare come una sorta di "stazione di smistamento" per mezzi interstellari: un intero pianeta interamente costellato di "porte di ingresso", attraveso le quali Bowman vede entrare ed uscire astronavi dirette chissà dove. Davanti a sé egli vede una sistema stellare binario con una nana bianca che vi orbita e poi la spaventosa superficie di una stella rossa finché si vede materializzarsi all'interno di un'impossibile suite d'albergo stile Impero. Egli esce dal veicolo stupito, si toglie la tuta e osserva la presenza di mobili e persino di un telefono. L'ambiente è una copia, una sorta di set cinematografico, con mobili e suppellettili finti, come si accorge Bowman ad un'analisi più attenta. Vi è del cibo commestibile nel frigorifero ma l'acqua è insapore perché distillata. Uno schermo televisivo a soffitto mostra programmi trasmessi sulla Terra all'epoca del ritrovamento del monolito lunare, probabilmente da questi registrati; uno di questi è uno sceneggiato ambientato nello stesso albergo dove ora si trova.

    Bowman attende gli sviluppi e si addormenta nel letto per sognare la propria vita scorrere a ritroso, rievocando tutti gli eventi occorsi sino a tornare bambino, mentre la sua mente viene "assorbita" dall'entità che ha creato l'ambiente artificiale... Mentre nel film il significato del finale resta avvolto nel mistero, nel romanzo appare evidente che Bowman, in seguito all'incontro con l'entità aliena, passa ad un livello di esistenza superiore, che non richiede un corpo materiale, e che lo rende in grado di ignorare l'inferno stellare e tornare sulla Terra, distante 20.000 anni luce, in una frazione di secondo, per osservarla con gli occhi di un "bambino spaziale", ai primi vagiti della sua nuova esistenza. Questo ultimo capitolo finisce esattamente come il primo, con la differenza che nel primo capitolo si tratta di Guarda-la-Luna mentre in questo ultimo si tratta dello "star child". "...Adesso era sovravo del mondo, e non era sicuro di quelle che farebbe in seguito. Ma un'idea o l'altra gli verrebbe in mente" Questo modo di fare introduce, secondo me, l'idea d'eternità.

    ROMANZO

    Il romanzo risulta di facile approccio, se si escludono i misteri e i meta-significati del finale. Clarke dimostra di avere una grande conoscenza della scienza e dell'astronomia, spiegando nei dettagli aspetti e descrizioni dello spazio in un'epoca in cui ancora l'uomo non era andato sulla Luna. Così il mistero della vita sulla Terra, il possibile legame con civiltà extraterrestri, appare nella descrizione come un qualcosa di plausibile a fronte della capacità affabulatoria dello scrittore.
    Un'ottima analisi dell'opera è stata effettuata da Riccardo Valla, il cui commento al romanzo è disponibile a questo link. Da notare, come riportato in detto commento, che la scrittura del romanzo avvenne in stretta collaborazione tra Clarke e il regista Stanley Kubrick durante le riprese del film, tanto da poter ritenere il film e il libro come due parti inscindibili di un'unica opera.

    SATURNO COME META AL POSTO DI GIOVE

    Nel romanzo l'azione finale avviene nell'orbita di Saturno, esattamente intorno al satellite Giapeto, mentre nel film di Kubrick l'ambientazione è nell'orbita di Giove, fondamentalmente per la difficoltà scenica di rappresentare Saturno, nonostante un grande lavoro dei tecnici degli effetti speciali, come spiega Clarke nel capitolo Mission to Jupiter in "The lost worlds of 2001".
    L'autore spiega nella prefazione a "2010: Odissea due‎" che ha voluto fare di quest'ultimo un romanzo autoconsistente e non una semplice continuazione; inoltre, nei casi di difformità tra il film e il romanzo, ha preferito seguire la trama cinematografica. Questa stessa linea è seguita anche in "2061: Odissea tre" e in "3001: Odissea finale".

    LA SPIEGAZIONE

    Per molte persone il film risulta pesante, inconcludente ed a tratti addirittura noioso, in contrapposizione con le persone che lo definiscono un autentico capolavoro. A prescindere dalla nota questione sulla soggettività della bellezza di un'opera, il fatto di apprezzare o meno questo film in particolare dipende da alcuni fattori tecnici e artisitici:

    Fattore tecnico
    il film, caratterizzato da grande realismo (assenza dei suoni nello spazio, assenza di gravità negli ambienti spaziali anche se pressurizzati), fu tuttavia girato 2 anni prima che l'uomo arrivasse sulla luna

    Fattori artistici
    scrittura contemporanea di copione e romanzo
    Il libro e la sceneggiatura del film furono scritti contemporaneamente, e sono frutto di una stretta collaborazione tra il regista Stanley Kubrick e Arthur Clarke; il romanzo fu espressamente pubblicato solo alcuni mesi dopo l'uscita del film, che per volere di Kubrick non doveva spiegare esplicitamente tutti i temi del film, ma lasciarli all'immaginazione dello spettatore (Kubrick stesso disse "Se qualcuno ha capito qualcosa, ciò significa che io ho sbagliato tutto.").

    i suggerimenti del monolito
    Il monolito che compare tra le scimmie all'inizio del film (traslucido anziché nero, nel romanzo) è uno strumento lasciato lì dagli alieni per trasmettere a quelle scimmie concetti e conoscenze rudimentali (come l'utilizzo di armi per difendersi), necessarie a permetterne l'evoluzione.

    l'errore di HAL 9000
    Come ben descritto nel romanzo di Clarke 2001, per motivi di segretezza e per non sottoporre a stress i comandanti Bowman e Poole, HAL ed i membri in animazione sospesa sono i soli al corrente dello scopo reale della missione, indagare su una trasmissione aliena diretta verso l'orbita di Giove. Tuttavia HAL non è stato istruito sul motivo e dunque la sua mente entra in un conflitto di priorità, tra la salvaguardia della missione e quella degli astronauti. Mentre HAL tenta di far trapelare qualche indizio a Bowman, avverte un guasto all'antenna principale. Il conflitto si somatizza proprio sul collegamento tra la nave ed il controllo a Terra. In 2010 il Dr Chandra denuncia un'intromissione della Casa Bianca nelle direttive impartite al computer, ignorando la sua incapacità di dissimulazione al contrario di "persone abituate a mentire molto facilmente"

    la stazione di smistamento
    Nel romanzo viene detto esplicitamente che il monolito sul satellite di Saturno Giapeto conduce Bowman a migliaia di anni luce dalla Terra, presso quella che viene definita da Bowman una sorta di "porta delle stelle" o "stazione centrale della galassia": un pianeta costellato di vari ingressi e uscite, attraverso le quali Bowen vede passare diverse astronavi.

    l'appartamento
    Quello che nel film è un appartamento settecentesco, nel libro è una comune stanza d'albergo come ce ne sono tante negli USA. In entrambi i casi si tratta di un ambiente artificiale, prodotto da un'intelligenza aliena, in orbita intorno a una gigante rossa, avente lo scopo di fornire un ambiente familiare a Bowman, da parte dell'entità aliena intenzionata a trasportarlo in uno stato di esistenza superiore indipendente dalla materia (vedi sotto).

    il bambino spaziale
    Al termine della breve permanenza all'interno dell'appartamento, Bowman si addormenta sul letto, e da quel momento, mentre i suoi ricordi regrediscono fino all'infanzia, questi vengono via via "assorbiti" dall'entità aliena, trasportando Bowman in uno stato di esistenza superiore non legato alla materia: l'ultimo legame resta il corpo del neonato, nel quale Bowman rimarrà solo per il tempo necessario ad adeguarsi al suo nuovo stato.

    EDIZIONI

    Arthur C. Clarke, 2001: A Space Odyssey, , 1968.
    Arthur C. Clarke, 2001: Odissea nello spazio, traduzione di Bruno Oddera, TEA Due, 1988. ISBN 88-7819-669-x
     
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  6. hondaman
     
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    a me Kubrick. piace molto...ma fra i suoi film odissea nello spazio è quello che mi piace meno...
    per quanto affascinante a mio parere è lento da morire...
    temerei a leggerne il libro...
     
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  7. mauro255
     
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    Beh hondaman il libro non l'ho letto ma forse ti potrebbe scorrere di più e penso che ci siano più spiegazioni sul significato rispetto al film dove tutto è lasciato più ad una interpretazione personale, ovviamente io essendo appassionato di cinema ti posso dire che la lentezza di per sè non è sinonimo di film noioso, molto probabilmente non ti ha preso il tema che tratta, x me è un capolavoro che ha ispirato tanti altri film..ma come sempre e per fortuna sennò saremmo tutti uguali ognuno ha il suo punto di vista :D
     
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  8. mauro255
     
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    IL CODICE DA VINCI

    Titolo originale The Da Vinci Code
    Autore Dan Brown
    1ª ed. originale 2003
    1ª ed. italiana 2004
    Genere romanzo
    Sottogenere Thriller
    Lingua originale inglese
    Protagonisti Robert Langdon
    Coprotagonisti Sophie Neveu

    Il Codice da Vinci (titolo originale in lingua inglese: The Da Vinci Code) è il quarto romanzo thriller dello scrittore Dan Brown, scritto nel 2003, e pubblicato in Italia nel 2005.
    È il romanzo di maggior successo scritto da Dan Brown e a gennaio 2008 aveva venduto oltre 70 milioni di copie in tutto il mondo.

    TRAMA

    Il romanzo, partendo dall'omicidio del curatore del Louvre, Jacques Saunière, a Parigi, passa a narrare di un'antica e misteriosa società segreta nota come Priorato di Sion, che nasconde un segreto che potrebbe compromettere i fondamenti stessi del Cristianesimo, nella versione tramandata dalla Chiesa Cattolica. Uno studioso di simbologia religiosa, Robert Langdon, affiancato da Sophie Neveu, nipote del curatore ucciso, e successivamente anche dallo studioso Sir Leigh Teabing, dovrà ripercorrere attraverso indizi nascosti in importanti opere d'arte, enigmi e misteriosi nemici, il percorso del Santo Graal, uno dei più grandi misteri dell'umanità.

    PERSONAGGI

    Robert Langdon: Docente di iconologia religiosa all'Università di Harvard, negli Stati Uniti, è anche un esperto nuotatore, tuttavia soffre di claustrofobia a causa di un trauma infantile. Nella trasposizione cinematografica, come nel precedente, il personaggio è interpretato da Tom Hanks; inizialmente candidati al ricoprire il ruolo erano stati Bill Paxton, Russell Crowe, Ralph Fiennes, Hugh Jackman e George Clooney.

    Sophie Neveu: la protagonista femminile del romanzo, che nel film ha il volto

    Audrey Tautou; inizialmente candidate al ricoprire il ruolo erano state Julie Delpy e Kate Beckinsale.

    Sir Leigh Teabing: interpretato nella trasposizione cinematografica da Ian McKellen.

    Silas: il monaco-killer assoldato da il maestro e portato sul grande schermo da Paul Bettany.

    Vescovo Manuel Aringarosa: Alfred Molina nella versione cinematografica.

    Bezu Fache: l'ispettore di polizia incaricato dell'arresto dei protagonisti, che, nella trasposizione cinematografica, è interpretato da Jean Reno.

    Jacques Saunière: nonno di Sophie Neveu, Jean-Pierre Marielle nel film.

    André Vernet: interpretata nella versione cinematografica da Jürgen Prochnow.

    Suor Sandrine: al cinema Marie-Francoise Audollent


    DUBBI SULL'ORIGINALITA' DELL'OPERA

    Fra i critici dell'opera di Dan Brown c'è chi ha sostenuto che le idee centrali del libro siano state tratte da opere precedenti meno note.
    Un'opera che presenta forti correlazioni con Il Codice è, per esempio, La fratellanza della Sacra Sindone della scrittrice spagnola Julia Navarro.
    Il caso più noto, però, è quello del saggio Il Santo Graal di Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln (1982). Baigent e Leigh hanno addirittura citato Dan Brown in tribunale per plagio. L'Alta Corte di Giustizia di Londra ha stabilito che il romanzo, pur riprendendo alcuni elementi dell'opera di Baigent e Leigh, non ha copiato il saggio. Assai curioso il fatto che l'estensore della sentenza (Peter Smith) abbia lasciato nel testo 37 lettere in corsivo e non per errore ma... come proprio "codice": le prime 11 lettere danno le parole Smith (il cognome del giudice in parola), Code (codice, in inglese) e la lettera J (judge, giudice), per le altre ("aeiextostpsacgreamqwfkadpmqz") il giudice ha lanciato la sfida per la soluzione dell'enigma. La soluzione è stata resa nota nell'aprile 2006. A interpretare il codice è stato un avvocato londinese, che avrebbe usato i numeri di Fibonacci, una formula matematica citata dal romanzo. La frase è stata tradotta da «Jackie Fisher, who are you? Dreadnought» in «Jackie Fisher, chi sei? Dreadnought (che vuol anche dire sterminatore)». Fisher fu l'ammiraglio inglese responsabile della costruzione della Dreadnought, la prima corazzata monocalibro del mondo.
    Alcuni suppongono che la causa sia stata "aggiustata" dalla casa editrice dato che, come rileva Franco Cardini, è la stessa che aveva pubblicato Il Santo Graal: la cosa insomma si sarebbe risolta «in famiglia».
    Oltre ai temi ricavati dal libro di Baigent, Leigh e Lincoln, è necessario segnalare che tutti gli argomenti e gli "indizi misteriosi" legati ai dipinti di Leonardo da Vinci sono stati tratti dai libri di Lynn Picknett e Clive Prince: Turin Shroud, In Whose Image? (1994), solo di recente tradotto in italiano col titolo La Sindone da Vinci (2007) e The Templar Revelation (1997) (La Rivelazione dei Templari). Il secondo in particolare è citato a pag 296 del Codice da Vinci, assieme a Il Santo Graal di Baigent, Leigh e Lincoln tra i volumi presenti nella biblioteca di Leigh Teabing.
    Inoltre la relazione tra Gesù e Maria Maddalena è stata argomento del romanzo di Philipp Vandenberg Il mistero della pergamena del 1993.

    GLI ERRORI PRESENTI NEL ROMANZO

    Il romanzo è stato accusato di contenere errori storici in grado di fuorviare il lettore, specialmente per quanto attiene alla storia del Cristianesimo. Nonostante si tratti di un'opera di finzione e non di un saggio storico, l'argomento trattato e la dichiarazione dell'autore riguardo la veridicità di "documenti e rituali segreti" citati nel romanzo hanno provocato una sorta di "caccia all'errore".

    CURIOSITA'

    Il nome di uno dei personaggi del romanzo, lo storico Leigh Teabing, potrebbe essere stato scelto utilizzando il cognome di Richard Leigh e l'anagramma del cognome di Michael Baigent, i due storici sopra citati.
    Una parodia de Il Codice da Vinci - diventato per l'occasione Il Codice Gianduiotto - è stata data alle stampe nel maggio del 2006 dallo scrittore astigiano Bruno Gambarotta.
    Una versione teatrale, in chiave umoristica, del libro è stata realizzata nel gennaio 2007 dal giovane autore partenopeo, Denny Arrichiello. Lo spettacolo Il Codice d'Avincio, finge di essere la storia dalla quale Dan Brown ha poi tratto lo spunto per il suo romanzo, raccontando di un'esperienza vissuta da un gruppo di amici scomparsi misteriosamente dopo aver trovato il Santo Graal.
    Il libro è stato più volte bruciato pubblicamente da fondamentalisti religiosi e da altre personalità.
    Un'ulteriore parodia del famoso libro è Il codice Stravinci scritta da Toby Clements: riprende la costruzione del libro originale basandosi su principi umoristici.
    Altre parodie sono intitolate Il codice Gratta&Vinci, Il codice perdinci e Il codice Gattuso.

    EDIZIONI

    Dan Brown, Il Codice da Vinci, collana Omnibus, traduzione di Riccardo Valla, Mondadori, 2004. pp. 524 ISBN 88-04-52341-7.

    VERSIONI CINEMATOGRAFICHE

    Dopo il grande successo del romanzo è stato realizzato un film sull'omonimo, diretto da Ron Howard, distribuito dalla Sony Pictures Entertainment, uscito in contemporanea nelle sale di tutto il mondo il 19 maggio 2006, dopo l'anteprima al Festival di Cannes 2006 il 16 maggio.
     
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  9. mauro255
     
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    ANGELI E DEMONI

    Autore Dan Brown
    1ª ed. originale 2000
    1ª ed. italiana 2004
    Genere Thriller
    Sottogenere Thriller
    Lingua originale inglese
    Ambientazione CERN, Roma
    Protagonisti Robert Langdon
    Coprotagonisti Vittoria Vetra
    Antagonisti Illuminati
    Carlo Ventresca

    « Science tells me God must exist. My mind tells me I will never understand God. And my heart tells me I am not meant to. »
    « La scienza mi dice che deve esserci un Dio. La mente mi dice che Dio non lo comprenderò mai. Il cuore mi dice che non ci si aspetta che io lo comprenda. »
    (Dan Brown, Angeli e demoni, Milano 2004)

    Angeli e demoni (titolo originale in lingua inglese: Angels & Demons) è il secondo romanzo thriller dello scrittore Dan Brown, scritto nel 2000, e pubblicato in Italia nel novembre 2004.
    Nonostante sia stato pubblicato successivamente a Il codice da Vinci, in realtà è stato scritto alcuni anni prima della sua opera più celebre: anche in Italia, grazie allo straordinario successo del romanzo precedente, la prima edizione è stata edita successivamente da Mondadori. Nel 2009 è stato realizzato un film omonimo tratto dal romanzo.

    TRAMA

    Il romanzo comincia quando Maximilian Kohler, il presidente dell'istituto CERN di Ginevra, chiama nel suo studio Robert Langdon, docente di simbologia religiosa ad Harvard, per dare il suo parere sul mistero legato all'assasinio di Leonardo Vetra, uno scienziato/sacerdote dell'istituto, sul cui cadavere è stato ritrovato marchiato a fuoco un ambigramma. L'ambigramma viene decifrato come il simbolo degli Illuminati, una setta segreta antireligiosa ritenuta estinta, ispirata da Galileo Galilei per l'affermazione degli ideali scientifici contro l'oscurantismo ecclesiastico. Poi arriva anche Vittoria Vetra, figlia adottiva dello scienziato, con cui stava lavorando ad un progetto segreto: la creazione e l'isolamento di una ingente quantità di antimateria. L'antimateria, annichelendosi con l'ordinaria materia, trasforma interamente la sua massa in una fonte enorme di energia secondo la formula E = mc2, potenzialmente un'arma più potente dell'ordinaria bomba atomica all'U, al Pu o H. Con un sopraluogo nel laboratorio di Vetra, accessibile solo per riconoscimento della retina, scoprono che il contenitore maggiore di antimateria è stato trafugato dallo stesso assassino, utilizzando l'occhio estratto dallo scienziato.
    Intanto nella Città del Vaticano da poche settimane è venuto a mancare il Papa e si sta per aprire il Conclave per l'elezione del nuovo pontefice. Ma a poche ore dall'inizio dell'evento risultano dispersi i quattro cardinali "papabili", successori più probabili al soglio pontificio. Inoltre uno dei monitor della guardie svizzere mostra un misterioso congegno legato ad un conto alla rovescia. L'immagine proviene da una videocamera senza fili che è stata spostata ed è non rintracciabile all'interno del vaticano. Vittoria Vetra, recatasi sul posto insieme a Langdon, riconosce il congegno come il contenitore di antimateria che, grazie ad alcuni elettromagneti, mantiene confinata in sospensione l'antimateria, evitandone il contatto con l'ordinaria materia che ne provocherebbe l'annichilazione e la conseguente immensa esplosione. L'alimentazione degli elettromagneti è fornita da batterie con un'autonomia di sole ventiquattro ore.
    Langdon e Vittoria spiegano la situazione al camerlengo Carlo Ventresca che durante la sede vacante è la massima autorità della Chiesa Cattolica. Durante il colloquio il camerlengo riceve una telefonata che rivendica a nome degli Illuminati tutto l'operato e annuncia che i quattro cardinali verranno giustiziati, uno ogni ora e in una differente chiesa del cosiddetto Cammino dell'Illuminazione, il percorso iniziatico nascosto tra i monumenti di Roma che i neofiti seguivano attraverso gli Altari della Scienza per entrare a far parte della setta. L'operazione costituirebbe una spietata vendetta servita a freddo per la persecuzione operata diversi secoli prima dalla Santa Inquisizione che portò alla decapitazione della setta e all'uccisione dei suoi quattro vertici, con i loro cadaveri marchiati a fuoco col segno della Croce e gettati nelle strade di Roma a monito.
    Il professore cerca di intuire la prima tappa del percorso, scovando alcuni versi nascosti all'interno del Diagramma della Verità, un inedito quanto sconosciuto saggio di Galileo Galilei la cui unica copia è conservata nell'Archivio Segreto Vaticano. I versi portano i protagonisti al Pantheon, ma in realtà allo scadere del primo ultimatum comprendono che il primo altare dell'illuminazione è la basilica di Santa Maria del Popolo, dove si trova la Cappella Chigi realizzata da Raffaello Sanzio. In una cripta sottostante ritrovano il corpo del primo cardinale con sopra marchiato a fuoco l'ambigramma earth, la terra, uno dei quattro elementi fondamentali del sistema scientifico aristotelico.
    Dopo aver intuito che la tomba costituiva il primo Altare della Scienza, ossia le tappe del cammino iniziatico degli Illuminati, Langdon prosegue la sua ricerca individuando il passo successivo in Piazza San Pietro, più precisamente il bassorilievo del West Ponente: qui trovano un altro cardinale ormai esanime, con inciso l'ambigramma air, l'aria.
    Ormai è chiaro che ogni tappa è segnata dalla presenza di un'opera del Bernini e da un obelisco: per individuare la tappa successiva il protagonista consulta i registri dell'Archivio Vaticano. Si reca dunque nella chiesa di Santa Maria della Vittoria, dove la celebre Estasi di Santa Teresa costituisce l'Altare del fuoco. E difatti qui trovano il terzo cardinale appeso con delle catene e marchiato dall'ambigramma fire, fuoco; Langdon e Vittoria si scontrano con l'assassino, ma dopo una violenta colluttazione la ragazza viene rapita e lo studioso rimane intrappolato sotto un sarcofago, rischiando di morire soffocato.
    L'ultima tappa, dedicata all'acqua, è chiaramente una fontana: Langdon individua l'ultima opera del Bernini, la Fontana dei Quattro Fiumi in Piazza Navona. Qui riesce finalmente ad anticipare il misterioso assassino, ma non può nulla per salvare la vita all'ultimo cardinale. Tuttavia scopre che Vittoria è ancora viva, e che si trova nella cosiddetta Chiesa dell'Illuminazione, ritrovo segreto della setta e ultima meta del percorso iniziatico. Dopo alcuni ragionamenti, individua in Castel Sant'Angelo la tappa finale del suo percorso: rubata un'automobile, giunge alla fortezza dove si scontra con l'assassino, e grazie al tempestivo intervento della ragazza riescono a liberarsi dell'omicida. All'ultimo momento però si scopre che esiste un sesto ed ultimo marchio, che il capo degli Illuminati - un anonimo Giano - sta per impiegare sul camerlengo. Dopo aver appreso poco prima che Kohler, il direttore del CERN, stava giungendo in Vaticano per discutere con lui della situazione........

    PERSONAGGI

    Robert Langdon: Docente di iconologia religiosa all'Università di Harvard, negli Stati Uniti, è anche un esperto nuotatore, tuttavia soffre di claustrofobia a causa di un trauma infantile. Nella trasposizione cinematografica, come nel precedente, il personaggio è interpretato da Tom Hanks.

    Vittoria Vetra: Trovatella di origini toscane, da quando è adolescente vive col padre adottivo presso il CERN di Ginevra, dove si appassiona di fisica e segue le orme paterne. Insieme al padre lavora ad un ambizioso progetto di ricerca, con l'intento di creare un campione di antimateria. L'israeliana Ayelet Zurer veste i suoi panni nel film omonimo.

    Leonardo Vetra: Il Sacerdote cattolico, è appassionato di fisica nucleare, mosso dall'obiettivo di conciliare scienza e fede.


    EDIZIONI

    Dan Brown, Angeli e demoni, collana Omnibus, traduzione di: Biavasco A. - Guani V., Arnoldo Mondadori Editore, 2004. pp. 450 ISBN 8804531673.

    VERSIONI CINEMATOGRAFICHE

    Dopo il grande successo dell'adattamento cinematografico del primo romanzo, la Sony Pictures - che detiene i diritti cinematografici dei libri di Dan Brown - annunciò nel maggio 2006 di aver affidato al premio oscar Akiva Goldsman il compito di adattare Angeli & demoni per un copione. Il 10 aprile 2007 la stessa produzione annunciò che Tom Hanks avrebbe interpretato nuovamente il ruolo di Robert Langdon, e che anche il regista Ron Howard avrebbe lavorato al film.
    Il film è uscito nelle sale cinematografiche il 13 maggio 2009 in Italia e Stati Uniti e il 15 maggio nei restanti paesi.
     
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  10. hondaman
     
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    di quelli suoi è quello che ho apprezzato di piu...
    qualcuno si è procurato l'ultimo ?
    come è ? merita?
     
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  11. mauro255
     
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    Anke a me Hondaman penso sia il suo migliore ,l'ultimo ti devo dire che non mi ha entusiasmato...ha voluto andare sul sicuro mischiando Il Codice da Vinci con Angeli e Demoni.....forse era meglio se scriveva qualcosa su un tema diverso....
     
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  12. mauro255
     
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    IL CACCIATORE DI ANDROIDI

    Titolo originale Do Androids Dream of Electric Sheep?
    Altri titoli: Cacciatore di androidi, Blade Runner, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
    Autore Philip K. Dick
    1ª ed. originale 1968
    1ª ed. italiana 1971
    Genere Romanzo
    Sottogenere Fantascienza
    Lingua originale inglese
    Ambientazione San Francisco del futuro (1992)
    Protagonisti Rick Deckard


    Il cacciatore di androidi (in originale Do Androids Dream of Electric Sheep?) è un romanzo di fantascienza scritto da Philip K. Dick nel 1968, da cui è stato tratto il celebre film Blade Runner di Ridley Scott (1982).
    In Italia il libro è stato pubblicato con tre differenti titoli, a seconda dell'anno di uscita. Intitolato dapprima Cacciatore di androidi, è stato poi edito col titolo del film Blade Runner, per godere successivamente di una sorta di riscoperta filologica e di una nuova traduzione col titolo reso in modo più letterale: Ma gli androidi sognano pecore elettriche?
    Infarcito dei temi cari allo scrittore statunitense (cos'è reale e cosa non lo è, cosa è umano e cosa no, le droghe, la repressione poliziesca, le difficili relazioni con le donne, i simulacri), è ritenuto da alcuni inferiore a capolavori quali Ubik o La svastica sul sole, mentre altri critici lo ritengono da inserire a pieno titolo nel novero delle opere maggiori.

    TRAMA

    La vicenda si svolge prevalentemente a San Francisco il 3/4 gennaio 1992. In seguito all'Ultima Guerra Mondiale (nucleare), la vita animale e vegetale sulla Terra è quasi scomparsa, e per questo accudire un vero animale è considerato un dovere morale oltreché un simbolo del proprio benessere. Le piogge di polvere radioattiva ricoprono tutto e portano alla progressiva alterazione mentale e genetica degli individui. Gli uomini e le donne che non hanno subìto mutazioni a causa della radioattività, non sono troppo vecchi e sono in grado di riprodursi si sono trasferiti quasi tutti nelle colonie extramondo. Per incentivarli a trasferirsi, una legge dell'ONU stabilisce che ad ogni terrestre venga assegnato un androide come servo. È però proibito ai droidi abbandonare le colonie per trasferirsi sulla Terra, pena il ritiro immediato.
    Il protagonista è Rick Deckard, un cacciatore di taglie costretto a ritirare 6 androidi fuggiti da una colonia marziana. Deckard è spinto dalla volontà di acquistare un vero animale per sostituire la sua pecora elettrica, ma dovrà scontrarsi con una nuova generazione di droidi, i Nexus 6. Deckard verrà sedotto da Rachel, una droide che susciterà in lui il dubbio di quale sia il confine tra ciò che è organico e ciò che non lo è, ma soprattutto sul senso dell'umano: se è umano prendersi cura degli altri esseri viventi e proteggerli, fino a che punto è umano uccidere un androide che si sente vivo?

    TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA

    Il libro ha goduto di un'immensa popolarità a seguito del successo della pellicola che ne è stata tratta, Blade Runner di Ridley Scott, considerato uno dei capolavori del cinema di fantascienza. Le due storie presentano però notevoli differenze. Deckard è un duro detective stile Marlowe o Sam Spade nel film, mentre nel romanzo è un uomo sposato con una moglie depressa, che deve portare a casa lo stipendio, un personaggio molto più grigio.
    Pellicola e romanzo si differenziano inoltre per il carattere problematico del film rispetto alla natura degli androidi: laddove nella pellicola si è portati quasi a solidarizzare nei confronti degli esseri artificiali, nel libro essi appaiono freddi, calcolatori e del tutto privi di qualsiasi sentimento. Rachel, in particolare, che nel film è una figura fortemente romantica, nel romanzo originale è invece un personaggio quantomeno ambivalente o negativo (come del resto quasi tutte le coprotagoniste femminili della narrativa di Dick), con cui il protagonista Deckard ha solo una squallida storia.

    Anche l'ambientazione è totalmente differente: al sovraffollamento caotico della città di una Los Angeles futura del film si contrappone nel romanzo una forte sensazione di vuoto, di silenzio insopportabile, di solitudine.
    Nella versione "Director's Cut" del film viene addirittura adombrata la natura di replicante inconsapevole di Deckard.
    Nel film sono continui i riferimenti al genere hard-boiled californiano di Raymond Chandler: oltre a Deckard, versione fantascientifica di Marlowe, c'è Rachel come dark lady, la polizia corrotta, l'underworld di gente dedita a traffici di ogni sorta: un'ambientazione che richiama un altro classico dell'hard-boiled cinematografico Chinatown di Roman Polanski.
    Lo scrittore morì poco prima dell'uscita del film, e poté vedere soltanto una proiezione privata composta da alcuni spezzoni di lavorazione. Inizialmente molto scettico sull'intera operazione, dato che la sua opera veniva di fatto stravolta, fu in seguito uno dei maggiori sostenitori del film, che non a caso è dedicato alla sua memoria. In particolare Dick rimase molto colpito dal set cinematografico, che a suo dire era stato costruito esattamente come lui aveva immaginato l'ambientazione del romanzo.

    TRASPOSIZIONE RADIOFONICA

    Con il titolo e le musiche del film Blade Runner, il racconto di Philip K. Dick viene trasposto in un radiodramma di sei puntate, trasmesso da Radio Due Rai nel 2006. L'impatto sul pubblico suscitato soprattutto dal film, ha spinto la radio nazionale, ad inserire il genere fantascientifico nella fascia oraria mattutina, tradizionalmente dedicata alle famiglie.

    TEMATICHE

    UOMO E ANDROIDE

    Il tema più significativo del romanzo è la difficoltà di discernere tra essere umano e androide, ma non nel senso che potrebbe suggerire una lettura superficiale. Difatti nel romanzo gli androidi sono macchine disumane, macchine senzienti, ma senza l'empatia che li qualificherebbe come uomini. Per questo, nonostante la loro intelligenza sia superiore a quella di molti fra gli uomini, possono soltanto simulare la natura umana. Sono invece gli esseri umani che perdono l'umanità fino ad assomigliare agli androidi; sono infatti gli uomini che, grazie ad una speciale macchina (il modulatore di umore Penfield), possono decidere quali sentimenti provare, divenendo "macchine" a loro volta. E sempre gli uomini, per dimostrare di essere superiori agli androidi, di essere vivi, ricorrono ad un altro strumento, la macchina empatica.
    Inoltre Deckard, come gli altri cacciatori di androidi, deve essere pronto a uccidere gli androidi, ma per far questo deve essere pronto a sopprimere i propri sentimenti di empatia verso creature che sembrano umane. Uccidere snatura l'umanità del protagonista, e non ha importanza il sapere di star uccidendo creature non-umane.
    Il punto emblematico di questo aspetto è nel momento del romanzo in cui il protagonista incontra un androide, il quale riesce ad essere considerato umano perché afferma di essere vissuto sempre in un ambiente inumano, asettico; solo un'ultima domanda svela la vera natura del soggetto, non perché la risposta sia sbagliata, ma perché la reazione è troppo lenta. L'umanità è in un battito di ciglia.
    È questo, secondo alcuni, l'aspetto più terribile del romanzo: non sono gli androidi ad assomigliare agli uomini, ma gli uomini ad assomigliare agli androidi.

    L'UNICO SOGGETTO

    Nel romanzo è possibile identificare un altro significato di natura filosofica.Uno dei problemi fondamentali della filosofia è stato infatti quello del rapporto tra il soggetto e l'oggetto che nasce quando il primo pensatore si chiede che cosa sia il mondo che lo circonda con i suoi oggetti diversi da lui. Per questo problematico rapporto anche gli altri soggetti sono, dal punto di vista del soggetto, degli oggetti che si presumono siano soggetti, ma sulla cui natura non si ha piena certezza. Chi è l'altro? Prova davvero i miei stessi sentimenti, ha i miei stessi pensieri? L'universo che percepisce è come il mio? Il mondo interiore che mi caratterizza come soggetto appartiene a me e soltanto a me. Cosa si agita veramente nell'involucro dell'altro presunto soggetto-oggetto?
    Sono certo di me stesso perché il mio pensiero me lo conferma, non si può dubitare di sé stessi, ma chi mi sta di fronte è un soggetto come me o piuttosto… un cyborg ?. Il "cogito ergo sum" di Cartesio non basta più ad avere certezza di sé stessi.
    Se poi quello che si ritiene un perfetto automa non si differenzia sostanzialmente dall'uomo perché non amarlo? Che cosa distingue l'uomo vero dall'androide? Anche lui possiede sentimenti, anche lui può piangere, anche lui ha ricordi, magari prefabbricati ma che egli crede suoi. Questo è il dramma dei cyborg: scoprire di essere un oggetto. Ma in fondo è anche il dramma kafkiano del cacciatore d'androidi: solo con sé stesso, chiuso nella sua soggettività, unico soggetto in tutto l'universo, eppure anche lui oggetto, probabile androide per gli altri. Gli androidi devono essere uccisi altrimenti l'uomo dubita di sé stesso.

    EDIZIONI

    Philip K. Dick, Do Androids Dream of Electric Sheep?, , 1968.

    Philip K. Dick, Il cacciatore di androidi, collana Galassia n° 152, traduzione di Maria Teresa Guasti, Casa Editrice La Tribuna, 1971. pp. 192

    Philip K. Dick, Cacciatore di androidi, collana Cosmo Oro n° 78, Editrice Nord, 1986. pp. 232 ISBN 88-429-0375-2

    Philip K. Dick, Blade Runner, collana Economica Tascabile n° 47, traduzione di Riccardo Duranti, Fanucci Editore, 1996. pp. 253 ISBN 88-347-0544-0

    Philip K. Dick, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, collana Collezione Immaginario Dick, traduzione di Riccardo Duranti, Fanucci Editore, 2000. pp. 288 ISBN 88-347-0736-2
     
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  13. mauro255
     
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    IL PADRINO

    Titolo originale The Godfather
    Autore Mario Puzo
    1ª ed. originale 1969
    Genere Romanzo
    Lingua originale inglese
    Ambientazione Stati Uniti, anni 1930-1960
    Protagonisti don Vito Corleone


    « "Ragionerò con lui." insistette Corleone. Negli anni a venire, questa frase divenne celebre. Era destinata a divenire un campanello d'allarme prima di un colpo mortale. Infatti, quando era divenuto Don, e chiedeva agli avversari di sedersi attorno a un tavolo per ragionare con lui, essi capivano che era la loro ultima possibilità di risolvere un affare senza spargimenti di sangue e morti. »
    (tratto da Il padrino)

    Il padrino (titolo originale The Godfather) è un romanzo scritto da Mario Puzo nel 1969 che narra le vicende di una famiglia italiana appartenente alla Mafia. Il romanzo, che ebbe uno straordinario successo editoriale non solo negli Stati Uniti ma anche in Inghilterra, in Germania, in Francia e in Italia, è stato adattato in tre film diretti da Francis Ford Coppola e sceneggiati dallo stesso Mario Puzo.

    LA SUA STORIA

    « Il Don era un vero uomo già all'età di dodici anni. Basso, scuro, magro, viveva nello strano villaggio moresco di Corleone, in Sicilia. Era nato come Vito Andolini, ma quando degli uomini misteriosi vennero per uccidere il figlio dell'uomo che avevano assassinato, sua madre mandò il ragazzo in America presso degli amici. Nella nuova terra mutò il cognome in Corleone, per conservare qualche legame con il villaggio natio. Fu uno dei rari atti sentimentali che ebbe a compiere. »

    PARTE PRIMA

    New York, 1945.

    Il boss mafioso italoamericano Vito Corleone, in occasione del matrimonio della figlia Costanza, riceve nel proprio studio molti italiani emigrati in America che invocano il suo aiuto. Essi richiedono il suo intervento in situazioni drammatiche, domandando per esempio di mandare alcuni uomini a picchiare a sangue gli stupratori delle figlie, di richiedere ai politici della sua rete di concedere la cittadinanza americana a giovani italiani prigionieri di guerra altrimenti condannati al rimpatrio lasciando le figlie senza marito, o chiedendo prestiti per aprire negozi. Don Corleone, formalmente conosciuto come il più potente importatore di olio d’oliva italiano in America, accetta tutte queste richieste di aiuto, ricordando a tutti che essi sono da questo momento suoi debitori, e che lui potrà rivolgersi a loro in qualunque momento.

    Dopo il matrimonio, mentre lui si reca in ospedale ad assistere il morente di cancro Genco Abbandando, il suo consigliere in seno alla cosca e vecchio amico d’infanzia, invia Tom Hagen, il figlio adottato di origini tedesco-irlandesi, ora avvocato e facente funzioni di consigliere, a Los Angeles perché ricatti un potente produttore cinematografico, Jack Woltz, in modo da convincerlo ad affidare la parte principale di un film di guerra al giovane cantante Johnny Fontane, di cui il vecchio boss è padrino di battesimo. Don Corleone controlla molti uomini importanti del sindacato cinematografico, come per esempio il segretario Billy Goff. Come previsto, Woltz nega questo favore, avendo un personale odio per Fontaine, ma nella notte, Hagen, dopo essere stato ospitato nella fastosa villa del potente produttore, fa tagliare la testa del suo cavallo preferito da Rocco Lampone, Khartoum, come avvertimento di ciò che Don Corleone potrebbe ordinare in caso di un secondo e ultimo rifiuto. Infuriato e spaventato, Woltz accetta di affidare la parte al giovane divo musicale. Johnny ha assoluto bisogno di questa parte nel film di Woltz, poiché la voce gli si sta abbassando a causa del troppo alcool e di altri vizi eccessivi a cui si è abbandonato da dopo il divorzio, causando la sua caduta come cantante.

    Pochi giorni dopo, quando ha ormai ultimato di sistemare le promesse fatte ai propri debitori, Vito Corleone convoca un consiglio a cui fanno parte il figlio Santino, il primogenito e possibile erede al titolo di Don, e il figliastro Tom, ora di fatto consigliere a seguito della morte di Genco Abbandando, per discutere la proposta di Virgil Sollozzo, uno spacciatore di narcotici spalleggiato dalla famiglia mafiosa di Philip Tattaglia. L’uomo, famoso come un ricco e potente uomo d’affari, richiede un finanziamento pari a due milioni di dollari in contanti, e alcuni magistrati che i Corleone hanno dalla propria parte in cambio di una percentuale pari a cinquanta percento sul traffico che ne seguirà. Santino e Hegen sono convinti che il commercio di narcotici potrebbe rappresentare un passo in avanti per la famiglia Corleone, uno strumento per raddoppiare il già grande potere che il boss ha conquistato con il controllo sui sindacati, il gioco d’azzardo e il contrabbando di liquori e sigarette.

    All’incontro con Sollozzo, in presenza dei capiregime Peter Clemenza e Salvatore Tessio, di Santino e Tom Hagen, Don Corleone rifiuta la richiesta, spiegando che se si immettesse nell’affare dei narcotici anche solo a livello di protezione e finanziamento, potrebbe perdere molti uomini politici e agenti di polizia che da tanti anni fanno da protezione alle sue attività illecite. Ma il figlio Santino, in uno scatto d’ira, si lascia scappare un commento che fornisce segretamente a Sollozzo un pretesto per iniziare una guerra tra gangster.

    Pochi giorni dopo, Vito Corleone invia il terribile Luca Brasi, il suo temuto ed animalesco esecutore, come spia nella famiglia Tattaglia, facendolo credere che sia scontento del trattamento subito negli ultimi giorni dai Corleone. Virgil Sollozzo intuisce che il reale proposito è scoprirne il punto debole, e fa uccidere Brasi prendendolo di sorpresa. Poco dopo, due sicari sorprendono Don Corleone all’uscita della Genco Puro Oil Company, e gli sparano cinque proiettili. Portato d’urgenza in ospedale, il boss è ridotto in fin di vita, e il figlio Santino assume la guida della famiglia.

    Noto come leader spietato e crudele, Santino scopre un traditore nella divisione di Peter Clemenza, il giovane Paulie Gatto, che ha ricevuto molte telefonate da Sollozzo per scoprire le abitudini di Don Corleone, al fine di poterlo sorprendere alla giusta occasione, e impartisce l’ordine di ucciderlo. Il giovane Michael Corleone, terzogenito di Don Vito, l’unico ad aver ripudiato un posto nell’organizzazione criminale paterna, si reca all’ospedale per trovare il padre morente, e scopre che gli uomini del luogotenente Tessio sono stati mandati via, e che Don Corleone è in pratica esposto a un nuovo attacco di Virgil Sollozzo. Santino e Clemenza assumono dei detective privati, ma prima che arrivino, Michael è aggredito dal capitano di polizia Mark McCluskey, un uomo corrotto da Sollozzo, che con un pugno gli spacca la mascella.

    Con Don Vito al sicuro in ospedale, Tom Hagen e Santino Corleone si rendono conto che Virgil Sollozzo è un nemico molto potente, e che non può essere toccato finché è protetto dal capitano McCluskey. Michael, offeso dall’aggressione subita, convince tutti i familiari e gli agenti al loro servizio offrendosi di uccidere i due nemici. Egli è infatti sempre rimasto fuori dalla cosca, nessuno potrebbe mai sospettare di lui come assassino. Ma ciò lo costringerebbe a divenire membro permanente della Mafia newyorkese, e metterebbe i Corleone in pericolo poiché nessuno a New York ha mai toccato un agente di polizia. Sotto la guida esperta del capiregime Peter Clemenza, Michael impara a sparare con una pistola speciale. Tramite gli agenti di polizia corrotti, Santino scopre che l’incontro proposto da Sollozzo con Michael si trova in un locale del Bronx, dove Tessio e Clemenza provvedono a nascondere la pistola prima del loro arrivo. Michael riesce nel suo intento di uccidere Sollozzo e McCluskey, e, come pianificato, parte in aereo alla volta di Corleone, il paese nativo del padre Vito, dove sarà protetto da Don Tommasino, un temuto e rispettato capomafia amico di vecchia data dei Corleone.

    PARTE SECONDA

    Johnny Fontane ha avuto uno strepitoso successo per via del film di Woltz, prossimo a uscire nelle sale cinematografiche. Il denaro che ha incassato gli permette di avere una villa con maggiordomi, e amanti occasionali a volontà. Tuttavia, seguendo il consiglio del suo padrino, si riconcilia con Virginia, la sua ex moglie, soprattutto per le due bambine di cui è padre. Il trentacinquenne divo viene visitato da Tom Hagen, il quale lo informa che Vito Corleone è in grado di fargli vincere l’Academy Award, garantendogli molte possibilità professionali future, e che si aspetta che diventi un grosso produttore cinematografico, più potente dell’ottuso Jack Woltz, che vanta la sua vicinanza con la Casa Bianca per via della sua propaganda in fatto di guerra. Fontaine si mette subito al lavoro, e ingaggia subito il vecchio amico cantante Nino Valenti, divenuto un forte bevitore.

    PARTE TERZA

    Si narrano le origini di Vito Corleone, nato a Corleone, con il nome di Vito Andolini, alla fine del 1800. Suo padre viene coinvolto in un caso che viene portato di fronte al boss mafioso locale, che uccide in un assalto d’ ira. Una settimana dopo viene trovato fatto a pezzi per colpi di lupara. Vito ha dodici anni, e viene ritenuto abbastanza grande da poter compiere una vendetta, e viene inseguito perché venga ucciso. La madre e i parenti lo mandano a New York, dalla famiglia Abbandando, presso la cui drogheria alimentare inizia a lavorare come garzone. Più tardi muta il proprio cognome in Corleone, per ricordare la terra nativa. A diciotto anni si sposa con una giovane italiana appena giunta a New York, e in breve nasce il piccolo Santino. In occasione della nascita del secondogenito Fredo, Vito Corleone viene licenziato dal signor Abbandando a causa del boss Fanucci, esponente della Mano Nera, che impone il proprio nipote come garzone. Per pochi mesi lavora come operaio delle ferrovie, ma poi questo lavoro diventa sconveniente a causa della paga non sempre garantita. Un giorno viene avvicinato da Peter Clemenza, che gli chiede aiuto nascondendo una collezione di pistole. Pochi giorni dopo, per riconoscenza, Clemenza lo fa entrare nella propria banda, dedita a furti di tappeti e vestiti, di cui fa parte il giovane Salvatore Tessio, e riceve la mansione di guidatore degli autocarri. Quando la banda entra nelle mire di Fanucci, che impone il tributo, Vito Corleone trama la propria vendetta contro di lui. Convince i due soci a mandarlo di persona a pagare lo scarso tributo disponibile, insistendo sul fatto che intende farlo ragionare, ma invece trova il modo di ucciderlo a colpi di pistola. Nei giorni successivi, Vito Corleone viene visto come il salvatore del quartiere, e molti che prima pagavano il debito a Fanucci accettano la sua protezione. Sono soprattutto i conduttori del gioco d’azzardo. Corleone fonda la Genco Puro Oil Company, di cui entra a far parte il vecchio amico Genco, e i nuovi compagni Tessio e Clemenza, che reclutano nuovi uomini. All’inizio, Vito Corleone è uno spietato uomo d’affari che brucia senza complimenti i concorrenti nell’importazione dell’olio d’oliva italiano. Ma, durante il Proibizionismo e la Depressione, tramite le conoscenze di Clemenza, entrò nel campo del contrabbando di alcolici provenienti dal Canada. Grazie all’operato di Genco Abbandando, viene avviato un sistema di corruzione che comprende la polizia e alcuni grandi avvocati. Nel 1933, terminato il Proibizionismo, si butta nel campo del gioco d’azzardo, per rispondere agli sconquassi che la revoca di tale situazione comporta. Entra in contrasto con Salvatore Maranzano, il potente gangster amico di Philip Tattaglia, altro boss newyorkese a capo della rete di prostituzione della città, e di Al Capone, il boss di Chicago, a cui chiede aiuto immediatamente. Sembra una lotta impari, ma Corleone, che vanta molti rapidi informatori, batte i sicari provenienti da Chicago sul tempo, grazie all’intervento di Luca Brasi, che li cattura e uccide a colpi di ascia. Subito dopo, Maranzano viene ucciso dagli uomini di Tessio. I Corleone controllano il gioco d’azzardo, e avviano una rete di tributi e protezioni che contribuisce una rapida crescita all’impero criminale, che si estende al promettente controllo dei sindacati. Vito Corleone, il temuto padrino, tenta di pacificare la malavita di New York, per rafforzare la propria posizione al suo interno, e avvia un’intensa attività diplomatica. Ma all’inizio delle trattative viene colpito nel torace da un sicario irlandese, e Santino prende il comando della cosca tra il 1935 e il 1937, dimostrandosi un capo crudele e sanguinario, avvalendosi della consueta ferocia di Luca Brasi. Don Corleone, guarito dalle ferite, porta avanti la sua missione di pace fino al 1939, quando firma la pace e l’unità con le principali famiglie degli Stati Uniti, e con i vari gruppi ancora in guerra, consolidando la posizione di boss mafioso italoamericano più potente e rispettato.

    PARTE QUARTA

    A seguito dell’uccisione di Mark McCluskey e Virgil Sollozzo, nel 1947, tra le cinque famiglie mafiose di New York scoppia una guerra feroce. Nessuna ha conservato le proprie protezioni legali e politiche, mentre i Corleone stanno guerreggiando per mantenere il controllo sul gioco d’azzardo, attaccato dai Tattaglia. Carlo Rizzi, il marito di Constanzia Corleone, si da al bere, e diviene violento con la moglie incinta, attirandosi gli scoppi d’ira di Santino. Don Corleone, a seguito delle operazioni affrontate, ritorna a casa, ma non può riprendere ancora il controllo degli affari di famiglia. Mentre si reca a casa del cognato per vendicarsi dei maltrattamenti subiti dalla sorella, Santino cade in imboscata tesa dai nemici della famiglia, e viene ucciso a colpi di mitragliatrice.

    PARTE QUINTA

    Vito Corleone, ripreso il comando degli affari, richiede una riunione con i boss mafiosi italiani di tutti gli Stati Uniti, deciso a trovare una soluzione diplomatica per scongiurare la guerra. Durante il convegno, astutamente, giura che non intende vendicare la fine di Santino, temendo per la vita di Michael, e scopre che Philip Tattaglia è stato spalleggiato prevalentemente dal boss Emilio Barzini, altro boss di New York. La cupola approva il commercio di droghe, e Don Corleone accetta di fornire protezione legale e politica, secondo la vecchia richiesta di Virgil Sollozzo. In realtà, questa riunione è importante per i Corleone, poiché Don Vito intende tastare il terreno sotto i piedi, e assicurarsi che il figlio Michael ritorni in America dopo aver scaricato su un altro la colpa dell’omicidio del poliziotto McCluskey.

    PARTE SESTA

    Michael, nel villaggio di Corleone, in cui è protetto da Don Tommasino, esplora le campagne in lunghe passeggiate, nelle quali è assistito dai fidi guardaspalle Fabrizio e Calò. Soprattutto, apprende molte cose sulla Sicilia, e circa la storia e l’ordinamento di Cosa Nostra, arrivando a comprendere meglio gente come Peter Clemenza e Luca Brasi, uomini che incarnano la violenza così come se l’è sempre immaginata. Un giorno incontra la giovane Apollonia Vitelli, figlia di un locandiere rispettabile, e la sposa. Tuttavia, come Don Tommasino aveva presagito insieme a Vito Corleone in America, il matrimonio permette a troppa gente sospetta di conoscere l’identità del giovane rifugiato, e l’anziano boss palermitano ne ordina l’immediato trasferimento. Tuttavia, l’automobile di Michael viene sabotata, ed esplode appena l’innocente Apollonia, che proprio in questi giorni sta imparando a guidare, gira la chiave per metterla in moto. Creduto morto, Michael viene trasferito in una casa di montagna di Don Tommasino, il quale lo informa che il padre Vito è riuscito a produrre prove false con cui un condannato a morte, prossimo all’esecuzione, viene creduto responsabile dell’omicidio di Virgil Sollozzo e Mark McCluskey. Ora può partire per New York.

    PARTE SETTIMA

    Sei mesi dopo essere tornato a New York, Michael assume la guida della famiglia Corleone, con la benedizione del padre, che si ritira ormai vecchio e stanco. Dopo un’incertezza iniziale, si ricongiunge con Kay Adams, la sua ex fidanzata, che sposa. Il novello padrino compie ripetuti viaggi a Las Vegas, dove il fratello Federico è stato mandato come gestore di un piccolo giro di hotel e casinò. Entra in conflitto con l’elegante gangster Moe Greene, che rifiuta di cedere la propria attività ai Corleone, precisando di avere l’appoggio di Don Emilio Barzini. In realtà, Michael ha in progetto l’eliminazione di Moe Greene, poiché ha mancato di rispetto alla famiglia Corleone prendendo a schiaffi Fredo in pubblico, formalmente per una questione di ordine del locale, ma in realtà per motivi di affari. Tornato a New York, Michael destituisce Tom Hagen dal titolo di consigliere, indirizzandolo alla mansione di avvocato legale a Las Vegas, dove la famiglia intende traslocare, e annuncia che entro sei mesi Peter Clemenza e Salvatore Tessio possono mettersi a capo di proprie famiglie. Il giovane boss cova il piano segreto di eliminare i boss delle cinque famiglie di New York, vendicando così la morte di Santino e Apollonia, recuperando la posizione di rispetto e potere che la famiglia Corleone ha perduto ai tempi di Virgil Sollozzo. Soprattutto, Michael è al correte che Barzini proporrà un incontro, con il proposito di assassinarlo, tramite un intermediario, un traditore in seno alla famiglia. Il piano dovrebbe scattare entro un anno, ma il vecchio Vito Corleone muore d’infarto una domenica mattina, nel proprio orto.

    PARTE OTTAVA

    Tramite Al Neri, Rocco Lampone, e gli agenti di Clemenza, Michael porta a termine l’eliminazione dei boss rivali in affari prima del meeting mortale con Emilio Barzini. In questa successione di brutali omicidi, viene eliminato pure il caporegime Salvatore Tessio, il traditore alleato dei Barzini. L’ultimo a morire per ordine di Michael è Carlo Rizzi, marito di Constanzia, che viene strangolato da Clemenza. Dalle proprie indagini, infatti, Michael ha scoperto che Carlo è stato la guida dell’assassinio di Santino, facendolo uscire di casa preso dall’ira alla notizia che ne ha bastonato la sorella incinta. Gli uomini al casello autostradale che lo hanno assassinato erano uomini di Barzini, che aveva abilmente ricattato Carlo.

    PARTE NONA

    La famiglia Corleone è divenuta la più potente della Mafia italoamericana. Viene ultimato il trasferimento della famiglia nel Nevada, dove Michael diventa proprietario di una ditta di costruzione, e dimostra interesse per i comitati politici locali. Peter Clemenza diventa boss mafioso subentrato ai Corleone. Kay Adams Corleone aspetta un altro figlio di Michael, il terzo, e si infuria con Michael, di cui ha intuito la parte di mandatario nell’esecuzione del marito di Constanzia Corleone. Furiosa col marito, abbandona assieme ai figli la casa di Long Island, dove lei e Michael vivevano assieme a tutta la famiglia Corleone, e torna dai propri genitori nel New Hampshire. Verrà fatta tornare sui propri passi da Tom Hagen, che le spiegherà come Michael non avesse altra scelta se non agire come aveva fatto. Lasciare in vita Carlo e Tessio avrebbe significato lasciare potenziali traditori vivi, cosa che avrebbe potuto mettere in pericolo la stessa Kay ed i loro figli. Saputo ciò, la donna tornerà dal marito, riconciliandosi con lui.

    I PROTAGONISTI

    Vito Corleone Il Padrino
    Santino Corleone Primogenito di Don vito
    Michael Corleone Terzogenito di Don Vito
    Federico Corleone Secondogenito di Don Vito
    Constanzia Corleone Figlia ultimogenito di Don vito
    Carmella Corleone Moglie di Don Vito
    Sandra Corleone Moglie di Santino
    Kay Adams Moglie di Michael
    Carlo Rizzi Marito di Constanzia
    Genco Abbandando Consigliori di Don Vito
    Tom Hagen Avvocato e consigliori di famiglia
    Teresa Hagen Moglie di Tom
    Virgil Sollozzo Narcotrafficante, detto "Il turco"
    Peter Clemenza Capo-regime famiglia Corleone
    Salvatore Tessio Capo-regime famiglia Corleone
    Luca Brasi Killer e guardaspalle di Don Vito
    Al Neri Killer e guardaspalle di Michael
    Rocco Lampone Killer
    Johnny Fontane Cantante e divo di Hollywood
    Ginny Fontane Prima moglie di Fomtane
    Margot Ashton Attrice e seconda moglie di Fontane
    Nino Valenti Attore e cantante amico di Fontane
    Lucy Mancini Amante di Santino
    Jules Segal Medico amico di Lucy
    Frederick Kellner Medico, amico di Jules
    Deanna Dunn Attrice e diva di Hollywood
    Moe Greene Boss di Las Vegas
    Mark McCluskey Capitano di Polizia, amico del turco
    Amerigo Bonasera Impresario di pompe funebri
    Nazorine Panettiere
    Vincenzino Genero di Nazorine
    Paulie Gatto Soldato di Clemenza e autista di Don Vito
    Jack Woltz Produttore di Hollywood
    John Phillips Agente del Dipartimento di Polizia di New York
    Emilio Barzini Boss di una delle cinque famiglie di New York
    Philip Tattaglia Capo di una delle cinque famiglie di New York
    Bruno Tattaglia Figlio e vicario di Philip
    Anthony Stracci Capo di una delle cinque famiglie di New york
    Ottilio Cuneo Capo di una delle cinque famiglie di New York
    Famiglia Bocchicchio Famiglia di New York, intermediaria nei tempi di guerra
    Carlo Tramonti Boss della Florida
    Joe Zaluchi Boss di Detroit
    Anthony Molinaro Boss di San Francisco
    Frank Falcone Boss di Hollywood
    Domenik Panza Boss di Boston
    Vincent Forlenza Boss di Cleveland
    Salvatore Maranzano Boss potente di New York
    Don Fanucci Boss della Mano Nera
    Signor Roberto Affittuario di appartamenti
    Don Tommasino Uomo d'onore e referente di Don Vito in Sicilia
    Apollonia Vitelli-CorleonePrima moglie di Michael
    Signor Vitelli Padre di Apollonia
    Fabrizio Picciotto di Don Tommasino
    Calò Picciotto di Don Tommasino
    Filomena Governante di casa di Don Tommasino
    Billy Goff Sindacalista attori
    Dottor Taza Zio di Don Tommasino
    Rita Neri Moglie di Al Neri
    Thomas Nipote di Al Neri
    Madre di Thomas Sorella di Al Neri
    Coach & Sally Rags Allibratori clandestini
    Siriani Agente del dipartimento di polizia di New York
    Mr & Mrs Adams Genitori di Kay Adams
    Signora Colombo Vedova, vicina di casa di Don Vito
    Signor Abbandando Padre di Genco
    Eddie Neils Direttore d'orchestra
    Roy McElroy Consulente Di Jack Woltz
    Sergente McCluskey Padre di Mark
    Filomena Bonasera Moglie di Amerigo
    Les Halley Maestro di musica

    LA TRILOGIA CINEMATOGRAFICA

    Dal romanzo sono stati tratti tre film:

    Il padrino, del 1972, il quale racconta le vicende del libro esclusa la parte terza, ovvero quella relativa alla giovinezza di Vito Corleone;
    Il padrino - Parte II, del 1974, in cui vengono ripresi i temi dell'ascesa di Don Corleone uniti alle vicende del figlio Michael;
    Il padrino - Parte III, 1990, in cui Michael anziano consegna il comando al giovane nipote Vincent Mancini;
    Era prevista la realizzazione del film Il padrino - Parte IV, ma Mario Puzo, autore del romanzo e sceneggiatore della serie cinematografica, morì bloccando il progetto.

    Il cast comprende Marlon Brando e Robert De Niro per la parte di Don Corleone, il primo per la parte da vecchio, l'altro lo stesso da giovane, entrambi vincitori di un Oscar; un giovane Al Pacino, che fu scoperto dal pubblico proprio con questo film; e un apprezzato Robert Duvall per la parte dell'avvocato Tom Hagen.

    Da un attento confronto tra i film di Francis Ford Coppola e il romanzo di Mario Puzo è possibile riscontrare una serie di divergenze: Lucy Mancini, l'amante di Santino, per esempio, non rimane incinta, e il personaggio di Vincent Mancini non può esistere; ; lo stesso Michael, con la moglie Kay, ha due figli maschi, contrariamente al film in cui vengono presentati Anthony e Mary; Peter Clemenza, dopo la partenza dei Corleone da New York, diventa boss mafioso autonomo e indipendente, ma nel film rimane caporegime, succeduto alla sua morte da Frankie Pentangeli; Vito Corleone, nato figlio unico come Vito Andolini, nel libro sceglie di cambiare il nome in Corleone per avere un simbolico legame con la terra nativa, mentre nel film, fuggito dopo l'assassinio del fratello maggiore e della madre, il suo nome viene frainteso per un errore all'Ufficio Americano per l'Immigrazione.

    Vengono inoltre omesse molte parti importanti nel primo film, come la falsa dimostrazione di colpevolezza di un certo Felix Bocchicchio nell'omicidio di Mark McCluskey, atta a scagionare Michael; la crescita professionale di Johnny Fontane nel mondo dell'industria cinematografica e l'ingresso nella Mafia newyorkese del poliziotto Al Neri.
     
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  14. mauro255
     
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    TARZAN DELLE SCIMMIE

    Autore Edgar Rice Burroughs
    1ª ed. originale 1914
    Genere Romanzo
    Sottogenere Avventura
    Ambientazione:Africa


    « Io Tarzan, tu Jane. »

    Tarzan delle Scimmie è un romanzo statunitense di Edgar Rice Burroughs scritto tra il dicembre 1911 e il maggio 1912 per la rivista All-Story, ed edito per la prima volta in volume nel 1914. È il primo romanzo della fortunatissima saga letteraria e cinematografica di Tarzan.

    TRAMA

    La storia ha inizio quando due nobili coniugi inglesi, John Clayton Greystoke, un gentiluomo dell'Ufficio per gli Affari Coloniali, e la sua giovane moglie incinta Alice, si ritrovano soli e sperduti sulla costa africana per l'ammutinamento dell'equipaggio che guidava la loro nave, il Fuwalda. Alla nascita del loro unico figlio, le avversità della situazione indeboliscono a tal punto la salute della giovane madre che essa muore, lasciando Lord Greystoke in uno stato di profonda prostrazione. Quando i gorilla della foresta, guidati dal capobranco Kerchak, attaccano la capanna, per paura di quell'umano dalla pelle bianca che aveva ferito molti dei loro compagni con il suo fucile, anche Lord Greystoke soccombe accanto alla sua sposa da poco defunta, ma il bambino viene salvato da Kala, la grande scimmia, che ha da poco perso il suo vero figlio a causa di un attacco dello stesso Kerchak.

    Il piccolo viene chiamato Tarzan, cioè "Pelle Bianca", in un'ipotetica e fantasiosa lingua scimmiesca; cresce tra le scimmie, imparando il loro linguaggio e, soprattutto, il modo corretto per sopravvivere nella giungla e salvarsi dai pericoli che essa nasconde. Ma la sua intelligenza gli permette di superare ben presto le capacità limitate delle scimmie, e grazie agli abbecedari trovati nella capanna dei suoi veri genitori, il bambino impara a leggere e a scrivere (ma non a parlare) inglese. La sua forza ed il suo coraggio, esaltati dall'intelligenza che gli permette di imparare da solo ad usare pugnale, arco e frecce, gli permettono di spaventare le locali tribù umane, sconfiggere Kerchak e di essere proclamato Re delle Scimmie. Successivamente nella foresta arriva Jane Porter, personaggio chiave di numerosi romanzi successivi del ciclo di Tarzan. Jane era stata abbandonata, insieme al padre (un caricaturale scienziato svanito), a un collega del padre, alla serva Esmeralda e a un ragazzo inglese di nome William Clayton (ignaro cugino di Tarzan e quindi illegittimo Lord Greystocke), nello stesso posto e nelle stesse circostanze in cui erano stati abbandonati i suoi parenti. Tarzan si innamora della ragazza e aiuta gli ammutinati a sopravvivere nella giungla, portando loro con continuità del cibo. La svolta avviene con l'arrivo di una nave francese che riaccende la speranza dei naufraghi di tornare in patria. Ma Jane viene rapita da un'enorme scimmia antropomorfa. Per salvarla i militari francesi, guidati dal capitano D'Arnot, organizzano una spedizione, che però si conclude con un attacco da parte di una tribù locale e il ferimento di D'Arnot. Tarzan, invece, riesce a salvare Jane (che si innamora di lui) e, dopo aver riportato la ragazza dai suoi familiari, accudisce nel folto della giungla l'ufficiale francese ferito. I militari francesi però, non vedendo tornare il loro capitano, decidono di partire e portano con sè anche i naufraghi inglesi e americani. Nella giungla rimangono quindi D'Arnot e Tarzan. Il francese insegna la sua lingua all'uomo-scimmia che decide di lasciare il suo ambiente per seguire Jane negli USA. Il romanzo si conclude con un Tarzan in America che salva per l'ennesima volta Jane (da un incendio) la libera da un matrimonio non voluto con un anziano affarista, riconsegna al professor Porter un tesoro che aveva perduto in Africa e si appresta a chiedere in moglie la ragazza americana. Ma nel frattempo Jane, confusa e spaventata dall'uomo-scimmia, pur amando Tarzan acconsente invece di sposare l'illegittimo Lord Greystocke.

    CRITICHE

    Scritto ai primi del Novecento, il libro trabocca di stereotipi e di teorie scientifiche al giorno d'oggi ormai superate. Burroughs descrive i gorilla tra i quali viene allevato Tarzan come bestie terribili e violente, spesso soggette a immotivati «terribili attacchi d'ira» che li portano a massacrare indiscriminatamente i membri della loro razza senza alcun motivo. Ecco come Burroughs descrive uno degli «attacchi di furia incontrollabile» di Tublat, il "padre adottivo" di Tarzan:

    « Con orribili grida e ruggiti tremendi Tublat si lanciò verso terra, giunse nel gruppo delle femmine e dei piccoli e affondò le zanne in dozzine di piccoli teneri colli, strappando grandi brandelli di carne dalle schiene e dai petti delle femmine che cadevano nelle sue grinfie. [...] Poi, i grossi maschi al centro dell'arena subirono le possenti zanne del loro compagno impazzito, e tutti insieme scomparvero tra le nere ombre della foresta sovrastante. ».

    EDIZIONI

    Edgar Rice Burroughs, Tarzan delle Scimmie, 2 ed., collana Classici Ben, traduzione di Gianni Pilo, Biblioteca economica Newton, 1994. pp. 219, cap. 28 ISBN 8882893103



     
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  15. mauro255
     
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    FIGHT CLUB

    Autore Chuck Palahniuk
    1ª ed. originale 1996
    Genere Romanzo
    Sottogenere Postmodernismo, Satira

    « Non c'è niente di statico. Tutto va a pezzi »


    Fight Club (1996) è il primo romanzo pubblicato dall'autore statunitense Chuck Palahniuk. Il regista David Fincher ne ha poi tratto un omonimo film di culto. Alla luce del film, il romanzo ha acquisito molta popolarità e critiche, soprattutto per l'esplicita raffigurazione della violenza e per lo stampo nichilistico.
    La trama ruota intorno ad un anonimo protagonista che lotta con il suo crescente disagio nei confronti del consumismo e con l'ambizione della cultura statunitense verso la mascolinità. Per combattere questa situazione, crea di nascosto un club di pugilato come forma radicale di psicoterapia.

    TRAMA

    Il protagonista di “Fight Club” trova il suo maestro di vita in Tyler Durden, sorta di guru moderno, che predica e auspica la distruzione della civiltà a favore del ritorno di un deserto primigenio. Alla guida dell’intera classe media ed impiegatizia statunitense, il protagonista senza nome (un impiegato sfiduciato tormentato dall’insonnia), e, soprattutto, Tyler decidono di dare corpo ai loro desideri fondando un circolo di lottatori clandestini, nelle cantine dei bar di periferia.
    Nasce così il segretissimo Fight Club il cui unico fine è quello di far sfogare e dare un riscatto a una miriade di violenti paria moderni, sulle cui spalle la società si poggia a peso morto. Nelle furiose lotte segrete, ognuno di loro combatte contro ciò che odia. Il fenomeno diventa una vera e propria mania, ma innocua, finché Tyler, grazie anche ai proventi della redditizia attività di fabbricante di sapone, non decide di andare fino in fondo nella distruzione della società moderna.
    Con i membri del Fight Club, Tyler ha a sua disposizione un esercito di soldati assetati di distruzione e violenza, e con il loro aiuto comincia a scardinare la civiltà con qualsiasi mezzo, naturalmente violento. Il protagonista senza nome si vede sfuggire la situazione di mano, prigioniero di un sistema spietato e sempre più sconcertato dalla piega che Tyler sta facendo prendere alla situazione. Dopo un colpo di scena finale, cercherà di opporsi alla tremenda macchina umana che Durden ha avviato, ma la catastrofe sarà inevitabile.

    CURIOSITA'


    Quando Palahniuk cercò di pubblicare un romanzo (Invisible Monsters) gli editori lo rifiutarono per i temi troppo inquietanti. Questo fatto portò l'autore a lavorare su Fight Club che cominciò a scrivere con l'intento di disturbare ulteriormente l'editore. Dopo averlo inizialmente pubblicato come romanzo breve (che è in seguito diventato il sesto capitolo) nella raccolta Pursuit of Happiness, lo ha ampliato in un vero e proprio romanzo che, contrariamente a quanto pensasse, l'editore voleva pubblicare.
    La prima edizione ebbe critiche positive e qualche premio, ma poco successo commerciale. Il libro venne comunque letto da molti registi e produttori a Hollywood, dove il desiderio di adattarlo per un film stava crescendo; nel 1999 infatti lo sceneggiatore Jim Uhls e il regista David Fincher ne trassero un lungometraggio. Fu una delusione al botteghino, ma con l'uscita del DVD divenne un film di culto. Di conseguenza, la prima edizione del romanzo, l'unica con la copertina rigida, divenne un oggetto da collezionisti. Furono quindi ristampate due edizioni, una nel 1999 e l'altra nel 2004. In quest'ultima è presente un'introduzione improntata sulla popolarità del libro e del film. Questo successo ha certamente aiutato ad avviare la carriera di Palahniuk come scrittore popolare, così come l'ha aiutato a stabilire e consolidare uno stile di scrittura che avrebbe in seguito usato in molti dei suoi romanzi.
    Malgrado il pensiero popolare, Palahniuk non si è ispirato a nessun vero fight club, ma ad una serie di risse di cui si era trovato a far parte in precedenza; così come molti eventi nel romanzo sono basati su esperienze dirette dell'autore. L'impatto del romanzo ha però generato fenomeni di emulazione; molte persone, dagli adolescenti agli adulti, hanno formato i loro fight club proprio come descritti nel libro. Altri appassionati sono stati ispirati dall'idea che ripudia l'anti-sociale e sono tornati a studiare dopo aver letto il libro.
    Oltre al popolare adattamento cinematografico di Fincher, Fight Club è stato sviluppato come un musical da Palahniuk, Fincher e Trent Reznor ed un videogioco basato sul film, prodotto dalla Vivendi Games nel 2004 che però ha ricevuto critiche negative.

    EDIZIONI

    Chuck Palahniuk, Fight Club, collana Strade Blu, traduzione di Tullio Dobner, Mondadori, 2003. pp. 224 ISBN 8804520647
     
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